venerdì 31 marzo 2017

Abbattuti gli alberi dormitorio di 800 falchi grillai

Bernalda (Mt), ha vinto il menefreghismo

Non sono bastate le note trasmesse già dallo scorso marzo 2016 all'Amministrazione comunale di Bernalda (Mt), quando intraprese il sistematico (e opinabile!) taglio di circa 250 alberi caratterizzanti il verde urbano comunale, destando uno sconcerto dibattuto sui media. "Oggi - evidenzia Enzo Cripezzi della a Lipu -sono stati vergognosamente abbattuti gli ultimi 2 grandi pini, scampati in quella occasione proprio in quanto "dormitori" della locale popolazione di 800 falchi Grillai".
I Grillai sono piccoli rapaci contemplati da norme di tutela nazionali, Direttive comunitarie e Convenzioni internazionali. Ma non a Bernalda.

Anche quest'anno, con chirurgica puntualità a marzo (non in autunno o inverno!!!), quando i falchi appena arrivati, stremati da migliaia di km, iniziano la fase riproduttiva cercando di ricostituire le energie perse durante la migrazione, ecco rincorrersi le voci dell'imminente abbattimento degli ormai famosi pini di via Ferri.

Di nuovo le comunicazioni della Lipu al Comune e altri Enti e Autorità. 
Di nuovo, come nel 2016, nessuna risposta.
Di nuovo le proteste di alcuni cittadini sensibili, come la signora Silvana Di Pace da sempre in prima linea.
Infine l'esecuzione sommaria di oggi!

Una storia triste che va ben oltre competenze e meandri normativi: il rispetto per un bene pubblico come i falchi Grillai, di grande importanza per il mondo scientifico e oggetto di grandi sforzi da parte di Associazioni ed Enti, quindi una opportunità di valorizzazione territoriale... buttato invece nella spazzatura, in favore dell'interesse di pochi e in ossequio a una logica malata.

"E così - puntualizzano alla Lipu - mentre mercoledì scorso nella vicina Matera andava in scena la bella cerimonia pubblica per la premiazione di un bambino che aveva salvato un giovane falco Grillaio, a Bernalda qualcuno riporta la lancetta del tempo al Medioevo sfrattando un dormitorio di oltre 800 falchi".

     

lunedì 27 marzo 2017

Recuperata carcassa di Lupo investito sulla Basentana


CON LA COLLABORAZIONE DI CITTADINI IL CRAS CONTRIBUISCE AL RECUPERO DI PREZIOSI ESEMPLARI DA SOTTOPORRE AD ESAMI ED ACCERTAMENTI

Nella giornata di sabato 25 marzo è stata recuperata dal CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici) della Riserva Naturale Regionale di San Giuliano la carcassa di un Lupo lungo la statale 407 Basentana, in territorio di Ferrandina,  in provincia di Matera.
A segnalarne la presenza la notte precedente era stato un automobilista materano,  Michele Maragno,  che  aveva notato un Lupo vistosamente ferito che si trascinava con la forza di una sola zampa oltre il ciglio stradale per poi sparire nel buio. La mattina successiva, nella speranza di consentire il ritrovamento del Lupo ancora vivo era stato informato anche il responsabile del  CRAS materano che si è subito attivato facendosi accompagnare sul posto per un primo sopralluogo dallo stesso automobilista, resosi disponibile. Dopo una breve ricerca è stato individuato il Lupo, un maschio adulto purtroppo già morto, nascosto nel fitto della vegetazione lungo la scarpata sottostante la statale.
Nel frattempo è stato informato il dott. Picerno veterinario ASL in turno di reperibilità,  che giunto sul posto e constatato il decesso avvenuto probabilmente nelle ore precedenti,  ha affidato l’esemplare al responsabile del CRAS Matteo Visceglia  per la sua conservazione temporanea in congelatore. Già nella giornata di oggi è stata trasferita dallo stesso presso la sezione di Matera dell’IZS (Istituto Zooprofilattico Sperimentale) di Puglia e Basilicata per le analisi necroscopiche, gli accertamenti sanitari e genetici, nell’ambito di un piano generale finalizzato alla raccolta di dati sulla specie in Italia.
In soli 4 mesi questo è il secondo Lupo investito sulle strade del materano e recuperato dal CRAS. Il caso precedente riguardava un esemplare femmina trovato morto sulla provinciale Matera Metaponto non lontano da Pomarico.
E’ molto probabile che questi ritrovamenti siano solo alcuni dei casi conosciuti e che molti altri esemplari a seguito degli incidenti vanno a morire oltre le strade senza che nessuno possa fare qualcosa né accorgersi della loro presenza. Nella maggior parte dei casi gli automobilisti non riconoscono con certezza la specie, soprattutto di notte,  e pensano si tratti di cani randagi vaganti.

E’ molto importante – dichiara Matteo Visceglia, Responsabile del CRAS - la collaborazione dei cittadini nel salvataggio della fauna in difficoltà o ferita ma anche nel recupero di esemplari deceduti di elevato valore scientifico e naturalistico come Lupo, Lontra, Gatto selvatico, solo per citare alcune specie.  Le analisi e i dati che si possono raccogliere con i molteplici esami scientifici contribuiscono alla migliore conoscenza delle problematiche della specie e conseguentemente alla migliore conservazione e tutela.  Il Lupo sta attraversando ultimamente un periodo molto difficile per le note questioni attinenti il rapporto problematico con gli allevatori ma solo una buona conoscenza di tutti gli aspetti legati alla sua biologia, comportamento e distribuzione sul territorio possono aiutare a trovare adeguate soluzioni che permettano di favorire una migliore convivenza tra questa specie e le attività zootecniche. Non va dimenticato il fatto che il recente aumento della presenza di Lupo nel materano è legata ad  un generale processo di espansione registrato a livello nazionale grazie alle normative di salvaguardia della fauna e alla presenza di aree protette. Ma è soprattutto l’incremento demografico delle sue principali prede naturali, soprattutto cinghiali, a far arrivare il Lupo ovunque, anche dove fino a pochi anni fa nessuno poteva immaginare”.