L'8 marzo su questo blog avevamo riportato la notizia del ritrovamento, da parte del CFS, di un Tasso ferito a causa di un investimento da parte di un veicolo. Oggi è arrivato il momento del suo rilascio in natura dopo una cura di 3 settimane.
martedì 30 marzo 2010
lunedì 29 marzo 2010
Il ritorno della Cicogna nera
Anche quest'anno le cicogne nere sono ritornate in Basilicata, fedeli come sempre! Come di consueto durante la stagione riproduttiva si cercherà di raccogliere i dati essenziali per aggiornare lo status della specie nella regione. Nel 2009 le coppie note che si sono riprodotte con successo sono state 5, pari al 50% della popolazione nidificante italiana.
Chi ha voglia di contribuire alla conoscenza della distribuzione della Cicogna nera in Basilicata può scrivere a matteo.visceglia@alice.it oppure de-rerum-natura@libero.it. Si assicura che ogni dato utile sarà correttamente utilizzato ai fini dello studio della specie e l'autore sarà citato in caso di utilizzo delle informazioni inedite fornite.
Nelle prossime settimane sarà organizzata una giornata di monitoraggio con l'ausilio di più rilevatori che condurranno osservazioni in contemporanea sui siti chiave.
Si spera in tal modo di aggiornare la distribuzione delle coppie lucane e di delineare la mappa dei siti più importanti per la specie.
Il monitoraggio e lo studio della Cicogna nera è condotta e coordinata dal GLICINE (Gruppo di Lavoro Italiano sulla Cicogna Nera) con sede presso il Parco Regionale del Monte Fenera in Piemonte. Lucio Bordignon, coordinatore del Gruppo, ha dichiarato: "La Basilicata è allo stato attuale la regione in cui si concentra la maggiore percentuale di coppie riproduttive. Questa positiva situazione è quasi certamente legata al territorio particolarmente adatto alla specie e alla presenza di siti adatti alla nidificazione e ai corsi d'acqua ancora pescosi e ricchi di biodiversità. Il GLICINE è particolarmente attivo in Basilicata grazie al lavoro svolto da alcuni naturalisti lucani ed in particolare Matteo Visceglia che, insieme ad alcuni collaboratori di fiducia, da anni sta conducendo il monitoraggio sul campo contribuendo all'incremento della conoscenza della specie a livello nazionale."
domenica 28 marzo 2010
Il falco grillaio ancora protagonista
di Carmine Cocca
“Ali sopra le murge”, è il documentario che ha tracciato il 23 marzo su Rai Tre la “vita” che i grillai (Falco naumanni) svolgono tra Matera e Montescaglioso ogni anno. Puntuali arrivano nelle nostre zone e puntuali migrano alla ricerca delle migliori condizioni per svolgere il loro ciclo biologico. Puntuali colorano il territorio di un valore aggiunto che attrae naturalisti e turisti per assistere ad uno spettacolo suggestivo che riempie la città dei Sassi e le aree contermini. E’una risorsa inestimabile, quella dei grillai, che rende protagonisti numerosi addetti ai lavori i quali, con un lavoro prezioso, concorrono a sensibilizzare la popolazione ed i turisti ad accogliere i grillai con la giusta attenzione. L’attenzione è alta ed è testimoniata dalle importanti azioni svolte dalle Istituzioni, e tra queste la Provincia di Matera, il Corpo Forestale dello Stato, l’Ente Parco della Murgia Materana ed il Parco Nazionale dell’Alta Murgia; è un lavoro che coinvolge numerose Associazioni di Protezione Ambientale che operano in maniera continua sul territorio oltre che numerosi volontari ed esperti che concorrono a mantenere attivo un sistema di sensibilizzazione e di appello pubblico che permette di recuperare i grillai in difficoltà e portarli presso le sedi competenti per avviare la fase di recupero. Matteo Visceglia, da anni impegnato nella gestione del “Centro Recupero Rapaci della Riserva Naturale di San Giuliano, evidenzia che grazie alle azioni avviate con il Progetto LIFE Natura “Rapaci Lucani”, concluso nel settembre scorso, sono stati raggiunti ottimi risultati sia sul piano della sensibilizzazione e della divulgazione concretizzatosi nella produzione di diversi materiali didattici, sia sul piano della conservazione sul campo attuata attraverso il recupero, la cura e la reimmissione in natura di numerosi grillai e rapaci di varie specie. I risultati generali ottenuti con le attività pratiche messe in campo da tale progetto nel periodo 2007-2009 sono considerati particolarmente utili per una maggiore conoscenza e risoluzione delle problematiche della specie nel nostro territorio. Alcuni dati sono stati resi noti dallo stesso Visceglia della società De Rerum Natura nell’ambito di un convegno organizzato a Matera il 25 settembre 2009. Nel triennio 2007-2009 sono stati recuperati 513 rapaci di cui 418 erano grillai. Il 75% di essi è stato poi rimesso in libertà e la maggior parte degli esemplari liberati è stata marcata con piccoli anelli di alluminio con codici alfanumerici, utili in caso di ritrovamento in qualunque parte del mondo. I grillai curati dal Centro Recupero provinciale provenivano da 12 comuni, sia lucani che pugliesi, a testimonianza che la sensibilità verso questa specie è sicuramente in crescita ovunque. I principali fattori che determinano situazioni di difficoltà sono quasi sempre legati al particolare comportamento riproduttivo che li porta a frequentare i centri storici di diversi comuni dove nidificano in anfratti di vario genere. Una delle azioni che ha contribuito a migliorare la disponibilità di siti di nidificazione è stata la messa in posa nel 2007, a cura degli esperti incaricati, di circa 400 cassette nido artificiali sui tetti di alcuni edifici pubblici e privati di Matera e Montescaglioso. Il monitoraggio scientifico previsto dal Progetto ed effettuato nel periodo riproduttivo ha dato risultati molto positivi considerando che già a due anni dalla collocazione dei nidi la percentuale di occupazione è stata del 35,12 %. I nidi, per la loro particolare robustezza, potranno essere utilizzati anche quest’anno e negli anni successivi consentendo alle coppie di grillaio di poter sempre disporre di cavità sicure ed alternative di nidificazione, visto che il continuo sviluppo delle attività di restauro edilizio dei centri storici rappresenta una delle maggiori minacce alla conservazione del grillaio nel Sud Italia, soprattutto quando non si osservano le norme emanate dai comuni a tutela della specie durante la fase riproduttiva. Per quanto riguarda la migrazione non ci sono particolari differenze rispetto al passato: anche quest’anno già nella prima settimana di marzo sono stati osservati i primi grillai e poi via via ne sono arrivati altri. Il flusso migratorio è ancora in corso e terminerà ad aprile quando la popolazione riproduttiva sarà quasi al completo e pronta per la nuova avventura del rinnovo della vita. Al momento si stimano circa 1000 coppie tra Matera e Montescaglioso ma i dati possono variare di anno in anno. Una delle tecniche di valutazione della consistenza della popolazione e’ il conteggio pre e post-riproduttivo. In popolazioni particolarmente grandi come quella di Matera tale stima risulta piu’ difficile e complessa per l’elevato numero di individui che si concentra sui dormitori principali. L’anno scorso il censimento preriproduttivo effettuato il 22 aprile ha portato al conteggio di ben 2923 individui. Un’esperienza, insomma, essenziale per un territorio che deve continuare a guardare con interesse alla questione ambientale nella quale entrano a pieno titolo i grillai, patrimonio indiscutibile del nostro territorio.
Il documentario sul grillaio, per chi interessato, è possibile vederlo ora sul sito di Geo&Geo:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-965af79b-a213-4dac-a74b-af5ab121f4b7.html?p=0
“Ali sopra le murge”, è il documentario che ha tracciato il 23 marzo su Rai Tre la “vita” che i grillai (Falco naumanni) svolgono tra Matera e Montescaglioso ogni anno. Puntuali arrivano nelle nostre zone e puntuali migrano alla ricerca delle migliori condizioni per svolgere il loro ciclo biologico. Puntuali colorano il territorio di un valore aggiunto che attrae naturalisti e turisti per assistere ad uno spettacolo suggestivo che riempie la città dei Sassi e le aree contermini. E’una risorsa inestimabile, quella dei grillai, che rende protagonisti numerosi addetti ai lavori i quali, con un lavoro prezioso, concorrono a sensibilizzare la popolazione ed i turisti ad accogliere i grillai con la giusta attenzione. L’attenzione è alta ed è testimoniata dalle importanti azioni svolte dalle Istituzioni, e tra queste la Provincia di Matera, il Corpo Forestale dello Stato, l’Ente Parco della Murgia Materana ed il Parco Nazionale dell’Alta Murgia; è un lavoro che coinvolge numerose Associazioni di Protezione Ambientale che operano in maniera continua sul territorio oltre che numerosi volontari ed esperti che concorrono a mantenere attivo un sistema di sensibilizzazione e di appello pubblico che permette di recuperare i grillai in difficoltà e portarli presso le sedi competenti per avviare la fase di recupero. Matteo Visceglia, da anni impegnato nella gestione del “Centro Recupero Rapaci della Riserva Naturale di San Giuliano, evidenzia che grazie alle azioni avviate con il Progetto LIFE Natura “Rapaci Lucani”, concluso nel settembre scorso, sono stati raggiunti ottimi risultati sia sul piano della sensibilizzazione e della divulgazione concretizzatosi nella produzione di diversi materiali didattici, sia sul piano della conservazione sul campo attuata attraverso il recupero, la cura e la reimmissione in natura di numerosi grillai e rapaci di varie specie. I risultati generali ottenuti con le attività pratiche messe in campo da tale progetto nel periodo 2007-2009 sono considerati particolarmente utili per una maggiore conoscenza e risoluzione delle problematiche della specie nel nostro territorio. Alcuni dati sono stati resi noti dallo stesso Visceglia della società De Rerum Natura nell’ambito di un convegno organizzato a Matera il 25 settembre 2009. Nel triennio 2007-2009 sono stati recuperati 513 rapaci di cui 418 erano grillai. Il 75% di essi è stato poi rimesso in libertà e la maggior parte degli esemplari liberati è stata marcata con piccoli anelli di alluminio con codici alfanumerici, utili in caso di ritrovamento in qualunque parte del mondo. I grillai curati dal Centro Recupero provinciale provenivano da 12 comuni, sia lucani che pugliesi, a testimonianza che la sensibilità verso questa specie è sicuramente in crescita ovunque. I principali fattori che determinano situazioni di difficoltà sono quasi sempre legati al particolare comportamento riproduttivo che li porta a frequentare i centri storici di diversi comuni dove nidificano in anfratti di vario genere. Una delle azioni che ha contribuito a migliorare la disponibilità di siti di nidificazione è stata la messa in posa nel 2007, a cura degli esperti incaricati, di circa 400 cassette nido artificiali sui tetti di alcuni edifici pubblici e privati di Matera e Montescaglioso. Il monitoraggio scientifico previsto dal Progetto ed effettuato nel periodo riproduttivo ha dato risultati molto positivi considerando che già a due anni dalla collocazione dei nidi la percentuale di occupazione è stata del 35,12 %. I nidi, per la loro particolare robustezza, potranno essere utilizzati anche quest’anno e negli anni successivi consentendo alle coppie di grillaio di poter sempre disporre di cavità sicure ed alternative di nidificazione, visto che il continuo sviluppo delle attività di restauro edilizio dei centri storici rappresenta una delle maggiori minacce alla conservazione del grillaio nel Sud Italia, soprattutto quando non si osservano le norme emanate dai comuni a tutela della specie durante la fase riproduttiva. Per quanto riguarda la migrazione non ci sono particolari differenze rispetto al passato: anche quest’anno già nella prima settimana di marzo sono stati osservati i primi grillai e poi via via ne sono arrivati altri. Il flusso migratorio è ancora in corso e terminerà ad aprile quando la popolazione riproduttiva sarà quasi al completo e pronta per la nuova avventura del rinnovo della vita. Al momento si stimano circa 1000 coppie tra Matera e Montescaglioso ma i dati possono variare di anno in anno. Una delle tecniche di valutazione della consistenza della popolazione e’ il conteggio pre e post-riproduttivo. In popolazioni particolarmente grandi come quella di Matera tale stima risulta piu’ difficile e complessa per l’elevato numero di individui che si concentra sui dormitori principali. L’anno scorso il censimento preriproduttivo effettuato il 22 aprile ha portato al conteggio di ben 2923 individui. Un’esperienza, insomma, essenziale per un territorio che deve continuare a guardare con interesse alla questione ambientale nella quale entrano a pieno titolo i grillai, patrimonio indiscutibile del nostro territorio.
