martedì 29 maggio 2012
Borraccina bianca
Sedum album L. Borracina bianca
Famiglia: Crassulaceae
Parco Regionale di Gallipoli Cognato, 1000 m, maggio 2012
Su muschio avvolgente grandi massi.
sabato 26 maggio 2012
A proposito di tutela dei falchi grillai...
venerdì 25 maggio 2012
Nota di Città Plurale sulla questione energetica
Le copie riescono peggio dell’originale. È quanto è accaduto
con il novello assessore alle attività produttive: Marcello Pittella.
Già lo scorso anno vedeva come risolutivo dei problemi connessi al ciclo dei rifiuti l’incenerimento ed auspicava la messa in funzione del vecchio rottame di Pallareta oltre alla opportuna valorizzazione di Fenice, eppure su questo ultimo egli era già a conoscenza dell’indagine in corso e dell’inquinamento delle falde sotterranee prodotto.
Adesso nella sua campagna di ricognizione tra i consorzi industriali non ha mancato di dire la propria con molta approssimazione. Ha fatto riferimento al “Sole per le industrie”. Intende, cioè, riutilizzare i terreni industriali per impiantarvi campi di fotovoltaico; se quei terreni non servono più a scopi industriali e la cosa desta molte perplessità, ritornino all’agricoltura e, comunque, vanno bonificati.
L’Ufficio Energia è in capo al Dipartimento affidato alle cure dell’assessore Pittella. Alla fatidica data del 15 Gennaio 2011 ricevette vagonate di richieste per realizzare impianti utili alla produzione di energia da fonti rinnovabili-FER- e che superavano le già abbondanti previsioni contemplate nel Piear – Piano Energetico Regionale-.
ll Piear prevedeva 1700 MW di potenza per impianti da realizzare e di questi: 990 MW da eolico, 360 MW da fotovoltaico, 50 MW da biomasse, 50 MW da idroelettrico, 250 MW SEL e distretto energetico. Le domande presentate sommarono, invece, ad un totale di 6562 MW; la parte da leone la fece l’eolico per 5840 MW . Il fotovoltaico si fermò a 657 MW ma il recente decreto sulle liberalizzazioni ha eliminato gli incentivi per gli impianti realizzati a terra nei terreni agricoli è da ritenere, perciò, che la quota possa non essere raggiunta.Vi sono, poi 65 MW per le biomasse ma anche qui, per fortuna, nell’ambito del conto energia viene meglio circostanziato il tipo di contributo favorendo le biomasse di origine biologica ed equiparando il contributo a quello più basso se si fa ricorso anche ai rifiuti ed in più si esalta l’approvvigionamento di prossimità della materia prima con riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Resta da determinare la ricaduta del decreto cd. Burden sharing sulla Basilicata. Il predetto decreto assegna delle quote a ciascuna Regione da raggiungere entro il 2020 l’obbiettivo è quello di ottenere il 17% di energia dalle FER. Alla Basilicata è stato assegnato un obbiettivo che prevede un incremento del 33%, la valutazione non riguarda solo la produzione di energia elettrica ma anche l’energia utile alla mobilità e per la produzione di calore, complessivamente l’elettrico concorre solo per il 30% sul totale. Fatte queste doverose premesse come ci mettiamo con le domande di parchi eolici che nulla hanno che vedere con l’autoconsumo o con produzione di energia termica e che, sulla base delle domande,insistono sul territorio lucano per ben 2.290 torri,con altezza media di 150 Mt? E’ da dire che non abbiamo neppure il piano paesaggistico. Con questi presupposti significa che siamo pronti a devastare buona parte dei nostri crinali.la dorsale Est della Basilicata risulta essere quella più aggredita partendo da Melfi dove vi sono domande per ben 179 Torri, si va a Lavello con 126, Montemilone con 78,Palazzo S. Gervasio 93, Genzano 148, Irsina 81 fino ad arrivare a Matera con 45.Per brevità non elenchiamo tutti gli altri Comuni ma diciamo che nessuno è estraneo all’invasione delle torri eoliche, lo sono solo i comuni della fascia costiera del metapontino che potrebbero essere interessati da impianti off-shore ,in mare. Lo stesso paesaggio collinare che si osserva da Matera in direzione della Val Basento potrebbe vedere una ulteriore implementazione di torri che andrebbe oltre il raddoppio.Siamo i primi a reclamare lo sviluppo delle energie rinnovabili, il futuro è rinnovabile e non fossile. Ma non ci sta bene che in nome degli incentivi si vada a compromettere il territorio.La criticità dei “parchi eolici”è evidenziata anche dal fatto che per innalzare ciascuna pala, ad esempio, sarebbe necessaria una piazzola di cantiere di 1.800 metri quadri, con una base pari a due campi da calcetto. Sarebbe un macro insediamento industriale in aree idrogeologicamente problematiche, paesaggisticamente di pregio, naturalisticamente rilevanti e fortemente attrattive per il turismo. La Regione ed il Dipartimento diretto dall’Ass. Pittella devono fare chiarezza attraverso pubbliche conferenze andando oltre il singolo comune ed esponendo il quadro nella sua interezza.
