mercoledì 27 dicembre 2017

Nuovo ritrovamento di Lontra in Basilicata

Da Facebook

Ieri pomeriggio abbiamo ricevuto una comunicazione da Antonio Iannibelli, fotografo naturalista lucano che ringraziamo per la sua sensibilità, relativa alla presenza di una carcassa di lontra, presumibilmente investita, lungo la statale 106 Ionica in agro di Scanzano. Con l'aiuto di volontari ed in particolare di Gianluca Costantini abbiamo potuto oggi recuperare il corpo della povera lontra evitando che potesse essere distrutto dai veicoli o che fosse danneggiato o fatto sparire da altri necrofagi. Probabilmente la stessa era sul bordo della carreggiata già dalla notte di Natale o dall'alba di ieri! Questo è il terzo esemplare che è stato recuperato dal CRAS negli ultimi 5 mesi. L'ultimo risale a circa 20 giorni fa. Come di consueto la carcassa sarà consegnata all'IZS di Matera per le analisi previste dai protocolli di monitoraggio della specie. Raccomandiamo sempre di segnalare tempestivamente questi ritrovamenti alle autorità sanitarie e solo in caso di difficoltà avvisare i CRAS della zona che, nei limiti delle proprie possibilità, possono contribuire ad evitare che le carcasse vengano disperse o danneggiate, privando gli enti di ricerca dell'opportunità di effettuare esami ed analisi a scopo scientifico. E' inutile sottolineare l'importanza di prestare molta attenzione quando si guida, soprattutto di notte e all'alba, per evitare incidenti di qualsiasi tipo che coinvolgono uomini e animali.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=2024123884526285&set=a.1385513781720635.1073741828.100007860792280&type=3&theater

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10204153960606922&set=a.3790407936405.1073741825.1763329716&type=3&theater



Foto: Matteo Visceglia

domenica 10 dicembre 2017

ANCORA UNA LONTRA VITTIMA DEL ROAD KILLING IN BASILICATA


Giovedì scorso 7 dicembre, grazie ad una segnalazione pervenuta direttamente al CRAS da alcuni automobilisti, è stata recuperata l'ennesima Lontra morta a causa di un investimento stradale. Il ritrovamento è avvenuto in territorio di Grassano e l'esemplare, un maschio di 8 kg, era certamente parte di un nucleo vitale che frequenta regolarmente il medio tratto del fiume Basento, così come risulta da precedenti e svariati monitoraggi. Il precedente ritrovamento risale al 15 agosto scorso quando un altro esemplare venne ritrovato e recuperato dal CRAS in territorio di Bernalda non lontano dal fiume Bradano.
La prossima settimana la carcassa, purtroppo non completamente integra a causa del danneggiamento del cranio, sarà trasportata presso la Sezione di Matera dell'IZS Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata per gli accertamenti e le analisi necessarie, così come viene effettuato in tutta Italia per casi simili, secondo un protocollo approvato dal Ministero dell'Ambiente e in linea con il Piano di Azione per la Conservazione della Lontra in Italia.
Il CRAS di Matera, insieme ad altri centri di recupero riconosciuti dalla Regione Basilicata, è da anni un punto di riferimento e struttura operativa per il recupero di esemplari,  vittime del cosiddetto "road killing", di elevato valore naturalistico e scientifico, come Lontra, Lupo, Gatto selvatico, ecc. Certamente è un vero peccato la perdita di questo esemplare ma è altrettanto vero che grazie alla raccolta capillare dei dati biometrici e necroscopici ricavabili dalle carcasse e dai siti di ritrovamento si sta cercando di delineare un quadro generale sulle principali cause di mortalità in Italia, utile e necessario per elaborare, attraverso un apposito piano di conservazione, attuato auspicabilmente da istituzioni locali e nazionali, eventuali strategie mirate alla mitigazione dell'impatto negativo prodotto sulla specie soprattutto dalla rete viaria, sempre più pericolosa ed impattante anche per la nostra fauna di elevato valore naturalistico e simbolo stesso della Biodiversità regionale. Ricordiamo che la popolazione lucana di Lontra è la più importante a livello nazionale sia per numero di esemplari sia per diffusione sul territorio essendo presente su tutti i principali corsi d'acqua e bacini idrografici.
Invitiamo coloro che rinvengono lontre ferite o morte a segnalarlo tempestivamente alle autorità sanitarie preposte e agli organi di Polizia che provvederanno a mettere tempestivamente in atto il protocollo di recupero e trasferimento presso l’IZS più vicino. In caso di necessità è possibile contattare il CRAS al n. 3391637510 per chiedere suggerimenti o consigli in caso di difficoltà.

