Alla fine toccò anche alla Città dei Sassi, patrimonio dell’Umanità. Quattordici aereoturbine (pale eoliche) alte 130 metri della potenza complessiva di 35 mw. saranno installate in località Verzellino. Dovrebbe essere quell’area che è a nord di Matera, dietro la collina che si vede al lato del centro commerciale Venusio, proprio dietro l’antica masseria diroccata su cui campeggia un grande “Vendesi”. Le 14 turbine si vedranno bene da Matera città e, molto probabilmente, persino da Gravina: altereranno i profili degli splendidi campi di grano che circondano la città d’arte lucana. Campi che creano una cornice orografica unica ad una città che ha già incantato l’Unesco e che anche in quella contrada conservano alcune masserie storiche, come San Domenico, o luoghi di culto, come Picciano, o masserie agricole attive, come Dragone.
Le 14 pale eoliche le realizzerà la Marcopolo Engineering SpA, con sede a Borgo San Dalmazzo (Cn), la quale alla Regione ha richiesto il parere di Via, Valutazione di impatto ambientale, necessario alla realizzazione dell’impianto eolico. La società è la stessa che ha presentato, in contrada Bersagliera, nel territorio di Montalbano Jonico, che è sede della Riserva del “Geosito dei Calanchi” (il parco eolico è previsto al confine con la riserva), una richiesta di altre 9 turbine per un totale di 22,5 mw. da aggiungere ai 35 di Matera, per complessivi (sulla carta) 57,5 mw. Produzione energetica sufficiente più o meno a coprire i consumi energetici delle circa 15 mila famiglie materane, più la sua area industriale, ma ai materani e alle loro imprese andrà il sicuro impatto ambientale, ma zero euro e zero energia gratuita. Se il trattamento è lo stesso previsto per il Comune di Montalbano Jonico, la Città di Matera beneficerà dal 4 all’8 per cento di compensazione in moneta (intorno alle 70mila euro all’anno per 20 anni), più alcune realizzazioni di arredo urbano. Mentre alla Marcopolo Engineering, pagati col 7 per cento della bolletta Enel dei cittadini, andranno una marea di soldi in incentivi, più di qualche milione di euro all’anno dai due impianti. Finiti i 20 anni, non si capisce chi smantellerà questi impianti impattanti, verso cui le associazioni ambientaliste nutrono dubbi che siano realmente collegate alla rete energetica nazionale. Col rischio, in tal caso, che restituiscano al vento, ciò che dovrebbero produrre dal vento, ma non prima di aver trattenuto l’attraente incentivo.
È il problema dell’energia rinnovabile gestita con la sufficienza e la confusione del “Italian style” in tema di riciclo ambientale, che ad esempio non ha una rete autonoma per il recupero e l’accumulo delle energie rinnovabili. Questione sollevata anche dall’economista Jeremy Rifkin in un recente convegno a Potenza, come limite concreto allo sviluppo di ciò che egli chiama “la Terza rivoluzione industriale”. Cioè quella possibilità di smuovere l’economia di un territorio rendendolo energeticamente libero e autosufficiente da una produzione/distribuzione dell’energia verticistica e monopolistica, che si può attuare se, come denunciano da tempo anche le associazioni di cittadini e i movimenti ambientalisti, «la si smette di speculare sull’energia rinnovabile con i grandi parchi eolici o fotovoltaici e la si concede a edifici, famiglie e imprese». I cui costi di gestione più pesanti sono rappresentati proprio da quelli energetici.
Incentivi dello stato per impianti industriali
Più che il vento, poté l’incentivo? Mentre in Italia i parchi eolici (e non solo) spopolano, in Francia se ne contano “solo” 4 mila pale di eoliche su tutto il territorio nazionale. La sola Basilicata ha già 200 torri, finora collocate lungo la dorsale appenninica che da Potenza porta a Melfi, più la dorsale di Grottole sulla Basentana e l’impianto di Rotondella lungo la valle del Sinni. Ma aspira ad averne, stando al suo Piano energetico regionale, fino a 1360, circa un terzo dell’intera Francia. La Basilicata ha dunque più vento della Francia?
In Italia e in Basilicata sono in molti oramai a contestare questa gestione verticistica delle rinnovabili che, tra energia prodotta dai rifiuti e assimilata alle rinnovabili (unico Paese al mondo con tale legiferazione) e grandi parchi fotovoltaici ed eolici, non fanno che consumare territorio e togliere risorse all’autonomia energetica della collettività, catalizzando, per conto di società private, più incentivi che sole e il vento.
All’impianto materano della Marcopolo Engineering, così come a quello di Montalbano, è possibile presentare le osservazioni entro e non oltre il 24 gennaio del 2012. Le possono presentare i singoli cittadini, le associazioni, i movimenti, gli enti e persino i Comuni. Ai quali ultimi, la domanda è diretta: presenteranno proprie osservazioni visto il valore ambientale del loro territorio municipale?
[Enzo Palazzo - La Gazzetta del Mezzogiorno 14/12/2011]