Pio Abiusi – Città Plurale Matera
Già lo scorso anno vedeva come risolutivo dei problemi connessi al ciclo dei rifiuti l’incenerimento ed auspicava la messa in funzione del vecchio rottame di Pallareta oltre alla opportuna valorizzazione di Fenice, eppure su questo ultimo egli era già a conoscenza dell’indagine in corso e dell’inquinamento delle falde sotterranee prodotto.
Adesso nella sua campagna di ricognizione tra i consorzi industriali non ha mancato di dire la propria con molta approssimazione. Ha fatto riferimento al “Sole per le industrie”. Intende, cioè, riutilizzare i terreni industriali per impiantarvi campi di fotovoltaico; se quei terreni non servono più a scopi industriali e la cosa desta molte perplessità, ritornino all’agricoltura e, comunque, vanno bonificati.
L’Ufficio Energia è in capo al Dipartimento affidato alle cure dell’assessore Pittella. Alla fatidica data del 15 Gennaio 2011 ricevette vagonate di richieste per realizzare impianti utili alla produzione di energia da fonti rinnovabili-FER- e che superavano le già abbondanti previsioni contemplate nel Piear – Piano Energetico Regionale-.
ll Piear prevedeva 1700 MW di potenza per impianti da realizzare e di questi: 990 MW da eolico, 360 MW da fotovoltaico, 50 MW da biomasse, 50 MW da idroelettrico, 250 MW SEL e distretto energetico. Le domande presentate sommarono, invece, ad un totale di 6562 MW; la parte da leone la fece l’eolico per 5840 MW . Il fotovoltaico si fermò a 657 MW ma il recente decreto sulle liberalizzazioni ha eliminato gli incentivi per gli impianti realizzati a terra nei terreni agricoli è da ritenere, perciò, che la quota possa non essere raggiunta.Vi sono, poi 65 MW per le biomasse ma anche qui, per fortuna, nell’ambito del conto energia viene meglio circostanziato il tipo di contributo favorendo le biomasse di origine biologica ed equiparando il contributo a quello più basso se si fa ricorso anche ai rifiuti ed in più si esalta l’approvvigionamento di prossimità della materia prima con riduzione delle emissioni di gas a effetto serra. Resta da determinare la ricaduta del decreto cd. Burden sharing sulla Basilicata. Il predetto decreto assegna delle quote a ciascuna Regione da raggiungere entro il 2020 l’obbiettivo è quello di ottenere il 17% di energia dalle FER. Alla Basilicata è stato assegnato un obbiettivo che prevede un incremento del 33%, la valutazione non riguarda solo la produzione di energia elettrica ma anche l’energia utile alla mobilità e per la produzione di calore, complessivamente l’elettrico concorre solo per il 30% sul totale. Fatte queste doverose premesse come ci mettiamo con le domande di parchi eolici che nulla hanno che vedere con l’autoconsumo o con produzione di energia termica e che, sulla base delle domande,insistono sul territorio lucano per ben 2.290 torri,con altezza media di 150 Mt? E’ da dire che non abbiamo neppure il piano paesaggistico. Con questi presupposti significa che siamo pronti a devastare buona parte dei nostri crinali.la dorsale Est della Basilicata risulta essere quella più aggredita partendo da Melfi dove vi sono domande per ben 179 Torri, si va a Lavello con 126, Montemilone con 78,Palazzo S. Gervasio 93, Genzano 148, Irsina 81 fino ad arrivare a Matera con 45.Per brevità non elenchiamo tutti gli altri Comuni ma diciamo che nessuno è estraneo all’invasione delle torri eoliche, lo sono solo i comuni della fascia costiera del metapontino che potrebbero essere interessati da impianti off-shore ,in mare. Lo stesso paesaggio collinare che si osserva da Matera in direzione della Val Basento potrebbe vedere una ulteriore implementazione di torri che andrebbe oltre il raddoppio.Siamo i primi a reclamare lo sviluppo delle energie rinnovabili, il futuro è rinnovabile e non fossile. Ma non ci sta bene che in nome degli incentivi si vada a compromettere il territorio.La criticità dei “parchi eolici”è evidenziata anche dal fatto che per innalzare ciascuna pala, ad esempio, sarebbe necessaria una piazzola di cantiere di 1.800 metri quadri, con una base pari a due campi da calcetto. Sarebbe un macro insediamento industriale in aree idrogeologicamente problematiche, paesaggisticamente di pregio, naturalisticamente rilevanti e fortemente attrattive per il turismo. La Regione ed il Dipartimento diretto dall’Ass. Pittella devono fare chiarezza attraverso pubbliche conferenze andando oltre il singolo comune ed esponendo il quadro nella sua interezza.