Matteo Visceglia , Responsabile CRAS Riserva Regionale di San Giuliano

 

martedì 31 ottobre 2017

Liberato un giovane gheppio dopo le cure del CRAS

31 OTTOBRE 2017 - NEWS DAL CRAS

Oggi pomeriggio con Mariangela abbiamo provveduto a rilasciare un giovane gheppio consegnatoci lo scorso luglio all' età di circa 1 mese e con un trauma all'ala fortunatamente risolto con adeguate cure e molta riabilitazione in voliera. Il CRAS ringrazia ancora una volta la dott.ssa Olimpia Lai per il suo prezioso aiuto per gli aspetti veterinari e il dott. Egidio Fulco per aver inanellato l'esemplare. La liberazione è avvenuta nel Parco della Murgia Materana non lontano dalla zona di nascita e ritrovamento. Quando si reinserisce in natura un esemplare di specie protetta occorrono pochi attimi, il tempo cioè di aprire il box e lasciarlo andare. Per le sue cure e mantenimento sono stati necessari invece 106 giorni! Ricordiamo che i CRAS svolgono, quasi sempre in silenzio e con molti sacrifici, un notevole servizio di pubblica utilità per la tutela della fauna, il soccorso degli esemplari in difficoltà e la conservazione della biodiversità del territorio.

https://www.facebook.com/photo.php?fbid=1995701714035169&set=a.1385513781720635.1073741828.100007860792280&type=3&theater 


venerdì 5 maggio 2017

Accoppiamento di grillai all'interno della cassetta nido


E' la prima volta che abbiamo potuto documentare, mediante una microtelecamera che trasmette immagini ad un computer, l'accoppiamento di falchi grillai all'interno di una cassetta nido artificiale. Di norma gli accoppiamenti avvengono all'esterno, seppure nelle sue vicinanze. Il nido viene monitorato dal CRAS da alcuni anni allo scopo di raccogliere informazioni sulla biologia riproduttiva di questa specie.

martedì 18 aprile 2017

13 cicogne bianche tra Matera e Santeramo

Una vita in equilibrio 
di Franco Labarile

Può capitare a volte, a chi si occupa di fotografia naturalistica, di scoprire animali, uccelli, piante o tutto quello che fa parte del nostro ambiente, proprio a due passi da casa, non necessariamente in luoghi esotici o lontanissimi. Da anni seguo una mia personale tensione interiore che mi porta a "guardare" la realtà in cui vivo con occhio "mitico". Ritengo che ognuno di noi ha dentro di se un "orizzonte mitico" che può trovare espressione proprio attraverso la fotografia. Non rinunciare mai a questo "orizzonte mitico" ritengo sia una possibilità di salvezza dall'alienazione e dalla nevrosi che ci schiaccia tutti. E' per questo motivo che inseguo uccelli, migratori, volpi e tutto ciò che mi provoca emozioni. Le cicogne rappresentano un potente simbolo di rinascita, di purezza e leggerezza oltre che di completezza estetica. Non è la prima volta che scopro le cicogne nel nostro territorio. L'anno scorso ne scoprii 5 ai piedi delle Murge, tra Santeramo ed Altamura, e raccontai la storia dell'avvistamento sul Periodico "Partecipare" di Santeramo in Colle. Quest'anno,invece, proprio il giorno di Pasqua, nel pomeriggio, mentre da Torre Spagnola (MT) mi dirigevo verso Jesce, a ridosso della ex ss.271, vedevo su un traliccio dell'alta tensione, come equilibristi sul filo, tredici splendide cicogne. Nella zona un violento temporale, con fulminazioni, tuoni e colpi di vento. C'erano tutte le condizioni per una sosta forzata per le cicogne, in viaggio migratorio. Iniziai a distanza a fotografare e sempre più estasiato guardavo come sul filo del traliccio scorrevano vite aeree. A casa rividi le foto e scoprivo,come già accaduto, una cicogna inanellata. Stamane levataccia e batticuore... sperando di ritrovarle per cercare di leggere l'anello. Dopo vari tentativi si dirigono dal traliccio ad un campo incolto . Sono letteralmente occultato in auto a distanza notevole e dopo circa un ora riesco a leggere l'anello.
Spedisco tutto all'ISPRA per l'identificazione finale. Posso solo dirvi che, con buona probabilità, si tratta di una "tedescona"... Ma non aggiungo altro,  riservandomi di informarvi quando l'ISPRA invierà il report..."mitico".  

