mercoledì 30 novembre 2016
Liberazione di un nibbio reale - nov 2016
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Tronco di quercia
Se solo immaginassimo quanta biodiversità si cela tra il fitto intreccio di rami di una singola Quercia forse ci convinceremmo che è il caso di considerarla un autentico monumento vegetale.
Questa foto è stata scattata tra Pomarico e Montescaglioso, dove resistono gli ultimi esemplari centenari. La minaccia delle motoseghe è sempre dietro l'angolo, indipendentemente se essi siano in terreno privato o pubblico.
Questa foto è stata scattata tra Pomarico e Montescaglioso, dove resistono gli ultimi esemplari centenari. La minaccia delle motoseghe è sempre dietro l'angolo, indipendentemente se essi siano in terreno privato o pubblico.
venerdì 18 novembre 2016
LIBERAZIONE POIANA CRAS 18 NOVEMBRE 2016
venerdì 12 agosto 2016
DOPO 7 MESI RIAPRONO I CRAS PROVINCIALI DI MATERA
I CRAS (Centri Recupero Animali Selvatici) istituiti dalla Provincia di Matera erano stati chiusi a seguito della Legge Del Rio sul riordino delle funzioni degli enti locali e della Legge Regionale n. 49/2016.
Riprende in questi giorni l’attività di accoglienza, cura e riabilitazione della fauna selvatica presso il CRAS Centro di Recupero Animali Selvatici di San Giuliano. Dopo lo stop imposto dalla Provincia di Matera a partire dal 1 gennaio 2016 a seguito della Legge Del Rio sul riordino delle funzioni delle province e della Legge Regionale n. 49/2016 è giunta in questi giorni, ai responsabili dei centri di Matera e Policoro, una nota dell’Ufficio Tutela della Natura del Dipartimento Ambiente e Territorio della Regione Basilicata che, interpretando e chiarendo i contenuti delle citate leggi, permette finalmente la ripresa delle attività dei due centri. Nelle prossime settimane Provincia e Regione si incontreranno ad un tavolo tecnico istituzionale per trovare un accordo che garantisca la necessaria continuità gestionale.
Nel corso dei primi 7 mesi di quest’anno il CRAS di San Giuliano non è stato nelle condizioni di poter accettare e curare animali ritrovati in difficoltà con la conseguenza che molti cittadini, associazioni e organi di polizia non hanno avuto un riferimento sul territorio di Matera a cui affidare esemplari feriti, debilitati oppure abbandonati. Vi sono stati non pochi problemi che hanno messo in luce quanto importante sia la presenza nel materano di un presidio di soccorso della fauna selvatica protetta soprattutto se si considera che una delle vittime di questa situazione è stato il Falco grillaio, simbolo ufficiale del Parco Regionale della Murgia Materana e specie carismatica della stessa città di Matera che ospita una della colonie riproduttive urbane più grandi al mondo.
“Centinaia di chiamate di soccorso per innumerevoli falchi grillai rinvenuti in difficoltà nel centro urbano e nell’area Parco sono pervenute al CRAS – dichiara Matteo Visceglia responsabile del CRAS - ma a causa della situazione di blocco delle attività non abbiamo potuto ospitarli e curarli, in quanto non autorizzati, ma ne abbiamo consigliato però la consegna presso altri CRAS anche se purtroppo molto distanti come quello di Pignola in provincia di Potenza o quello del Parco di Gallipoli Cognato nel comune di Accettura. In alcuni casi è stato necessario chiedere la collaborazione della LIPU di Gravina-Altamura per il trasporto presso il Centro Recupero della Regione Puglia, in provincia di Bari”.