Pio Abiusi – Città Plurale Matera
giovedì 24 maggio 2012
mercoledì 23 maggio 2012
Rassegna stampa 21 e 22 maggio 2012
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domenica 20 maggio 2012
Gruccioni
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giovedì 17 maggio 2012
Falchi grillai al dormitorio: censimento 2012
MONITORAGGI
FAUNISTICI: MATERA SI CONFERMA ANCHE NEL 2012 LA CITTA’ CHE OSPITA LA
COLONIA DI FALCHI GRILLAI PIU’ GRANDE ED IMPORTANTE A LIVELLO MONDIALE. UN MOTIVO IN PIU’ PER ASSICURARE TUTELA E PROTEZIONE AD UNO
DEI RAPACI PIU’ STRAORDINARI E CARATTERISTICI DELLA FAUNA LUCANA
Alcuni grillai in arrivo al dormitorio |
Nei giorni 28 e
29 aprile in vari comuni di Puglia e Basilicata sì è svolto l'annuale
censimento dei falchi grillai al dormitorio serale con la partecipazione di
oltre 60 volontari in rappresentanza di 20 organismi.
L'importanza di
questa iniziativa, organizzata dalla LIPU di Gravina con il sostegno del Parco
Nazionale dell'Alta Murgia è legata alla possibilità di stimare il numero dei
grillai in periodo preriproduttivo e calcolare indirettamente il numero delle
coppie presenti nel maggiore areale italiano.
I risultati
ottenuti sono molto interessanti e confermano una situazione piuttosto stabile
della popolazione appulo-lucana con tendenza all'aumento in alcuni casi.
Il conteggio ha
infatti permesso di censire circa 12 mila esemplari distribuiti su 15 colonie
urbane. Alcune colonie sono risultate composte da pochi individui mentre altre,
superiori alle mille unità, rappresentano una vera e propria roccaforte della specie come Matera, Altamura,
Minervino, Santeramo e Gravina. Queste cinque colonie concentrano dunque oltre
l'80% della popolazione dell'Italia peninsulare. Tra queste Matera si conferma
quella più grande in assoluto con 3200-3300 esemplari divisi su due dormitori
urbani.
A livello
generale si nota dunque un sensibile incremento della popolazione delle due
regioni, che passa complessivamente dai 10 mila esemplari del 2003 ai 12 mila
di quest'anno.
Anche nel 2010 e
2011, anno in cui si è svolto un analogo censimento con stessa copertura di
volontari e organizzazione, le stime erano rispettivamente di circa
10.000-11.000 grillai.
Il Responsabile
del Centro Provinciale Recupero Rapaci Matteo Visceglia, che da alcuni anni
partecipa ai monitoraggi dei grillai lucani, dichiara:
"In
Basilicata è stato possibile censire i dormitori di Matera, Montescaglioso e
Pisticci rilevando un numero complessivo di circa 3700 esemplari. Alcune altre
colonie della provincia si spera possano essere monitorate nei prossimi anni,
con una più capillare rete di collaboratori. Complessivamente la situazione è risultata comunque positiva
ed in incremento. La motivazione di ciò è dovuta a più fattori, primo fra tutti
la buona condizione del territorio in cui vivono i grillai e delle aree
trofiche ma anche il fatto che nei siti urbani di nidificazione si stanno
gradualmente migliorando le condizioni di ospitalità e di reperimento delle
cavità adatte, sta crescendo la sensibilità dei cittadini che determina un
maggior rispetto della specie associato al salvataggio di centinaia di esemplari
in difficoltà che il nostro Centro Recupero provvede a curare e rimettere in
libertà. Non secondario è stato il ruolo dei progetti dedicati alla
salvaguardia del Grillaio tra cui il Progetto Europeo LIFE Natura “Rapaci
Lucani” che ha rappresentato una svolta positiva in Basilicata per la tutela
della specie sia per le numerose azioni di divulgazione e sensibilizzazione sia
anche attraverso la collocazione di oltre 600 nidi artificiali, nei soli centri
di Matera e Montescaglioso, adatti
per favorire una nidificazione meno esposta a rischi".
