domenica 30 giugno 2013
giovedì 27 giugno 2013
Conferenza stampa a Matera sul problema dell'eolico selvaggio in Basilicata
L’attuazione del PIEAR
(Piano Energetico Regionale) di Basilicata, che assegna ai “parchi eolici” di
grande dimensione, la produzione dei 2/3 del burden sharing regionale di energia da fonti rinnovabili, ha fatto esplodere la contraddizione
insita in tale scelta di politica energetica: dall’energia da combustibili
fossili (risorsa non rinnovabile), si passa ad energia da impianti eolici che consumano
paesaggio, anch’esso risorsa non rinnovabile.
In Basilicata (ma il discorso vale per molte altre regioni italiane), praticamente tutto il territorio regionale potrebbe essere occupato da selve di pali eolici, dall’altezza media equivalente a quella di un palazzo di cinquanta piani. Si tratterebbe della compromissione di aree ad alto valore paesaggistico, fra le quali proprio quelle individuate nell’Atto di Indirizzo per il corretto Inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale, emanato con delibera di Giunta Regionale di Basilicata n°2920 del 13/12/2004!
Matera, 25 giugno 2013
Le Associazioni
In Basilicata (ma il discorso vale per molte altre regioni italiane), praticamente tutto il territorio regionale potrebbe essere occupato da selve di pali eolici, dall’altezza media equivalente a quella di un palazzo di cinquanta piani. Si tratterebbe della compromissione di aree ad alto valore paesaggistico, fra le quali proprio quelle individuate nell’Atto di Indirizzo per il corretto Inserimento degli impianti eolici sul territorio regionale, emanato con delibera di Giunta Regionale di Basilicata n°2920 del 13/12/2004!
Un’operazione miope e sciagurata,
contro la quale tutte le Associazioni che sottoscrivono il presente comunicato
vogliono mobilitare la società civile, e richiamare l’attenzione dei
consiglieri regionali e di tutto il mondo politico lucano. Un’operazione frutto
avvelenato di una politica che non ha stabilito regole di valutazione delle
trasformazioni territoriali e che ha consentito l’approvazione di un Piano
Energetico Regionale che non tutela il paesaggio, visto che rinvia ai Piani
Paesaggistici (ancora inesistenti!) l’individuazione dei crinali di valore
elevato, ma nel frattempo autorizza l’indiscriminata occupazione del
territorio, con la conseguenza di sconvolgere, e cambiare per sempre, i
connotati del paesaggio lucano.
Le Associazioni sottoscritte hanno
promosso una conferenza stampa,aperta al pubblico, per sabato 29 giugno alle
ore 10,30 presso l’ex convento di SS Lucia e Agata, Porta Pistola, sasso
caveoso a Matera, città emblema, insieme con Orvieto, di questa sacrosanta
battaglia di difesa del paesaggio.
Le Associazioni chiedono al
Consiglio Regionale di fermare l’infernale macchina delle Conferenze di
Servizio programmate, e contestualmente di aggiornare
il Piano Energetico sulla base dei criteri nazionali (Linee Guida – DM
10/09/2010) e del citato Atto (che non più in vigore, va assolutamente in gran
parte recuperato per le ampie tutele che prevedeva), in maniera da individuare
le aree non idonee per l’installazione delle centrali eoliche. In parallelo il
medesimo aggiornamento dovrà segnare una decisa virata della politica
energetica regionale, dalla previsione di “grandi impianti”, fotovoltaici ed eolici, alla incentivazione di micro-impianti di “autoproduzione”, integrati nelle residenze, nei servizi pubblici, nelle attività
produttive agricole, artigianali, industriali, ecc. (la cui realizzazione
potrebbe attivare, essa sì, un significativo comparto produttivo regionale), ed
alla incentivazione, in linea con le recenti scelte di politica nazionale, di
interventi di “contenimento” dei consumi energetici, che risparmiano energia,
ma non consumano nulla, paesaggio compreso!
Quindi non una generica moratoria
ma un adeguato, severo ed illuminato aggiornamento dei criteri di gestione del
territorio lucano ai fini della produzione di energia da fonti rinnovabili.
Altresì le Associazioni richiamano
la politica nazionale a un urgente
atto di responsabilità nei confronti della collettività e dei valori
territoriali che rischiano di essere alienati per sempre: rimuovere gli
incentivi ai nuovi impianti eolici, ormai gravemente autorizzati sui terreni
agro-pastorali, e tassare le grandi rendite garantite per 15 anni (ora per 20!)
a quelli realizzati, che in tempi di crisi sarebbe un mero atto di giustizia.