Il documentario sul grillaio, per chi interessato, è possibile vederlo ora sul sito di Geo&Geo:
http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/media/ContentItem-965af79b-a213-4dac-a74b-af5ab121f4b7.html?p=0
sabato 27 marzo 2010
Albanella pallida in transito in Basilicata
L'ornitologo Egidio Fulco ci ha inviato questa interessante segnalazione che volentieri pubblichiamo perchè arricchisce le conoscenze faunistiche della nostra regione.
"Il giorno 26 marzo 2010, durante alcuni soprallughi per i consueti monitoraggi ornitologici sul territorio della Basilicata, è stato osservato un bellissimo maschio adulto di Albanella pallida (Circus macrorus). L'osservazione è stata condotta in agro di Genzano di Lucania in prossimità degli estesi seminativi che caratterizzano l'intero comprensorio.
L'albanella pallida nifica nelle steppe della Russia e di alcuni paesi dell'Europa dell'Est e non sono stimate più di 2000 coppie in Europa.
La specie sverna per lo più in Africa centrale e in questo periodo attraversa il mediterraneo per tornare nei siti di nidificazione.
Si tratta di una specie che non viene segnalata di frequente in Basilicata ma probabilmente tale carenza è dovuta soprattutto al basso sforzo di ricerca che caratterizza questa regione; infatti è verosimile che il transito dell'Albanella pallida in Basilicata sia più regolare e consistente di quanto fin ora noto, dato che sia in Calabria che in Puglia le segnalazioni sono più frequenti."
"Il giorno 26 marzo 2010, durante alcuni soprallughi per i consueti monitoraggi ornitologici sul territorio della Basilicata, è stato osservato un bellissimo maschio adulto di Albanella pallida (Circus macrorus). L'osservazione è stata condotta in agro di Genzano di Lucania in prossimità degli estesi seminativi che caratterizzano l'intero comprensorio.
L'albanella pallida nifica nelle steppe della Russia e di alcuni paesi dell'Europa dell'Est e non sono stimate più di 2000 coppie in Europa.
La specie sverna per lo più in Africa centrale e in questo periodo attraversa il mediterraneo per tornare nei siti di nidificazione.
Si tratta di una specie che non viene segnalata di frequente in Basilicata ma probabilmente tale carenza è dovuta soprattutto al basso sforzo di ricerca che caratterizza questa regione; infatti è verosimile che il transito dell'Albanella pallida in Basilicata sia più regolare e consistente di quanto fin ora noto, dato che sia in Calabria che in Puglia le segnalazioni sono più frequenti."
mercoledì 24 marzo 2010
Documentario sul Falco grillaio su Geo & Geo - 23 marzo 2010
1 parte
2 parte
3 parte
2 parte
3 parte
Trasmesso il documentario sul Falco grillaio
Ieri 23 marzo alle ore 18,20 circa è andato in onda su RAI 3 durante la trasmissione GEO & GEO il documentario naturalistico "Ali sopra le Murge" con la regia di Olivella Foresta. Un video della durata di 26 minuti girato la scorsa primavera ed estate che ha presentato gli aspetti più caratteristici della vita del Falco grillaio che vive tra Matera e Montescaglioso. Ma oltre alle immagini canoniche che mostrano gli aspetti e le abitudini più note del piccolo rapace mediterraneo sono stati illustrati altri momenti, alcuni inconsueti e suggestivi e più strettamente legati alla vita urbana e al rapporto, pacifico ed intimo, con gli abitanti. Il filmato ha evidenziato anche gli interventi che si sono realizzati per contribuire a mantenere su buoni livelli la popolazione locale, interventi nati e condotti nell'ambito del Progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani" che la Commissione Europea e la Provincia di Matera hanno cogestito, con l'ausilio di esperti e collaboratori, tra il 2006 e il 2009. Si è parlato dei nidi artificiali installati sugli edifici di Matera e Montescaglioso e si è divulgata anche l'attività che svolge il Centro Recupero Rapaci che ha sede presso la Riserva Naturale di San Giuliano. Insomma un breve e ricco servizio sulla vita di questo straordinario e sempre più accettato coinquilino di materani e montesi.... Un modo semplice e colorito per dire che questo straordinario e sempre più minacciato falco merita davvero il nostro aiuto e il nostro rispetto in tutti i modi possibili.
Il filmato parteciperà al Festival del Documentario Naturalistico che si svolgerà a Comacchio, nel Parco del Delta del Po, dal 30 aprile al 2 maggio nell'ambito della Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo Naturalistico.
