mercoledì 25 aprile 2012

Campo di studio della migrazione dei rapaci

1° Campo di studio della migrazione dei rapaci
28 aprile – 6 maggio 2012
RNS dei calanchi di Montalbano Jonico (MT)
L’associazione “LANIUS – Ricerca e divulgazione naturalistica in Basilicata” organizza il 1° Campo di studio della migrazione dei rapaci a partire dal 28 aprile e fino al 6 maggio 2012 all’interno della Riserva Naturale Speciale dei calanchi di Montalbano Jonico (MT). L’attività sarà svolta in contemporanea con iniziative analoghe sviluppate in altri importanti punti di osservazione lungo la principale rotta di migrazione del Mediterraneo centrale, che dalle coste del Nord Africa porta migliaia di rapaci a migrare attraverso lo Stretto di Messina prima e lungo la penisola italiana poi per raggiungere i siti di nidificazione europei. L’esperienza acquisita nelle passate stagioni mostra che nell’area della Riserva esiste un intenso passaggio di alcune specie di rapaci, quali Falco pecchiaiolo, Falco di palude, Falco cuculo, ecc. Il Campo si propone, attraverso il conteggio continuo dei rapaci in migrazione, dal mattino fino al tramonto, da alcuni punti di osservazione panoramici posti entro i confini della Riserva, di studiare tale fenomeno, che sempre maggiore interesse riscuote nella comunità scientifica, oltre che tra gli appassionati. A conclusione del Campo è prevista la presentazione dei dati raccolti in un seminario da tenersi il 2 giugno 2012 nella Sala consiliare del comune di Montalbano Jonico.
INFORMAZIONI PER I PARTECIPANTI: periodo: 28 aprile – 6 maggio 2012 località: Riserva Naturale Speciale dei calanchi di Montalbano Jonico (MT) materiale necessario: binocolo, occhiali da sole, creme solari attività: dal mattino fino al tramonto si presidiano le località dove è previsto che si concentri il passaggio dei migratori, con pranzo al sacco.
Per informazioni, i referenti per l’organizzazione sono:

• Egidio Fulco (tel. 3381305096- e-mail: egidiofulco@yahoo.it )
• Donato Lorubio (tel. 3209756481 - e-mail: donatolorubio@hotmail.it)


martedì 24 aprile 2012

Commercio illegale di tartarughe e mangime: blitz della Finanza a Matera

Nell’ambito dell’azione di controllo economico su ampia scala del territorio, i militari della Compagnia Guardia di Finanza di Matera hanno effettuato un’operazione di salvaguardia delle specie animali e della sicurezza di prodotti specifici per la loro alimentazione.
A seguito di un accertamento d’iniziativa, effettuato nel pieno centro di Matera, i militari hanno rinvenuto all’interno di un veicolo 125 tartarughe, non accompagnate da alcuna documentazione sanitaria o di provenienza, stipate all’inverosimile all’interno di alcuni contenitori di plastica, e 72 confezioni di specifico mangime con etichettatura irregolare circa i requisiti minimi previsti dalla normativa vigente.
Dopo gli opportuni riscontri e verifiche, i finanzieri hanno proceduto al sequestro penale degli animali vivi segnalando alla competente Procura della Repubblica la titolare di una ditta del barese per maltrattamento di animali.
Il mangime in questione è stato sottoposto a sequestro amministrativo per l’irrogazione delle sanzioni pecuniarie previste.

I finanzieri hanno poi affidato gli animali sequestrati al CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) della Provincia di Matera operante nella Riserva Naturale Regionale di San Giuliano. Al momento dell'arrivo dei finanzieri il personale del Centro Recupero era impegnato proprio in attività educative riguardanti le tartarughe esotiche oggetto di commercio illegale. Nell'occasione il personale della Guardia di Finanza ha  illustrato ai giovani alunni  le problematiche legate al commercio illegale di queste specie di provenienza americana e che stanno provocando gravi squilibri faunistici nelle zone umide dove è presente la testuggine palustre europea, specie autoctona ormai rara in diverse parti d'Italia.

Gli alunni sono stati estremamente entusiasti per aver toccato con mano una delle attività a tutela della fauna svolta dalla Guardia di Finanza.


Contenitori di plastica usati per il trasporto delle tartarughe!





domenica 22 aprile 2012

Parte il progetto "Acqua e Territorio".

