lunedì 14 dicembre 2009
Arrampicarsi sugli specchi...
Riceviamo e pubblichiamo questo contributo di Pio Abiusi
Arrampicarsi sugli specchi con le ventose semplifica la vita
La legge finanziaria che in questi giorni si sta approvando in Parlamento prevede una serie di tagli negli enti territoriali per ridurre le spese correnti della pubblica amministrazione.
Non discutiamo della opportunità o meno di certi tagli, comunque se ne sta parlando.
Verrà ridotto il numero dei consiglieri Comunali e Provinciali, degli assessori dei due enti, sembra non sia prevista più la figura del direttore generale e del difensore civico.
Una serie di tagli per contenere le spese del nostro misero bilancio nazionale.
In altra epoca, successiva alla nascita delle Regioni, si provvide a trasferire alcune competenze alle stesse e nacquero enti Regionali come l’ESAB (Ente di Sviluppo Agricolo Regionale di Basilicata) dal disciolto ente interregionale e che aveva competenze per l’esaurimento dei compiti della Riforma Fondiaria ed in più doveva favorire, attraverso una serie di interventi, lo sviluppo in agricoltura.
Per brevità non ci soffermiamo sugli obbiettivi, la evoluzione delle modalità di intervento e le funzioni.
Dopo circa un decennio dalla sua nascita ci si rese conto che l’Ente non aveva alcuna funzione e si cominciò a pensare di scioglierlo.
Ci vollero altri sei anni per arrivare allo scioglimento ma alla fine le funzioni residue invece di trasferirle al dipartimento competente venne creata l’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura ), cambiato il nome la funzione è ancora tutta da dimostrare.
Il vecchio Ente di Sviluppo aveva tra i suoi compiti quello di curare l’ erogazioni degli incentivi comunitari, per fare questo è stata creata l’Arbea, con i risultati scadenti che sono sotto gli occhi di tutti.
Tutto questo significa sedi da tenere in esercizio, direttori generali da pagare tutte strutture che costano.
Ci sono, poi, alcune Agenzie che fanno il lavoro pulito altre quello sporco, a seconda dei casi. In ogni regione operano le ARPA. Lavoro pulito quando sono di reale supporto alla comunità e certificano con certezza e affidabilità i fenomeni ambientali in generale; lavoro sporco quando servono per dare poltrone, scrivanie e fungere da copertura permettendo al dipartimento competente di individuare costantemente un capro espiatorio e per emettere certificazioni prive di valore.
La Regione, sempre seguendo gli indirizzi nazionali ha provveduto a ridimensionare il numero delle Comunità Montane , sostituite in parte con le comunità locali.
L’iter del procedimento non è ancora chiaro a che punto sia.
Anche i consorzi ASI erano interessati da un intervento di normalizzazione ma anche lì siamo in una posizione di Stand-by.
E’ difficile parlare di ravvedimento funzionale a pochi mesi dalla scadenza elettorale ed infatti molti si chiedono perché i consiglieri regionali si siano svegliati all’ultimo momento per fare una azione moralizzatrice e chiedere l’abolizione del listino.
E’ chiaro che l’operazione non andrà in porto ma il gesto è stato fatto.
C’è anche chi, in prossimità delle elezioni, pensa di presentare il conto e garantirsi un po’ di carriera divenendo in un futuro prossimo Direttore Generale.
E’ di qualche giorno fa l’attenzione richiamata dall’Ola, su una Bozza di Riforma della legge regionale 28/1994 e che riguarda le aree protette in Basilicata
E’ un classico fare queste cose sotto scadenza elettorale, farle adesso è più prudente perché domani non si sa cosa accadrà e nel frattempo si sono messe delle solide premesse su di una poltrona che si va ad istituire.
L’Ola si è soffermata sulla funzione che la istituenda Agenzia Unica dei Parchi dovrebbe fare e cioè il lavoro sporco come quello che in chiave ambientale fa L’Arpab.
La nostra lo farebbe in materia di autorizzazioni per la concessione di impianti di centrali a Biomasse, pale eoliche a go-go, pozzi petroliferi ed ogni ben di Dio da realizzare nei Parchi e nelle aree protette.
Si spoglierebbero, così, di ogni funzione gli organismi elettivi territoriali copiando dai fratelli maggiori del governo nazionale.
Il prezzo da pagare per tutto questo non è alto, basta creare la poltrona da Direttore generale ad un dirigente semplice ed aggiungendo qualche decina di migliaia di euro alle sue competenze.
Pio Abiusi
Matera, 13 Dicembre 2009
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