venerdì 27 febbraio 2009

Nucleare, Basilicata in preallarme


IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA 27 FEBBRAIO 2009

Clicca sull'immagine per ingrandirla

Levata di scudi dalla Regione e dalla Provincia contro il nucleare



«La Basilicata dice no al rilancio della politica energetica che preveda il nucleare. Noi siamo la regione di Scanzano Jonico: siamo contrarissimi». A sintetizzare la «levata di scudi» contro qualsiasi ipotesi di localizzazione sia di una centrale atomica sia del deposito unico nazionale dei rifiuti radioattivi in terra lucana è stato il presidente della Giunta regionale, Vito De Filippo. La più alta autorità istituzionale regionale è scesa in campo per ribadire: «Lo sviluppo del nostro territorio non comprende alcun legame con l’energia nucleare. Inoltre, siamo il più grande giacimento petrolifero d’Europa e credo che possa bastare». Ma, De Filippo è stato ancora più categorico: «Scanzano e nessun altro paese lucano sono disponibili ad ospitare depositi o centrali nucleari. Abbiamo già contribuito con la presenza del Centro della Trisaia di Rotondella. L’esperienza delle giornate del novembre 2003 non ci permette di accogliere provocazioni da chi usa impropriamente o per interessi oscuri il nome del nostro territorio».
Una puntualizzazione, quest’ultima, che sembra richiamare le dichiarazioni di tale Primo Mastr antoni, segretario dell’Aduc (Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori), che aveva sostenuto: «Se il presidente Berlusconi vuole davvero aprire una nuova fase nucleare prenda una decisione, ora, rendendo operativo il sito di Scanzano Jonico, ché altrimenti ci troveremmo di fronte alla solita sceneggiata italiana ovvero al solito teatrino della politica». Una dichiarazione che aveva provocato già una secca replica dell’associazione ScanZiamo le scorie. E contro il nucleare ed il nucleare in Basilicata si sono schierati anche Sinistra democratica e la Provincia di Matera, con l’assessore all’ambiente Franco Labriola. Il sen. Filippo Bubbico, infine, ha sollecitano il min. Claudio Scajola a riferire sull’ar gomento in Senato.

Fonte: GAZZETTA DI BASILICATA 27 febbraio 2009

giovedì 26 febbraio 2009

Basilicata: non basta il petrolio ora vorrebbero imporci il nucleare




PRESIDENTE BERLUSCONI NON BASTA TUTTO IL PETROLIO CHE ESTRAI DALLE TERRE LUCANE?
ADESSO PER RICOMPENSARCI PER LE GENEROSE OFFERTE DELLA NOSTRA REGIONE VUOI REGALARCI ANCHE ALTRE SCORIE E CENTRALI NUCLEARI!
BRAVO, DAVVERO UN PRESIDENTE GENTILUOMO!

UN'ALTRA SCANZANO SI PREPARA?

Una Lontra a spasso sul fiume Sinni


Un gruppo di amici, ornitologi e appassionati di natura il 21 febbraio scorso ha effettuato una serie di surveys che partendo dalla costa ionica si è spinta verso l'entroterra alla ricerca di avvistamenti di interesse naturalistico ed ornitologico in particolare. Tra gabbiani e cormorani, tra aironi, tarabusi e tantissime altre specie, la sorpresa maggiore l'hanno però avuta quando, scrutando la rive del fiume Sinni, hanno osservato uno strano corpo affusolato che nuotava in senso contrario alla corrente. "Sembrava un grosso ramo galleggiante - hanno affermato- ma qualcosa ci diceva che avevamo forse visto qualcosa di molto più importante! Siamo rimasti affascinati e rapiti da quel corpo sinuoso che, quasi ignorando la nostra presenza ha continuato per qualche minuto a nuotare nelle acque del fiume!"
E così grazie ad un rapido scatto fotografico di Alfredo Vilmer Sabino è stato possibile fermare quella strana e misteriosa immagine e poter confermare che si trattava proprio di ciò che si pensava: una Lontra! Sì una vera Lontra, la regina dei fiumi! Un colpo di fortuna ma anche una bella prontezza di riflessi che ha premiato gli osservatori e chi ha colto l'attimo con la fotocamera pronta all'azione! Solo così è possibile documentare questi avvistamenti! Senza una prova fotografica a volte, magari in condizioni di scarsa visibilità e maggiore distanza, difficilmente questi incontri possono condurre a determinazioni certe al 100%, considerata anche l'elusività della specie nella maggior parte dei suoi territori.
I fortunati che hanno avuto l'onore di tale incontro sono Alfredo Vilmer Sabino, Adriano Castelmezzano, Egidio Fulco, Piero Chiatante e Giovanni Ricciardi, tutti accomunati dalla passione per le bellezze della natura e per gli habitat ricchi di vita che molte aree lucane ancora riescono ad offrire.
Grazie a loro un altro tassello è stato aggiunto al quadro del monitoraggio su questo raro mustelide frequentatore dei fiumi lucani. Ora il dato è stato comunicato agli studiosi che in Italia lavorano su questa specie con l'obiettivo di studiarne l'evoluzione, gli adattamenti e il trend ma anche le possibilità di una più efficace conservazione.
Tale osservazione permette, oltre che confermare la presenza di una specie rara e affascinante, anche di sottolineare la necessità di impegnare sempre più le istituzioni e gli organi di controllo nella vigilanza sul territorio affinchè la conservazione dell'habitat e della fauna ad esso legata sia una priorità assoluta nella pianificazione ambientale e non ceda il passo ad opere od interventi capaci di alterare un delicato equilibrio che forse si mantiene inalterato da secoli. Un appello particolare va alla Provincia di Matera, alla Regione Basilicata e a tutti gli organismi e gruppi interessati affinchè ricordino sempre il grandissimo valore dei biotopi che ospitano elementi importantissimi della biodiversità italiana.
Faccio infine i miei complimenti a Vilmer, Adriano, Egidio, Piero e Giovanni per questo importante regalo che hanno fatto a tutti noi! Un grazie particolare al fotografo naturalista Alfredo Vilmer Sabino per aver autorizzato la pubblicazione dell'eccezionale documento fotografico.