E' partito il 18 Aprile 2012 il progetto dal titolo Acqua e Territorio.
Il progetto sarà seguito dagli operatori del CEAS di Montescaglioso e svolto dalle classi dell’Istituto d’Istruzione Superiore “G. Fortunato” Liceo Classico di Pisticci (MT).
Il progetto mira alla conoscenza degli antichi sistemi di raccolta e conservazione dell’acqua piovana presenti nel centro storico di Pisticci e di Montescaglioso, con l’Abbazia di S. Michele Arcangelo, nel Parco della Murgia e alla Diga di S. Giuliano; all’acquisizione della consapevolezza dell’importanza della risorsa e all’attuazione di comportamenti sostenibili nell’utilizzo oculato del bene onde evitarne consumi o sprechi inutili.
Per il conseguimento degli obiettivi saranno attuate le seguenti azioni:
- A Pisticci con l’esplorazione del centro storico e mappatura di cisterne, pozzi e abbeveratoi presenti;
- A Montescaglioso la conoscenza e studio dell’Abbazia di S. Michele Arcangelo come grande “macchina di raccolta dell’acqua” per la presenza di un intricato sistema di canalizzazione e conservazione della risorsa idrica;
- Nel Parco delle Chiese Rupestri della Murgia Materana per la scoperta della biodiversità del territorio; del ciclo dell’acqua a partire dal Torrente Gravina alle cisterne, pozzi e abbeveratoi al servizio delle comunità pastorali ivi presenti dai tempi più antichi;
- Alla Diga di S. Giuliano quale esempio moderno di raccolta e conservazione dell’acqua al servizio delle produzioni agricole.
- Campagna di sensibilizzazione al consumo consapevole dell’acqua e monitoraggio dello stesso nel Liceo Classico di Pisticci.

Inquinamento del torrente Jesce e Gravina: note di istituzioni e associazioni

Riunione a Matera su inquinamento torrenti Jesce e Gravina, la nota della Regione Basilicata
Riunione interlocutoria, suIla questione dei due corsi d’acqua, a causa della incompletezza dei dati relativi al tratto pugliese che l’assessore Amati si è impegnato a far produrre rapidamente. Il 3 maggio, a seguito della disponibilità dei dati dell’Arpa Puglia, si svolgerà un nuovo incontro tecnico nel quale saranno confrontati ed analizzati i risultati degli accertamenti. Saranno anche effettuati accurati controlli congiunti sul funzionamento del depuratore di Altamura da parte delle due Arpa Il sistema di funzionamento dei depuratori in territorio lucano che insistono sull’area in cui scorrono i torrenti Jesce e Gravina, sulla base dei dati Arpab e delle verifche di Al è sostanzialmente adeguato e caratterizzato da un grado di efficienza medio alta. La Regione Basilicata, l’Arpab e la Provincia di Matera hanno effettuato, secondo quanto stabilito nei precendenti incontri interregionali, il censimento completo di tutti gli scarichi del tratto lucano dei due corsi d’acqua. L’Arpa della Regione Puglia completerà nei prossimi giorni l’elaborazione dei dati sugli accertamenti di sua competenza. Il 3 maggio si svolgerà, ancora a Matera, un incontro tecnico nel quale saranno confrontati ed analizzati, congiuntamente tra Basilicata e Puglia, i dati completi, propedeutico alla riunione tra gli attori politico-istituzionali che dovrà indicare un crono programma di interventi ed azioni per fronteggiare e avviare a risoluzione il disinquinamento dello Jesce e della Gravina. Sono questi i principali punti emersi al termine della riunione del Tavolo tecnico-istituzionale che si è svolto questa mattina a Matera, nella sala riunioni della sede della Regione Basilicata, al quale hanno preso parte, tra gli altri, Vilma Mazzocco, assessore all’Ambiente, Territorio, Politiche della Sostenibilità della Regione Basilicata, Fabiano Amati, assessore alle Opere pubbliche della Regione Puglia, Giovanni Bonelli, assessore all’Ambiente e vicepresidente della Provincia di Matera, Donato Viggiano, dirigente generale del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, Francesco Ricciardi (Ufficio Ciclo dell’Acqua), Angelo Nardozza (Aato Basilicata), Antonio Di Santo (Aato Puglia), Gerardo Marotta (Acquedotto Lucano), Giorgio Assennato (Arpa Puglia), Donato Cuccarese (Arpa Basilicata), Pierfrancesco Pellecchia (Parco Murgia Materana), Raffaele Pio Manicone (Cfs Matera). Un’altra importante decisione è stata assunta al termine della riunione di questa mattina: gli assessori Mazzocco e Amati hanno concordato di approfondire, prima dell’incontro tecnico del 3 maggio, le analisi e gli accertamenti sul funzionamento, in particolare, del depuratore a servizio della città di Altamura, a valle del quale, e fino alla confluenza dello Jesce nel torrente Gravina, continuano a registrarsi dati di inquinamento, che fanno rilevare in particolare valori superiori alla norma per quanto riguarda sostanze organiche quali l’ammoniaca, l’azoto, i tensioattivi. In proposito saranno effettuati sopralluoghi tecnici congiunti, per individuare gli eventuali punti di criticità e circoscrivere il tratto interessato dai maggiori fenomeni di inquinamento. E’ stato anche richiesto alla Puglia di effettuare un censimento degli scarichi che immettono sulle aste fluviali interessate, in analogia a quanto fatto dalla Provincia di Matera per la parte lucana. “E’ indispensabile disporre di tutti i dati tecnici in tempi rapidissimi – ha commentato l’assessore Mazzocco – per assumere le consequenziali decisioni politiche. La Regione segue attentamente la vicenda, lo dimostrano il ritmo incalzante delle riunioni concordate e le richieste di approfondimento e completamento dati rappresentate alla Regione Puglia”. L’assessore all’Ambiente rende noto, infine, che sempre in vista dell’incontro tecnico del 3 maggio, e alla luce dell’incontro odierno, lunedì prossimo alle 18,30 incontrerà presso il Dipartimento regionale a Potenza una delegazione di associazioni ambientaliste materane per fare il punto della situazione sulla vicenda.  

