mercoledì 21 gennaio 2009

La Regione si è attivata per la Rete Natura 2000

(AGR) - Sarà un gruppo di 148 esperti a svolgere le attività di monitoraggio e di definizione delle misure per tutelare le risorse naturali che rientrano nella Rete Natura 2000. Botanici, zoologi, forestali, agronomi, geologi ed ingegneri ambientali dovranno svolgere la loro attività nell’ambito della rete delle aree protette creata in attuazione delle direttive comunitarie Habitat e Uccelli. La Rete Natura 2000, suddivisa in 26 siti, interessa i due parchi nazionali del Pollino e della Val d’Agri, i parchi regionali delle Chiese rupestri e di Gallipoli Cognato, l’istituendo parco regionale del Vulture, foreste demaniali, riserve regionali e statali, nonché i siti di interesse comunitario e le zone a protezione speciale: complessivamente, più di 297.000 ettari di superficie; un terzo del territorio regionale.
Gli esperti sono stati selezionati da una commissione tecnica nell’ambito di una long list contenente circa 800 curriculum: la commissione, composta da dirigenti e funzionari regionali, ha tenuto conto dei criteri di altissima ed alta professionalità, nonché delle esperienze professionali, così come stabiliti dalla cabina di regia della quale fanno parte rappresentanti di ventidue fra i principali istituti scientifici, organismi di ricerca e università presenti sul territorio nazionale. Infatti, grazie alla Rete ecologica, sin dallo scorso agosto la Regione Basilicata ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Accademia italiana di scienze forestali, il Centro di ricerca su biodiversità ed ecologia del paesaggio dell'università “La Sapienza”, l’Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli, l’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari, il Consorzio nazionale per le scienze del mare (cui aderiscono 30 università italiane), l’Enea, l’Istituto nazionale della fauna selvatica, la Società botanica italiana, le università di Bari, di Pavia, della Calabria, di Parma, cinque dipartimenti dell’università di Basilicata, il Cnr di Tito e l’Istituto nazionale di economia agraria. La cabina di regia si occuperà di coordinare i 148 esperti, che lavoreranno in gruppi interdisciplinari.
Il progetto prevede quattro fasi fondamentali: ricognizione delle informazioni scientifiche e socioeconomiche; sviluppo di una prospettiva di tutela delle biodiversità a medio e lungo termine; stesura del piano di azione; attuazione del piano.
“La Rete Natura 2000 – afferma l’assessore all’Ambiente, Vincenzo Santochirico - consentirà di delineare una nuova competitività fondata sul ‘capitale naturale’ quale base per lo sviluppo. Vaste zone della nostra regione presentano notevoli caratteristiche paesaggistiche, naturali, antropiche, storico-archeologiche e culturali, per le quali la conservazione dell'ambiente in termini di prevenzione, di recupero, di restauro, di valorizzazione turistica può oggi esprimere tutte le sue potenzialità produttive ed occupazionali. La Rete si delinea come una infrastruttura di sostegno allo sviluppo compatibile, e come offerta di beni e valori del territorio. Si tratta di un programma ampio, che prevede azioni di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale, realizzazione di strutture per la fruizione della natura, la promozione di attività produttive sostenibili, di marketing territoriale, divulgazione ed educazione ambientale. L’obiettivo – conclude Santochirico - è, infatti, quello di coniugare l’ambiente urbano con il territorio circostante, cultura e natura, salvaguardia e valorizzazione, nel tentativo di delineare una nuova competitività fondata sul capitale territoriale ed umano”.

Fonte: Basilicatanet.it 21 gennaio 2009

Nessun commento: