martedì 2 febbraio 2010
2 febbraio, Giornata Internazionale delle Zone Umide
Il 20 gennaio scorso è stato inaugurato l’Anno Internazionale della Biodiversità promosso dalla IUCN, l’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura. A distanza di pochi giorni si celebra un altro anniversario importante: oggi è la Giornata Internazionale delle Zone Umide, cioè quelle aree naturali quali le paludi, coste marine, fiumi, laghi che tanto simboleggiano gli equilibri della natura e la qualità degli ecosistemi. Questa data ricorda la firma della Convenzione di Ramsar del 2 febbraio 1971 quando un gruppo di Paesi partecipò alla Conferenza internazionale sulle zone umide e gli uccelli acquatici assieme a istituzioni scientifiche e altri organismi internazionali per mettere a punto una strategia a livello globale per la conservazione e la gestione delle aree umide naturali. Da allora si cominciò a parlare di ecosistemi in modo globale e si modernizzò il concetto di zona umida, passando da quello di ambiente malsano e inospitale a scrigno prezioso di Biodiversità. L’Italia aderì alla Convenzione ed oggi nel nostro paese sono presenti 50 aree umide incluse nell'elenco ufficiale delle “Zone Ramsar”, a simboleggiare la volontà di sottrarre tali ambienti così fragili e vulnerabili da ogni sfruttamento inutile che ne comprometta i delicati equilibri costruiti piano piano negli anni, soprattutto se si tratta di zone umide relativamente "recenti" come quei laghi artificiali che oggi costituiscono la maggiore superficie di area umida di alcune regioni come la Basilicata.
Le parole, i convegni e le ricorrenze si sprecano ma la difesa vera e concreta contro i tanti attacchi che giornalmente subiscono tutte le zone umide in Italia e nel mondo è lontana dall'essere realtà. Anche in Basilicata occorre dare una svolta e fare un salto di qualità che si veda e si percepisca, non passi indietro. Si può fare anche turismo, e solo di un certo tipo, nei dintorni delle aree umide ma a patto di rispettare l'integrità e la finalità dei luoghi lasciando innanzitutto spazio vitale per la sosta, la riproduzione e la migrazione di tantissime specie di avifauna, anche rarissime, che ogni giorno vivono, per le loro esigenze biologiche, a stretto contatto con le zone umide. E' questo è proprio ciò che le varie convenzioni internazionali chiedono agli stati e agli enti locali. La necessità di istituire aree protette non deriva assolutamente solo dalle esigenze di ricreazione della specie umana ma soprattutto dalla necessità di garantire la massima la conservazione degli habitat, la loro qualità e le loro componenti biologiche sotto ogni forma. L'acqua, con tutta la varietà delle forme di vita che ospita è come una grande e diffusa sentinella della qualità della nostra vita e nessuno più degli organismi che ci vivono può rassicurarci giorno per giorno sulla purezza del nostro caro e amato bicchiere d'acqua fresca.
AUGURI PER UN FUTURO MIGLIORE A TUTTE LE AREE UMIDE DELLA BASILICATA!
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