martedì 24 febbraio 2009

Solare a Bernalda: una notizia positiva



Ci vuole tanto in Basilicata a "muoversi", energeticamente parlando, con la luce e la forza del sole invece che con le megaimpattanti centrali eoliche e non solo? Con tutti i fabbricati e le strutture già inserite in ambiti antropizzati, su cui installare i moduli solari l'impatto sul paesaggio e sulla natura sarebbe di gran lunga inferiore alle enormi pale rotanti che si vedono da decine di km e che rendono paesaggisticamente sterili e anonimi interi comprensori, prima ritenuti di grande fascino e di notevole valenza turistica. Cosa faremo vedere ai turisti dopo che le società eoliche avranno fatto tabula rasa dei luoghi migliori e suggestivi, ancora degni di essere visitati e vissuti?
La Basilicata è stata presente in questi giorni alla BIT di Milano con lo scopo di convincere gli operatori turistici che la nostra regione è una terra ancora da scoprire! "Basilicata, bella scoperta!" Slogan accattivante, ma fino a quando? Cosa dobbiamo scoprire fra un pò di anni? Una terra pervasa dagli odori nauseabondi dei pozzi petroliferi che ce li troveremo anche nel giardino di casa oppure i paesaggi sfregiati da migliaia di pale eoliche? Il solare forse non è totalmente immune dal problema dell'impatto ambientale ma ci sono belle e grosse differenze!

domenica 22 febbraio 2009

Ritrovata l'Averla maggiore a Montescaglioso


Oggi volevo verificare se l'Averla maggiore (Lanius excubitor) vista a Montescaglioso a partire dal 9 dicembre del 2008 era ancora in zona. Ebbene, dopo un po' di attente osservazioni sui campi della piana del Bradano è rispuntata fuori, posata sugli stessi identici alberelli su cui è stata scoperta la prima volta!
Dunque l'Averla maggiore si conferma svernante accertata per la Basilicata e prima osservazione per l'agro di Montescaglioso. Al momento tale sito risulta essere l'unico noto in provincia di Matera in cui tale specie è stata vista con regolarità per tanto tempo rimanendo strettamente fedele al suo territorio di caccia, segno che l'habitat era ideale le le sue esigenze ecologiche.

sabato 21 febbraio 2009

Orrori senza fine con un assurdo disegno di legge sulla caccia

Il Disegno di legge del senatore Franco Orsi:
una lista di orrori senza fine.

Dal Senato della Repubblica parte in questi giorni uno dei più gravi attacchi alla Natura, agli animali selvatici, ai parchi, alla nostra stessa sicurezza: un disegno di legge di totale liberalizzazione della caccia. E' firmato dal senatore Franco Orsi.
Animali usati come zimbelli, caccia nei parchi, riduzione delle aree protette, abbattimenti di orsi, lupi, cani e gatti vaganti e tante altre nefandezze.
La legge 157/1992, l’unica legge che tutela direttamente la fauna selvatica nel nostro Paese, sta per essere fatta a pezzi.


Fermiamoli!!!


Ecco la lista degli orrori.


Sparisce l’interesse della comunità nazionale e internazionale per la tutela della fauna.

L’Italia ha un patrimonio indisponibile, che è quello degli animali selvatici, alla cui tutela non è più interessato!


Scompare la definizione di specie superprotette.
Animali come il Lupo, l’Orso, le aquile, i fenicotteri, i cigni, le cicogne e tanti altri, in Italia non godranno più delle particolari protezioni previste dalla normativa comunitaria e internazionale.

Si apre la caccia lungo le rotte di migrazione.
Un fatto che arrecherà grande disturbo e incentiverà il bracconaggio, in aree molto importanti per il delicatissimo viaggio e la sosta degli uccelli migratori.

