giovedì 31 dicembre 2009
mercoledì 30 dicembre 2009
venerdì 25 dicembre 2009
lunedì 21 dicembre 2009
Furti di ghiaia sull' Ofanto
L'Ofanto è uno dei fiumi più importanti e a tratti ben conservati dell'Italia meridionale. Ecco cosa hanno riscontrato gli agenti del CFS. E' la prova che lo sfruttamento e la manomissione dell'ambiente naturale non hanno mai sosta.
AMBIENTE: SEQUESTRATO A POTENZA IMPIANTO ILLEGALE DI FRANTUMAZIONE
Il materiale utilizzato veniva prelevato illecitamente dagli argini del fiume Ofanto con conseguenti gravi danni al soprassuolo boscato della zona
Potenza, 18 dicembre 2009 - Gli agenti del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Avellino del Corpo forestale dello Stato, insieme al personale del Comando Forestale Provinciale di Potenza hanno posto sotto sequestro un impianto di frantumazione ubicato in località Ruvo del Monte (PZ), dove erano stati riscontrati furti di ghiaia dagli argini del fiume Ofanto. Nello stabilimento, oltretutto sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per le emissioni in atmosfera, è stato scoperto in seguito ad ulteriori controlli anche lo smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi. Sono stati quindi iscritti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Melfi, il proprietario dei terreni sui quali veniva eseguito il prelievo di materiale ghiaioso senza alcuna autorizzazione e gli amministratori della società che gestisce l'impianto. Le indagini erano partite da una segnalazione effettuata da personale del servizio aereo della Forestale che, in ricognizione a bordo di un elicottero AB 412 dislocato presso l'aviosuperficie di Grumento Nova (PZ), aveva individuato manomissioni dell'ambiente naturale sul fiume Ofanto nella parte di territorio che divide la Provincia di Potenza da quella di Avellino. I Forestali hanno quindi posto sotto sequestro anche 500 ettari di terreno, in parte demaniale ed in parte privato, nel Comune irpino di Calintri, dove il furto di materiale inerte fluviale aveva provocato anche la distruzione del soprassuolo boscato. Il sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi (AV), ha riguardato anche un escavatore ed un camion utilizzati per caricare e trasportare presso l’impianto di frantumazione il materiale trafugato. Impianto che, in seguito a successivi controlli da parte della Forestale, è risultato sprovvisto delle opportune autorizzazioni per le emissioni in atmosfera e impegnato anche nello smaltimento illegale di rifiuti speciali pericolosi.
Fonte CFS - Newsletter n.801, Anno V, del 21/12/2009
venerdì 18 dicembre 2009
CFS: scoperto argine abusivo lungo il fiume Bradano
Matera, 10 dicembre 2009 - Gli agenti del Comando Stazione di Irsina (MT) del Corpo forestale dello Stato, hanno posto sotto sequestro un argine in terrapieno innalzato senza le autorizzazioni previste dalla legge, lungo una delle sponde del fiume Bradano. Due persone, identificate come concessionarie dei terreni interessati dai lavori, sono state segnalate dalla Forestale all'Autorità Giudiziaria competente per la conseguente violazione di normative ambientali. Nell'ambito di un normale servizio di controllo, i Forestali hanno infatti rilevato la struttura abusiva realizzata su un terreno seminativo di circa 300 metri quadri posto nella fascia dell'argine destro del fiume, sottoposta a vincolo idrogeologico. Ulteriori accertamenti hanno evidenziato inoltre che lo sbancamento ha causato il depauperamento della vegetazione posta ai bordi del corso fluviale, con evidenti danni alla dendroflora presente. Resta alta l’attenzione del Corpo forestale dello Stato che opera nella provincia lucana, supportato da una rete di Comandi Stazioni locali, al fine di evitare l’insorgere di alterazioni o reati relativi ai corsi d’acqua del Materano e quindi il verificarsi di gravi danni ambientali.
Fonte: www.corpoforestale.it Newsletter n.800, Anno V, del 17/12/2009
Fonte: www.corpoforestale.it Newsletter n.800, Anno V, del 17/12/2009
giovedì 17 dicembre 2009
Elettrocuzione rapaci... non stop!