Centinaia di esemplari di diverse specie sono stati dunque vittime della burocrazia e della mancanza di un programma di gestione dei CRAS su base pluriennale. Nel 2015 sono stati affidati al CRAS materano 321 esemplari di cui il 70 % nuovamente restituito alla natura. Nel 2016 ci si deve quindi chiedere quale destino hanno avuto questi animali che mediamente vengono affidati ogni anno al CRAS e sarebbe interessante verificare quanti di essi sono stati realmente salvati e trasportati negli altri centri e quanti invece sono stati abbandonati al loro destino, in netto contrasto con le severe normative che li tutelano in Italia ed in Europa. E’ paradossale che mentre nei vicini comuni di Gravina e Altamura centinaia di animali protetti venivano soccorsi e poi affidati alla LIPU e alla Polizia Locale, a Matera e in altri comuni della Provincia vi è stato un vuoto gestionale che ha determinato spesso disagi e proteste, con situazioni spesso sfociate nella più totale illegalità ed inciviltà come l’abbandono di esemplari in evidente difficoltà o il furto da parte di privati di specie particolarmente protette.
Per anni il CRAS materano ha garantito un servizio alla Città e all’intero territorio provinciale ed ha dovuto sempre fare i conti con la mancanza di risorse sufficienti alle reali necessità, con alcune carenze strutturali e di attrezzature non ancora colmate dalle istituzioni. Ma si sa, la protezione della natura e della fauna pare che sia oggi oggetto di continuo ridimensionamento e depotenziamento, così come succede anche a livello nazionale su più fronti. Molto spesso il livello di civiltà e di cultura di una comunità, in riferimento soprattutto a Matera città designata Capitale Europea della Cultura nel 2019, si misura anche da come si affrontano le problematiche di convivenza con le specie più rare e preziose che hanno scelto le città per convivere con l’Uomo.
“Altrove – continua Matteo Visceglia – e soprattutto all’estero alcune specie vengono platealmente e rigorosamente tutelate e valorizzate in mille modi, fornendo occasioni di sviluppo di un turismo naturalistico che, come è giusto che sia, deve essere sempre integrato ed associato al turismo culturale, storico-architettonico, archeologico, enogastronomico. Il CRAS è innanzitutto un presidio della tutela della natura sul territorio che si interfaccia ogni giorno con la comunità ma è anche una struttura in grado di monitorare e valorizzare lo stretto legame tra la fauna protetta e le esigenze di una comunità in quadro di civile e rispettosa convivenza tra Uomo e Natura.
domenica 15 maggio 2016
Censimento dei falchi grillai in Puglia e Basilicata
Tra il 5 e il 7 maggio 2016 si è svolto il censimento annuale dei falchi grillai in molti comuni della Puglia e della Basilicata in cui sono presenti colonie riproduttive. E' da 8 anni che tale iniziativa viene portata avanti con il patrocinio dell'Ente Parco Nazionale dell'Alta Murgia e con il coordinamento e la collaborazione della LIPU. Decine di volontari e appassionati di varie associazioni hanno dato il loro supporto a questa interessante attività che consente di avere un quadro abbastanza attendibile sulla consistenza della popolazione preriproduttiva delle due regioni e di fare un'analisi del trend della specie allo scopo di mettere in evidenza eventuali minacce o problemi di rilevante importanza ai fini della salvaguardia della specie. I dati complessivi raccolti nel corso dei vari anni consentiranno di elaborare o proporre misure di conservazione più efficaci per la specie che ha qui la sua roccaforte a livello italiano.
L’attività di censimento si è svolta presso alcuni alberi che vengono indicati come “dormitorio” o "roost" , localizzati in ambito urbano o periurbano dove tutti i grillai si radunano al tramonto per trascorrervi la notte. E' questa una caratteristica etologica che permette di effettuare un controllo pressochè totale delle varie colonie conosciute. L'attività è iniziata poco prima del tramonto ed è terminata intorno alle 20,30 quando la luce del giorno lasciava il passo alla sera. Ogni gruppo di volontari si è perciò fermato per circa un’ora osservando e annotando su una scheda l’arrivo dei piccoli rapaci che, a volte in maniera ordinata e a volte in modo caotico, entrano nella chioma dell'albero utilizzato per trascorrervi la notte.
Nei prossimi giorni saranno resi noti i risultati del censimento.
