Riceviamo e pubblichiamo il Comunicato Stampa del CFS che mette in evidenza un importante risultato ottenuto nel campo della tutela dell'ambiente ed in particolare delle nostre coste.
Nella foto in basso una simulazione fotografica del progetto per la realizzazione del Porto degli Argonauti.
Condannati dal Tribunale di Matera, sezione distaccata di Pisticci in composizione monocratica composta dalla dott.ssa Paola INCALZA, il legale rappresentante della società Nettis Resort s.r.l., il direttore dei lavori ed un altro tecnico, per aver avviato abusivamente i lavori edili di realizzazione del porto degli Argonauti su aree percorse dall'incendio e per altri reati connessi.
In particolare il legale rappresentante della società è stato condannato a tre mesi di reclusione, il direttore dei lavori a due mesi di arresto ed a 24mila euro di ammenda e l’altro tecnico coinvolto a mesi due di reclusione.
Le pene sono state dichiarate comunque estinte per effetto dell’indulto.
Il Tribunale ha inoltre disposto la demolizione delle opere edilizie eventualmente realizzate nella zona del porto oggetto di indagine e la rimessione in pristino dello stato dei luoghi, a cura e spese degli imputati, entro il termine di mesi due dal passaggio in giudicato della sentenza.
Il Giudice di merito ha accolto le richieste formulate dal pubblico ministero dott.ssa Rosanna DEFRAIA che ha inoltre controdedotto la tesi della difesa secondo cui l’opera era da ritenersi legittima in quanto prevista dagli strumenti urbanistici vigenti.
La vicenda, che ha assunto rilevanza nazionale e registrato anche interrogazioni parlamentari e forti interventi nei dossier nazionali delle associazioni ambientaliste, ha avuto inizio nel 2004 a seguito di circostanziati esposti delle stesse associazioni che segnalavano l'abbattimento di una pineta, la realizzazione di opere edilizie alla foce del Fiume Basento in aree demaniali percorse da incendio, sottoposte a vincolo paesaggistico ed idrogeologico nonché caratterizzate come Sito d’Importanza Comunitaria (SIC) al fine di permettere la costruzione di un porto.
Sull’argomento erano anche intervenuti alcuni consiglieri comunali del Comune di Pisticci, in cui ricade l’insediamento, che avevano rilevato come " ............... il canale d'accesso alla darsena doveva insistere su un'area boschiva (almeno era boschiva fino all'incendio del giugno 2000), quindi dovrebbe essere irrealizzabile perché sottoposta a vincolo della L. 21/11/2000 n. 353 che prescrive la inedificabilità su quelle aree che sono state colpite da incendio per almeno venti anni, proprio per evitare che ci possano essere delle speculazioni, cioè che questi incendi siano dolosi al fine di permettere questo tipo di interventi...... " .
Le indagini, attivate dal Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Matera e coordinate dalla dott.ssa Rosanna DEFRAIA, sostituto procuratore della repubblica presso il Tribunale di Matera, permettevano di accertare che i lavori nei pressi della foce del Fiume Basento erano finalizzati alla realizzazione del "Porto degli Argonauti" ed erano eseguiti dalla Società Nettis Resort.
Il nucleo investigativo del CFS, durante le indagini, accertava che la costruzione del porto era stata finanziata con fondi pubblici dal Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica (CIPE), che con la Delibera n. 135/2002 aveva stanziato l'importo di oltre novemilioni di euro, facenti parte di un più ampio programma di finanziamenti per quasi cinquantaduemilioni di euro.
A seguito degli accertamenti il canale del porto sottoposto ad indagini veniva posto sotto sequestro dalla forestale a seguito di ordinanza del GIP di Matera Angelo Onorati.
Il sequestro veniva confermato sia dal Tribunale della Libertà che dalla Corte di Cassazione a cui la società si era rivolta per ottenere la disponibilità del bene.
Al termine delle indagini la Procura della Repubblica di Matera, diretta dal dott. Chieco, richiedeva il rinvio a giudizio degli imputati per reati di costruzione di opere abusive in aree percorse dal fuoco e per falsità ideologica commessa da privato in atto pubblico.
Le indagini, di notevole complessità operativa, effettuate da un nucleo investigativo specializzato del Corpo forestale dello Stato di Matera e dal Comando Stazione di Scanzano J si sono avvalse di tecniche investigative decisamente innovative.
La stessa sentenza costituisce uno dei primi importanti pronunciamenti giurisprudenziali a livello nazionale in applicazione della legge 353/2000 varata per contrastare i reati di incendio boschivo.
Dichiarazione del Dirigente del Comando Provinciale del Corpo Forestale di Matera, Giuseppe GIOVE: “Questa sentenza è l’ulteriore conferma della professionalità con cui sono state condotte indagini di una delicatezza unica ed è dovuta soprattutto ad una sinergia perfetta tra il nostro apparato investigativo e la Procura della Repubblica di Matera”.
Matera, 22.12.2007
IL COMANDANTE PROVINCIALE
(Dott. Giuseppe Giove)