giovedì 13 dicembre 2012

OBBLIGO SOCCORSO STRADALE DEGLI ANIMALI, PUBBLICATO IL DECRETO ATTUATIVO


 
Da oggi 13 dicembre 2012 si è rafforzato il cambiamento del Codice della Strada che ha fissato dall’estate 2010 l’obbligo di fermarsi in caso di incidente con un animale, l’equiparazione dello stato di necessità di trasporto di un animale ferito come per una persona, l’utilizzo di sirena e lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.289 il Decreto attuativo del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“La norma ha preso atto del cambiamento del sentire comune sul dovere di prestare soccorso anche agli animali e le sanzioni irrogate fino ad oggi per le violazioni sono state un esempio positivo per automobilisti e Polizie locali - hanno detto Gianluca Felicetti, presidente LAV e Carla Rocchi, presidente nazionale dell’ENPA - nel Decreto siamo riusciti a far inserire il pieno riconoscimento del privato cittadino che porta per dovere civico un animale incidentato in un ambulatorio veterinario, la necessità di intervento anche ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e il pieno riconoscimento dell’attività delle Guardie zoofile. Ora le Regioni e i Comuni devono rafforzare i propri compiti di intervento già previsti da altre normative“.

Il Decreto ministeriale fissa, fra l’altro, le caratteristiche delle autoambulanze veterinarie le cui attrezzature specifiche saranno individuate dal Ministero della Salute, la certificazione anche successiva dello stato di necessità di intervento sull’animale da parte di un veterinario e gli stati patologici che fanno scattare questo riconoscimento cioè trauma grave, ferite aperte, emorragie, alterazioni e convulsioni.

Il Decreto Ministeriale 9 ottobre 2012 n.217 Regolamento di attuazione dell'articolo 177, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall'articolo 31, comma 1, della legge 29 luglio 2010, n. 120, in materia di trasporto e soccorso di animali in stato di necessità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.289 del 12.12.2012, è consultabile qui

http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-12-12&task=dettaglio&numgu=289&redaz=012G0238&tmstp=1355396450138 Entra in vigore il 27 dicembre 2012

Associazione ANTEA denuncia lo stato della Riserva di San Giuliano

L'Associazione ANTEA (Associazione Nazionale Tutela Ecosistemi e Animali) Delegazione di Miglionico ha diffuso un comunicato stampa in merito ai problemi dell'Oasi di San Giuliano che riportiamo integralmente qui di seguito.


"Ancora una volta torniamo a parlare dell’Oasi di San Giuliano non per denunciare una situazione in particolare ma per invogliare cittadini ed istituzioni ad una seria riflessione.

 La storia della Riserva Regionale di San Giuliano è legata alla nascita dell’omonimo invaso artificiale creato per scopi irrigui dallo sbarramento del fiume Bradano tra il 1950 e il 1957. La presenza del lago, da subito, attirò numerose specie di uccelli acquatici, rendendo quindi necessarie iniziative volte alla tutela dell’area.
Nel 1976, infatti, il lago diventò Oasi di Protezione della Fauna sulla quale fu poi apposto il vincolo paesaggistico e la Regione Basilicata, al fine di rafforzare le azioni di tutela, istituì nel 2000 una Riserva Naturale Orientata affidandola in gestione alla Provincia di Matera .
Successivamente, il Ministero dell’Ambiente dichiarò San Giuliano Area SIC (Sito di Interesse Comunitario) ed Area ZPS ( Zona di Protezione Speciale) inserendola, con Decreto Ministeriale del maggio 2003, nell’elenco delle zone umide italiane previste dalla Convenzione Ramsar per la Conservazione delle Aree di Interesse Internazionale per la Fauna Acquatica.
Attualmente, viste le disastrose condizioni in cui versa l’Oasi e come più volte denunciato nei mesi scorsi, sorge spontaneo chiedersi come le istituzioni preposte, abbiano potuto permettere tutto questo.
Ovunque si guardi c’è qualcosa che non va : continue violazioni di leggi e regolamenti, rifiuti di ogni genere abbandonati ovunque, alcuni dei quali (ingombranti e pericolosi) finiscono in acqua, utilizzo indisturbato di sostanze chimiche per trattare i campi agricoli rientranti nella zona protetta, concessione di autorizzazioni alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi a pochi km dal lago, cacciatori liberi di sparare ai margini dell’Oasi e, con l’ alibi dell’abbattimento controllato dei cinghiali, spesso anche all’interno della Riserva, pesca illegale con reti e nel mancato rispetto dei regolamenti.
Se a tutto questo si aggiunge poi  l’intenzione, spesso paventata da parte delle Istituzioni, di permettere la navigazione all’ interno del lago, come fortemente auspicato da certe associazioni, e la disastrosa situazione in cui versa l’ormai abbandonato Centro Visite, ci piacerebbe capire che senso abbia continuare a chiamarla Oasi se in realtà non lo è mai stata e, probabilmente, mai lo sarà.
La premessa, riguardante la storia di San Giuliano, che abbiamo appositamente pensato di inserire in questo articolo, ha come unico scopo quello di fare notare a tutti voi che, nelle condizioni attuali, siamo di fronte ad un luogo nato come Oasi ma diventato, nel corso degli anni, solo lo strumento grazie al quale ricevere fondi ed aiuti economici, strappando dalle mani dei cittadini una enorme ricchezza (non economica), un luogo anche di affezione e di pace, nonché casa di tantissimi animali selvatici anche se di loro, si sa, importa a pochi.
Resteremo sempre in ansia ad aspettare che qualcuno rifletta e capisca che bisogna cambiare rotta e ad attendere un’ indignazione generale dei cittadini affinché lottino per riprendersi ciò che gli appartiene".                            

 Miglionico,  13 dicembre 2012