Foto di Franco Labarile.







venerdì 31 marzo 2017

Abbattuti gli alberi dormitorio di 800 falchi grillai

Bernalda (Mt), ha vinto il menefreghismo

Non sono bastate le note trasmesse già dallo scorso marzo 2016 all'Amministrazione comunale di Bernalda (Mt), quando intraprese il sistematico (e opinabile!) taglio di circa 250 alberi caratterizzanti il verde urbano comunale, destando uno sconcerto dibattuto sui media. "Oggi - evidenzia Enzo Cripezzi della a Lipu -sono stati vergognosamente abbattuti gli ultimi 2 grandi pini, scampati in quella occasione proprio in quanto "dormitori" della locale popolazione di 800 falchi Grillai".
I Grillai sono piccoli rapaci contemplati da norme di tutela nazionali, Direttive comunitarie e Convenzioni internazionali. Ma non a Bernalda.

Anche quest'anno, con chirurgica puntualità a marzo (non in autunno o inverno!!!), quando i falchi appena arrivati, stremati da migliaia di km, iniziano la fase riproduttiva cercando di ricostituire le energie perse durante la migrazione, ecco rincorrersi le voci dell'imminente abbattimento degli ormai famosi pini di via Ferri.

Di nuovo le comunicazioni della Lipu al Comune e altri Enti e Autorità. 
Di nuovo, come nel 2016, nessuna risposta.
Di nuovo le proteste di alcuni cittadini sensibili, come la signora Silvana Di Pace da sempre in prima linea.
Infine l'esecuzione sommaria di oggi!

Una storia triste che va ben oltre competenze e meandri normativi: il rispetto per un bene pubblico come i falchi Grillai, di grande importanza per il mondo scientifico e oggetto di grandi sforzi da parte di Associazioni ed Enti, quindi una opportunità di valorizzazione territoriale... buttato invece nella spazzatura, in favore dell'interesse di pochi e in ossequio a una logica malata.

"E così - puntualizzano alla Lipu - mentre mercoledì scorso nella vicina Matera andava in scena la bella cerimonia pubblica per la premiazione di un bambino che aveva salvato un giovane falco Grillaio, a Bernalda qualcuno riporta la lancetta del tempo al Medioevo sfrattando un dormitorio di oltre 800 falchi".

     

lunedì 27 marzo 2017

Recuperata carcassa di Lupo investito sulla Basentana


CON LA COLLABORAZIONE DI CITTADINI IL CRAS CONTRIBUISCE AL RECUPERO DI PREZIOSI ESEMPLARI DA SOTTOPORRE AD ESAMI ED ACCERTAMENTI

Nella giornata di sabato 25 marzo è stata recuperata dal CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) della Riserva Naturale Regionale di San Giuliano la carcassa di un Lupo lungo la statale 407 Basentana, in territorio di Ferrandina,  in provincia di Matera.
A segnalarne la presenza la notte precedente era stato un automobilista materano,  Michele Maragno,  che  aveva notato un Lupo vistosamente ferito che si trascinava con la forza di una sola zampa oltre il ciglio stradale per poi sparire nel buio. La mattina successiva, nella speranza di consentire il ritrovamento del Lupo ancora vivo era stato informato anche il responsabile del  CRAS materano che si è subito attivato facendosi accompagnare sul posto per un primo sopralluogo dallo stesso automobilista, resosi disponibile. Dopo una breve ricerca è stato individuato il Lupo, un maschio adulto purtroppo già morto, nascosto nel fitto della vegetazione lungo la scarpata sottostante la statale.
Nel frattempo è stato informato il dott. Picerno veterinario ASL in turno di reperibilità,  che giunto sul posto e constatato il decesso avvenuto probabilmente nelle ore precedenti,  ha affidato l’esemplare al responsabile del CRAS Matteo Visceglia  per la sua conservazione temporanea in congelatore. Già nella giornata di oggi è stata trasferita dallo stesso presso la sezione di Matera dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Puglia e Basilicata per le analisi necroscopiche, gli accertamenti sanitari e genetici, nell’ambito di un piano generale finalizzato alla raccolta di dati sulla specie in Italia.
In soli 4 mesi questo è il secondo Lupo investito sulle strade del materano e recuperato dal CRAS. Il caso precedente riguardava un esemplare femmina trovato morto sulla provinciale Matera Metaponto non lontano da Pomarico.
E’ molto probabile che questi ritrovamenti siano solo alcuni dei casi conosciuti e che molti altri esemplari a seguito degli incidenti vanno a morire oltre le strade senza che nessuno possa fare qualcosa né accorgersi della loro presenza. Nella maggior parte dei casi gli automobilisti non riconoscono con certezza la specie, soprattutto di notte,  e pensano si tratti di cani randagi vaganti.

