mercoledì 7 gennaio 2009
Una spedizione ornitologica in Basilicata
Foto: Matteo Visceglia
In un Consiglio Direttivo dell'ASOIM tenutosi nell'autunno del 2008 c'era all'ordine del giorno la gita sociale invernale. Decidemmo di visitare la Basilicata sia perché è terra di paesaggi straordinariamente selvaggi e ricchissima di rapaci, sia perché essendo regione confinante con la Campania poteva risultare utile visitare le zone umide per confrontare la situazione lucana con quella campana, oltre che per contribuire con la nostra presenza all'effettuazione di un censimento dell'avifauna acquatica svernante nelle zone umide della regione.
Detto fatto. Abbiamo contattato gli ornitologi lucani Egidio Fulco e Matteo Visceglia, rispettivamente potentino e materano, e acquisita la loro disponibilità ci siamo organizzati. Dalla Campania siamo partiti in nove: Rosario Balestrieri, Camillo Campolongo, Davide De Rosa, Elio Esse, Maurizio Fraissinet, Marcello Giannotti, Danila Mastronardi, Salvatore Pace e Stefano Piciocchi, con quattro auto.
Siamo partiti la mattina del 3 gennaio. Due squadre hanno puntato diritto a Pignola, vicino Potenza, dove c'erano ad attenderci Egidio Fulco e Caterina Coppola, e altre due squadre, invece, sono scese lungo l'Ofanto per visitare il Lago Saetta e i Laghi di Monticchio. Un terzo bacino è risultato invece svuotato dell'acqua. Le squadre si mantenevano in contatto telefonico con i cellulari. E' stata quindi una goduria quando quelli che si erano diretti a Pignola hanno telefonato per dire che loro stavano al caldo nella splendida casa (da Casa Vogue!!!) di Caterina Coppola, gustando una deliziosa crostata mentre fuori nevicava, e sentirsi dire che gli altri erano alle prese con abbondante neve, freddo e l'impantanamento di un fuoristrada per un'improvvisa esondazione di un bacino.
Alla fine anche il gruppo che stava a Pignola si è mosso (con calma!) ed è andato a visitare l'Oasi del WWF, sotto una nevicata bella quanto fitta e abbondante. Mai visto le anatre e le folaghe nuotare con la neve addosso!
Le osservazioni più interessanti del 3 gennaio sono state quelle di Pignola con una sessantina di Canapiglie e l'avvistamento di un Gufo di palude, migratore irregolare per la recente check-list della Basilicata, pubblicata sul numero 1 del 2008 della R.I.O..
Il giorno dopo, 4 gennaio, ci siamo svegliati con Rosario sfiancato dalla febbre e Salvatore afflitto dai postumi di una indigestione di cibarie lucane ottime e abbondanti.
Ma un ornitologo non si ferma davanti a nulla e siamo partiti lungo due direttrici. Due squadre (incluso il cadaverico Rosario) verso il Lago del Pertusillo e il Lago di Camastra, passando per la splendida Abetina di Laurenzana, completamente bianca di neve, e le altre due squadre, insieme a Egidio Fulco, verso la diga di Senise nel Parco nazionale del Pollino, passando per la discarica di Sant'Arcangelo.
Le osservazioni più interessanti le hanno fatte queste due ultime squadre perché la discarica si è rivelata un'area di grande interesse naturalistico con l'osservazione di una quarantina di Nibbi reali e di circa 200 Corvi imperiali.
Altri 12 Nibbi reali, 5 Poiane e 4 Gheppi ci aspettavano al lago di Senise, insieme a 6 Gru e 3 Volpoche, oltre a varie specie di anatre, anche se mai con grossi numeri. Da segnalare anche le 72 Gru viste al Lago di Camastra dalle altre due squadre di rilevatori.
Salutato Egidio si è puntato verso il Lago di San Giuliano, vicino Matera (non tralasciando la visita ad altre zone umide minori), dove Matteo ci aveva segnalato un ottimo agriturismo con vista sul Lago.
Da segnalare che nel frattempo Rosario è miracolosamente guarito dall'influenza. Lo scrivo perché potrebbe rappresentare un interessante caso di studio clinico sugli effetti terapeutici del bird-watching sui soggetti influenzati.
