Si spegne il fuoco delle polemiche, dietrofront del comitato che aveva
annunciato battaglia contro l'assalto delle pale eoliche. Il 18 scade il
termine per la presentazione del progetto, ma di azioni legali per
fermarlo non c’è neanche l’ombra
MATERA - Avevano assicurato battaglia contro il progetto che prevede
la realizzazione di un nuovo parco eolico in località “Le Reni”, con
tutti i mezzi e gli strumenti a disposizione. Quelle nove pale, alte 150
metri, per una potenza complessiva pari a 30 megawatt da realizzare
sull'altopiano al confine con Altamura rappresentano un vero e proprio
danno ambientale, per altro da realizzare in una zona a tutt’altra
vocazione. “Un errore da ogni punto di vista”: il presidente lucano
dall’istituto di urbanistica, Lorenzo Rota, era finito anche sulle
colonne di Repubblica per questa netta opposizione al progetto della
Meltemi, che, insieme a quello alla Zefiro Energy, lo scorso giugno,
aveva avuto il via libera definitivo da parte della Giunta regionale.
Una delibera con la quale si autorizzavano due progetti considerati
come potenziali scempi per il paesaggio della città patrimonio
dell’Unesco che era stato accolta con molte polemiche sul territorio e
che aveva animato molti pubblici dibattiti. Protagonisti l’Istituto Inu
ma anche alcune associazioni ambientaliste della zona. «No all’assalto
dell’eolico nella città dei Sassi», era stato il grido di battaglia che
nel caso del parco eolico della Zefiro - che avrebbe interessato
direttamente la Murgia materana - si è chiuso positivamente, con il
ritiro da parte di quest’ultima società. Annunciavano ricorso contro la
Melteco, che è stata venduta dopo essersi aggiudicata l’asta ad Asia, e
l’iter autorizzativo del progetto contraddistinto da molte anomalie.
Proprio il Quotidiano aveva messo in luce come l’ok definitivo della
Giunta sarebbe arrivata a seguito di una conferenza dei servizi dalla
quale risultavano assenti Comune di Matera, uffici e dipartimenti
regionali come quelli delle Infrastrutture e dell'Agricoltura,
dell'Urbanistica e della tutela del paesaggio, dell'Agricoltura e dello
Sviluppo rurale.
Ma soprattutto in assenza dei pareri delle Soprintendenze, dei Beni
archeologici e di quelli architettonici e paesaggistici, che
precedentemente il problema di una eccessiva lontananza del sito dalla
stazione elettrica Terna. Elementi contraddittori che non sfuggiti al
comitato che si apprestava a dare battaglia all’assalto delle pale. Solo
che, a distanza di qualche mese, il vento di bonaccia sembra aver
definitivamente spento il fuoco delle polemiche. Il 18 scade il termine
per la presentazione del progetto, ma di azioni legali contro il
progetto non c’è neanche l’ombra. Al Tar non è stato depositato nulla.
Tutti sembrano essersi tirati indietro. Non c’è il ricorso
dell’amministrazione comunale, che invece nel caso del progetto della
Zefiro aveva deciso di rivolgersi al Tar. L’assessore al ramo, Rocco
Rivelli spiega: «Abbiamo assunto due comportamenti diversi, perché si
tratta di progetti diversi.
Il parco della Zefiro che sarebbe dovuto sorgere sulla Murgia
materana avrebbe rappresentato una vera minaccia per i sassi. Diverso è
il caso del Parco “Le reni”, che dovrebbe sorgere in una zona lontana
dal centro abitato, con impianti non visibili dai sassi, e quindi con un
impatto ambientale minimo». La posizione dell’amministrazione comunale
sarà pure discutibile ma è chiara. Ma quello che è più strano, invece, è
che non abbiano presentato il ricorso annunciato con tanta enfasi,
neanche gli oppositori non istituzionali del progetto, a partire
dall’Istituto di urbanistica, le associazioni ambientaliste e i
cittadini che avevano aderito al comitato nato ad hoc. In realtà sembra
che da parte della società sia arrivata una “proposta di trattativa” che
prevede questo: se il progetto del parco va avanti gli imprenditori
dell’energia ottenuta dal vento si impegnano a rilevare e rimettere in
sesto la Masseria Venusia al momento in stato di completo abbandono. Il
comitato si sarebbe fermato nell’azione di protesta davanti a questa
contro proposta. Ma il fronte non è compatto. C’è chi ritiene, infatti,
che qualsiasi forma di compensazione non possa comunque ripagare dai
danni che la realizzazione dei nove colossi comporterebbero. Il comitato
è tornato a riunirsi proprio ieri sera per decidere sul da farsi. Al
termine per la presentazione del ricorso fissato per il 18 settembre
prossimo mancano solo pochi giorni. Forse troppo pochi per mettere in
piedi un’azione legale in grado di bloccare la realizzazione del Parco.
E la delusione monta tra chi aveva creduto veramente in un protesta
da portare avanti con caraggio fino in fondo, senza se e senza ma.
MARIATERESA LABANCA
Fonte: http://www.ilquotidianodellabasilicata.it/news/cronache/716743/Matera--il-fronte-nato-contro.html