Totale liberalizzazione dei richiami vivi!
Sapete cosa sono i richiami vivi? Gli uccelli tenuti “prigionieri” in piccolissime gabbie per attirarne altri. Già oggi questa pessima pratica è consentita, seppure con limitazioni. Ma il senatore Orsi vuole liberalizzarla totalmente
Sarà possibile detenerne e utilizzarne un numero illimitato.
Spariranno gli anelli di riconoscimento per i richiami vivi. Sarà sufficiente un certificato. Uno per tutti!!!
Tutte le specie di uccelli, cacciabili o non cacciabili, potranno essere usate come richiami vivi. Anche le peppole, i fringuelli, i pettirossi…

700 mila imbalsamatori
I cacciatori diventeranno automaticamente tassidermisti, senza dover rispettare alcuna procedura. Animali uccisi e imbalsamati senza regole. Quanti bracconieri entreranno in azione per catturare illegalmente animali selvatici e imbalsamarli?

Mortificata la ricerca scientifica
L’Autorità scientifica di riferimento per lo Stato (l’Istituto Nazionale per la Fauna Selvatica, oggi ISPRA) rischia di essere completamente sostituta da istituti regionali.
Gli istituti regionali rilasceranno pareri su materie di rilevanza nazionale e comunitaria.
Potenziale impossibilità di effettuare studi, ricerche e individuazione di standard uniformi sul territorio nazionale.

Si apre la caccia nei parchi a specie non cacciabili.
Un’incredibile formulazione del Testo Orsi rende possibile la caccia in deroga (cioè la caccia alle specie non cacciabili) addirittura nei Parchi e nelle altre aree protette!

Saranno punite le regioni che proteggono oltre il 30% del territorio regionale!
Norma offensiva! Chi protegge "troppa" natura sarà punito. Come se creare parchi dove la gente e gli animali possano vivere e muoversi sereni, fosse un reato!

Licenza di caccia a 16 anni.
Invece che educare i ragazzi al rispetto, ecco a voi i fucili!

Liberalizzato lo sterminio di lupi, orsi, cervi, cani e gatti vaganti eccetera!
Un articolo incredibile, che dà a i sindaci poteri di autorizzare interventi di abbattimenti e eradicazione degli animali, in barba alle più elementari norme europee. Basterà che un singolo animale “dia fastidio”.
Un vero e proprio Far West naturalistico.

Leggi regionali per cacciare specie non cacciabili.
Non sono bastate quattro procedure di infrazione dell’Unione europea, non sono bastate due sentenze della Corte Costituzionale. Il senatore Orsi regalerà a Veneto e Lombardia, ovvero agli ultrà della caccia, la possibilità di continuare a cacciare specie non cacciabili, e di farlo con leggi regionali. E le multe europee le pagheremo noi!

Caccia con neve e ghiaccio.
Si potrà cacciare anche in presenza di neve e ghiaccio, cioè in momenti di grandi difficoltà per gli animali a reperire cibo, rifugio, calore.

Ritorno all’utilizzo degli uccelli come zimbelli!
Puro medioevo! Le civette legate per zampe e ali e utilizzate come esca!

Ridotta la vigilanza venatoria.
Le guardie ecologiche e zoofile non potranno più svolgere vigilanza! Nel Paese con il tasso di bracconaggio tra i più alti d’Europa, cosa fa il Senatore Orsi? Riduce la vigilanza!

Cancellato l’Ente Nazionale Protezione Animali dal Comitato tecnico nazionale.
Le associazioni ambientaliste presenti nel Comitato sulla 157 saranno ridotte da quattro a tre. L’ENPA, storica associazione animalista italiana, viene del tutto estromessa.

E altro, tanto altro ancora.

Fermiamoli!!!



Diffondete questo documento, iscrivetevi alle liste in difesa degli animali selvatici che stanno nascendo sui blog, su Facebook, scrivete ai parlamentari, scrivete ai senatori della Commissione Territorio e Ambiente ,
http://www.senato.it/loc/link.asp?tipodoc=scom&leg=16&tipo=0&cod=13 , partecipate alle iniziative che saranno organizzate!
Evitiamo che l’Italia precipiti in questa forma di barbarie. La natura è la nostra vita.


Fermiamoli!!!

venerdì 20 febbraio 2009

Il Grifone tornerà a volare sul Pollino

Speriamo che sia la volta e buona e che non facciano una brutta fine!



Clicca sull'immagine per ingrandirla.

Il Lago di San Giuliano è una delle zone umide più importanti della regione

Come da anni si sta affermando la Riserva Naturale di San Giuliano si è rivelata una delle zone umide a maggior interesse ornitologico e naturalistico. Il comunicato dell'Osservatorio Faunistico, sulla base di alcuni censimenti effettuati di recente, lo conferma.

giovedì 19 febbraio 2009

Attività Osservatorio Faunistico Regionale

L’Osservatorio Faunistico ha avviato le attività volte a monitorare alcune specie di uccelli acquatici a priorità di conservazione. In particolare, sono state attivate due stazioni situate presso la Riserva Naturale Bosco Pantano di Policoro e la Riserva Naturale Lago Pantano di Pignola.
Lo rende noto l’ufficio stampa del Parco Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane.
Le operazioni – riferisce la nota dell’Ente Parco - hanno lo scopo di monitorare i flussi di Passeriformi migratori in queste due importanti zone umide regionali e di studiare, nel corso della prossima stagione riproduttiva 2009, la composizione e la struttura della comunità ornitica nidificante.
Il monitoraggio si svilupperà attraverso l’intero arco del 2009, in modo da fornire le prime informazioni circa la struttura delle comunità ornitiche che frequentano il nostro territorio durante l’intero arco dell’anno al fine di pianificare futuri interventi di gestione e programmi di monitoraggio sempre più accurati.
I monitoraggi - conclude la nota - condotti anche durante i prossimi anni, consentiranno di stabilire la reale consistenza e i trend delle popolazioni di Uccelli selvatici, al fine di ottenere gli strumenti fondamentali per la gestione sostenibile del territorio”.