Matera, 25 giugno 2013
Le Associazioni
§
Italia
Nostra
§
Istituto
Nazionale di Urbanistica
§
Altura
§
Amici
della Terra
§
LIPU
§
Comitato
Nazionale contro Fotovoltaico ed Eolico nelle aree verdi e naturali.
Associazioni
e/o Comitati che, pur non potendo materialmente partecipare alla conferenza, aderiscono
al comunicato e lo sottoscrivono:
-Comitato
Nazionale del Paesaggio
-Comitato
Difesa Paesaggio Carmignano
-Comitato
Ambiente Paesaggio Salute Sicurezza
-Osservatorio
Molisano Legalità
-Rete
molisana dei crinali
-Natura e
Psiche, Nazionale
-Comitato
Ariacheta,San Godenzio – Firenze
-Salviamo il
Paesaggio
-Comitato
Alta Valle del Sillaro
-Salvatore
Tolone Azzariti
-Associazioni
ambientaliste e comitati dell’orvietano
-Coordinamento
umbro sulle rinnovabili
-Comitato
tutela ambientale e del paesaggio Castel Rio e Firenzuola
-Associazione
Culturale Officine Frida Matera
-Comitato
Diritto alla Salute Lavello
-Comitato
Monte Faggiola Fiorenzuola
-Comitato
per la Salvaguardia del Territorio di Zeri (MS)
-Comitato
Prato Barbieri-Bettola (PC)
-Consorzio
rurale Noce –Cazuccone –Ferriere (PC)
Oltre a
tantissimi comitati, associazioni , personalità, che faranno giungere le loro
adesioni in queste ore
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giovedì 20 giugno 2013
Storie a lieto fine al CRAS: la sorpresa di piccoli ricci nati da genitori ricoverati
Due ricci debilitati dalla fame e dall'ipotermia e notevolmente sottopeso raccolti nel materano lo scorso autunno-inverno (uno a ottobre e l'altro a dicembre) sono stati curati e allevati presso il CRAS di San Giuliano con l'obiettivo di salvarli e di liberarli nella primavera successiva, una volta raggiunto il peso e la vitalità ottimale. Durante la permanenza nelle strutture sono stati allevati cercando di evitare ogni forma di imprinting e di legame all'uomo, fattore indispensabile per il loro successivo rilascio in natura. Ma durante la loro permanenza, viste le ottime condizioni in cui sono stati allevati e grazie alla buona salute raggiunta, hanno pensato bene di metter su famiglia regalandoci così la sorpresa di vedere in primavere la famiglia cresciuta. Hanno infatti dato alla luce 4 cuccioli che sono stati allevati da mamma riccio con amorevoli cure e attenzione grazie al cibo che veniva fornito quotidianamente dagli operatori del CRAS. Nei giorni scorsi, vista la buona salute dei giovani ricci e della madre è stato deciso di restituire loro la libertà. Ieri dopo il tramonto è stato lasciato aperto il box che li ha ospitati e felicemente nella notte si sono dileguati lasciando la ciotola del cibo vuota. Ogni sera il CRAS continuerà a mettere a disposizione del cibo nel caso in cui dovessero ritornare e averne ancora bisogno...
Ci piace raccontare ogni tanto piccole storie di ordinaria quotidianità di una una struttura, il Centro Recupero Animali Selvatici, che lavora 365 giorni all'anno e in silenzio per salvare centinaia di animali selvatici protetti ma che ancora non viene apprezzata e sostenuta adeguatamente dagli enti competenti. Da gennaio ad oggi sono quasi un centinaio gli esemplari presi in consegna dal CRAS per le necessarie cure e molti di essi sono ancora ospitati in attesa di liberazione. Da ora in avanti ne arriveranno altrettanti, in particolare falchi grillai ed altre specie, e solo con grande sacrificio si riuscirà a salvarne e liberarne il più possibile.
Vogliamo ringraziare pubblicamente un nutrito gruppo di visitatori di Miglionico (adulti e bambini accompagnati dalla Proloco e dalla Cooperativa Vita Alternativa) che domenica scorsa dopo aver visitato il CRAS ha deciso di contribuire con una piccola somma alle spese quotidiane. Un gesto semplice ma che rappresenta il riconoscimento per il lavoro che si svolge ogni giorno per permettere a tanti animali di essere salvati e per consentire a tanti visitatori di conoscerli da vicino e ascoltare le straordinarie storie di ognuno di loro, del loro salvataggio e della loro liberazione.
Ci manca il tempo per scrivere di ciò che succede ogni giorno e di parlarvi di tutti gli animali che ospitiamo ma vi assicuriamo che non ci sono due giorni uguali e senza sorprese, con tutti i successi ma anche gli insuccessi.
