Il giorno 22 giugno il Comando Stazione Forestale di Pomarico (Mt) ha consegnato al Centro Recupero Animali Selvatici (CRAS) della Provincia di Matera 5 esemplari di rettili protetti di cui 4 testuggini terrestri (Testudo hermanni) ed una tartaruga palustre (Emys orbicularis). Gli stessi erano stati rinvenuti abbandonati da ignoti all’interno da una scatola nelle campagne di Pomarico. Da un primo esame delle condizioni fisiche effettuato al momento della consegna le testuggini terrestri sono risultate vittime di prolungata detenzione in cattività con evidenti traumi di varia entità soprattutto alle zampe anteriori dovuti a continuo sfregamento degli arti su superfici dure ed inadatte. La tartaruga palustre, Emys orbicularis, che notoriamente vive in prossimità delle zone umide, presentava invece segni di disidratazione e condizioni generali non ottimali per una erronea stabulazione ed alimentazione.
Questo episodio, che fa seguito ad altri simili, è l’ennesima testimonianza di come uno dei principali problemi delle specie di terra, sempre più rare in Italia, è il trafugamento dall’habitat naturale preferenziale, in particolare la macchia mediterranea, già sottoposta a continue forme di degrado come gli incendi, oltre alla trasformazione e alterazione degli equilibri ecologici operati dalla mano dell’Uomo.
Il problema della detenzione in cattività di tali rettili particolarmente protetti dalle normative europee ed internazionali è purtroppo molto diffuso e comporta particolari difficoltà, nei casi di ritrovamento o di consegna, nel cercare di stabilire la effettiva origine degli esemplari, necessaria per la valutazione tecnica, da parte delle autorità ministeriali deputate al controllo del commercio e detenzione della fauna selvatica (CITES), di una eventuale possibilità di reinserimento in natura. Non va trascurato il forte rischio che durante i frequenti scambi tra collezionisti/detentori e trasferimenti da un paese all’altro alcuni esemplari appartenenti a sottospecie diverse (ad esempio le nostre Testudo hermanni hermanni e le balcaniche Testudo hermanni boettgeri) possano ibridarsi tra loro compromettendo la purezza del patrimonio genetico e ogni possibilità di liberare i nuovi nati. In natura sono stati a volte rinvenuti esemplari appartenenti ad altre popolazioni o ad altre specie/sottospecie determinando un quadro generale piuttosto complesso in termini di presenza di pool genici di differente origine. In Italia l’unica testuggine autoctona è proprio la “hermanni” e per ciò va assolutamente tutelata e salvaguardata in qualunque modo soprattutto attraverso una costante azione di corretta informazione e prevenzione. La sottospecie “boettgeri” invece è presente su un vasto territorio che va dalla ex Jugoslavia alla Romania e non dovrebbe essere presente né mai rilasciata, anche in forma di ibridi, nelle nostre regioni. Purtroppo a causa del commercio illegale che per tanti anni ha riguardato tale sottospecie oggi è relativamente facile che in natura vi siano esemplari o loro ibridi che minacciamo la nostra specie endemica.
Il responsabile e coordinatore del Centro Recupero Matteo Visceglia dichiara:
“Considerato il fenomeno diffuso della detenzione in giardini, recinti e altre strutture private, riteniamo importante il ruolo dei centri recupero fauna che svolgono un costante lavoro di capillare informazione e sensibilizzazione per evitare il depauperamento delle popolazioni naturali, per prevenire l'inquinamento genetico di queste specie e per contribuire al mantenimento della biodiversità e alla tutela delle specie endemiche italiane ed europee nei rispettivi habitat. Invitiamo a non abbandonare esemplari di qualsiasi specie, e non solo rettili, e consigliamo di rivolgersi agli organi competenti per qualsiasi problema dovuto al possesso di tali esemplari. Ricordiamo infine che la detenzione illegale di testuggini di Hermann è severamente sanzionata dalle vigenti normative nazionali ed europee. Pertanto chiunque è a conoscenza di esemplari detenuti illegalmente o in condizioni o luoghi inadeguati può fare una segnalazione al Corpo Forestale dello Stato (numero verde 1515) o ad altri organi di controllo che provvederanno ad effettuare gli opportuni accertamenti sulla regolarità della loro acquisizione e detenzione. Coloro che sono in possesso di esemplari regolarmente detenuti e che non sono più in grado di gestirli è preferibile che non si facciamo prendere dalla tentazione di liberarli in natura e provvedano a contattare i centri di recupero di zona o le istituzioni preposte alla tutela della fauna selvatica”.