Il filmato parteciperà al Festival del Documentario Naturalistico che si svolgerà a Comacchio, nel Parco del Delta del Po, dal 30 aprile al 2 maggio nell'ambito della Fiera Internazionale del Birdwatching e del Turismo Naturalistico.
lunedì 22 marzo 2010
Riconfermata la presenza della Puzzola nella Riserva di San Giuliano
22 marzo 2010
Questa mattina lungo la strada perimetrale della Riserva Naturale Regionale di San Giuliano è stata ritrovata un'altra Puzzola (Mustela putorius) investita da un autoveicolo. La cosa interessante è che il ritrovamento di questo elusivo mustelide, purtroppo ancora poco conosciuto e studiato in Basilicata, è avvenuto a distanza di pochi km dalla prima segnalazione assoluta (21 marzo 2009), sempre nella Riserva, ed esattamente un anno dopo. Un secondo ritrovamento, effettuato sempre nella stessa area da amici naturalisti pugliesi, risale al 13 gennaio di quest'anno.
Evidentemente tra l'inverno e la primavera il comportamento di questa specie è caratterizzato da una maggiore frequenza di spostamento e di allontanamento dalle zone preferenziali (soprattutto fossi e corsi d'acqua, ma anche zone ruderali e coltivate frammiste ad ambienti ricchi di biodiversità e di vegetazione naturale).
Nell'ambito delle attività del Centro Provinciale Recupero Fauna della Riserva di San Giuliano la carcassa, molto scomposta e ridotta, anche in questo caso è stata recuperata e conservata per prelevare campioni di pelo e di muscolo che invieremo ad un Istituto di Ricerca dell'Università di Lisbona (Portogallo) al quale stiamo dando il nostro supporto per la raccolta in Basilicata di dati e reperti di alcuni carnivori europei da sottoporre a indagini genetiche per una più dettagliata conoscenza degli aspetti biogeografici, evolutivi e tassonomici delle specie oggetto di studio nelle diverse aree geografiche europee. E la Basilicata, anche in questo settore, è ancora molto indietro nelle conoscenze del proprio patrimonio faunistico, soprattutto relativamente alle aree protette e alle Zone di Protezione Speciale.
Matteo Visceglia
Questa mattina lungo la strada perimetrale della Riserva Naturale Regionale di San Giuliano è stata ritrovata un'altra Puzzola (Mustela putorius) investita da un autoveicolo. La cosa interessante è che il ritrovamento di questo elusivo mustelide, purtroppo ancora poco conosciuto e studiato in Basilicata, è avvenuto a distanza di pochi km dalla prima segnalazione assoluta (21 marzo 2009), sempre nella Riserva, ed esattamente un anno dopo. Un secondo ritrovamento, effettuato sempre nella stessa area da amici naturalisti pugliesi, risale al 13 gennaio di quest'anno.
Evidentemente tra l'inverno e la primavera il comportamento di questa specie è caratterizzato da una maggiore frequenza di spostamento e di allontanamento dalle zone preferenziali (soprattutto fossi e corsi d'acqua, ma anche zone ruderali e coltivate frammiste ad ambienti ricchi di biodiversità e di vegetazione naturale).
Nell'ambito delle attività del Centro Provinciale Recupero Fauna della Riserva di San Giuliano la carcassa, molto scomposta e ridotta, anche in questo caso è stata recuperata e conservata per prelevare campioni di pelo e di muscolo che invieremo ad un Istituto di Ricerca dell'Università di Lisbona (Portogallo) al quale stiamo dando il nostro supporto per la raccolta in Basilicata di dati e reperti di alcuni carnivori europei da sottoporre a indagini genetiche per una più dettagliata conoscenza degli aspetti biogeografici, evolutivi e tassonomici delle specie oggetto di studio nelle diverse aree geografiche europee. E la Basilicata, anche in questo settore, è ancora molto indietro nelle conoscenze del proprio patrimonio faunistico, soprattutto relativamente alle aree protette e alle Zone di Protezione Speciale.
Matteo Visceglia
domenica 21 marzo 2010
Una nuova primavera per un Nibbio reale
Quale giorno più adatto per la liberazione di un Nibbio reale se non il 21 marzo, porta della primavera?
Questa mattina un bellissimo Nibbio reale (Milvus milvus) adulto è stato restituito alla libertà dopo essere stato recentemente rinvenuto da Nicola Ferri nel bosco di Tricarico (Mt) in condizioni di notevole debolezza ed incapace di volare. Grazie al primo soccorso e alla collaborazione della dott.ssa Maria Germani, medico veterinario che opera nel comune materano, e al supporto di alcuni attivisti della LIPU è stato possibile curare e rimettere in forza l'esemplare. Il Centro Recupero Rapaci della Provincia di Matera, a cui si erano rivolti i soccorritori per la consegna, verificate le sue buone condizioni generali ha concordato, insieme alla veterinaria, la sua liberazione nello stesso luogo di ritrovamento anche in relazione all'inizio della stagione riproduttiva. Il rilascio è stato preceduto da inanellamento scientifico grazie al supporto tecnico e alla collaborazione del dott. E. Mallia, inanellatore ufficiale del Centro Recupero del materano.
Appena liberato, il Nibbio ha dato prova di perfetto recupero ed è stato successivamente osservato nei dintorni del sito di liberazione posato su un alto ramo di quercia.
Il Nibbio reale è una delle specie di rapaci più preziose della Basilicata poichè in questa regione risiede la popolazione svernante e riproduttiva più importante d'Italia. Ogni esemplare salvato e rimesso in libertà contribuisce direttamente alla tutela e conservazione della specie a livello globale.