.
Procede regolarmente l'allevamento dei grillai
A 12 giorni dalla nascita i tre pulcini di grillaio monitorati dalla webcam del CRAS stanno bene nonostante il gran caldo di questi giorni. L'apporto di cibo da parte degli adulti è regolare. Sono soprattutto gli ortotteri che costituiscono la maggior parte della dieta in questo periodo grazie alla grande disponibilità nei campi.
martedì 18 giugno 2013
Il Parco Murgia Materana dice NO alle pale eoliche ai suoi confini
ENTE PARCO DELLA MURGIA MATERANA FERMAMENTE CONTRARIO ALLA REALIZZAZIONE DEL PARCO EOLICO IN LOCALITA’ MATINE
La realizzazione di un parco eolico nel territorio del Comune di Matera in località Matine in prossimità del Parco Archeologico, Storico, Naturale delle Chiese Rupestri del Materano è causa di grave preoccupazione e determina forte allarme per il danno ambientale legato all’alterazione dell’integrità del paesaggio e alla conservazione e protezione dell’avifauna.Il Parco Regionale si pone come obiettivi la protezione degli ecosistemi naturali, la ricostruzione delle comunità biotiche, la conservazione e la valorizzazione dell’habitat rupestre, nonché la tutela di tutte le emergenze paesaggistiche, geologiche, speleologiche, storiche, preistoriche e culturali presenti nell’area protetta e la realizzazione di queste pale eoliche, infatti, pur insistendo al di fuori dei confini del parco, risulta invasiva per l’ambiente circostante a causa delle conseguenti alterazioni permanenti che comporta sullo stato naturale delle aree limitrofe al parco, ciò non solo per l’evidente impatto visivo ma, soprattutto, per la particolare connotazione morfologica, storica-culturale e naturalistica-ambientale di tutta la zona adiacente. Pertanto, il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco, pur non essendo competente al di fuori dei propri confini, nella seduta dell’undici giugno, ha espresso forte contrarietà alla realizzazione di tali manufatti e si unisce all’allarme lanciato dal Presidente dell’Ente in quanto questo parco eolico è stato previsto in un’area a stretto ridosso di valenze paesaggistico-ambientali, storiche e culturali di assoluto pregio.Il Consiglio Direttivo dell’Ente Parco si è attivato immediatamente richiedendo l’acquisizione di pareri legali e tecnico-scientifici in ordine all’impatto che il parco eolico in località Matine potrebbe determinare sui beni oggetto di specifica tutela da parte dell’Ente Parco della Murgia Materana (ambiente, paesaggio, fauna, flora, ecc.), al fine di intraprendere ogni possibile azione finalizzata ad evitare la deturpazione del paesaggio.Rammarica, inoltre, il fatto che in merito a tali questioni relative a problematiche inerenti la qualità del paesaggio, l’Ente Parco non sia stato preventivamente interpellato al fine di attivare un utile confronto.
Il Consiglio Direttivo
dell’Ente Parco della Murgia Materana
lunedì 17 giugno 2013
Eolico Basilicata: rassegna stampa
Urbanisti ed ambientalisti in allarme per l'invasione delle pale eoliche che minaccia di cambiare per sempre il profilo della Basilicata, senza risparmiare di Matera, nota nel mondo per i "Sassi", i caratteristici rioni in tufo dichiarato patrimonio dell'umanità dall'Unesco. A mettere a rischio il territorio lucano sono i 10 nuovi Parchi eolici (con opere connesse e infrastrutture di servizio) appena autorizzati dalla giunta regionale, due solo a Matera, ciascuno della potenza di 30 megawatt, per un totale di 26 aerogeneratori.
Guerra Comune-Regione
Tra i più contestati, il progetto della società Zefiro, autorizzata ad installare 17 pale in località "Matine", a valle dei "Sassi", che ha dato il via ad una guerra tra il Comune di Matera e la Regione, che rivendica il rispetto delle procedure e accusa l'Ente locale di non aver partecipato alla Conferenza di servizi convocata per il confronto sull'opera tra gli enti interessati. A sostegno del Comune si sono schierati al momento l'Istituto nazionale di Urbanistica, che sottolinea l'impatto visivo molto forte dei nuovi impianti, e il Parco della Murgia Materano, anche se la localizzazione all'esterno delle aree vincolate o protette presenti in zona rende difficile sostenere la battaglia per bloccare la costruzione del nuovo parco eolico. Nell'area materana autorizzato anche un secondo parco in Località "Le Reni", con 9 pale.