Fonte:Basilicatanet.it 19/02/2009

Estrazioni in Basilicata: importanti dichiarazioni di un' esperta



Autore: Enzo Palazzo

“Prima ancora che un bacino petrolifero, la Basilicata è un bacino idrico che dà da bere a due regioni”. L’affermazione è di Maria Rita D’Orsogna, [www.csun.edu/~dorsogna/], esperta di inquinamento da idrocarburi, un’abruzzese con un curriculum lungo un chilometro, attualmente docente dell’University Northridge Mathematics Department di Los Angeles, in California. La conversazione con la docente californiana viene dopo le “verità” della Gas Plus italiana, pubblicate il 31 gennaio con l’intervista al direttore del Business Development, Giovanni Baroni, in merito alla trivella del pozzo di metano riattivata di recente a Marconia.

Professoressa D’Orsogna, esiste un pericolo di inquinamento dell’aria e delle falde freatiche più grave per il petrolio e meno per il gas? Questo e’ un mito che le ditte petrolifere amano propagandare. In realta’ i rischi esistono anche per le estrazioni di gas. Un report di Scientific American, dal titolo “Drilling for Natural Gas, Contaminating Water” mostra che negli Stati Uniti, dove i controlli sono di gran lunga piu’ severi e meticolosi che in Italia, si sono registrati circa 1000 casi di contaminazione di sostanze tossiche nei pozzi d’acqua ad uso umano a causa di estrazioni di gas naturale. In vari casi, sono stati trovati benzene, lubrificanti e altri composti chimici nell’acqua teoricamente ‘potabile’. Gas e petrolio hanno la stessa composizione chimica, sono entrambi fatti di molecole di carbonio ed idrogeno. Quelle del gas sono pero’ molecole piu’ corte del petrolio. Di solito nei pozzi di gas naturale le concentrazioni di idrogeno solforato sono piu’ elevate, essendo anche l’idrogeno solforato un gas. Nel petrolio, invece, piu’ spesso si trovano impurita’ sulfuree che solo durante la lavorazione e l’opera di desolforazione (come quella che si fa a Viggiano) diventa idrogeno solforato.

La Gas Plus, la società che estrae a un km. dal centro storico di un paese di nome Marconia, sostiene di estrarre metano puro al 99 per cento con emissioni di solfati uguale a zero, in quanto l’analisi del campione ha trovato concentrazioni minori di 1 ppm. mol! Ma cosa vuol dire “emissioni di solfati uguale a zero”, se nel campione c’e’ una concentrazione vicina ad 1ppm di H2S? Zero e 1ppm sono due cose diverse. L’idrogeno solforato e’ una sostanze che agisce come il cianuro (anche piccole quantita’ possono essere nocive alla salute): non si puo’ ragionare in termini assoluti ma relativamente al fatto che questa sostanza e’ altamente tossica. In Italia nel 2008 ci sono stati 11 morti per inalazione di idrogeno solforato. L’organizzazione mondiale della sanita’ raccomanda un limite di 0.005ppm in aria. In Massacchussetts e’ illegale immettere in atmosfera sostanze con concentrazioni di 0.0006 ppm.

Tecnicamente, come può avvenire l’inquinamento dei bacini idrici durante una perforazione/estrazione? Le sostanze chimiche utilizzate per perforare restano nel terreno e si infiltrano nelle falde acquifere, inquinandole con materiali tossici. Anche perché l’opera di estrazione necessita di molta acqua ad alta pressione, che molto spesso e’ caratterizzata da presenza di idrocarburi, composti organici, metalli, sali e altre sostanze chimiche di lavorazione. La sua elevata salinità puo’, inoltre, cambiare la composizione chimica del terreno, riducendone qualità e fertilità. Senza parlare dei rischi da fanghi e fluidi perforanti che, a causa di incidenti, mal funzionamenti o perdite, possono riversarsi nei terreni attorno ai pozzi. Esempi di contaminazione di laghi, fiumi e terreni non mancano nel resto del mondo, con il conseguente aumento di tumori, aborti spontanei, morie di pesci, malattie respiratorie e alla pelle.

E’ successo anche in Basilicata! Certo! In Basilicata esistono posti dove l’acqua non è più potabile, a causa dell’attività estrattiva, come ad esempio presso le sorgenti ‘Acqua sulfurea’, ‘Acqua la Vecchia’ e ‘Acqua Piano la Cerasa di Calvello’ a Calvello (Pz). In quella localita’ il sindaco vietò il consumo di acqua dai rubinetti. Anche la zona del parco nazionale ‘Acqua dell’Abete’ e’ allo stato attuale sotto sequestro per inquinamento: c’è chi pensa sia dovuto a causa di infiltrazioni di sostanze tossiche dal vicino pozzo estrattivo Cerro Falcone, dell’Eni.