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venerdì 1 aprile 2016
E' iniziata la stagione riproduttiva del capovaccaio: aiuta l'Associazione CERM
CERM Progetto Capovaccaio, stagione riproduttiva 2016
La coppia di capovaccai Elena e Salvatore ieri ha deposto il primo uovo ma non c'è da essere molto contenti. Il progetto Capovaccaio si trova in enormi difficoltà non ricevendo più finanziamenti nemmeno per alimentare le coppie ospitate nel CERM. Se volete sostenere il progetto Capovaccaio potete fare una donazione per garantire la sopravvivenza alle coppie ed ai piccoli che nasceranno.
Nel nuovo sito web del progetto potete cliccare su "Donazione" e seguire le istruzioni.
Grazie mille a chiunque vorrà aiutare il CERM.
Si prega di diffondere!
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Grazie mille a chiunque vorrà aiutare il CERM.
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The Egytian vulture pair composed of Elena and Salvatore layed yesterday its first egg but we can't be so happy. The Egyptian vulture project is in serious trouble due to the lack of funds even to feed the pairs hosted at CERM.
If you want to support the project you can make a contribution to allow the survival of the pairs and the young vultures that will be born.
In the new project website you can click on "Donazione" and follow the instructions.
Thanks a lot to everyone who will help the CERM.
Please share it!
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Thanks a lot to everyone who will help the CERM.
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martedì 15 marzo 2016
Bernalda (Mt): Strage di alberi, improvvisamente tutti pericolosi.
La LIPU, coordinamento di Basilicata interviene con un comunicato stampa in merito al piano di abbattimento di numerosi alberi nel Comune di Bernalda
L’indifferenza contro 200 alberi, a rischio gli unici “dormitori” cittadini dei falchi Grillai.
Abbattuti, uno dopo l’altro, rei di essere un “pericolo di pubblica e privata incolumità”. Lo afferma l’Amministrazione di Bernalda (Mt) a mezzo ordinanza, dove quasi 200 pini sono stati condannati e tagliati. Fino a ieri, quando anche l’ultima ordinanza per il taglio di 70 pini emanata dall’Ufficio Tecnico Comunale è stata eseguita dalla società Nuova Boschiva Sas incaricata allo scopo e autoremunerata con il valore stesso del legname ricavato.
Al di la dell’opportunità di procedere con un intervento cosi massivo e senza una valutazione ponderata delle modalità,emergono gravi aspetti che hanno indotto la LIPU a trasmettere una nota urgente all’Amministrazione e al Corpo Forestale nonché poi ai Carabinieri, oltre al Dipartimento Ambiente della Regione, affinché si fermasse questo taglio indiscriminato, quanto meno per i pini di via Ferri.
Infatti nel centro abitato di Bernalda sono presenti almeno un centinaio di coppie di Grillaio (Falco naumanni), falco migratore i cui individui sono appena arrivati con il flusso migratorio, tutt’ora in corso. La colonia di Bernalda è nella rete di quelle monitorate dalla LIPU tra Puglia e Basilicata. La popolazione di Grillai appulo-lucana costituisce nell’insieme a livello internazionale la più grande colonia nidificante in ambito urbano e per tale ragione ne rappresenta un enorme valore scientifico e culturale. Questi falchi utilizzano le alberature cittadine quale rifugio e “dormitorio”, e a Bernalda in particolare quelle in via Ferri e recentemente anche in Corso Umberto.
Il Grillaio è particolarmente protetto da norme e convenzioni internazionali, in particolare, dall'Unione Europea come contemplato in Allegato I della Direttiva "Uccelli" (79/409/CEE) e dallo Stato italiano con la Legge 157/92, che ne vieta anche il disturbo, con risvolti di carattere penale.
Invece di valorizzare e fare tesoro della presenza di questi falchi a Bernalda si procede in direzione opposta e anche queste ultime alberature sono state tagliate. Tranne gli ultimi 2 pini, quelli di maggior interesse per i Grillai, scampati alla furia delle motoseghe grazie alla sensibilità di una cittadina, la signora Silvana Di Pace, che, supportata dalle note trasmesse dalla LIPU all’Amministrazione, si è letteralmente legata a questi ultimi due alberi impedendo di completare lo scempio e il danno per i Grillai. Per ora !
