Ambiente: Enea; sos coste e in Basilicata sparisce spiaggia
Nel tratto di costa tra Metaponto e Scanzano
(ANSA) - ROMA, 21 GEN - In Basilicata non esiste piu' la spiaggia della costa che da Metaponto arriva a Scanzano, in provincia di Matera. Nella parte che ''va verso la Puglia, c'e' stata la perdita totale'' a causa dell'erosione, che ha viaggiato a un ritmo di un metro all'anno. E' lo scenario tracciato da Edi Valpreda, dell'Enea di Bologna, in un seminario oggi a Roma, sull'adattamento al rischio di erosione costiera in Italia. Il 40% degli 8.000 km di costa sono gia' in stato di erosione.
mercoledì 21 gennaio 2009
Un nuovo Progetto LIFE+ per la tutela della biodiversità
“Azioni urgenti di salvaguardia degli anfibi e rettili della Gravina di Matera”. L’assessore Franco Labriola: “Esso rappresenta l’ulteriore fiore all’occhiello delle politiche comunitarie di salvaguardia della biodiversità materana”
21/01/2009 16.25.42
[Basilicata]
Dalla lettura attenta delle caratteristiche storico-ambientali del sito, la Provincia di Matera ha inteso presentare alla Comunità Europea il Progetto Life Life + di “Azioni urgenti di salvaguardia degli anfibi e rettili della Gravina di Matera”, oltre ad interventi di manutenzione e conservazione dell’habitat, attraverso misure tese a risolvere l’inquinamento del torrente Gravina e interventi di restauro conservativo delle murature a secco.
La Gravina di Matera, costituisce uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia, testimonianza dell’antico rapporto tra natura e uomo. Il territorio è caratterizzato da una roccia tenera, costituita da profondi solchi che disegnano rupi, forre, grotte, gravine utilizzate dall’uomo che si è insediato sin dalla preistoria. I profondi canyon che separano gli altopiani sono l’elemento paesaggistico più ricorrente nel territorio protetto e vengono denominati gravine. Di grande suggestione, è dunque, la Gravina di Matera, enorme solco calcareo che attraversa il parco, con i suoi venti chilometri di lunghezza. Un territorio apparentemente desolato ma che nasconde ricchezze naturalistiche e testimonianze storiche di eccezionale valore. La Gravina di Matera a partire dal 1995, è inclusa nel sito Sic (Sito interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale) “Gravine di Matera” inserito nella “Rete natura 2000”, ossia la rete delle aree naturali e seminaturali d’Europa. Essa nasce con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia della biodiversità degli habitat, della flora e della fauna selvatiche attraverso l’istituzione di “Zone di Protezione speciale” sulla base della direttiva “Uccelli” e di “Zone speciali di conservazione” sulla base della direttiva “Habitat”.
“Il progetto – dichiara l’assessore provinciale all’Ambiente, Franco Labriola – ha superato la prima valutazione e se finanziato può rappresentare l’ulteriore fiore all’occhiello delle politiche comunitarie di salvaguardia della biodiversità materana iniziativa che fa seguito agli eccellenti risultati raggiunti con il Life Natura rapaci lucani, per la salvaguardia del Falco grillaio”
Il progetto, il cui costo complessivo è di 1.680.000 euro e la cui durata prevista è di quattro annualità, è co-finanziato dalla Regione Basilicata - Dipartimento Ambiente, dal “Parco della Murgia materana” e dall’Università di Basilicata.
Fonte: Basilicatanet.it 21 gennaio 2009
21/01/2009 16.25.42
[Basilicata]
Dalla lettura attenta delle caratteristiche storico-ambientali del sito, la Provincia di Matera ha inteso presentare alla Comunità Europea il Progetto Life Life + di “Azioni urgenti di salvaguardia degli anfibi e rettili della Gravina di Matera”, oltre ad interventi di manutenzione e conservazione dell’habitat, attraverso misure tese a risolvere l’inquinamento del torrente Gravina e interventi di restauro conservativo delle murature a secco.