Ancora una volta si registra il ritrovamento in territorio di Senise (Pz), nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino, di un giovane Nibbio reale colpito da una forte scossa elettrica dopo essersi posato su uno dei tanti tralicci presenti sul territorio. Il Nibbio reale è una specie prioritaria e di massima importanza per la biodiversità italiana. Purtroppo si deve registrare anche l'assoluta mancanza di qualsiasi iniziativa finalizzata a ridurre i rischi di elettrocuzione per centinaia di rapaci nella nostra regione ed in particolare nelle aree protette. La tutela della biodiversità e la salvaguardia della natura sono concetti piuttosto astratti e poco aderenti alla reale situazione in cui tante specie vengono a trovarsi quotidianamente. In alcune aree protette italiane Enel ed enti gestori hanno timidamente avviato iniziative per la messa in sicurezza di alcune linee elettriche molto pericolose. Dalle nostre parti, nonostante la presenza di vari Parchi, Riserve ed organismi per la tutela e la salvaguardia della natura, non ci risulta nulla del genere! Siamo ancora molto lontani da ogni concreta considerazione del valore che hanno per la nostra regione specie come il Nibbio reale e vari altri rapaci ogni giorno sempre più esposti a tantissimi pericoli e trappole che "nasconde" un territorio ormai integralmente occupato e sfruttato per le sole ed uniche attività umane. Nei prossimi anni saranno soprattutto questi elementi (tralicci, impianti eolici e veleni) a rappresentare, forse in misura maggiore del bracconaggio, le cause di una probabile estinzione o di un tracollo numerico di alcune importanti popolazioni di rapaci come quella lucana.
Il Nibbio è stato rinvenuto ieri da un cacciatore (ma non era a caccia nel Parco!) che lo ha subito raccolto e soccorso e dopo varie telefonate alla ricerca di un centro recupero nell'area di ritrovamento ha dovuto fare un lungo viaggio per trasportarlo oggi al Centro Rapaci della Riserva di San Giuliano che sta operando da alcuni mesi a titolo gratuito in assenza di risorse dopo la conclusione del Progetto LIFE "Rapaci Lucani". Il Nibbio è stato immediatamente visitato gratuitamente dal dott. Tralli che ne ha constatato la grave situazione con un'ala ed una zampa vistosamente colpite dalla forte scossa elettrica. Durante la visita era particolarmente evidente persino il forte odore di bruciato dei tessuti interni e dell'epidermide. Nonostante la somministrazione di alcuni farmaci la sopravvivenza dell'esemplare sarà molto difficile ...
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lunedì 14 dicembre 2009
Arrampicarsi sugli specchi...
Riceviamo e pubblichiamo questo contributo di Pio Abiusi
Arrampicarsi sugli specchi con le ventose semplifica la vita
La legge finanziaria che in questi giorni si sta approvando in Parlamento prevede una serie di tagli negli enti territoriali per ridurre le spese correnti della pubblica amministrazione.
Non discutiamo della opportunità o meno di certi tagli, comunque se ne sta parlando.
Verrà ridotto il numero dei consiglieri Comunali e Provinciali, degli assessori dei due enti, sembra non sia prevista più la figura del direttore generale e del difensore civico.
Una serie di tagli per contenere le spese del nostro misero bilancio nazionale.
In altra epoca, successiva alla nascita delle Regioni, si provvide a trasferire alcune competenze alle stesse e nacquero enti Regionali come l’ESAB (Ente di Sviluppo Agricolo Regionale di Basilicata) dal disciolto ente interregionale e che aveva competenze per l’esaurimento dei compiti della Riforma Fondiaria ed in più doveva favorire, attraverso una serie di interventi, lo sviluppo in agricoltura.
Per brevità non ci soffermiamo sugli obbiettivi, la evoluzione delle modalità di intervento e le funzioni.
Dopo circa un decennio dalla sua nascita ci si rese conto che l’Ente non aveva alcuna funzione e si cominciò a pensare di scioglierlo.
Ci vollero altri sei anni per arrivare allo scioglimento ma alla fine le funzioni residue invece di trasferirle al dipartimento competente venne creata l’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura ), cambiato il nome la funzione è ancora tutta da dimostrare.
Il vecchio Ente di Sviluppo aveva tra i suoi compiti quello di curare l’ erogazioni degli incentivi comunitari, per fare questo è stata creata l’Arbea, con i risultati scadenti che sono sotto gli occhi di tutti.
Tutto questo significa sedi da tenere in esercizio, direttori generali da pagare tutte strutture che costano.
Ci sono, poi, alcune Agenzie che fanno il lavoro pulito altre quello sporco, a seconda dei casi. In ogni regione operano le ARPA. Lavoro pulito quando sono di reale supporto alla comunità e certificano con certezza e affidabilità i fenomeni ambientali in generale; lavoro sporco quando servono per dare poltrone, scrivanie e fungere da copertura permettendo al dipartimento competente di individuare costantemente un capro espiatorio e per emettere certificazioni prive di valore.
La Regione, sempre seguendo gli indirizzi nazionali ha provveduto a ridimensionare il numero delle Comunità Montane , sostituite in parte con le comunità locali.
L’iter del procedimento non è ancora chiaro a che punto sia.
Anche i consorzi ASI erano interessati da un intervento di normalizzazione ma anche lì siamo in una posizione di Stand-by.