La vertenza è tutt’ora in corso e l’Amministrazione fino ad ora ha non mostrato interesse. Si tratta di una storia molto triste che per di più presenta anche profili di dubbia legittimità.
Appare oggettivamente inverosimile, se non impossibile, che IMPROVVISAMENTE E CONTESTUALMENTE, TUTTI questi alberi siano diventati pericolosi per la pubblica incolumità, e a un livello tale da richiedere interventi cosi urgenti (entro 5 gg !), per giunta senza una preliminare perizia di carattere scientifico e tecnico che non il sopralluogo dei tecnici comunali.
Tutto ciò appare debordante rispetto alla circostanza dei soli “casi di stretta necessità, quando adeguatamente motivata”, come richiamata dal Regolamento Comunale adottato con DCC n.8/2006.
Inoltre, alla luce di una autoremunerazione non trascurabile avrebbe dovuto essere valutato anche il valore economico complessivo derivante da tutta l’operazione nel suo complesso, con quello che ne consegue sul piano della evidenza pubblica nell’affidamento del servizio alla società.
E ancora, l’atto di Ordinanza, a maggior ragione se motivato con elementi di urgenza e pubblica incolumità, appare irritualegiacché provvedimenti della Pubblica Amministrazione di questa particolare natura emergenziale in genere rientrano nelle responsabilità del Sindaco (D.Lgs 267/2000, art.54) mentre risultano a firma dell’Ufficio Tecnico.
Insomma sarebbe stato più credibile promuovere un progetto di rinnovamento del verde urbano, corredato di una debita analisi della sostituzione dei pini, programmata magari per gradi e con le dovute eccezioni, che non una azione sistematica di questo tipo e con giustificazioni discutibili.
Intanto gli ultimi 2 pini scampati in via Ferri rimangono in bilico tra motoseghe, indifferenza e preoccupazioni della LIPU e di una cittadina, che ha rappresentato un dignitoso e autentico senso civico. Si spera ora che le Autorità interessate voltino questa brutta pagina di ordinaria insensibilità assumendo decisioni serie e appropriate.
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lunedì 29 febbraio 2016
BILANCIO POSITIVO ANCHE NEL 2015 PER IL CRAS PROVINCIALE DI MATERA
Nel corso del 2015 il CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) Provinciale di Matera è riuscito ad ottenere positivi risultati in termini di interventi che confermano la validità e l’utilità delle attività svolte a tutela della natura, con particolare attenzione alla fauna del nostro territorio, realizzando durante l’anno anche iniziative diffuse volte all’educazione e sensibilizzazione dei cittadini per un maggiore rispetto dell’ambiente. Alcuni problemi di gestione per l’anno 2016 restano però ancora irrisolti.
Nel corso dei 12 mesi del 2015 sono stati affidati complessivamente 321 esemplari, gran parte dei quali appartenenti a specie particolarmente protette da normative nazionali ed europee. Poco più dell’80% di essi rientra nella categoria sistematica degli Uccelli, il 14% in quella dei Rettili e il 6% in quella dei Mammiferi. Sono state trattate in tutto 47 specie animali diverse di cui la maggiore percentuale è rappresentata dal gruppo dei rapaci (58%) pari a 186 esemplari.