Tra i più contestati, il progetto della società Zefiro, autorizzata ad installare 17 pale in località "Matine", a valle dei "Sassi", che ha dato il via ad una guerra tra il Comune di Matera e la Regione, che rivendica il rispetto delle procedure e accusa l'Ente locale di non aver partecipato alla Conferenza di servizi convocata per il confronto sull'opera tra gli enti interessati. A sostegno del Comune si sono schierati al momento l'Istituto nazionale di Urbanistica, che sottolinea l'impatto visivo molto forte dei nuovi impianti, e il Parco della Murgia Materano, anche se la localizzazione all'esterno delle aree vincolate o protette presenti in zona rende difficile sostenere la battaglia per bloccare la costruzione del nuovo parco eolico. Nell'area materana autorizzato anche un secondo parco in Località "Le Reni", con 9 pale.
110 aereogeneratori per 220 megawatt
L'elenco dei nuovi parchi eolici approvati del Dipartimento Attività produttive della Regione a fine maggio e deliberati dalla Giunta in seguito alla Conferenza dei servizi prevede nel complesso oltre 110 aerogeneratori per un totale di 220 megawatt di produzione da fonte rinnovabile eolica. Oltre a quelli di Matera, altri impianti sono previsti nei Comuni di Banzi e di Genzano (15 aerogeneratori da 30 Mw) e a Melfi per un totale di 29 pale e 63 Mw di potenza. Seguono i Parchi eolici in arrivo nell'area di Tolve (uno da 10 pale, 19,80 Mw, un secondo da 14 torri per 28 Mw). Altri due, infine, sono localizzati tra Banzi e Genzano (un impianto di 5 aerogeneratori da 12 MW, ed altre 7 pale per 21 Mw).
L'elenco dei nuovi parchi eolici approvati del Dipartimento Attività produttive della Regione a fine maggio e deliberati dalla Giunta in seguito alla Conferenza dei servizi prevede nel complesso oltre 110 aerogeneratori per un totale di 220 megawatt di produzione da fonte rinnovabile eolica. Oltre a quelli di Matera, altri impianti sono previsti nei Comuni di Banzi e di Genzano (15 aerogeneratori da 30 Mw) e a Melfi per un totale di 29 pale e 63 Mw di potenza. Seguono i Parchi eolici in arrivo nell'area di Tolve (uno da 10 pale, 19,80 Mw, un secondo da 14 torri per 28 Mw). Altri due, infine, sono localizzati tra Banzi e Genzano (un impianto di 5 aerogeneratori da 12 MW, ed altre 7 pale per 21 Mw).
Istituto di urbanistica sul piede di guerra
Tra i più decisi a difendere l'integrità del "profilo" regionale è l'Inu, preoccupata per la selva di pale dall'altezza media equivalente a quella di un palazzo di cinque piani che potrebbe presto occupare tutti i crinali del territorio. Tra le aree compromesse irrimediabilmente, in caso di costruzione dei Parchi, l'Inu segnala le colline a vigneti del Vulture, le valli del Bradano, del Basento-Cavone, dell'Agri-Sauro, del Sinni. In questo scenario, non aiuta il confronto tra ambientalisti-urbanisti e Regione il fatto che il Consiglio sarà presto sciolto in vista delle elezioni anticipate previste a novembre. Anche per questo, l'Inu sollecita una riduzione immediata della quota di energia assegnata all'eolico trasferendola per quanto possibile al fotovoltaico.
Tra i più decisi a difendere l'integrità del "profilo" regionale è l'Inu, preoccupata per la selva di pale dall'altezza media equivalente a quella di un palazzo di cinque piani che potrebbe presto occupare tutti i crinali del territorio. Tra le aree compromesse irrimediabilmente, in caso di costruzione dei Parchi, l'Inu segnala le colline a vigneti del Vulture, le valli del Bradano, del Basento-Cavone, dell'Agri-Sauro, del Sinni. In questo scenario, non aiuta il confronto tra ambientalisti-urbanisti e Regione il fatto che il Consiglio sarà presto sciolto in vista delle elezioni anticipate previste a novembre. Anche per questo, l'Inu sollecita una riduzione immediata della quota di energia assegnata all'eolico trasferendola per quanto possibile al fotovoltaico.
Il Parco della Murgia preoccupato per il fondale dei "Sassi"
Schierato conto l'invasione delle pale anche il Parco della Murgia Materana, anche se, nel caso di Matera, il Parco eolico al centro delle polemiche sorgerebbe in un'area non vincolata, distante piu' di 2.000 metri dal Sito di Interesse Comunitario ''Gravine di Matera'', esterna anche dal Parco regionale. Ma la foresta di pale, ancora da costruire, allarma i responsabili del Parco, che temono «un grave danno paesaggistico per la percezione complessiva dell'areale del sito Unesco di Matera», perché la quota altimetrica media del sito prescelto per l'installazione, circa 390 metri, è di poco sotto a quella delle località di Murgia Timone e Trasano che, con i loro circa 420 metri, costituiscono il naturale fondale scenico su cui si stagliano i Sassi, patrimonio dell'Unesco.