Questa mattina un bellissimo Nibbio reale (Milvus milvus) adulto è stato restituito alla libertà dopo essere stato recentemente rinvenuto da Nicola Ferri nel bosco di Tricarico (Mt) in condizioni di notevole debolezza ed incapace di volare. Grazie al primo soccorso e alla collaborazione della dott.ssa Maria Germani, medico veterinario che opera nel comune materano, e al supporto di alcuni attivisti della LIPU è stato possibile curare e rimettere in forza l'esemplare. Il Centro Recupero Rapaci della Provincia di Matera, a cui si erano rivolti i soccorritori per la consegna, verificate le sue buone condizioni generali ha concordato, insieme alla veterinaria, la sua liberazione nello stesso luogo di ritrovamento anche in relazione all'inizio della stagione riproduttiva. Il rilascio è stato preceduto da inanellamento scientifico grazie al supporto tecnico e alla collaborazione del dott. E. Mallia, inanellatore ufficiale del Centro Recupero del materano.
Appena liberato, il Nibbio ha dato prova di perfetto recupero ed è stato successivamente osservato nei dintorni del sito di liberazione posato su un alto ramo di quercia.
Il Nibbio reale è una delle specie di rapaci più preziose della Basilicata poichè in questa regione risiede la popolazione svernante e riproduttiva più importante d'Italia. Ogni esemplare salvato e rimesso in libertà contribuisce direttamente alla tutela e conservazione della specie a livello globale.
venerdì 19 marzo 2010
Una poiana restituita alla natura
Una poiana vittima di elettrocuzione è stata affidata nel novembre scorso al Centro Recupero Rapaci della Provincia di Matera. Dopo un lungo periodo di cura è stata finalmente liberata nella Valle del Bradano, nella stessa zona di ritrovamento.
martedì 16 marzo 2010
Affari d'oro con piante e animali rari
Un interessante articolo pubblicato oggi dal sito di Repubblica sull'attività condotta dal CFS nell'ambito dell'applicazione della Convenzione di Washington (CITES). Per chi è interessato:
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/03/15/news/traffico_animali-2679070/
Fonte: Repubblica.it
http://www.repubblica.it/ambiente/2010/03/15/news/traffico_animali-2679070/
Fonte: Repubblica.it
lunedì 15 marzo 2010
Un capanno nascosto nella Riserva
Scoperto e rimosso un capanno non autorizzato all’interno della Riserva Naturale di San Giuliano
Il 6 marzo scorso la Polizia Provinciale di Matera ha provveduto a sequestrare e rimuovere un capanno abusivo all'interno della Riserva Naturale di San Giuliano, in una zona sensibile e di massimo rispetto per la fauna. La struttura, di piccole dimensioni e forma piramidale, era costruita artigianalmente con rami, filo di ferro, tessuti e fogli di plastica; era posizionata in un punto ben nascosto tra la vegetazione igrofila sulle rive del lago ed era particolarmente adatta a nascondersi all'interno.
La segnalazione della presenza di tale struttura all'interno dell'area protetta è pervenuta agli Uffici della Polizia Provinciale la quale, verificata l' inesistenza di una eventuale autorizzazione all’ uso della stessa, ha disposto immediatamente la sua rimozione allo scopo di prevenire eventuali usi illeciti in contrasto con le norme vigenti.
Il Brigadiere Enzo Di Cuia, della Polizia Provinciale, con la collaborazione di alcuni volontari del Centro Recupero Animali Selvatici, ha provveduto alla rimozione del capanno, posizionato sulla riva del lago in una zona di notevole presenza di anatidi, al suo smontaggio e al successivo smaltimento delle parti componenti.
Il Regolamento Ufficiale di Gestione della Riserva, pubblicato sul BUR n. 23 del 16/05/2007, stabilisce ai sensi della L.R. 39/2000, precise zonazioni dell'area protetta specificando per ognuna di esse la fruizione, le attività possibili e quelle vietate salvo apposite autorizzazioni.
L'Assessore all'Ambiente della Provincia di Matera Giovanni Bonelli ha dichiarato:
"La Riserva di San Giuliano inserita dall'Unione Europea all'interno della Rete Natura 2000 in quanto ZPS (Zona di Protezione Speciale) e SIC (Sito di Importanza Comunitario) è stata riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente nel 2003 anche come Area di Importanza Internazionale "Ramsar" proprio per la sua particolare ricchezza di fauna acquatica durante lo svernamento, la migrazione e la nidificazione. La vigilanza da parte della Polizia Provinciale, del Corpo Forestale dello Stato e degli agenti volontari in servizio sul territorio, ha lo scopo di garantire il corretto rispetto delle norme di tutela della Riserva, che ormai ha dieci anni di vita, dando particolare risalto all’azione di prevenzione di atti illeciti ed in contrasto con i principi basilari di protezione e salvaguardia delle Riserve Naturali Provinciali. Nelle prossime settimane saranno disposti ulteriori controlli al fine di rimarcare la necessità di tutela di un bene così importante per la conservazione della natura in provincia di Matera”.
Il Brigadiere Di Cuia mentre allontana il capanno rimosso
Anatidi e trampolieri sulle rive del lago
Il 6 marzo scorso la Polizia Provinciale di Matera ha provveduto a sequestrare e rimuovere un capanno abusivo all'interno della Riserva Naturale di San Giuliano, in una zona sensibile e di massimo rispetto per la fauna. La struttura, di piccole dimensioni e forma piramidale, era costruita artigianalmente con rami, filo di ferro, tessuti e fogli di plastica; era posizionata in un punto ben nascosto tra la vegetazione igrofila sulle rive del lago ed era particolarmente adatta a nascondersi all'interno.
La segnalazione della presenza di tale struttura all'interno dell'area protetta è pervenuta agli Uffici della Polizia Provinciale la quale, verificata l' inesistenza di una eventuale autorizzazione all’ uso della stessa, ha disposto immediatamente la sua rimozione allo scopo di prevenire eventuali usi illeciti in contrasto con le norme vigenti.