Lei ha anche parlato di sostanze chimiche segrete, radioattive e cancerogene, usate per rendere fluida la crosta terrestre.
Esistono centinaia di sostanze chimiche naturali o artificiali che possono essere usate nei fluidi perforanti. La composizione chimica esatta e’ coperta da segreto industriale, il che rende più difficile sapere con esattezza tutti i rischi possibili. L’utilizzo di materiale radioattivo nei pozzi lucani e’ evidente già dall’audizione del 1998 di Franco Bernabé, al tempo presidente dell’Eni, da parte di Massimo Scalia, presidente della “Commissione parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti e sulle attivitià illecite ad esso connesse”.

La Gas Plus italiana, in merito al pozzo di metano di Marconia ha dichiarato di usare fluidi a base di acqua che contengono polimeri sintetici e naturali, “tutti a bassissimo impatto ambientale”. Le compagnie petrolifere tendono troppo spesso a minimizzare, specie quando non si tratta delle loro vite o di quelle dei loro cari. Quando le operazioni di perforamento vengono fatte così vicine ai centri abitati, nulla e’ a bassissimo impatto ambientale. Immettere sostanze chimiche non presenti in natura nel terreno come un “polimero sintetico” e’ di per sé impattante. Non sappiamo come reagira’ il terreno, cosa scorre in quella zona, come gli ingredienti segreti reagiranno fra loro e a contatto con la terra. E’ come andare alla cieca. E poi, una volta creato il pozzo, tutte queste sostanze usate per perforare il terreno, immesse a vari chilometri sotto la crosta terrestre, tornano su, come scarti, mescolati ad altre sostanze del sottosuolo, dando origine a miscele pericolose e tossiche. La domanda vera da porsi, piuttosto, e’: ma dove andranno a finire i materiali di scarto?


Non esiste solo un rischio di inquinamento dell’aria e del sottosuolo quando si estrae gas come a Marconia. Esiste anche il rischio di un fenomeno geologico molto noto che va sotto il nome di subsidenza.
“La subsidenza – spiega ancora la professoressa Maria Rita D’Orsogna – è l’abbassamento del terreno a causa delle estrazioni di idrocarburi. Questo fenomeno è qualche volta accompaganto da micro terremoti e dissesti geologici. In Italia, nel 1936, furono aperti i primi pozzi di metano nella Laguna veneta e in quello stesso periodo iniziarono le alluvioni del Polesine, attribuite proprio al fenomeno della subsidenza. Nel 1963 si decise di disattivare i pozzi di metano per proteggere le popolazioni e da allora le alluvioni del Polesine sono solo un ricordo. Di recente c’è stato un processo contro l’Eni in Veneto per tentata alluvione e disastro ambientale perché questo ente ha tentato di costruire un pozzo di idrocarburi in una zona vietata dal decreto Ronchi, redatto proprio per proteggere la Laguna dalla subsidenza”. Il rischio di subsidenza è uno dei tanti motivi per cui le legislazioni di altri Paesi sono molto rigide nei permessi di estrazione nelle vicinanze di aree protette, di centri abitati e della costa. Negli Usa sono vietate le estrazioni petrolifere fino a 160 km. dalla costa pacifica e atlantica. Si può trivellare solo nel mare antistante il Texas, nel Golfo del Messico. “Il Texas – ci informa la D’Orsogna – ha però deciso di non puntare sul turismo marino. La moratoria nei mari Usa vige dai primi anni Ottanta e tutti la rispettano perché nessuno vuole mettere a rischio le proprie industrie turistiche. I grandi laghi americani attorno alle Cascate del Niagara hanno una superficie di circa una volta e mezza l’Adriatico: è assoluto il divieto di trivellare per i pericoli sul ciclo naturale”. In Norvegia le piattaforme sono tutte in mare aperto, ad almeno 50 km. dalla costa e lo Stato norvegese garantisce una pensione dai ricavati del petrolio a tutti i suoi cittadini. “Ma la Norvegia – dice ancora la professoressa dell’University Northridge Mathematics Department di Los Angeles –, è lo Stato più trasparente nell’informazione sui rischi e i danni dell’attività estrattiva. Una differenza enorme rispetto alle leggi blande italiane dove persino i controlli, anche sugli smaltimenti dei pericolosi fanghi residui, sono molto rari e dove le royalties, come dimostra proprio il caso Basilicata, sono fra le più basse al mondo”. Ma se fosse un abitante di Marconia, chissà che farebbe la D’Orsogna? “Semplice, se fossi un abitante di Marconia credererei alle parole del rappresentante della Gas Plus solo nel momento in cui egli stesso decidesse di trasferirsi a 5 metri dal pozzo e accettasse di dar da mangiare e bere a se stesso e alla sua famiglia verdure e acqua provenienti dai terreni e dalle fonti idrighe attigue al pozzo. E poi, mi chiederei: ma cosa ci guadagna Marconia? Non sarebbe piu’ intelligente avviare una massiccia opera di sfruttamento dell’energia solare con pannelli fotovoltaici?”