Schierato conto l'invasione delle pale anche il Parco della Murgia Materana, anche se, nel caso di Matera, il Parco eolico al centro delle polemiche sorgerebbe in un'area non vincolata, distante piu' di 2.000 metri dal Sito di Interesse Comunitario ''Gravine di Matera'', esterna anche dal Parco regionale. Ma la foresta di pale, ancora da costruire, allarma i responsabili del Parco, che temono «un grave danno paesaggistico per la percezione complessiva dell'areale del sito Unesco di Matera», perché la quota altimetrica media del sito prescelto per l'installazione, circa 390 metri, è di poco sotto a quella delle località di Murgia Timone e Trasano che, con i loro circa 420 metri, costituiscono il naturale fondale scenico su cui si stagliano i Sassi, patrimonio dell'Unesco.
Fonte: Il Sole 24 ORE 16 giugno 2013
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-16/basilicata-arrivo-parchi-eolici-182039.shtml?uuid=AbddxU5H&fromSearch
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giovedì 13 giugno 2013
mercoledì 12 giugno 2013
Avvistamento di Lepre italica sul Monte Volturino
Riceviamo e pubblichiamo una interessante segnalazione di Lepre italica.
Alcuni giorni fa, durante i consueti monitoraggi ornitologici, ho avuto la fortuna di incontrare una splendida Lepre italica (Lepus corsicanus) lungo il versante settentrionale del Monte Volturino. Si tratta di un taxonendemico dell’Italia centro-meridionale, sempre più rara anche a causa della competizione con la Lepre bruna (Lepus europaeus), introdotta nel nostro Paese a fini venatori. Recenti indagini hanno verificato la presenza di questa specie soprattutto nelle aree montane della nostra regione, dove frequenta i settori più impervi e accidentati. I caratteri che distinguono la Lepre italica dalla molto simile Lepre bruna sono:
- linea di demarcazione netta tra il bianco del ventre e il fulvo dei fianchi;
- regione della coscia completamente fulva, priva dello “specchio” grigiastro tipico invece della Lepre bruna;
- nuca con colorazione fulva, mentre nella Lepre bruna assume un aspetto grigio-biancastro.
Un ringraziamento ad Egidio Mallia, veterinario esperto nello studio di questa specie, che ha fornito utili indicazioni per il corretto riconoscimento di questo soggetto.
Egidio Fulco
lunedì 10 giugno 2013
Il CFS di Montescaglioso denuncia 10 persone per incendio boschivo colposo
Il rogo aveva distrutto 40 ettari di superficie boschiva, oliveti, frutteti ed altre coltivazioni agrarie
Montescaglioso "Venivano appiccate le fiamme - riporta la nota diffusa oggi dal Corpo Forestale dello Stato di Matera - ad alcuni campi di stoppie ed incolti presenti nella valle del Fiume Bradano, in località “Serra Canneto". A causa della calura e del forte vento di scirocco le fiamme si propagavano rapidamente agli olmi, pioppi, salici, tamerici e lentischi presenti in alveo del fiume Bradano. Ne scaturiva un vasto incendio e, nonostante il pronto intervento delle squadre di Vigili del Fuoco, operatori antincendio regionali e provinciali, volontari di Legambiente e di alcuni cittadini montesi, venivano interessate estese aree agricole e forestali, site in località “Serra Canneto - Tre Confini Sottani”.
Le fiamme venivano domate solo nelle prime ore del mattino del giorno 15 Luglio 2012.
Ingenti danni venivano causati dall'incendio, con devastazione di una superficie di circa 40 ettari costituiti da boschi, oliveti, frutteti ed altre coltivazioni. Rilevanti anche le spese sostenute, per soccorsi e spegnimento,dalle Amministrazioni statali e locali, che avevano richiesto l'intervento di una trentina di uomini con dieci autobotti.
Ultimate le operazioni connesse allo spegnimento, intervenivano sul luogo anche gli uomini del Comando Stazione Forestale di Montescaglioso. Gli investigatori, utilizzando il Metodo delle Evidenze Fisiche (M.E.F.), individuavano immediatamente i terreni dove erano state bruciate le stoppie e gli incolti, tutti sprovvisti delle prescritte fasce di sicurezza, da cui aveva avuto origine l’incendio. Contestualmente gli investigatori, prima che le tracce si disperdessero, eseguivano riprese fotografiche, acquisivano testimonianze ed altri elementi probatori utili per individuare i responsabili dell'accaduto. Si rivelavano utilissime anche le testimonianze rese dai proprietari dei fondi danneggiati dalle fiamme.