E’ difficile parlare di ravvedimento funzionale a pochi mesi dalla scadenza elettorale ed infatti molti si chiedono perché i consiglieri regionali si siano svegliati all’ultimo momento per fare una azione moralizzatrice e chiedere l’abolizione del listino.
E’ chiaro che l’operazione non andrà in porto ma il gesto è stato fatto.
C’è anche chi, in prossimità delle elezioni, pensa di presentare il conto e garantirsi un po’ di carriera divenendo in un futuro prossimo Direttore Generale.
E’ di qualche giorno fa l’attenzione richiamata dall’Ola, su una Bozza di Riforma della legge regionale 28/1994 e che riguarda le aree protette in Basilicata
E’ un classico fare queste cose sotto scadenza elettorale, farle adesso è più prudente perché domani non si sa cosa accadrà e nel frattempo si sono messe delle solide premesse su di una poltrona che si va ad istituire.
L’Ola si è soffermata sulla funzione che la istituenda Agenzia Unica dei Parchi dovrebbe fare e cioè il lavoro sporco come quello che in chiave ambientale fa L’Arpab.
La nostra lo farebbe in materia di autorizzazioni per la concessione di impianti di centrali a Biomasse, pale eoliche a go-go, pozzi petroliferi ed ogni ben di Dio da realizzare nei Parchi e nelle aree protette.
Si spoglierebbero, così, di ogni funzione gli organismi elettivi territoriali copiando dai fratelli maggiori del governo nazionale.
Il prezzo da pagare per tutto questo non è alto, basta creare la poltrona da Direttore generale ad un dirigente semplice ed aggiungendo qualche decina di migliaia di euro alle sue competenze.
Pio Abiusi
Matera, 13 Dicembre 2009
sabato 12 dicembre 2009
Comunicato stampa OLA
Su iniziativa degli Uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata è stata presentata nella giornata del 9 dicembre 2009 una bozza di Proposta di Legge con la Legge Regionale n.28 del 1994, in materia di aree protette regionali.
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - esprime in proposito forti perplessità e preoccupazione. Nella suddetta proposta emerge, infatti, la volontà da parte della Regione di marginalizzare il ruolo delle comunità locali relegandole a semplici esecutori di direttive impartite dall’alto o di espressione di pareri, tra l’altro non vincolanti, su importanti aspetti gestionali e progettuali quali, ad esempio, il piano del parco. Quest’ultimo, infatti, risulterebbe letteralmente “scippato” dalla potestà dell’organo gestore dell’area protetta e delle comunità locali, svuotato così nelle sue peculiarità di volano dello sviluppo locale. La legge prevede, in poche parole, di affidare il delicato compito della redazione del piano del parco ad una Agenzia Unica dei Parchi prevista nella stessa Proposta di Legge. Un organismo tecnico, questo, controllato direttamente dalla politica regionale, così come la nomina dei membri del Presidente del Parco e della Giunta Esecutiva del parco regionale, con nomine lottizzate dalla politica.
Infatti, la Proposta di Legge prescrive per il presidente e l’esecutivo del parco il requisito dell’esclusiva esperienza pregressa in enti strumentali della Regione Basilicata. C’è il rischio, secondo la OLA, che si generi uno svuotamento dei principi della legge quadro nazionale (n.394/91) in materia di aree protette, tra l’altro in fase di modifica da parte del Governo, rendendo più labili e burocatici importanti principi quali l’obiettivo di salvaguardia dei valori naturalistici ed ambientali delle aree protette, accentrando importanti funzioni di governo del territorio. Il progetto di legge non individua in maniera chiara i compiti dei nuovi Enti Parco e dell’Agenzia Unica dei Parchi, anzi ne rende incomprensibili le funzioni e le responsabilità accentrando il potere del governo del territorio. Emblematico in proposito è l’applicazione delle misure di salvaguardia genericamente definite nella proposta di legge ”disciplina di tutela e conservazione” che non fanno alcun riferimento alle definizioni vigenti nella normativa nazionale con “divieti transitori” applicati in modo arbitrario rispetto alle norme nazionali vigenti.
La OLA chiede, pertanto, che venga rivisto l’impianto della proposta di legge che rischia in questa fase di non salvaguardare le aree protette regionali che, è bene ricordare, sono sotto assedio da parte della lobby dell’energia e delle onnipresenti compagnie petrolifere.
Fonte: Olambientalista 10 dicembre 2009
giovedì 10 dicembre 2009
lunedì 7 dicembre 2009
Un Edredone a foce Cavone
Foto di E. Fulco
Questa mattina alla foce del fiume Cavone è stata osservata dall'ornitologo lucano Egidio Fulco una femmina di Edredone (Somateria mollissima).