E’ molto importante – dichiara Matteo Visceglia, Responsabile del CRAS - la collaborazione dei cittadini nel salvataggio della fauna in difficoltà o ferita ma anche nel recupero di esemplari deceduti di elevato valore scientifico e naturalistico come Lupo, Lontra, Gatto selvatico, solo per citare alcune specie.  Le analisi e i dati che si possono raccogliere con i molteplici esami scientifici contribuiscono alla migliore conoscenza delle problematiche della specie e conseguentemente alla migliore conservazione e tutela.  Il Lupo sta attraversando ultimamente un periodo molto difficile per le note questioni attinenti il rapporto problematico con gli allevatori ma solo una buona conoscenza di tutti gli aspetti legati alla sua biologia, comportamento e distribuzione sul territorio possono aiutare a trovare adeguate soluzioni che permettano di favorire una migliore convivenza tra questa specie e le attività zootecniche. Non va dimenticato il fatto che il recente aumento della presenza di Lupo nel materano è legata ad  un generale processo di espansione registrato a livello nazionale grazie alle normative di salvaguardia della fauna e alla presenza di aree protette. Ma è soprattutto l’incremento demografico delle sue principali prede naturali, soprattutto cinghiali, a far arrivare il Lupo ovunque, anche dove fino a pochi anni fa nessuno poteva immaginare”.


venerdì 13 gennaio 2017

NEVE E GELO AL SUD COLPISCONO LA FAUNA SELVATICA

LIPU: chiusura anticipata della caccia e maggiore vigilanza sulle regioni martoriate

Neve e gelo da giorni dominano tutto il territorio della Basilicata e della Puglia oltre che dell’intero Centro-Sud, con temperature in picchiata e terreni ricoperti per buona parte dalla neve e dal ghiaccio.
Anche il mondo della natura, come le popolazioni umane, sta vivendo un periodo difficile. Le temperature rigide e i terreni ricoperti di neve rappresentano condizioni estreme, fatali per gli uccelli ed i mammiferi selvatici, i quali hanno serie difficoltà a reperire il cibo ed a trovare rifugi idonei.
Nelle aree che man mano nei prossimi giorni saranno più libere dalla neve e dal ghiaccio si concentreranno molti animali alla disperata ricerca di cibo e di temperature più sopportabili. Tale situazione esporrà gli animali a un maggior rischio, saranno più vulnerabili e quindi facile bersaglio di cacciatori.
Ma con il maltempo anche la piaga del bracconaggio ha vita ancora più facile. Nei giorni scorsi una rara Moretta tabaccata è stata impallinata sul litorale di Zapponeta, mentre un’Oca collorosso, specie minacciata tipica delle aree russe e spinta nelle nostre zone dal gelo artico, è stata abbattuta sulla laguna di Lesina sotto i binocoli di ornitologi. Appostamenti per la caccia di frodo sono realizzati sulla costa, nell’immediato entroterra e perfino all’interno della Riserva delle Saline di Margherita di Savoia! Ed è solo la punta dell’iceberg: di molti altri episodi di bracconaggio, enormemente facilitato dalle condizioni climatiche che stiamo vivendo, non se ne ha notizia anche perché la vigilanza venatoria è scarsa.
La Legge nazionale 157/92 sulla tutela della fauna omeoterma prevede il divieto dell’attività venatoria sui terreni coperti in parte o totalmente dalla neve (art. 21, lettera m) ma ciò non basta date le estreme ed inusuali condizioni climatiche di questo periodo. Il termometro ha segnato per molti giorni valori al di sotto dello zero con punte minime proibitive per tante specie già provate da molti fattori negativi. E’ opportuno quindi garantire alla fauna selvatica una minima possibilità di recupero e sopravvivenza per agevolarne la migrazione e la preparazione alla stagione riproduttiva.
Un immediato intervento delle Istituzioni per favorire la tutela della fauna è quanto mai impellente ed urgente, anche in previsione della preannunciata nuova ondata di gelo che colpirà il sud Italia nelle prossime ore. La LIPU rivolge perciò un appello ai Presidenti delle Regioni Basilicata e Puglia affinché emanino con urgenza un provvedimento di chiusura anticipata della caccia, molti sarebbero gli animali che si potrebbero salvare, compensando le numerose perdite dovute al gelo e alla mancanza di cibo.
Inoltre è indispensabile intensificare i controlli sul territorio da parte di tutti gli organi di polizia per scongiurare ulteriori, facili mattanze da parte di cacciatori di frodo.

Occhiocotto ucciso dal gelo