Alcuni coltivatori dei fondi con presenza di stoppie privi di fasce di sicurezza per eludere i controlli, nelle ore immediatamente seguenti all’accensione dei focolai, avevano interrato i residui vegetali combusti. Tali espedienti si rivelavano vani in quanto la Polizia Giudiziaria operante, grazie alle tracce lasciate dalle fiamme sulle coltivazioni limitrofe, poteva comunque ricostruire il comportamento illecito di tali coltivatori.
Il personale del Comandi Stazione Forestale di Montescaglioso, nei mesi successivi, continuava le complesse indagini acquisendo ulteriori elementi utili per ricostruire il modello di propagazione dell’incendio. Con le indagini, terminate in questi giorni, gli Agenti Forestali hanno denunciato in stato di libertà dieci soggetti, ipotizzando a carico degli stessi il reato di incendio boschivo colposo. Agli indagati sono state contestate anche sanzioni amministrative per circa quattromila euro.
Il Comando Provinciale del C.F.S. di Matera riferisce che per gli incendi determinati dall'inosservanza delle norme che regolano la bruciatura delle stoppie o della vegetazione presente al termine dei cicli produttivi, e per gli eventi determinati dalla mancata applicazione delle prescrizioni relativi alle operazioni di sfalcio o pratiche equivalenti sui terreni, per cui si percepiscono contributi per il ritiro dalle produzioni, oltre alle sanzioni penali e amministrative, è prevista la riduzione o l’esclusione dai pagamenti dei relativi aiuti economici in applicazione dalla “Normativa Comunitaria e Nazionale in materia di Condizionalità”."
Le fiamme venivano domate solo nelle prime ore del mattino del giorno 15 Luglio 2012.
Ingenti danni venivano causati dall'incendio, con devastazione di una superficie di circa 40 ettari costituiti da boschi, oliveti, frutteti ed altre coltivazioni. Rilevanti anche le spese sostenute, per soccorsi e spegnimento,dalle Amministrazioni statali e locali, che avevano richiesto l'intervento di una trentina di uomini con dieci autobotti.
Ultimate le operazioni connesse allo spegnimento, intervenivano sul luogo anche gli uomini del Comando Stazione Forestale di Montescaglioso. Gli investigatori, utilizzando il Metodo delle Evidenze Fisiche (M.E.F.), individuavano immediatamente i terreni dove erano state bruciate le stoppie e gli incolti, tutti sprovvisti delle prescritte fasce di sicurezza, da cui aveva avuto origine l’incendio. Contestualmente gli investigatori, prima che le tracce si disperdessero, eseguivano riprese fotografiche, acquisivano testimonianze ed altri elementi probatori utili per individuare i responsabili dell'accaduto. Si rivelavano utilissime anche le testimonianze rese dai proprietari dei fondi danneggiati dalle fiamme.
Alcuni coltivatori dei fondi con presenza di stoppie privi di fasce di sicurezza per eludere i controlli, nelle ore immediatamente seguenti all’accensione dei focolai, avevano interrato i residui vegetali combusti. Tali espedienti si rivelavano vani in quanto la Polizia Giudiziaria operante, grazie alle tracce lasciate dalle fiamme sulle coltivazioni limitrofe, poteva comunque ricostruire il comportamento illecito di tali coltivatori.
Il personale del Comandi Stazione Forestale di Montescaglioso, nei mesi successivi, continuava le complesse indagini acquisendo ulteriori elementi utili per ricostruire il modello di propagazione dell’incendio. Con le indagini, terminate in questi giorni, gli Agenti Forestali hanno denunciato in stato di libertà dieci soggetti, ipotizzando a carico degli stessi il reato di incendio boschivo colposo. Agli indagati sono state contestate anche sanzioni amministrative per circa quattromila euro.