C’è stato un “ammorbidimento” della Valutazione di impatto ambientale sulle attività petrolifere? La paura è di No Scorie Trisaia che porta ad esempio la costruzione di una rete di piezometri entro i 200 metri dal pozzo estrattivo, nel 1999 ritenuta dal Ministero dell’ambiente un obbligo per il rilascio delle Via. Una rete piezometrica e’ un sistema per determinare i flussi idrici sotterranei al fine di monitorare l’inquinamento delle falde. “In una Regione che fa fatica a monitorare l’aria intorno alle estrazioni – dichiara No Scorie Trisaia – figuriamoci se hanno obbligato la Gas Plus alla rete di piezometri a Marconia, visto che con un artificio linguistico, work over (manutenzione), la Gas Plus riesce a fare una nuova perforazione addirittura con la stessa Via del vecchio pozzo”.

Fonte:Gazzetta del Mezzogiorno, edizione Basilicata, del 18.02.2009

mercoledì 18 febbraio 2009

Interventi forestali sulla costa ionica

LA PROVINCIA DI MATERA SULLA VALORIZZAZIONE PINETA IONICA

La Provincia di Matera prosegue la sua politica di valorizzazione ambientale e della fascia delle Pinete ioniche. Dopo la certificazione EMAS, i lavori per l’ammodernamento dell’asse viario che collega Metaponto a Nova Siri, le attenzioni si concentrano sul progetto IVAM “Interventi di Valorizzazione ambientale e miglioramento forestale delle pinete ioniche”.

L’importo complessivo dell’intervento, che è pari a due milioni di euro, vede l’Amministrazione provinciale impegnata per una quota pari a ottocento mila euro, cifra che utilizza i fondi della Trisaia di Rotondella (come previsto dalla Legge 368 del 2003), e la restante quota, pari a un milione e duecento mila euro, sarà garantita, con un benestare di massima, dalla Regione Basilicata. Gli interventi saranno realizzati da aprile 2009 a dicembre 2009, con una interruzione delle attività nei mesi di luglio e agosto. Il progetto è stato presentato, in mattinata, ai sindaci dei comuni interessati.

“Il progetto, – ha spiegato l’assessore all’Ambiente Francesco Labriola – che interesserà i comuni di Policoro, Scanzano Jonico, Pisticci, Bernalda e Nova Siri, prevede interventi di ripulitura delle aree forestali, che saranno integrati con i rimboschimenti con specie autoctone su una superficie di circa 43 ettari, e la creazione di aree pic nic per le attività ludico ricreative. Azioni indispensabili per affrontare e risolvere una emergenza ambientale strategica per l’intero territorio. E proprio per migliorare la qualità ambientale del Materano – ha proseguito Labriola – abbiamo inteso mettere ulteriormente a frutto questi interventi recuperando e utilizzando correttamente la biomassa forestale. Un uso che seguirà le linee guida del Dipartimento Economia Forestale dell’Università di Basilicata e del CNR IVALSA di Firenze, con le quali l’Ente ha già messo a punto due convenzioni. Un progetto – ha evidenziato l’assessore provinciale - che diventerà anche una opportunità di lavoro per ben 120 persone, che anche se a tempo determinato, potranno lavorare per sei mesi. A breve uscirà l’avviso pubblico pertinente.”

“ La valorizzazione ambientale – ha sottolineato il presidente della Provincia Carmine Nigro – è strettamente legata a quella turistico-paesaggistica, perché gestire in maniera opportuna ed efficace un polmone verde di tali dimensioni, porterà benefici anche ai turisti e quindi agli operatori turistici della costa ionica. Se a questo aggiungiamo le opportunità lavorative per 120 famiglie, in un periodo economico davvero pesante per l’intera regione, allora possiamo ritenere di avere realizzato qualcosa di importante per la nostra provincia.
Sono questi gli interventi – ha concluso Nigro – che dimostrano la qualità del governo di un territorio, pratica ardua e complessa che richiede grande impegno e dedizione.”

Fonte: Basilicatanet.it 18/02/2009
BAS 05

venerdì 13 febbraio 2009

Giornata del Risparmio Energetico





Giornata del Risparmio Energetico

- 13 febbraio 2009 -

Per il quinto anno consecutivo Caterpillar lancia per il 13 febbraio 2009 M’illumino di meno, la grande giornata di mobilitazione internazionale in nome del risparmio energetico.

Dopo il successo delle passate edizioni, i conduttori Cirri e Solibello chiederanno nuovamente agli ascoltatori di dimostrare che esiste un enorme, gratuito e sotto utilizzato giacimento di energia pulita: il risparmio. L’invito rivolto a tutti è quello di spegnere luci e dispositivi elettrici non indispensabili il 13 febbraio 2009 dalle ore 18.