Il Coordinatore del censimento Pino Giglio della LIPU BirdLife afferma:
"Anche
quest'anno siamo riusciti ad organizzare un importante evento dalla
connotazione non solo scientifica ma anche divulgativa e con ampia
partecipazione di volontari che non ha eguali in Italia. I risultati confermano
come negli anni scorsi sia stato fatto un buon lavoro dalla LIPU, dagli enti
locali, dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia, dall'Osservatorio Faunistico
Regionale della Regione Puglia e dal Centro Recupero Rapaci della Provincia di
Matera. La popolazione più grande d’Italia si trova a cavallo tra Basilicata e Puglia perciò siamo convinti che si
debba sempre garantire ogni tipo tutela per questa specie di importanza
internazionale e chiediamo che i vari enti interessati, al di là dei limiti
geografici ed amministrativi, come
gli enti parco, i comuni e le province direttamente interessati si impegnino
con più costanza e regolarità per far sì che il falco grillaio sia uno dei simboli della natura lucana e pugliese capace non solo di
rappresentare l'elevata biodiversità dei luoghi ma anche di rafforzare e
stimolare il turismo naturalistico nelle nostre regioni".
Falco grillaio |
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mercoledì 16 maggio 2012
venerdì 11 maggio 2012
Quattro pulli di cicogna nera nati tra le Dolomiti lucane
“Triplo fiocco rosa nel parco di Gallipoli Cognato. Sono nati tre “pulli” di cicogna nera”. La notizia è stata data dal presidente del parco, Rocco Luigi Lombardi, ma è già datata: i fiocchi rosa sono nella realtà quattro. La web camera posizionata davanti al nido ha svelato la presenza di un quarto piccoli di cicogna “lucana”, che ha schiuso il suo uovo in ritardo, probabilmente per fare notizia tutta per sé, spiazzando la stessa comunicazione ufficiale. Chi si volesse collegare in diretta sul nido della cicogna nera, può farlo dalla pagina web www.cicognaparcogallipoli.it La notizia è, come si dice in gergo giornalistico, da prima pagina, non perché una volta tanto la cicogna ha pensato a se stessa e non agli umani, ma perché la specie nera di questo elegante uccello è una rarità ornitologica che per condizioni di habitat favorevoli (al contrario della cicogna bianca che nidifica in aree urbane, la nera preferisce essere ben lontana dalle attività antropiche), su dieci coppie nidificanti in Italia, ben sei hanno scelto la Basilicata e, per l’esattezza, un’area specifica del parco di Gallipoli Cognato. Il progetto è coordinato da Egidio Mallia e ha come collaboratore esterno il naturalista Matteo Visceglia. è un progetto attivo dallo scorso febbraio e prevede un monitoraggio di due anni sulla distribuzione e status della Cicogna nera, uno degli uccelli nidificanti nel nostro territorio, ma tra i più minacciati in Italia, “al fine di ottenere un contributo alla conoscenza di questa rara e straordinaria specie”, si legge nella nota ufficiale dell’ente. Il quale ente, questa volta, a differenza del precedente annuncio dell’avvio dello studio di monitoraggio, fa a meno di citare che lo sponsor della ricerca scientifica è la multinazionale mineraria Total, cosa che suscitò un vespaio di polemiche. La multinazionale francese ha specifici e diretti interessi per un’istanza di ricerca, la “Oliveto Lucano”, confinante col Parco, e con il rischio che la ricerca e le future perforazioni avvengano anche all’interno del parco o nei suoi immediati confini, magari infastidendo la stessa cicogna nera e generando una convivenza contraddittoria: da un lato la protezione dell’Appennino lucano e dall’altro il suo sfruttamento intensivo. Forse occorreva predisporre un’ampia fascia di garanzia tra i confini del parco e quelli del permesso di ricerca Total. Il lieto evento è stato registrato, per la prima volta in Italia, alle 7.24, quando in Basilicata è, come dice Lombardi, “letteralmente arrivata la cicogna sulle nostre stupende Dolomiti lucane”.
Enzo Palazzo - La Gazzetta del Mezzogiorno 11 maggio 2012
mercoledì 9 maggio 2012
Concluso il Campo sulla migrazione dei rapaci nella Riserva dei Calanchi di Montalbano
Foto: Donato Lorubio |
Tra il 28 Aprile
e il 6 Maggio 2012 l’associazione Lanius
ha condotto come previsto il “Primo Campo di osservazione per la migrazione dei
Rapaci” nella Riserva Naturale dei Calanchi di Montalbano.