Il Comando Provinciale del C.F.S. di Matera riferisce che per gli incendi determinati dall'inosservanza delle norme che regolano la bruciatura delle stoppie o della vegetazione presente al termine dei cicli produttivi, e per gli eventi determinati dalla mancata applicazione delle prescrizioni relativi alle operazioni di sfalcio o pratiche equivalenti sui terreni, per cui si percepiscono contributi per il ritiro dalle produzioni, oltre alle sanzioni penali e amministrative, è prevista la riduzione o l’esclusione dai pagamenti dei relativi aiuti economici in applicazione dalla “Normativa Comunitaria e Nazionale in materia di Condizionalità”."
domenica 9 giugno 2013
L'INU denuncia lo scempio del Paesaggio in Basilicata
La Giunta Regionale di Basilicata, nella seduta del 24 maggio 2013, ha autorizzato la realizzazione di una serie di “parchi eolici” che, sommati a quelli già costruiti, ed a quelli in lista d’attesa, configurano un quadro sconvolgente per il futuro del paesaggio regionale. Praticamente tutti i crinali che strutturano il territorio regionale, caratterizzato da una sequenza di vallate (fiumi), e crinali collinari e/o montani, potrebbero essere occupati, da Nord a Sud, da selve di pali eolici (dell’altezza media di 150 ml. = palazzi di 50 piani!): le proposte di parchi eolici spaziano in effetti dalle dolci colline a vigneti del Vulture (Melfi, Venosa, Rapolla, Lavello) a quelle a seminativo doc della valle del Bradano (Acerenza, Oppido Palazzo, Genzano, Grottole, Miglionico ecc.) fino all’acrocoro calcareo-collinare di Matera e Montescaglioso (si salva Irsina, per una benemerita sentenza del Consiglio di Stato che ha ribadito il valore del paesaggio quale “bene primario ed assoluto”– art.9/Costituzione); dalle Valli del Basento/Cavone (Potenza, Vaglio, Campomaggiore, Tricarico, Grottole Garaguso, Salandra, Ferrandina, ecc.) alla Valle dell’Agri/Sauro (Viggiano, Laurenzana, Corleto, Gorgoglione, Stigliano,S. Arcangelo, Roccanova, Montalbano, ecc.), nelle quali si alternano varietà di paesaggi (dalle ricche terrazze metapontine, ai calanchi lunari, alle colline antropizzate, coltivate o boscate; dall’altrettanto mutevole Valle del Sinni, che definisce il piede del Massiccio del Pollino (Latronico, Colobraro, Rotondella , Valsinni, ecc.) alle valli dell’Appennino occidentale (Pescopagano S. Fele, Castelgrande, Muro, Vietri, Savoia, Brienza, ecc.): una vera e propria vendita del paesaggio lucano (per un piatto di lenticchie, purtroppo!). Una operazione che potrebbe cambiare letteralmente e radicalmente i connotati del paesaggio lucano, con buona pace dei programmi regionali che fanno, dei valori naturalistico-ambientali e del paesaggio, la principale risorsa strategica del territorio lucano (cfr.:“la nostra forza è il fascino dei nostri paesaggi”!); e con buona pace anche delle dichiarazioni che tutti i giorni, i nostri amministratori regionali fanno nella medesima direzione. Il caso di Matera (“gratificata” da 2 delle approvazioni di cui sopra, ed in attesa di altrettante 2: un inammissibile “accerchiamento”), è emblematico a riguardo: avremo un parco eolico, costituito da 15 aerogeneratori di h = 140 ml., collocato in bella vista, ai piedi del Sito/UNESCO (nonché Parco Regionale della Murgia Materana), ad “arricchire” un paesaggio storico-culturale e naturalistico–ambientale di straordinaria importanza, ormai universalmente riconosciuto a livello internazionale (ma, evidentemente, non a livello regionale). Un paesaggio le cui “matine” a seminativo, da sempre (dal neolitico) spazio rurale di riferimento della città rupestre, diventeranno a breve il toponimo nientemeno che di un “parco eolico”. Alcune domande (a chi ha valutato i progetti, e a chi li ha approvati): nel calcolo costi-benefici del progetto eolico, è stato valutato il danno d’immagine (e quindi economico) che provocherà un simile attentato al “quadro” paesaggistico ed habitat culturale della Basilicata più noto al mondo, costituente del resto il principale pilastro strategico del presente e del futuro della città (vedi Matera/2019)? e se questo stravolgimento paesaggistico dovesse indurre l’UNESCO a declassificare Matera da “Bene del Patrimonio Mondiale” a “Bene in Pericolo”, chi ne pagherebbe le conseguenze? Ora, quello che sta avvenendo nel paesaggio lucano non è frutto né di un destino “cinico e baro”, nè di un’imposizione esterna del potere statale (burden sharing richiesto di energia da fonti rinnovabili = 1438 MW), ma di una gestione “politica” del territorio che non ha mai voluto darsi regole valutative (obiettive, trasparenti, valide in tutti i casi) delle trasformazioni territoriali, affossando da