Si tratta per la nostra regione di un raro avvistamento e ce lo conferma lo stesso Fulco che dichiara:
"L'Edredone è un'anatra marina distribuita prevalentemente in Russia e Scandinavia. Durante l'autunno migra verso Sud-Ovest per svernare per lo più in Europa Nord-occidentale.
La sua presenza in Italia meridionale è del tutto accidentale e l'osservazione di questa mattina (realtiva ad una femmina) risulta essere la seconda per la Basilicata.
Tale osservazione è stata condotta durante uno dei sopralluoghi inseriti nel programma di monitoraggio Rete Natura 2000 coordinato dalla Regione Basilicata; ciò dimostra l'importanza di questo genere di indagini soprattutto per un territorio come la Basilicata, a tutt'oggi uno dei meno conosciuti sotto questo profilo.
La presenza dell'Edredone, inoltre, impreziozisce uleriormente il litorale ionico lucano, che si pone come punto strategico per le rotte di migrazione attraverso il meridione d'Italia."
Poiana
domenica 6 dicembre 2009
sabato 5 dicembre 2009
Un futuro sempre più nero per i lucani
Se il petrolio fa venire il cancro ai californiani, probabilmente lo fa venire anche ai lucani!
Questo documento è stato inviato dalla ricercatrice italo-americana Maria Rita d'Orsogna.
Le firme in calce sono delle compagnie petrolifere: Bp, Shell, Exxon mobil, Chevron, Conoco.
Dovremmo pretendere un documento simile anche in Italia, firmato da tutte le compagnie che perforano in Italia e soprattutto in Basilicata!
Prima la firma dell'Eni, naturalmente. Poi quella di tutti i nostri ministri della Repubblica e degli amministratori regionali che tanto hanno contribuito alla causa petrolifera.
venerdì 4 dicembre 2009
Un insetto stecco per caso
Con grande sorpresa questa mattina nei pressi della sponda sud del lago di San Giuliano è comparso un bellissimo insetto stecco, Bacillus rossius, appartenente all' ordine dei Fasmoidei. Si tratta di quei straordinari organismi animali che si sono evoluti per millenni sotto il segno del mimetismo più estremo. Osservarli da vicino è incredibilmente stimolante per comprendere come la Biodiversità riesca a produrre queste mirabili ed irripetibili opere della Natura.
mercoledì 2 dicembre 2009
martedì 1 dicembre 2009
“SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”
AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA LIPU
“SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”
PER LA TUTELA DELLE SPECIE DI UCCELLI A RISCHIO DI ESTINZIONE
Dal 30 novembre al 6 dicembre dona un euro mandando un SMS al 48588 oppure 2 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia. Sosterrai la Campagna LIPU per fermare il declino degli uccelli e per salvare l'ambiente in cui tutti noi viviamo.
UN DATO ALLARMANTE
In Italia su 88 specie di uccelli 44 sono in serio pericolo. Delicate spie di un pianeta malato a causa di uno sviluppo senza limiti, dell'intensificazione agricola, dell'inquinamento, dell'urbanizzazione selvaggia e dei cambiamenti climatici.
La LIPU, da oltre 40 anni, lavora per proteggere la natura e i suoi delicati equilibri. Capovaccaio, Tarabuso, Berta Maggiore e altre specie che forse non hai mai sentito nominare stanno scomparendo. Non sono famosi, ma la loro vita ha ugualmente un valore immenso per noi e per l'ambiente in cui viviamo. Gli uccelli sono esseri preziosi e insostituibili.
Ci hanno insegnato il volo. Ci indicano le stagioni. Mangiano gli insetti e riempiono il silenzio del cielo con il loro canto. Abitano boschi, fiumi, laghi, stagni e ambienti agricoli che troppo spesso vengono sostituiti con migliaia di metri cubi di cemento, aggrediti da un'agricoltura piena di pesticidi che impoverisce il terreno, cancellandoli per sempre.
E se stanno male loro, stiamo male anche noi. Sostieni la campagna "SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE" e le azioni concrete per cambiare il futuro delle specie in pericolo e il loro ambiente... il nostro stesso futuro.
Sensibilizzare sugli impatti dei cambiamenti climatici, per la Pernice bianca
Proteggere le aree marine da speculazione edilizia e inquinamento, per la Berta maggiore Promuovere un'agricoltura rispettosa dell'ambiente, per la Gallina prataiola
Difendere le zone umide con le Oasi della LIPU, per il Tarabuso
Tutelare la biodiversità con progetti di reintroduzione in Puglia, per il Capovaccaio
Non dobbiamo mai dimenticare che ogni azione di salvaguardia nei confronti di qualsiasi specie e di qualsiasi ambiente, altro non è che un'azione che ricadrà direttamente sulla qualità della nostra stessa vita e su quella delle generazioni che seguiranno.
"Quando una specie scompare, indica che il pianeta è diventato meno abitabile anche per l'umanità." (David Suzuki)
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