Il Brigadiere Enzo Di Cuia, della Polizia Provinciale, con la collaborazione di alcuni volontari del Centro Recupero Animali Selvatici, ha provveduto alla rimozione del capanno, posizionato sulla riva del lago in una zona di notevole presenza di anatidi, al suo smontaggio e al successivo smaltimento delle parti componenti.
Il Regolamento Ufficiale di Gestione della Riserva, pubblicato sul BUR n. 23 del 16/05/2007, stabilisce ai sensi della L.R. 39/2000, precise zonazioni dell'area protetta specificando per ognuna di esse la fruizione, le attività possibili e quelle vietate salvo apposite autorizzazioni.
L'Assessore all'Ambiente della Provincia di Matera Giovanni Bonelli ha dichiarato:
"La Riserva di San Giuliano inserita dall'Unione Europea all'interno della Rete Natura 2000 in quanto ZPS (Zona di Protezione Speciale) e SIC (Sito di Importanza Comunitario) è stata riconosciuta dal Ministero dell'Ambiente nel 2003 anche come Area di Importanza Internazionale "Ramsar" proprio per la sua particolare ricchezza di fauna acquatica durante lo svernamento, la migrazione e la nidificazione. La vigilanza da parte della Polizia Provinciale, del Corpo Forestale dello Stato e degli agenti volontari in servizio sul territorio, ha lo scopo di garantire il corretto rispetto delle norme di tutela della Riserva, che ormai ha dieci anni di vita, dando particolare risalto all’azione di prevenzione di atti illeciti ed in contrasto con i principi basilari di protezione e salvaguardia delle Riserve Naturali Provinciali. Nelle prossime settimane saranno disposti ulteriori controlli al fine di rimarcare la necessità di tutela di un bene così importante per la conservazione della natura in provincia di Matera”.
Il Brigadiere Di Cuia mentre allontana il capanno rimosso
Anatidi e trampolieri sulle rive del lago
sabato 13 marzo 2010
Erosione costiera e tagli di vegetazione dunale
Dopo il gran parlare dell'erosione costiera che sta interessando la spiaggia metapontina è davvero strano leggere queste notizie!
venerdì 12 marzo 2010
Le ultime gru
Oggi, del gruppo degli oltre 80 esemplari di gru che hanno stazionato nella Valle del Bradano, ne ho trovato solo 5! Molto probabilmente tutte le altre, come era prevedibile visto il miglioramento del tempo, sono ripartite per il lungo viaggio di migrazione che le porterà nelle zone riproduttive della Russia e delle altre regioni del centro-nord Europa.
Alle 13,30 una luce radente, dovuta ad un gioco di nuvole, ha impreziosito ancora di più le loro snelle figure che si stagliavano sullo sfondo dei campi verdi e bagnati dalle piogge dei giorni scorsi.
La foto qui sotto sicuramente non rende bene l'atmosfera che si era creata con quelle luci ma la sensazione era la stessa di chi si trova in un luogo molto più lontano e selvaggio della nostra Lucania...
Alle 13,30 una luce radente, dovuta ad un gioco di nuvole, ha impreziosito ancora di più le loro snelle figure che si stagliavano sullo sfondo dei campi verdi e bagnati dalle piogge dei giorni scorsi.
La foto qui sotto sicuramente non rende bene l'atmosfera che si era creata con quelle luci ma la sensazione era la stessa di chi si trova in un luogo molto più lontano e selvaggio della nostra Lucania...
Rilasciato il primo grillaio del 2010
Questo pomeriggio è stato reimmesso in natura il falco grillaio recuperato mercoledì scorso dai Vigili del Fuoco di Matera (vedi post del 10 marzo) perchè incapace di volare per il piumaggio completamente inzuppato d'acqua (causa temporale) e per un leggero trauma da impatto. La liberazione è avvenuta nelle campagne attorno a Matera ed è stata preceduto da inanellamento a scopo scientifico.
E' solo da pochi giorni che i grillai sono ritornati in Italia dalle zone di svernamento africane e già i primi esemplari vengono recuperati ed affidati tramite la Provincia di Matera al Centro Recupero Rapaci realizzato nell'ambito del Progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani". Si tratta di una struttura che è al servizio della comunità civile e delle pubbliche istituzioni e continua a funzionare anche dopo la conclusione dello stesso progetto nel mese di settembre 2009.
Il grillaio fotografato un attimo prima del rilascio
E' solo da pochi giorni che i grillai sono ritornati in Italia dalle zone di svernamento africane e già i primi esemplari vengono recuperati ed affidati tramite la Provincia di Matera al Centro Recupero Rapaci realizzato nell'ambito del Progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani". Si tratta di una struttura che è al servizio della comunità civile e delle pubbliche istituzioni e continua a funzionare anche dopo la conclusione dello stesso progetto nel mese di settembre 2009.
Il grillaio fotografato un attimo prima del rilascio
Matera, sigilli al depuratore di Pantano
Sequestrato preventivamente dai carabinieri del Noe, tre le persone indagate
di Rossella Montemurro
MATERA - E' stato sequestrato preventivamente ieri mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza e dai militari della Compagnia di Matera il depuratore di acque reflue, in località Pantano Nuovo, lungo la statale “Appia”, che serve la rete fognaria del Comune.
Il sequestro è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari di Matera su richiesta della Procura, dottoressa Rosanna De Fraia.
Della Giuzio di Potenza, società che gestisce l'impianto, risultano indagati i titolari A. G. e R. G il direttore tecnico dell'impianto A. N..
I carabinieri hanno sottolineato che alla luce del sequestro preventivo, il depuratore potrà essere utilizzato solo per le acque reflue del Comune e non potrà raccogliere lo smaltimento dalle autobotti così come accadeva in passato.