Bella serata ornitologica intorno al tavolo e al camino dell'agriturismo con Matteo Visceglia e Mariangela Francione commentando le osservazioni del 4 gennaio e fantasticando su quelle che ci attendevano l'indomani.
All'alba due squadre sono partite per le foci di Basento, Bradano, Cavone, Agri e Sinni sul litorale metapontino, mentre altre due squadre hanno dormito più a lungo (secondo Voi in quale squadra ero io? E in quale squadra ero io il giorno del 3?) perché dirette al sottostante Lago di San Giuliano e al Lago di Serra di Corvo. La giornata del 5 gennaio è stata finalmente calda e assolata.
Al Lago Serra di Corvo, nonostante sia zona aperta alla caccia, sono state osservate 24 specie, tra cui 6 Chiurli maggiori e una Gru. Al Lago di San Giuliano sono state osservate 65 specie (!!), e tra queste 2 Smerigli, 27 Chiurli maggiori, oltre 1000 Alzavole, oltre 500 Fischioni, una quindicina di Aironi bianchi maggiori, oltre 25 Aironi cenerini, 3 Falchi di palude, un Pellegrino con preda. Siamo rimasti incantati dal tamariceto allagato che c'è al lato opposto della diga. Uno dei biotopi a mio giudizio più interessanti dal punto di vista naturalistico del nostro paese. La visita al Lago è durata più di cinque ore (è enorme!). Le squadre che sono andate alle foci hanno faticato moltissimo perché c'era tanto da vedere: oltre 50 Volpoche, un Airone guardabuoi (altro migratore irregolare per la Basilicata), circa 180 Pivieri dorati, centinaia di Pavoncelle, e poi Becccacini, Chiurli maggiori.
Negli spostamenti tra una zona umida e l'altra abbiamo anche effettuato degli IKA per i rapaci diurni con una settantina di Nibbi reali complessivamente e un centinaio circa di Poiane.
In conclusione abbiamo visitato 13 zone umide, abbiamo osservato 88 specie (vedi check-list sottostante), il 30,7% delle specie note per la Basilicata, sebbene il Grillaio sia da confermare dopo analisi fotografiche. Un confronto, anche se superficiale, con la Campania ci ha dato l'impressione che in Basilicata ci siano più Canapiglie (alla fine ne abbiamo contate più di 70) e Fischioni (tra i 700 e gli 800), ma meno Moriglioni (136), Morette tabaccate (solo 2) e Morette (nessuna!), oltre ad un basso numero di Folaghe (poco più di 500). Fatto che ci possiamo spiegare con la presenza in Basilicata di invasi realizzati soprattutto a scopo irriguo, e quindi poco profondi, mentre in Campania sono numerosi anche gli invasi a scopo idroelettrico, più profondi e ricchi di anatre tuffatrici e Folaghe. Da segnalare l'abbondanza di Frosoni e, ma forse è inutile parlarne (!), di rapaci: 9 specie.
Alle emozioni ornitologiche vanno aggiunte quelle dei paesaggi selvaggi che questa regione offre, con vaste zone spopolate e brulicanti di vita animale, e quelle umane con le chiacchierate intorno al fuoco (o intorno alla pasta fatta in casa e all'agnello!!) con gli amici ornitologi lucani, con i racconti sui Capovaccai, le Cicogne nere, i Grillai, i Nibbi reali. Siamo davvero molto grati a loro per averci accolto così bene e con tanto entusiasmo.
Una gita che ha unito l'utile al dilettevole, pensiamo infatti, se riusciremo a trovare la disponibilità del tempo, di realizzare un poster sui censimenti degli acquatici e un altro sugli IKA dei rapaci per il prossimo convegno italiano di ornitologia.
Un'esperienza che ci ha lasciato dentro una grande soddisfazione. Ci è venuto in mente che nel passato, nemmeno tanto lontano, in Basilicata (come in Calabria e in Cilento) squadre di napoletani (ma anche di bresciani e toscani) scendevano per restare giorni a cacciare tutto quello che volava in quelle terre, per poi andarsene e lasciarle impoverite di fauna. Oggi squadre diverse sono scese per contare e ammirare la vita selvatica della Regione e se ne sono tornati con il ricordo (anche fotografico) di quelle forme di vita, che, appunto, sono ancora in vita.
Maurizio Fraissinet
Vice Presidente ASOIM Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale
San Giorgio a Cremano (Napoli)
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