(Marsiconuovo, 09 Dicembre 2013) - Ancora buone notizie per la
biodiversità del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano. Nel territorio
dell'area protetta, infatti, è stata appena scoperta una nuova specie di
pipistrello, mai segnalata finora in Basilicata. Si tratta del Myotis alcathoe,
nome scientifico della specie oggetto della scoperta, identificata con
certezza grazie all'analisi del DNA, in quanto morfologicamente risulta
quasi identica al Myotis mystacinus, altra specie più comune presente
nel Parco. La scoperta è stata fatta nell'ambito del progetto di
censimento della chirotterofauna svolta per conto dell'Ente Parco da
parte dell'ATI guidata dal Centro Studi Naturalistici Nyctalus di
San Martino d'Agri. L'analisi del DNA si è resa necessaria in quanto
nel Parco è stata riscontrata la presenza di specie di chirotteri
difficilmente identificabili mediante metodi morfometrici tradizionali,
denominate specie criptiche. L'applicazione di tecniche molecolari si è
rivelata utile, dunque, per l'identificazione di queste specie . Al
fine della corretta individuazione, durante le fasi di cattura sul
campo, i pipistrelli sono stati sottoposti a una biopsia della pelle
(biopsy punch). Il materiale biologico è stato estratto mediante un
punch avente 3 mm di diametro, direttamente dalla membrana caudale
(uropatagio) e conservato in provette per poi essere inviato al centro
che ha effettuato l'analisi del DNA e l'identificazione della specie.
Sulla base di tali dati si è potuto pertanto stabilire con certezza, per
la prima volta, la presenza di questa specie per la Basilicata.
"Il lavoro svolto -ha dichiarato Domenico Totaro
presidente dell'Ente- ha permesso di compilare una checklist dei
chirotteri presenti nel Parco Nazionale Appennino Lucano e di effettuare
un'analisi preliminare di tipo qualitativo sulle relazioni
specie-habitat. Si è inoltre stabilità con certezza la presenza nella
nostra area protetta di alcune delle specie più rare nel nostro paese e
in Europa, come il Barbastello (Barbastella barbastellus) e il
Vespertilio di Bechstein (Myotis bechsteinii)."
I dati raccolti vanno inoltre ad aggiornare significativamente le conoscenze sulla diversità dei
chirotteri in Italia meridionale e su scala regionale che risulta essere ancora lacunosa.
"Il
progetto -ha concluso Totato- ha inoltre evidenziato criticità per
alcuni rifugi utilizzati dai chirotteri presenti nel territorio del
Parco. Su tali situazioni, ampiamente riportate dalla stampa locale,
l'Ente ha svolto le proprie indagini ed ispezioni anche servendosi del
Coordinamento Territoriale dell'Ambiente, arrivando a proporre ed
adottare le giuste soluzioni per proteggere e tutelare in modo rigoroso
tali siti secondo quanto previsto dalle norme di salvaguardia presenti
nel DPR istitutivo dell'Ente stesso."
Fonte: Parco Nazionale Appennino Lucano