Il maggior numero di interventi di soccorso e cure ha riguardato il Falco grillaio (Falco naumanni) una delle specie target a cui il CRAS dedica molte energie. Nel 2015 sono stati accolti e curati 151 esemplari di tale specie (pari al 47 % di tutti gli animali affidati) consegnati da cittadini, associazioni e organi di polizia. Da tempo si è consolidata una spiccata dedizione del centro materano nella cura di questa specie di notevole rilevanza in ambito nazionale ed europeo per la presenza di importanti e numerose colonie riproduttive in alcuni centri della provincia ed in particolare nella città di Matera, famosa per avere una delle colonie urbane di falco grillaio più grandi al mondo sia per l’elevato numero di coppie nidificanti (circa un migliaio) sia per la loro inconsueta abitudine di privilegiare per la riproduzione gli spazi che offre la città. La presenza del falco in ambiente urbano è un grande valore aggiunto che oggi assume notevole significato scientifico, culturale e turistico capace di generare sempre più ammirazione e stupore tra i numerosissimi turisti in visita nella Città designata Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Tutti gli animali affidati provengono da 32 comuni diversi, sia lucani che pugliesi. Il comune di Matera con il 50,2 % degli animali ritrovati nel proprio territorio, compreso il Parco della Murgia Materana, è quello che impegna maggiormente il CRAS nel corso dell’anno.
Una buona parte degli animali giunge al Centro in primavera ed in estate in quanto in tale periodo è in pieno svolgimento l’attività riproduttiva di molte specie e vi è una maggior richiesta di interventi di soccorso per cuccioli, pulli, giovani e adulti. La media mensile di affidamenti, calcolata su base annua, è stata di 27 esemplari/mese. Per quanto riguarda le cause di ricovero una buona percentuale (48 %) è costituita da pulli vittima di cadute o distruzione di nidi, prelievi illegali, e da giovani che si involano prematuramente per disturbi ai nidi. Il 24 % degli esemplari è invece vittima di traumi di varia natura, compresi atti di bracconaggio e folgorazione con linee elettriche pericolose, che in parte si risolvono positivamente ma che in molti casi determinano l’impossibilità di recupero completo o addirittura la morte dei soggetti già poche ore dopo la consegna. Le altre cause di ricovero annoverano situazioni molto diversificate e con percentuali minori. L’assistenza medico-veterinaria, di particolare importanza e determinante per i risultati, è stata garantita grazie alla collaborazione della dott.ssa Olimpia Lai del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. L’esito dei ricoveri è stato legato a diverse variabili come la gravità della patologia, la tempestività del soccorso o le complicazioni durante le cure. Il 70% animali pervenuti al CRAS è stato nuovamente liberato nello stesso anno 2015 pur se qualcuno è stato solo “rimandato” alla prossima primavera per dare una maggiore possibilità di successo nella fase di ritorno alla natura. Per il 27 % di essi invece non c’è stato nulla da fare per gravi traumi o per elevata debilitazione all’arrivo. Alcuni animali resteranno per sempre al CRAS per l’impossibilità di un loro pieno recupero ma questi svolgeranno, come gli altri ospitati da anni, una utilità didattico-scientifica. Ad essi viene quotidianamente garantita cura, alimentazione adeguata, assistenza e mantenimento in voliera.
Il responsabile e coordinatore del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
“Vogliamo ancora una volta fare un appello al Presidente della Provincia di Matera e alla Regione Basilicata affinché possano trovare una soluzione allo stop imposto dalla legge di riordino delle province permettendo di dare continuità a questo importante servizio per il territorio ed unico riferimento per la collina materana. L’attività svolta quest’anno è stata molto positiva in termini di risultati complessivi ottenuti ma vogliamo ricordare che essa è stata possibile solo con grande impegno quotidiano del personale e del veterinario oltre che dell’apporto di cittadini, forze dell’ordine e di alcuni volontari di associazioni come LIPU, CERM e ANPANA che hanno materialmente provveduto alla risoluzione di diversi problemi.
Nel corso dei 12 mesi del 2015 sono stati affidati complessivamente 321 esemplari, gran parte dei quali appartenenti a specie particolarmente protette da normative nazionali ed europee. Poco più dell’80% di essi rientra nella categoria sistematica degli Uccelli, il 14% in quella dei Rettili e il 6% in quella dei Mammiferi. Sono state trattate in tutto 47 specie animali diverse di cui la maggiore percentuale è rappresentata dal gruppo dei rapaci (58%) pari a 186 esemplari.