Nelle precedenti edizioni M’illumino di meno ha contagiato milioni di persone impegnate in un’allegra e coinvolgente gara etica di buone pratiche ambientali. Semplici cittadini, scuole, aziende, musei, gruppi multinazionali, società sportive, istituzioni, associazioni di volontariato, università, commercianti e artigiani hanno aderito, ciascuno a proprio modo, alla Giornata del Risparmio. Lo scorso anno il “silenzio energetico” coinvolse simbolicamente le piazze principali in Italia e in Europa: a Roma il Colosseo, il Pantheon, la Fontana di Trevi, il Palazzo del Quirinale, Montecitorio e Palazzo Madama, a Verona l’Arena, a Torino la Basilica di Superga, a Venezia Piazza San Marco, a Firenze Palazzo Vecchio, a Napoli il Maschio Angioino, a Bologna Piazza Maggiore, a Milano il Duomo e Piazza della Scala ma anche Parigi, Londra, Vienna, Atene, Barcellona, Dublino, Edimburgo, Sofia, Palma de Mallorca, Lubiana si sono “illuminate di meno”, come altre decine di città in Germania, in Spagna, in Inghilterra, in Romania.

Anche grazie al contributo di ANCI e ANPCI nella diffusione capillare dell’iniziativa, molte città italiane si sono mobilitate per coinvolgere i comuni gemellati all’estero: un passaparola virtuoso che ha consentito di spegnere luci davvero in ogni parte del mondo. Dopo il successo europeo dell’edizione 2008, per il 2009 vorremmo dar spazio non solo alle istituzioni ma anche ai cittadini d’Europa, invitando tutti, insegnanti, sportivi, professionisti, associazioni, a creare gemellaggi inediti tra categorie o tra singoli individui diffondendo la campagna di sensibilizzazione oltre confine.

La campagna di M’illumino di meno 2009, che ha ottenuto il patrocinio del Parlamento europeo per il secondo anno consecutivo, inizia il 12 gennaio e si protrarrà fino al 13 febbraio, dando voce al racconto delle idee più interessanti e innovative, in Italia e all’estero, per razionalizzare i consumi d’energia e di risorse, dai piccoli gesti quotidiani agli accorgimenti tecnici che ognuno può declinare a proprio modo per tagliare gli sprechi.

Sul sito è possibile aderire all’iniziativa, precisando quali iniziative concrete si metteranno in atto nel corso della giornata, in modo che le idee più interessanti e innovative servano da esempio e possano essere riprodotte. Nella sezione INNO si può scaricare il brano di Frankie HI NRG MC, colonna sonora ufficiale di M’illumino di meno, e reinterpretarlo a piacimento inviandoci il risultato delle vostre rielaborazioni.

La redazione di Caterpillar

millumino@rai.it
http://milluminodimeno.blog.rai.it/


MATERA ADERISCE A “M’ILLUMINO DI MENO”
13/02/2009 14.06.53
[Basilicata]

Anche la città di Matera aderirà a “M’illumino di meno”, la giornata di mobilitazione per il risparmio energetico che cade in data odierna. L’Amministrazione Comunale ha disposto, pertanto, di spegnere le luci, nella fascia oraria dalle 18 alle 18,30, di Piazza Vittorio Veneto e di tutti gli edifici monumentali della città che sono illuminati, in segno di adesione alla campagna promossa dal programma di Radiodue Caterpillar. “Matera nel suo piccolo contribuisce, in maniera simbolica e concreta, al risparmio energetico, che ci aiuterà a fronteggiare nella maniera migliore la crisi ambientale e sensibilizzare in tal senso i nostri concittadini”, ha detto il sindaco Emilio Nicola Buccico.
bas 02

lunedì 9 febbraio 2009

Eolico a Bernalda: un altro territorio da immolare alla pseudo politica di tutela ambientale



CONTINUA LA TRUFFA DELL'EOLICO CON I NUOVI MOSTRI A DUE PASSI DALLA COSTA IONICA

Qui un video per chiarirsi le idee su quello che c'è dietro l'affare dell'eolico.

Rifiuti: problema mentale innanzitutto!