Se sovraccaricato, infatti, l'impianto di contrada Pantano va in sofferenza.
La situazione, inoltre, è aggravata dal fatto di aver trattato rifiuti che per tipologia non potevano essere trattati.
Le indagini e gli accertamenti furono avviati nel maggio 2009, quando i militari del Nucleo Operativo Ecologico effettuarono dei controlli presso il depuratore, per verificare il rispetto delle normative ambientali e accertare, quindi, possibili casi di inquinamento.
«L'impianto è risultato non in regola con la normativa vigente, in quanto, per il trattamento dei reflui, venivano utilizzate anche le vasche di essiccazione di un analogo impianto adiacente e ormai dismesso e, quindi, il trattamento avveniva in un luogo diverso dal sito autorizzato. - si legge in una nota del Comando provinciale dei carabinieri - Il processo descritto e rilevato risulta particolarmente dannoso per l'ambiente, in quanto le acque da trattare non compiono il ciclo completo che ne determina, appunto, la depurazione, come invece sarebbe dovuto accadere».
I carabinieri del Noe, con indagini tecniche di laboratorio, hanno anche accertato il superamento dei limiti nello scarico di alcuni elementi e tensioattivi totali.
Sulla base della ricostruzione dei militari dell’Arma «i liquami, conferiti all'impianto, catalogati come “liquame civile”, “reflui civili” o “fossa biologica”, provenivano, inoltre, da diversi luoghi di produzione e venivano trasferiti con autobotti per lo smaltimento, effettuato sulla base di contratti stipulati dalle ditte trasportatrici con l'Acquedotto Lucano S.p.A., nonostante l'impianto in questione fosse privo della prescritta autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti e inadeguato per capacità depurative».
Dopo le indagini svolte dai carabinieri, il Gip ha così disposto il sequestro delle vasche di essiccazione dell'impianto in disuso, nonché dell'impianto di depurazione delle acque reflue urbane del Comune di Matera, concedendo alla società di gestione di ricondurre l'esercizio dell'impianto al suo regolare funzionamento.
di Rossella Montemurro
MATERA - E' stato sequestrato preventivamente ieri mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza e dai militari della Compagnia di Matera il depuratore di acque reflue, in località Pantano Nuovo, lungo la statale “Appia”, che serve la rete fognaria del Comune.
Il sequestro è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari di Matera su richiesta della Procura, dottoressa Rosanna De Fraia.
Della Giuzio di Potenza, società che gestisce l'impianto, risultano indagati i titolari A. G. e R. G il direttore tecnico dell'impianto A. N..
I carabinieri hanno sottolineato che alla luce del sequestro preventivo, il depuratore potrà essere utilizzato solo per le acque reflue del Comune e non potrà raccogliere lo smaltimento dalle autobotti così come accadeva in passato.
Se sovraccaricato, infatti, l'impianto di contrada Pantano va in sofferenza.
La situazione, inoltre, è aggravata dal fatto di aver trattato rifiuti che per tipologia non potevano essere trattati.
Le indagini e gli accertamenti furono avviati nel maggio 2009, quando i militari del Nucleo Operativo Ecologico effettuarono dei controlli presso il depuratore, per verificare il rispetto delle normative ambientali e accertare, quindi, possibili casi di inquinamento.
«L'impianto è risultato non in regola con la normativa vigente, in quanto, per il trattamento dei reflui, venivano utilizzate anche le vasche di essiccazione di un analogo impianto adiacente e ormai dismesso e, quindi, il trattamento avveniva in un luogo diverso dal sito autorizzato. - si legge in una nota del Comando provinciale dei carabinieri - Il processo descritto e rilevato risulta particolarmente dannoso per l'ambiente, in quanto le acque da trattare non compiono il ciclo completo che ne determina, appunto, la depurazione, come invece sarebbe dovuto accadere».
I carabinieri del Noe, con indagini tecniche di laboratorio, hanno anche accertato il superamento dei limiti nello scarico di alcuni elementi e tensioattivi totali.
Sulla base della ricostruzione dei militari dell’Arma «i liquami, conferiti all'impianto, catalogati come “liquame civile”, “reflui civili” o “fossa biologica”, provenivano, inoltre, da diversi luoghi di produzione e venivano trasferiti con autobotti per lo smaltimento, effettuato sulla base di contratti stipulati dalle ditte trasportatrici con l'Acquedotto Lucano S.p.A., nonostante l'impianto in questione fosse privo della prescritta autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti e inadeguato per capacità depurative».
Dopo le indagini svolte dai carabinieri, il Gip ha così disposto il sequestro delle vasche di essiccazione dell'impianto in disuso, nonché dell'impianto di depurazione delle acque reflue urbane del Comune di Matera, concedendo alla società di gestione di ricondurre l'esercizio dell'impianto al suo regolare funzionamento.
giovedì 11 marzo 2010
Cavolaia minore
La Cavolaia minore o Rapaiola (Pieris rapae Linnaeus, 1758), è una farfalla appartenente alla famiglia Pieridae. E' molto diffusa dall'Europa all'Africa del Nord e al Giappone e la si rinviene dal livello del mare fino a 2300 mt di altitudine.
In questo periodo, iniziata da noi la fioritura di molte crucifere, è facile osservare la varie specie di cavolaie presenti sul nostro territorio (Pieris brassicae, Pieris napi, ecc). Lungo le strade, ai bordi di campi, nei giardini e là dove i diserbanti non abbiano eliminato ogni specie "infestante" è facile riconoscerle e fotografarle. Qualcuna porta anche i segni di qualche tentativo di predazione, come l'esemplare della foto.