Il maggior numero di interventi di soccorso e cure ha riguardato il Falco grillaio (Falco naumanni) una delle specie target a cui il CRAS dedica molte energie. Nel 2015 sono stati accolti e curati 151 esemplari di tale specie (pari al 47 % di tutti gli animali affidati) consegnati da cittadini, associazioni e organi di polizia. Da tempo si è consolidata una spiccata dedizione del centro materano nella cura di questa specie di notevole rilevanza in ambito nazionale ed europeo per la presenza di importanti e numerose colonie riproduttive in alcuni centri della provincia ed in particolare nella città di Matera, famosa per avere una delle colonie urbane di falco grillaio più grandi al mondo sia per l’elevato numero di coppie nidificanti (circa un migliaio) sia per la loro inconsueta abitudine di privilegiare per la riproduzione gli spazi che offre la città. La presenza del falco in ambiente urbano è un grande valore aggiunto che oggi assume notevole significato scientifico, culturale e turistico capace di generare sempre più ammirazione e stupore tra i numerosissimi turisti in visita nella Città designata Capitale Europea della Cultura nel 2019.
Tutti gli animali affidati provengono da 32 comuni diversi, sia lucani che pugliesi. Il comune di Matera con il 50,2 % degli animali ritrovati nel proprio territorio, compreso il Parco della Murgia Materana, è quello che impegna maggiormente il CRAS nel corso dell’anno.
Una buona parte degli animali giunge al Centro in primavera ed in estate in quanto in tale periodo è in pieno svolgimento l’attività riproduttiva di molte specie e vi è una maggior richiesta di interventi di soccorso per cuccioli, pulli, giovani e adulti. La media mensile di affidamenti, calcolata su base annua, è stata di 27 esemplari/mese. Per quanto riguarda le cause di ricovero una buona percentuale (48 %) è costituita da pulli vittima di cadute o distruzione di nidi, prelievi illegali, e da giovani che si involano prematuramente per disturbi ai nidi. Il 24 % degli esemplari è invece vittima di traumi di varia natura, compresi atti di bracconaggio e folgorazione con linee elettriche pericolose, che in parte si risolvono positivamente ma che in molti casi determinano l’impossibilità di recupero completo o addirittura la morte dei soggetti già poche ore dopo la consegna. Le altre cause di ricovero annoverano situazioni molto diversificate e con percentuali minori. L’assistenza medico-veterinaria, di particolare importanza e determinante per i risultati, è stata garantita grazie alla collaborazione della dott.ssa Olimpia Lai del Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari. L’esito dei ricoveri è stato legato a diverse variabili come la gravità della patologia, la tempestività del soccorso o le complicazioni durante le cure. Il 70% animali pervenuti al CRAS è stato nuovamente liberato nello stesso anno 2015 pur se qualcuno è stato solo “rimandato” alla prossima primavera per dare una maggiore possibilità di successo nella fase di ritorno alla natura. Per il 27 % di essi invece non c’è stato nulla da fare per gravi traumi o per elevata debilitazione all’arrivo. Alcuni animali resteranno per sempre al CRAS per l’impossibilità di un loro pieno recupero ma questi svolgeranno, come gli altri ospitati da anni, una utilità didattico-scientifica. Ad essi viene quotidianamente garantita cura, alimentazione adeguata, assistenza e mantenimento in voliera.
Il responsabile e coordinatore del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
“Vogliamo ancora una volta fare un appello al Presidente della Provincia di Matera e alla Regione Basilicata affinché possano trovare una soluzione allo stop imposto dalla legge di riordino delle province permettendo di dare continuità a questo importante servizio per il territorio ed unico riferimento per la collina materana. L’attività svolta quest’anno è stata molto positiva in termini di risultati complessivi ottenuti ma vogliamo ricordare che essa è stata possibile solo con grande impegno quotidiano del personale e del veterinario oltre che dell’apporto di cittadini, forze dell’ordine e di alcuni volontari di associazioni come LIPU, CERM e ANPANA che hanno materialmente provveduto alla risoluzione di diversi problemi.
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