I rilievi sono
stati effettuati tutti i giorni a partire dalle 8.30-8.45 fino alle 18.30-19.00
da Donato Lorubio, Egidio Fulco, Alfredo Vilmer Sabino, Mirella Campochiaro e
Gianluca Costantini.
Il campo
ricordiamo ha avuto l’obiettivo di verificare l’effettivo transito di rapaci
migratori attraverso il territorio montalbanese, così come suggerito dalle
osservazioni condotte in maniera sporadica negli anni scorsi.
I risultati sono
stati entusiasmanti: nelle nove giornate di rilievi sono state censiti
complessivamente 1232 rapaci in
migrazione, quasi tutti osservati lungo la direttrice Sud-Nord.
La specie
largamente più rappresentata è stato il Falco pecchiaiolo (Pernis apivorus) con oltre 1000 individui osservati, tuttavia non
sono mancate altre osservazioni di notevole interesse tra cui spiccano 2
Albanelle pallide (Circus macrourus)
e 1 Poiana codabianca (Buteo rufinus),
specie distribuite in Europa orientale presenti come migratrici scarse nel nostro Paese.
Di un certo
interesse anche l’osservazione di 58 Falchi cuculi (Falco vespertinus), 7 Lodolai (Falco subbuteo) e soprattutto di 3 Grifoni (Gyps fulvus), osservati in transito verso Nord-Est.
I responsabili
del progetto Donato Lorubio ed Egidio Fulco hanno dichiarato: “Questa ricerca,
prima nel suo genere in Basilicata, ha sottolineato ulteriormente l’importanza della
Riserva dei Calanchi di Montalbano per la conservazione della biodiversità
ornitica. Al momento il progetto è svolto in maniera del tutto volontaria, cosa
che provoca non pochi problemi logistici; tuttavia ci auguriamo di proseguire
nella raccolta dei dati anche nei prossimi anni, utilizzando una finestra
temporale più ampia in modo da monitorare per intero il flusso di rapaci
migratori in questo sito e stabilire una stazione fissa di monitoraggio, così
come già avviene in altre realtà Italiane”.
I risultati di
questo primo campo di osservazione saranno presentati il 2 Giugno p.v. in un
evento pubblico presso la sala consiliare del Comune di Montalbano Jonico.
Provincia: approvato il Piano di forestazione 2012
“Nel corso dell’ultimo decennio le azioni nel settore forestale – ha dichiarato l’assessore al ramo, Angelo Garbellano - hanno assunto un ruolo sempre più importante nell’ambito delle politiche per lo sviluppo rurale e regionale, con una visione orientata alla multifunzionalità, oltre che alla produzione di materie prime rinnovabili. Il ruolo delle foreste, nella tutela dell’ambiente e delle risorse naturali, oltre che nella protezione del territorio e del paesaggio, sta diventando progressivamente sempre più importante. Ed è in questo contesto che il Piano di forestazione, inteso come strumento programmatorio in grado di pianificare e regolamentare le attività forestali, diventa indispensabile.”
“Con un importo di oltre 274 mila euro il Piano – ha evidenziato l’assessore Garbellano - si prefigge i seguenti obiettivi: gestione e tutela del patrimonio forestale e delle aree verdi; la lotta al dissesto idrogeologico; la compensazione ambientale e la prevenzione degli incendi boschivi. I cantieri, che prenderanno il via lunedì 14 maggio, riguarderanno: la città di Matera, Bosco Timmari, la riserva di S. Giuliano e il bosco di Lucignano. Si attueranno interventi per il rimboschimento, completati con recinzioni idonee a tutelare il patrimonio verde; per la lotta antincendio dal 1° luglio al 15 settembre la squadra di Pronto intervento della Provincia sarà dislocata presso la Riserva di San Giuliano; si effettuerà manutenzione stradale, delle opere accessorie e delle sistemazioni idraulico-forestali e delle vecchie mulattiere.”
martedì 8 maggio 2012
Un progetto sulla Cicogna nera nel Parco di Gallipoli Cognato
Un progetto di monitoraggio e tutela della Cicogna nera (Ciconia nigra) è
stato avviato nel 2012 all’interno del Parco. Il progetto, della durata
di due anni, prevede un monitoraggio regolare in tutto il territorio
protetto, anche attraverso telecamere dedicate. Per maggiori
informazioni e per vedere in diretta le immagini della cicogna nera,
consultare www.cicognaparcogallipoli.it
martedì 1 maggio 2012
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