Da mesi, anzi da anni, in varie zone della Riserva Naturale di San Giuliano si rinvengono con regolare cadenza accumuli di rifiuti di ogni genere, alcuni abbandonati sui bordi delle strade, altri furbescamente buttati lungo i fossi e sotto i ponti e altri ancora sistematicamente depositati presso i cassonetti. Il problema dei rifiuti, e di quelli speciali o nocivi in particolare, abbandonati nelle campagne o nelle periferie delle città esiste ovunque, ma l'idea di vedere anche nelle Oasi e nelle Aree Protette queste deplorevoli forme di degrado non fa bene a nessuno anzi contribuisce a sminuire il valore e la funzione di queste aree che dovrebbero essere, al contrario, un esempio di buone pratiche di corretta gestione per tutto il territorio.
Il Comune di Miglionico, di Grottole o il Comune di Matera (facenti parte della Riserva e indicati dalla legge quali enti preposti alla raccolta dei rifiuti), si limitano il più delle volte allo svuotamento del contenuto dei cassonetti, lasciando comunque nei pressi degli stessi un fardello (colorato sì, ma poco piacevole a vedersi) di cui nessuno sembra farsi carico. Le casse comunali sono vuote, il personale manca e i mezzi sono insufficienti. E allora? Vuol dire forse che stando così le cose dobbiamo rassegnarci a convivere per sempre con questi suggestivi angoli "delle buone pratiche civili"??? Ma non ci si può e non ci si deve rassegnare così facilmente! E quindi vanno fatte proposte concrete alle amministrazioni comunali e alla Provincia di Matera. Proposte che da una parte devono sollecitare un maggior controllo e prevenzione di questi fenomeni, dall'altra devono essere capaci di trovare soluzioni che attenuino il più possibile l'impatto visivo dislocando in altri punti il posizionamento dei cassonetti più critici e prevedendo la rimozione periodica e regolare di questi rifiuti.
Ma chi sono questi furbi ed intelligenti cittadini (definirli così non sarebbe proprio il caso...) che, con un gesto così banale ed automatico, creano una serie di problemi che abbracciano tante sfere ed aspetti del vivere civile e riducono la credibilità di chi invoca e promuove il turismo nelle aree protette? Se qualcuno vuole improvvisarsi detective basta fare un salto ogni tanto negli hot spots della monnezza e rendersi conto che si tratta di gente senza alcuno scrupolo e senza il minimo senso civico. Chi deve sbarazzarsi di rifiuti ingombranti e speciali perchè sceglie di creare senza pensarci minimamente così tante difficoltà alla collettività che si sforza ogni giorno (a cominciare dal lavoro degli insegnanti e degli alunni) di risolvere o attenuare questi problemi? In un periodo in cui si parla tanto di raccolta differenziata (e sono molti che la fanno, per fortuna, in alcuni comuni della nostra regione) sembra davvero anacronistico assistere alla persistenza e moltiplicazione di questo tipo di degrado che, ormai è chiaro, ha radici solo culturali e mentali! Riparare la mente dell'uomo per proteggere il suo ambiente di vita, questo è quello che serve!









venerdì 6 febbraio 2009

Nuova denuncia sullo stato del torrente Jesce nel Parco della Murgia



Fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA 6 FEBBRAIO 2009

L'attività di Carabinieri e ATC a tutela della fauna



Si precisa che il Centro Recupero dell'Oasi di San Giuliano a cui fa riferimento l'articolo è stato realizzato dalla Provincia di Matera nell'ambito del Progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani". Il WWF non si occupa più dal 2007 di attività di recupero in tale area.
Inoltre va precisato che nello stesso articolo la frase "E' aumentato in maniera consistente sia nei pressi del lago di San Giuliano sia del Parco della Murgia" va riferita al numero dei cinghiali e non all'entità del bracconaggio di cui non si hanno dati certificati.

Università Verde a Matera

Ricevo e pubblico questo programma.

martedì 3 febbraio 2009

Escursioni & Fotografia



Il gruppo Materafotografia, Associazione Onlus, ci invia il programma delle escursioni relative all’anno 2009.


Domenica 8 febbraio: Ofra ( S.Nicola all’Ofra, San Michele all’Ofra e dintorni)
Appuntamento ore 8,30 presso la chiesa di S.Agnese.

Domenica 1 marzo: dalla Grotta dei pipistrelli allo Jazzo dei Sorci.
Appuntamento alle ore 8,30 presso la chiesa di S.Agnese.

Domenica 8 marzo : Dallo Jazzo dei Sorci a Cristo la selva.
Appuntamento alle ore 8 presso la chiesa di S.Agnese.

Domenica 30 marzo: Villaggio Saraceno
Appuntamento alle ore 8,30 presso la chiesa di S.Agnese.

Domenica 5 aprile : San Nicola all’Annunziata
Appuntamento ore 8,30 presso la chiesa di S.Agnese.

Domenica 19 Aprile: escursione fotografica sulla murgia alla scoperta delle orchidee e delle altre piante autoctone.
Appuntamento presso l’ex mulino Quinto alle ore 8,30.

Le escursioni si svolgeranno sempre tempo permettendo e saranno della durata di una mattinata, salvo come specificato dal programma.
Altre escursioni sono previste per fotografare i riti arborei della Basilicata, di questo sarà data comunicazione ai soci e simpatizzanti.

NOTA: Le escursioni si svolgono dietro la diretta responsabilità dei partecipanti, per quanto riguarda eventuali minori al seguito ne rispondono i genitori o chi è delegato da loro ad accompagnarli, Materafotografia non si assume alcuna responsabilità.
La partecipazione alle escursioni è gratuita, Materafotografia si riserva di accettare o meno i partecipanti (la partecipazione è legata al rispetto della natura e dei luoghi, chiunque avrà comportamenti non adeguati (raccolta di asparagi, estirpazione di erbe e fiori ecc.) sarà diffidato da eventuali altre partecipazioni, sottointeso che va rispettato il regolamento del parco che ognuno potrà consultare sul sito web del parco stesso)

Per informazioni e prenotazioni inviare mail a brandellodistoffa@alice.it nella persona di Claudio Bernardi che si interessa del coordinamento.