Questo episodio, che fa seguito ad altri simili, è l’ennesima testimonianza di come uno dei principali problemi delle specie di terra, sempre più rare in Italia, è il trafugamento dall’habitat naturale preferenziale, in particolare la macchia mediterranea, già sottoposta a continue forme di degrado come gli incendi, oltre alla trasformazione e alterazione degli equilibri ecologici operati dalla mano dell’Uomo.
Il problema della detenzione in cattività di tali rettili particolarmente protetti dalle normative europee ed internazionali è purtroppo molto diffuso e comporta particolari difficoltà, nei casi di ritrovamento o di consegna, nel cercare di stabilire la effettiva origine degli esemplari, necessaria per la valutazione tecnica, da parte delle autorità ministeriali deputate al controllo del commercio e detenzione della fauna selvatica (CITES), di una eventuale possibilità di reinserimento in natura. Non va trascurato il forte rischio che durante i frequenti scambi tra collezionisti/detentori e trasferimenti da un paese all’altro alcuni esemplari appartenenti a sottospecie diverse (ad esempio le nostre Testudo hermanni hermanni e le balcaniche Testudo hermanni boettgeri) possano ibridarsi tra loro compromettendo la purezza del patrimonio genetico e ogni possibilità di liberare i nuovi nati. In natura sono stati a volte rinvenuti esemplari appartenenti ad altre popolazioni o ad altre specie/sottospecie determinando un quadro generale piuttosto complesso in termini di presenza di pool genici di differente origine. In Italia l’unica testuggine autoctona è proprio la “hermanni” e per ciò va assolutamente tutelata e salvaguardata in qualunque modo soprattutto attraverso una costante azione di corretta informazione e prevenzione. La sottospecie “boettgeri” invece è presente su un vasto territorio che va dalla ex Jugoslavia alla Romania e non dovrebbe essere presente né mai rilasciata, anche in forma di ibridi, nelle nostre regioni. Purtroppo a causa del commercio illegale che per tanti anni ha riguardato tale sottospecie oggi è relativamente facile che in natura vi siano esemplari o loro ibridi che minacciamo la nostra specie endemica.
Il responsabile e coordinatore del Centro Recupero Matteo Visceglia dichiara:
“Considerato il fenomeno diffuso della detenzione in giardini, recinti e altre strutture private, riteniamo importante il ruolo dei centri recupero fauna che svolgono un costante lavoro di capillare informazione e sensibilizzazione per evitare il depauperamento delle popolazioni naturali, per prevenire l'inquinamento genetico di queste specie e per contribuire al mantenimento della biodiversità e alla tutela delle specie endemiche italiane ed europee nei rispettivi habitat. Invitiamo a non abbandonare esemplari di qualsiasi specie, e non solo rettili, e consigliamo di rivolgersi agli organi competenti per qualsiasi problema dovuto al possesso di tali esemplari. Ricordiamo infine che la detenzione illegale di testuggini di Hermann è severamente sanzionata dalle vigenti normative nazionali ed europee. Pertanto chiunque è a conoscenza di esemplari detenuti illegalmente o in condizioni o luoghi inadeguati può fare una segnalazione al Corpo Forestale dello Stato (numero verde 1515) o ad altri organi di controllo che provvederanno ad effettuare gli opportuni accertamenti sulla regolarità della loro acquisizione e detenzione. Coloro che sono in possesso di esemplari regolarmente detenuti e che non sono più in grado di gestirli è preferibile che non si facciamo prendere dalla tentazione di liberarli in natura e provvedano a contattare i centri di recupero di zona o le istituzioni preposte alla tutela della fauna selvatica”.
Ilor
A sinistra la tartaruga palustre, a destra le terrestri |
Particolare delle zampe dove si nota l'usura delle unghie |
Traumi profondi agli arti anteriori |