L'autopsia ha rilevato la presenza di pallini e lesioni dovute probabilmente a calci
Lontra uccisa dai bracconieri
Il corpo dell'animale ritrovato nella Riserva di San Giuliano
LA caccia illegale non conosce limiti nel Materano. A testimoniarlo è ritrovamento di una lontra, uccisa lo scorso mese di ottobre dai pallini di un fucile da caccia. L'animale morto è stato trovato da un passante lungo una strada che attraversa la Riserva naturale di San Giuliano.
Il corpo è stato consegnarlo alla polizia provinciale, che a sua volta ha avvertito l'Unità operativa dell'Area sanità animale dell'Asl 4. Nei giorni successivi la carcassa è stata trasferita dal dottor Vincenzo Nola presso la sezione Diagnostica provinciale di Matera dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Puglia e Basilicata per accertamenti sulle cause della morte. Gli esiti diagnostici resi noti pochi giorni fa parlano chiaro: la lontra è stata uccisa con colpi di arma da fuoco, verosimilmente da caccia. Le lesioni provocate dai pallini erano presenti in varie parti del corpo ed in particolare sulla testa dove è stato rilevato anche uno sfondamento della scatola cranica e frattura della mandibola per probabili colpi inferti con bastoni o altri oggetti.
L'assessore provinciale ai Parchi, Franco Labriola, nell'esprimere condanna per questo gravissimo, ha detto che «l'uccisione di questo esemplare di lontra è purtroppo una triste constatazione che il fenomeno del bracconaggio produce gravi danni alle specie protette e rare della fauna provinciale. La Provincia di Matera si attiverà maggiormente per prevenire simili episodi e lo farà attraverso una più incisiva azione di sorveglianza e una maggiore opera di sensibilizzazione ed informazione sul valore naturalistico di specie come la lontra. A questo proposito -prosegue Labriola- la Provincia sta collaborando con L'Infs (Istituto nazionale per la fauna selvatica) alla raccolta di dati sulla specie in riferimento al lavoro in corso per la stesura del Piano nazionale di azione della specie su richiesta del ministero dell'Ambiente e del Territorio. Attraverso la collaborazione di esperti e segnalazioni di cittadini e organi di polizia, riteniamo di poter raccogliere molti dati utili sulla specie; inoltre metteremo a disposizione dell'Infs per ricerche genetiche e morfologiche alcuni altri esemplari ritrovati morti raccolti negli ultimi anni nel territorio provinciale».
Il responsabile del Cras materano della Riserva di San Giuliano, Matteo Visceglia, che ha seguito da vicino la vicenda ha spiegato che «la barbara fine che ha fatto questo esemplare maschio adulto di Lontra a causa del bracconaggio si commenta da sè. Non ci sono parole per qualificare coloro che ancora oggi si accaniscono contro specie così preziose e rare. In Italia purtroppo si registrano ancora abbattimenti di specie di grande interesse scientifico anche all'interno di Parchi e Riserve, segno che il rapporto tra comunità locale e aree protette è ancora difficoltoso e merita di essere migliorato attraverso il dialogo e la sensibilizzazione. La fauna selvatica rappresenta un bene così prezioso per il territorio e le aree protette cha da sola è in grado di suscitare grande interesse e di incrementare l'attenzione per la natura con evidenti benefici per il turismo ambientale.
La lontra è anche considerata un ottimo indicatore dello stato di qualità dell'ambiente e il suo studio deve essere inteso come un vero e proprio monitoraggio in tempo reale dei sistemi idrici e dei bacini idrografici che essa frequenta. La presenza della lontra all'interno della Riserva di San Giuliano -conclude Visceglia- era nota da anni e l'abbiamo anche documentata fotograficamente in tempi recentissimi. In riferimento alla ricerca in corso in Italia finalizzata alla stesura del Piano nazionale d'azione, anche per la provincia di Matera si stanno raccogliendo dati ed informazioni utili.
Chi vuole collaborare o fornire notizie recenti o passate, può mettersi in contatto con la Provincia o con il Centro Recupero Fauna Selvatica di San Giuliano che sta raccogliendo dati, documentazione ed eventuali reperti allo scopo di metterli a disposizione dell'Infs di Bologna.
Fonte: Il Quotidiano della Basilicata 14/11/06