Alcuni giorni fa una nidiata di 4 giovani ghiri è finita accidentalmente in un carico di legna proveniente dalla Basilicata centrale e diretto in Puglia. La presenza di questi animali, probabilmente nascosti dentro un tronco cavo, è stata per fortuna subito notata e il proprietario del legname si è attivato per salvare i poveri ghiri. Grazie all'intervento immediato dei volontari della LIPU di Altamura, ed in particolare di Stefania Pellegrino, è stato possibile recuperarli, rifocillarli subito e metterli al sicuro. Gli stessi animali sono stati poi affidati al CRAS provinciale di San Giuliano che ha subito offerto la propria disponibilità ad accoglierli per provvedere a rimetterli quanto prima nel loro habitat naturale di provenienza, i grandiosi boschi di querce che ricoprono buona parte della regione. L'intervento di reimmissione in natura sarà concordato con il Parco Regionale di Gallipoli Cognato e supportato dalla collaborazione del proprio personale tecnico e veterinario.
Il Ghiro (Glis glis) ha un areale che comprende Europa e Asia. In Europa è presente dal nord della Spagna fino all'Ucraina. In Italia è molto comune in tutte le formazioni forestali mature, tranne che nella Pianura Padana, nella penisola salentina e nella Sicilia occidentale.
Pur essendo specie protetta dalle normative nazionali ed europee è vittima di bracconaggio in alcune aree italiane, in particolare in alcune zone della Calabria dove viene catturato per essere rivenduto ai ristoranti o per essere mangiato dai locali. Il bracconaggio al ghiro non è purtroppo pratica nuova e probabilmente essa risalirebbe all´epoca romana, quando
questi animali rappresentavano un´importante riserva di cibo per le
legioni che affrontavano lunghe campagne di guerra in regioni remote. Oggi non ha più senso uccidere barbaramente, spesso con varie trappole, questo bellissimo roditore che vive nei nostri boschi e che rappresenta un buon segno di qualità dei sistemi forestali.