La Gravina di Matera, costituisce uno dei più spettacolari paesaggi rupestri d’Italia, testimonianza dell’antico rapporto tra natura e uomo. Il territorio è caratterizzato da una roccia tenera, costituita da profondi solchi che disegnano rupi, forre, grotte, gravine utilizzate dall’uomo che si è insediato sin dalla preistoria. I profondi canyon che separano gli altopiani sono l’elemento paesaggistico più ricorrente nel territorio protetto e vengono denominati gravine. Di grande suggestione, è dunque, la Gravina di Matera, enorme solco calcareo che attraversa il parco, con i suoi venti chilometri di lunghezza. Un territorio apparentemente desolato ma che nasconde ricchezze naturalistiche e testimonianze storiche di eccezionale valore. La Gravina di Matera a partire dal 1995, è inclusa nel sito Sic (Sito interesse comunitario) e Zps (Zona di protezione speciale) “Gravine di Matera” inserito nella “Rete natura 2000”, ossia la rete delle aree naturali e seminaturali d’Europa. Essa nasce con l’obiettivo di contribuire alla salvaguardia della biodiversità degli habitat, della flora e della fauna selvatiche attraverso l’istituzione di “Zone di Protezione speciale” sulla base della direttiva “Uccelli” e di “Zone speciali di conservazione” sulla base della direttiva “Habitat”.
“Il progetto – dichiara l’assessore provinciale all’Ambiente, Franco Labriola – ha superato la prima valutazione e se finanziato può rappresentare l’ulteriore fiore all’occhiello delle politiche comunitarie di salvaguardia della biodiversità materana iniziativa che fa seguito agli eccellenti risultati raggiunti con il Life Natura rapaci lucani, per la salvaguardia del Falco grillaio”
Il progetto, il cui costo complessivo è di 1.680.000 euro e la cui durata prevista è di quattro annualità, è co-finanziato dalla Regione Basilicata - Dipartimento Ambiente, dal “Parco della Murgia materana” e dall’Università di Basilicata.
Fonte: Basilicatanet.it 21 gennaio 2009
La Regione si è attivata per la Rete Natura 2000
(AGR) - Sarà un gruppo di 148 esperti a svolgere le attività di monitoraggio e di definizione delle misure per tutelare le risorse naturali che rientrano nella Rete Natura 2000. Botanici, zoologi, forestali, agronomi, geologi ed ingegneri ambientali dovranno svolgere la loro attività nell’ambito della rete delle aree protette creata in attuazione delle direttive comunitarie Habitat e Uccelli. La Rete Natura 2000, suddivisa in 26 siti, interessa i due parchi nazionali del Pollino e della Val d’Agri, i parchi regionali delle Chiese rupestri e di Gallipoli Cognato, l’istituendo parco regionale del Vulture, foreste demaniali, riserve regionali e statali, nonché i siti di interesse comunitario e le zone a protezione speciale: complessivamente, più di 297.000 ettari di superficie; un terzo del territorio regionale.
Gli esperti sono stati selezionati da una commissione tecnica nell’ambito di una long list contenente circa 800 curriculum: la commissione, composta da dirigenti e funzionari regionali, ha tenuto conto dei criteri di altissima ed alta professionalità, nonché delle esperienze professionali, così come stabiliti dalla cabina di regia della quale fanno parte rappresentanti di ventidue fra i principali istituti scientifici, organismi di ricerca e università presenti sul territorio nazionale. Infatti, grazie alla Rete ecologica, sin dallo scorso agosto la Regione Basilicata ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Accademia italiana di scienze forestali, il Centro di ricerca su biodiversità ed ecologia del paesaggio dell'università “La Sapienza”, l’Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli, l’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari, il Consorzio nazionale per le scienze del mare (cui aderiscono 30 università italiane), l’Enea, l’Istituto nazionale della fauna selvatica, la Società botanica italiana, le università di Bari, di Pavia, della Calabria, di Parma, cinque dipartimenti dell’università di Basilicata, il Cnr di Tito e l’Istituto nazionale di economia agraria. La cabina di regia si occuperà di coordinare i 148 esperti, che lavoreranno in gruppi interdisciplinari.
Il progetto prevede quattro fasi fondamentali: ricognizione delle informazioni scientifiche e socioeconomiche; sviluppo di una prospettiva di tutela delle biodiversità a medio e lungo termine; stesura del piano di azione; attuazione del piano.
“La Rete Natura 2000 – afferma l’assessore all’Ambiente, Vincenzo Santochirico - consentirà di delineare una nuova competitività fondata sul ‘capitale naturale’ quale base per lo sviluppo. Vaste zone della nostra regione presentano notevoli caratteristiche paesaggistiche, naturali, antropiche, storico-archeologiche e culturali, per le quali la conservazione dell'ambiente in termini di prevenzione, di recupero, di restauro, di valorizzazione turistica può oggi esprimere tutte le sue potenzialità produttive ed occupazionali. La Rete si delinea come una infrastruttura di sostegno allo sviluppo compatibile, e come offerta di beni e valori del territorio. Si tratta di un programma ampio, che prevede azioni di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale, realizzazione di strutture per la fruizione della natura, la promozione di attività produttive sostenibili, di marketing territoriale, divulgazione ed educazione ambientale. L’obiettivo – conclude Santochirico - è, infatti, quello di coniugare l’ambiente urbano con il territorio circostante, cultura e natura, salvaguardia e valorizzazione, nel tentativo di delineare una nuova competitività fondata sul capitale territoriale ed umano”.
