Stangata di sanzioni per oltre 80 mila euro
Scarichi zootecnici irregolari che confluivano nei torrenti Jesce, Gravina di Picciano e Gravina di Matera, tutti affluenti del Bradano, andavano ad aggravare una situazione d'inquinamento ambientale già accertata nella zona.
È ciò che il Corpo forestale dello Stato ha accertato al termine di lunghe indagini intraprese la scorsa estate sulla gestione ed utilizzazione agronomica degli scoli di allevamento da parte di diverse aziende agricole del materano. Operazione che, giunta a conclusione, ha portato alla denuncia di 9 allevatori per deturpamento di bellezze naturali. I reflui finivano infatti nelle acque di torrenti che scorrono all'interno del Parco regionale della Murgia materana, considerato Zona di Protezione Speciale e Sito d'Importanza Comunitaria dalle normative comunitarie in tema d'ambiente.
Sono state elevate 18 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 81 mila euro, 9 sanzioni per aperture abusive di scarichi di acque reflue domestiche e altre 9 per superamento dei valori tabellari degli scarichi.
Le aziende agricole scaricavano senza alcun trattamento preventivo, in vasche di decantazione in cemento armato, le acque reflue provenienti dagli allevamenti zootecnici. Le acque confluivano poi, senza soluzione di continuità, direttamente negli impluvi naturali tributari dei torrenti del materano.
I Forestali del Comando Stazione di Matera, al fine di verificare il potenziale inquinante degli scarichi, avevano prelevato diversi campioni delle acque che erano stati successivamente analizzati dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) Basilicata.
I risultati avevano messo in evidenza diversi parametri difformi dai limiti stabiliti dalla legge: colore, odore, COD e BOD (richiesta chimica e biochimica d'ossigeno), fosforo totale, azoto ammoniacale, azoto nitrico, concentrazione di Escherichia coli.
A monte di questa situazione c'è il mal funzionamento dei depuratori istallati ad Altamura e Gravina, nella zona di confine tra Bari e Matera, inoltre alcuni tratti dei torrenti inquinati rappresentano nella consuetudine fonti di abbeveramento per il bestiame, con tutto ciò che può conseguirne.
Per non parlare degli odori malsani che invadono persino l'atmosfera del centro urbano di Matera.
Si attendono gli sviluppi del caso e le decisioni delle autorità competenti in vista di un programma di risanamento della zona.
A cura dell'ufficio stampa dell'Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato
NEWSLETTER n°846 del 16/06/2011