Riunione a Matera su inquinamento torrenti Jesce e Gravina, la nota del Comune di Matera “Con l’incontro di oggi a cui hanno partecipato l’assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Vilma Mazzocco, e l’assessore alle Opere pubbliche e Protezione civile della Regione Puglia, Fabiano Amati, si apre una nuova prospettiva sul futuro dei torrenti Jesce e Gravina”. Lo afferma l’assessore comunale all’Ambiente, Giuseppe Falcone che si dice “fiducioso per il rinnovato impegno della regione Puglia a risolvere una volta per tutte il problema dell’inquinamento dei due torrenti”. Sul versante materano, infatti – aggiunge Falcone – conosciamo bene la situazione perché tutti stanno facendo la loro parte nel seguire da vicino l’evoluzione dei maggiori punti critici. I problemi, come segnalato da molto tempo, riguardano il versante pugliese che, al contrario, sono stati lungamente sottovalutati. Oggi, invece, grazie all’impegno e alla determinazione messa in campo dal neoassessore lucano, Vilma Mazzocco, a poche settimane dal suo insediamento, possiamo guardare con maggiore fiducia al futuro di questo pezzo importante del patrimonio mondiale dell’umanità. Finalmente – conclude Falcone – Basilicata e Puglia si mobiliteranno per verificare la funzionalità del depuratore di contrada Sgarrone, ad Altamura, ed eventuali sversamenti su altri punti del versante pugliese. Il Comune di Matera continuerà ad impegnarsi, insieme ad Acquedotto Lucano, per monitorare le situazioni che riguardano l’ambito urbano e a seguire con la massima attenzione l’evolversi della situazione perché si arrivi quanto prima al disinquinamento dei torrenti Jesce e Gravina”.

Inquinamento dei torrenti Jesce e Gravina, nota di Città Plurale
La discarica della Martella disturba il sonno dell’assessore Falcone. L’Assessore Falcone dipinge quello regionale Mazzocco come una moderna Giovanna d’Arco alle prese con il mostro pugliese che inquina da anni i torrenti Jesce e Gravina. L’assessore Falcone dimentica che tutto è partito dal 27 Giugno dello scorso anno quando, finalmente, l’ex Ass. Mancusi dichiarò che l’inquinamento proveniva dalla Puglia. Si tennero riunioni congiunte il 17 novembre ed il 20 gennaio di questo anno per mettere a fuoco l’intera problematica. Il 30 dello scorso Marzo emerse come la Regione Puglia i compiti a casa non li aveva fatti e fu necessario concederle altri 20 giorni di proroga, tutto inutile. Ci auguriamo di conoscere , dopo l’ ennesimo rinvio quanto è già noto e che cioè il depuratore di Contrada Sgarrone inquina e vi sono, lungo l’asta fluviale dello Jesce, altri scarichi di reflui inquinanti ed abusivi. Dove è la bravura in tutto questo? I cittadini materani , dopo 30 anni, hanno diritto a vedere il loro Jurio incontaminato così come è sempre stato? All’assessore Falcone, assente alla riunione con la regione Puglia, L’ass. Mazzocco è parsa un novella Giovanna d’Arco munita di spadone fiammeggiante. In realtà è da molto tempo , crediamo, che non faccia sogni tranquilli da quanto cioè ha avuto contezza che le discariche : di Carpineto – Lauria, Pallareta- Potenza, Moliterno, Ferrandina, S. Mauro Forte hanno avuto problemi amministrativi ed in alcuni casi penali perché le falde acquifere sono risultate inquinate o potenzialmente inquinate e quelle discariche abbisognano, adesso, di caratterizzazione e bonifica. Come si fa a determinare se le falde acquifere sono inquinate? Semplice, prelevando l’acqua dai piezometri- fori praticati nel terreno che permettono di prelevare l’acqua di falda- .Sappiamo se la discarica della Martella inquina o meno ? Non si sa perché non esistono piezometri e malgrado tutto continua ad operare. Siamo in presenza di A.I.A. – Autorizzazione Integrata Ambientale- scaduta , per il “cosiddetto” impianto di compostaggio ed i rilievi effettuati già un anno fa dalla Provincia di Matera evidenziarono la non corretta gestione delle acque reflue tale da mettere a rischio la contaminazione del suolo da percolato non correttamente gestito. Tale rischio, malgrado alcuni interventi postumi, non è fugato perché mancano i pozzi spia- piezometrici- dai quali effettuare i controlli. E’ tutta materia perfettamente a conoscenza della Regione, oltre che delle Autorità “definite” inquirenti. Ingraziarsi la novella Giovanna d’Arco conviene. Città Plurale- Matera  

Sull’inquinamento dei torrenti Jesce e Gravina interviene anche il Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana, Pierfrancesco Pellecchia: “Emergenza da affrontare e risolvere tempestivamente”. Riportiamo di seguito la nota integrale.

E’ tornato a riunirsi, presso la sede Materana della Regione Basilicata, il Tavolo tecnico permanente, istituito dalla Regione Puglia e Basilicata, per trovare soluzione all’annoso problema dell’inquinamento dei torrenti Iesce e Gravina. Dopo gli incontri del 17 novembre 2011 e del 20 gennaio 2012 si aspettavano con attento interesse i risultati delle analisi che si sarebbero dovute eseguire lungo i torrenti Iesce e Gravina, per poter assumere in maniera definitiva i necessari ed urgenti provvedimenti. Mentre il tratto lucano dei due torrenti, relativamente sia al censimento di tutti gli scarichi in alveo e sia alle analisi delle acque, è stato monitorato dall’ARPA Basilicata, dalla Provincia di Matera e dal Corpo Forestale della Provincia di Matera, del tratto pugliese del torrente Iesce non è stato ancora possibile valutare con precisione la situazione. L’ARPA Puglia non ha ancora completato le analisi di sua competenza mentre ancora una volta è stata registrata l’assenza della Provincia di Bari. Inoltre dalla valutazione delle analisi eseguite sulla qualità delle acque del torrente Iesce è stato riscontrato un carico inquinante così elevato oltre la norma, in particolare di sostanze organiche (ammoniaca, azoto e tensioattivi) da non poter essere causato esclusivamente dagli scarichi delle aziende zootecniche presenti sul territorio. Pertanto, nonostante dalle precedenti analisi eseguite da entrambe le agenzie regionali di protezione ambientale, sia emerso e sia stato certificato che gli scarichi a valle dei depuratori di Altamura, Gravina e Matera non presentano in media valori oltre i limiti ricompresi dalle norme sulle attività di depurazione, si è ritenuto di approfondire le indagini effettuando diversi accertamenti sul funzionamento del depuratore della città di Altamura in contrada Sgarrone, in modo da verificarne l’effettiva efficienza. D’altra parte è possibile affermare che lo stato di inquinamento del torrente Iesce, così grave e perdurante, si manifesta in modo eclatante ed intollerabile sia visivamente che all’olfatto, specie nel tratto immediatamente a valle dello scarico dell’impianto di depurazione della città di Altamura, e quindi è necessario ed urgente un intervento immediato per la soluzione dell’inquinamento del torrente Iesce che, a tutt’oggi e dopo anni di stallo, è causa di degrado ambientale e pericolo per l’intero ecosistema all’interno di un’area protetta qual’è il Parco della Murgia Materana, parte integrante del sito UNESCO. L’Ente Parco ha a cuore il rispetto della natura e dell’ambiente, la tutela e valorizzazione di un area protetta che sia resa vivibile e perfettamente integra, ed esorta la Regione Puglia ad operare ogni sforzo per eliminare le cause che compromettono la qualità dell’ambiente e dei delicati equilibri del Parco della Murgia Materana. Nell’apprezzare la fermezza e la determinazione mostrate dall’Assessore all’Ambiente della Regione Basilicata, Vilma Mazzocco, nell’affrontare il gravoso problema, l’Ente Parco auspica che possa essere finalmente perseguito l’ambito obiettivo: il disinquinamento dei torrenti Iesce e Gravina.
 Il Presidente dell’Ente Parco della Murgia Materana, Pierfrancesco Pellecchia http://www.sassilive.it