Fonte: Basilicatanet.it 21 gennaio 2009
Gli esperti sono stati selezionati da una commissione tecnica nell’ambito di una long list contenente circa 800 curriculum: la commissione, composta da dirigenti e funzionari regionali, ha tenuto conto dei criteri di altissima ed alta professionalità, nonché delle esperienze professionali, così come stabiliti dalla cabina di regia della quale fanno parte rappresentanti di ventidue fra i principali istituti scientifici, organismi di ricerca e università presenti sul territorio nazionale. Infatti, grazie alla Rete ecologica, sin dallo scorso agosto la Regione Basilicata ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Accademia italiana di scienze forestali, il Centro di ricerca su biodiversità ed ecologia del paesaggio dell'università “La Sapienza”, l’Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli, l’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari, il Consorzio nazionale per le scienze del mare (cui aderiscono 30 università italiane), l’Enea, l’Istituto nazionale della fauna selvatica, la Società botanica italiana, le università di Bari, di Pavia, della Calabria, di Parma, cinque dipartimenti dell’università di Basilicata, il Cnr di Tito e l’Istituto nazionale di economia agraria. La cabina di regia si occuperà di coordinare i 148 esperti, che lavoreranno in gruppi interdisciplinari.
Il progetto prevede quattro fasi fondamentali: ricognizione delle informazioni scientifiche e socioeconomiche; sviluppo di una prospettiva di tutela delle biodiversità a medio e lungo termine; stesura del piano di azione; attuazione del piano.
“La Rete Natura 2000 – afferma l’assessore all’Ambiente, Vincenzo Santochirico - consentirà di delineare una nuova competitività fondata sul ‘capitale naturale’ quale base per lo sviluppo. Vaste zone della nostra regione presentano notevoli caratteristiche paesaggistiche, naturali, antropiche, storico-archeologiche e culturali, per le quali la conservazione dell'ambiente in termini di prevenzione, di recupero, di restauro, di valorizzazione turistica può oggi esprimere tutte le sue potenzialità produttive ed occupazionali. La Rete si delinea come una infrastruttura di sostegno allo sviluppo compatibile, e come offerta di beni e valori del territorio. Si tratta di un programma ampio, che prevede azioni di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale, realizzazione di strutture per la fruizione della natura, la promozione di attività produttive sostenibili, di marketing territoriale, divulgazione ed educazione ambientale. L’obiettivo – conclude Santochirico - è, infatti, quello di coniugare l’ambiente urbano con il territorio circostante, cultura e natura, salvaguardia e valorizzazione, nel tentativo di delineare una nuova competitività fondata sul capitale territoriale ed umano”.
Fonte: Basilicatanet.it 21 gennaio 2009
Una giornata di censimento tra alzavole e cormorani.
Il 19 gennaio 2009 in una piccola area di tamariceto allagato stazionavano tranquillamente almeno 500 alzavole. La fitta vegetazione le rendeva ben protette dagli attacchi del falco di palude che continuamente perlustrava la zona. Sui rami emergenti più grossi si asciugavano al sole alcuni cormorani.
Nel corso della stessa giornata, perlustrando vari punti della Riserva, sono stati effettuati censimenti delle altre specie in riferimento al programma internazionale di Censimento invernale degli uccelli acquatici (International Waterbird Census, IWC Italy) che in questi giorni interessa centinaia di zone umide in Italia.
I dati raccolti in Italia confluiscono in un unico archivio che copre il Paleartico Occidentale, gestito da Wetlands International, organismo tecnico con sede in Olanda. L'attività svolta in Italia fa capo all'ex Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, confluito recentemente nell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale).
Nell'Oasi Faunistica di San Giuliano da diversi anni si cerca di raccogliere ogni dato utile alla caratterizzazione faunistica e alla fenologia delle specie presenti.
Al censimento nella Riserva di San Giuliano hanno collaborato: Matteo Visceglia, Egidio Fulco, Mariangela Francione, Egidio Mallia, Cristiano Liuzzi e Vittoria D'Agostino.
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