subito la Carta Regionale dei Suoli, prevista dalla LUR dal lontano 1999. Ciò ha permesso, tra le altre cose, l’approvazione di un PIEAR (Piano Energetico Regionale) che non tutela sufficientemente il territorio regionale ed il suo paesaggio, anche rispetto a quanto previsto dalla “Linee Guida” nazionali in materia (D.M.10/09/2010), cui non si è mai adeguato; e che, rinviando l’individuazione dei crinali di valore elevato (non idonei all’installazione di parchi eolici) ad un ipotetico Piano Paesistico Regionale (chi l’ha visto?), sta dando comunque via libera all’indiscriminata occupazione di paesaggio di cui oggi siamo testimoni. Applicando questo PIEAR, si sta semplicemente consentendo la distruzione del paesaggio lucano, sulla base di convenienze imprenditoriali, senza il riscontro di un ragionato progetto” pubblico” di tutela paesaggistica e naturalistico-ambientale. Pertanto, vista la gravità della situazione che si sta determinando, l’INU/Basilicata fa appello al Consiglio Regionale di Basilicata, perché, prima del suo previsto scioglimento, esamini in seduta straordinaria la problematica in oggetto, sulla scorta di una semplice cartina geografica che, rappresentando i parchi eolici esistenti e/o previsti, faccia prendere coscienza ai Consiglieri del possibile scenario prossimo futuro del paesaggio lucano, che essi stanno “regalando” ai propri amministrati; dopodiché, auspichiamo, dando un segnale di grande senso di responsabilità, deliberi un’aggiornamento del PIEAR che contenga: l’adeguamento alle “Linee Guida” nazionali, dei criteri per la determinazione dei “siti non idonei” all’installazione dei parchi eolici ; l’individuazione di massima delle aree di crinale strutturanti il paesaggio regionale (par.1.2.1.1 del PIEAR), e delle aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità, e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale, elaborate direttamente dal Dipartimento Ambiente e Territorio, nelle more della loro più puntuale definizione nel Piano Paesaggistico Regionale (ormai da anni in perenne itinere). una conseguente riduzione della quota di energia da fonti rinnovabili assegnata all’eolico (allo stato i 2/3 del burden sharing!), trasferendola per quanto possibile al fotovoltaico, integrato nelle architetture e/o collocato nelle sterminate aree industriali dismesse della regione; Quindi non una generica moratoria, facilmente censurabile (vedi sentenza della Corte Costituzionale su prospezioni petrolifere), ma un adeguato, severo ed illuminato aggiornamento dei criteri di gestione del territorio lucano ai fini della produzione di energia da fonti rinnovabili. L’INU/Basilicata fa appello inoltre a tutte le Associazioni Culturali (ambientaliste e non) della Regione, perché si organizzi un’azione comune di sensibilizzazione della comunità regionale su di una problematica di fondamentale importanza per il futuro dell’identità geografica e culturale della nostra Regione.
Potenza, 07/06/2013
Il Direttivo INU/Basilicata
Fonte: TRM
Potenza, 07/06/2013
Il Direttivo INU/Basilicata
Fonte: TRM
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sabato 8 giugno 2013
News dalla webcam falco grillaio: sono nati i primi pulcini
Si sono schiuse le prime uova nel nido di grillaio monitorato dalla webcam: sono tre i pulcini nati questa mattina! Auguri alla famigliola...
giovedì 6 giugno 2013
Una piccola civetta da salvare
Una piccola civetta ancora incapace di volare è stata rivenuta da alcuni cittadini nel centro abitato di Montescaglioso mercoled' scorso, probabilmente caduta dal suo nido. Consegnata tempestivamente al CRAS è ora in cura e sarà allevata fino alla sua indipendenza e rilascio in natura.
mercoledì 5 giugno 2013
Webcam falco grillaio: prossima la schiusa delle uova!
E' ormai quasi giunto al termine il periodo di cova delle uova deposte tra il 6 e il 15 maggio scorso. In genere il periodo della cova è di 28-29 giorni dal momento in cui esso è regolare e costante. Pertanto quasi certamente vedremo i primi pulcini entro questa settimana. Speriamo bene!
martedì 4 giugno 2013
Continuano gli arrivi degli ospiti al CRAS
Ecco l'ultimo ospite giunto al CRAS questa mattina. E' un pullo di Gufo comune (Asio otus) rinvenuto a terra a seguito del temporale a Matera in contrada Rondinelle. A scorgerlo è stata una dipendente dell'APEA e poi trasferito al CRAS grazie alla collaborazione degli agenti della Polizia Provinciale di Matera. Ora viene il bello... Ci vorrà del tempo per diventare grandi. Intanto andrà a fare compagnia ad altri giovani gufi in fase di svezzamento e coccolati da mamma Olly...Speriamo bene!
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