venerdì 20 aprile 2012

Alla scoperta dei Parchi Urbani

Per la primavera 2012, la rete di Tutti i Chicchi del Melograno, di concerto con il Comune di Matera e altre realtà associative e imprenditoriali, darà sfogo alla sua vocazione ambientalista e per il divertimento pulito, attraverso il progetto “Vivi i Parchi”. A partire dal 21 Aprile, e per 5 finesettimana, i cittadini Materani saranno invitati a scoprire le aree verdi urbane e a viverle, usufruendo di una serie di attività ludiche e ricreative, pensate per un pubblico di giovani e meno giovani.

sabato 14 aprile 2012

sabato 7 aprile 2012

Commissariamento ATC “A”, un atto legittimo

Il commissariamento dell’Ambito Territoriale di Caccia “A” è legittimo e necessario. A dirlo l’ordinanza del Tribunale Amministrativo Regionale per la Basilicata che ha rigettato la sospensiva presentata dal presidente del Comitato ATC “A” Giuseppe Rielli. La Provincia esprime soddisfazione per quella che, sin dall’inizio, si è configurata come una scelta obbligata. Proprio in considerazione del ruolo fondamentale svolto dagli Ambiti territoriali di Caccia che, di fatto, realizzano la volontà legislativa di programmare l’attività venatoria in sintonia con i principi di conservazione della fauna, tale provvedimento non poteva essere rinviato. In un’ottica di rispetto degli interessi di tutte le categorie e delle associazioni coinvolte, l’Amministrazione non poteva prescindere dal mettere in campo un’azione trasparente e legale che portasse chiarezza. Questi i valori, trasparenza e legalità, che hanno portato alla decisione di commissariare l’ATC “A”. Adesso, sgombrato il campo dalle strumentalizzazioni e fatta luce sulla liceità del provvedimento, l’interesse pubblico torna a essere l’unico protagonista.

venerdì 6 aprile 2012

Progetto Arupa Provincia di Matera - Bando per impianto di specie forestali Gravina di Matera

Riaperti i termini del bando Bando Azione C5 – Finanziamento impianto di specie forestali per la realizzazione di moduli vegetazionali nell’area Sic/Zps IT 9220135 Gravine di Matera; le proposte potranno essere inoltrate alla Provincia di Matera fino al prossimo 30 aprile*.

L’intervento prevede la realizzazione di varie tipologie di siepi, gruppi e filari di alberi, finalizzata ad aumentare la ricettività faunistica della matrice agricola dei piani SIC.
Il bando è rivolto ad agricoltori locali, enti privati e Comuni singoli o associati, per la messa a dimora di piantine prodotte dal vivaio – previsto dall’azione C2 del progetto (Populus alba, Salix alba, Ulmus minor, Quercus iIex, Pyrus amygdaliformis), necessarie alla creazione dei sistemi vegetazionali di cui sopra, con l’obbligo di effettuare anche le cure colturali per il tempo necessario al loro attecchimento.

A ogni operatore verrà fornito un finanziamento relativo alla messa a dimora delle piante previa lavorazione del terreno, concimazione, sistemazione idraulico/forestale, recinzione dell’impianto e palo tutore.
La realizzazione di questa azione, i risultati ottenuti e l’estensione di siepi e filari effettivamente in essere alla fine del progetto sarà periodicamente valutato dall’Amministrazione provinciale di Matera attraverso sopralluoghi diretti atti a verificare l’attecchimento delle siepi e l’avvenuta manutenzione.
Queste fisionomie della vegetazione hanno caratterizzato il paesaggio fluviale da quando l’agricoltura ha sostituito le vegetazioni spontanee, con la funzione di divisione delle proprietà, di frangivento, di filtro per gli inquinanti di origine diffusa, ed una notevole valenza da un punto di vista agronomico. Infatti esse rappresentano importanti “aree rifugio” per organismi (soprattutto insetti) antagonisti dei parassiti delle colture agricole, contribuendo a ridurre l’utilizzo di biocidi.

Inoltre, dal punto di vista conservazionistico, tali elementi contribuiscono ad aumentare l’offerta territoriale in termini di habitat favorevoli a specie animali selvatiche presenti nei siti (Elaphe quatuorlineata, Zamenis situla, Testudo hermanni). La loro creazione infatti consente l’incremento della eterogeneità di matrici agricole fortemente omogenee per la prevalenza di monocolture intensive, con conseguente miglioramento della loro permeabilità alla naturalità (biodiversità animale e vegetale), contribuendo alla continuità ecologica di tali ambienti antropizzati con quelli a minore grado di semplificazione. La presenza di siepi, inoltre, consente di ridurre l’uso di biocidi nella pratica agricola.

L’implementazione dell’azione prevista passerà attraverso un coinvolgimento diretto di tutti gli agricoltori, allevatori e proprietari terrieri della zona interessata dal Progetto, in modo da ottenere benefici atti ad assicurare il migliore risultato sotto il punto di vista dell’incremento della biodiversità nei terreni agricoli, quanto di coinvolgimento personale degli attori economici che sul territorio operano, traggono il loro sostentamento e vivono a stretto contatto con l’agro-ecosistema.
“Positivo il bilancio – ha concluso il presidente Stella – della sensibilizzazione del territorio: Arupa entra nelle scuole con l’educazione ambientale, mentre si fa promotore di iniziative di rete locale tra attori economici, istituzionali e sociali per la concreta realizzazione delle azioni previste”.

martedì 3 aprile 2012

Capovaccai in Basilicata



Una delle ultime coppie di capovaccaio presenti in Italia è tornata anche quest'anno in Basilicata. La documentazione di un accoppiamento, effettuata uno dei giorni scorsi dopo lunghe ore di appostamento e da lunga distanza, è segno di speranza per il futuro di questa specie che rischia di scomparire dal nostro Paese se non si attuano interventi di tutela e conservazione. Quest'anno il numero preciso delle coppie riproduttive in Italia non è ancora noto ma quasi certamente sarà compreso tra le 5 e le 10 coppie distribuite in 3-4 regioni del sud (Basilicata, Calabria, Puglia e Sicilia). A fine stagione riproduttiva forse ne sapremo qualcosa in più, nella speranza che vi siano osservazioni interessanti! Si prega coloro che effettuano osservazioni di capovaccai in Basilicata a collaborare nella raccolta di dati e a comunicarlo (specificando ogni dettaglio utile come località, data, orario, comportamento, ecc.) all'indirizzo: matteo.visceglia@alice.it I dettagli sui luoghi dell'osservazione saranno conservati e per motivi di tutela non saranno divulgati.
La raccolta dei dati e le iniziative di studio e conservazione sono effettuati in collaborazione e coordinamento con le associazioni ALTURA (Associazione per la Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti), CERM (Centro Rapaci Minacciati) e LIPU (Lega Italiana Protezione Uccelli) che stanno svolgendo attività di monitoraggio e conservazione anche in altre regioni italiane.

lunedì 2 aprile 2012

Ancora l'Upupa


Riserva Naturale di San Giuliano, 2 aprile 2012