In questo periodo, iniziata da noi la fioritura di molte crucifere, è facile osservare la varie specie di cavolaie presenti sul nostro territorio (Pieris brassicae, Pieris napi, ecc). Lungo le strade, ai bordi di campi, nei giardini e là dove i diserbanti non abbiano eliminato ogni specie "infestante" è facile riconoscerle e fotografarle. Qualcuna porta anche i segni di qualche tentativo di predazione, come l'esemplare della foto.
mercoledì 10 marzo 2010
Le gru sono ancora ferme
Ecco le gru ritrovate stamattina dopo la pioggia. Il maltempo le ha bloccate nella stessa zona dove stanno stazionando da diversi giorni. La loro fortuna e sopravvivenza è legata alla presenza di un campo di mais raccolto e in tante distese di campi di grano e foraggio oltre che alla mancanza di disturbo diretto, forse perchè quando sono a riposo quasi sempre passano inossservate.
Primo grillaio recuperato
Questa mattina una telefonata dei Vigili del Fuoco di Matera annuncia il ritrovamento, in pieno centro di Matera, di un Grillaio incapace di volare. La Polizia Provinciale si è occupata del recupero del falco dalla caserma e della successiva consegna ai responsabili del Centro Recupero Fauna Selvatica Provinciale. Da un esame generale sembra che il grillaio, un maschio adulto, non abbia fratture o trami evidenti ma solo problemi dovuti al piumaggio scomposto e rovinato, probabilmente a causa della pioggia. Se si conferma tale diagnosi anche attraverso la valutazione in voliera, nei prossimi giorni potrà essere inanellato e liberato. E' il primo grillaio recuperato dell'anno 2010!
martedì 9 marzo 2010
Un Tasso recuperato dal CFS
Un Tasso (Meles meles) è stato recuperato dal Corpo Forestale nel pomeriggio di lunedì 8 marzo ai bordi di una strada provinciale di Pomarico.
Su indicazione della Provincia di Matera l'esemplare, in evidente stato di difficoltà, è stato immediatamente consegnato al Centro Recupero Fauna Selvatica della Riserva Naturale di San Giuliano. Da qui, con la fattiva collaborazione degli stessi agenti del CFS di Pomarico guidati da Giovanni Grieco, è stato subito trasferito presso l'ambulatorio veterinario del dott. Vito Tralli che si è reso disponibile a visitare l'animale. Pur con le difficoltà e le necessarie precauzioni nel manipolare un mammifero così forte ed aggressivo, la visita è stata effettuata minuziosamente riscontrando una frattura scomposta al femore destro della zampa posteriore dovuta presumibilmente ad un investimento da veicolo. Purtroppo a causa del particolare e delicato punto di frattura, vicinissimo all'articolazione del ginocchio, si è preferito evitare un intervento chirurgico che, secondo il veterinario, avrebbe potuto complicare di più la situazione. Ora il Tasso, una femmina adulta, dovrà essere curato e alimentato fino ad quando si formerà un callo osseo che, si spera, gli potrà consentire di riprendere il movimento della zampa ed essere nuovamente rimesso in libertà.
Su indicazione della Provincia di Matera l'esemplare, in evidente stato di difficoltà, è stato immediatamente consegnato al Centro Recupero Fauna Selvatica della Riserva Naturale di San Giuliano. Da qui, con la fattiva collaborazione degli stessi agenti del CFS di Pomarico guidati da Giovanni Grieco, è stato subito trasferito presso l'ambulatorio veterinario del dott. Vito Tralli che si è reso disponibile a visitare l'animale. Pur con le difficoltà e le necessarie precauzioni nel manipolare un mammifero così forte ed aggressivo, la visita è stata effettuata minuziosamente riscontrando una frattura scomposta al femore destro della zampa posteriore dovuta presumibilmente ad un investimento da veicolo. Purtroppo a causa del particolare e delicato punto di frattura, vicinissimo all'articolazione del ginocchio, si è preferito evitare un intervento chirurgico che, secondo il veterinario, avrebbe potuto complicare di più la situazione. Ora il Tasso, una femmina adulta, dovrà essere curato e alimentato fino ad quando si formerà un callo osseo che, si spera, gli potrà consentire di riprendere il movimento della zampa ed essere nuovamente rimesso in libertà.
Uno stormo di Gru a Montescaglioso!
Il mese di marzo di ogni anno è quello più indicato per assistere alla spettacolare migrazione primaverile delle gru (Grus grus)che in gruppi numerosi si dirigono principalmente verso le zone riproduttive della Russia e di altri stati dell'est e centro Europa provenendo dall'Africa nord-orientale.
Puntualissime, ogni anno attraversano la penisola italiana. A volte sorvolano, anche a grandi altezze e di notte, estesi territori senza fermarsi. A volte invece, trovando buone condizioni ambientali e soprattutto alimentari, si fermano per uno o più giorni come è successo per un gruppo di 85 gru che dalla scorsa settimana sta frequentando un'area della Valle del Bradano in territorio di Montescaglioso.
Non è difficile individuarle sia per la grande mole che per i versi che emettono durante gli spostamenti.
Le gru sono tra i più grandi uccelli europei ed hanno una lunghezza totale fino a circa 1,2 metri ed un'apertura alare variabile da 2,20 a 2,45 mt.
La presenza di grandi campi poco disturbati e pascoli ricchi di cibo hanno spinto questi straordinari volatori a fermarsi per 5 giorni nello stesso sito a circa 4 km a nord-ovest dal centro abitato offrendo la possibilità a tante persone di passaggio in quella zona di godere di uno spettacolo della natura che non capita tutti i giorni. E non tutti sanno che si tratta proprio delle Gru!
Nel cerchio rosso si intravedono come puntini le gru sui campi e sulla sinistra l'abitato di Montescaglioso. Nell'immagine sotto alcune gru fotografate dalla stessa distanza con la tecnica del digiscoping.
lunedì 8 marzo 2010
Cicogne bianche a Pisticci
Questa mattina 4 splendide cicogne bianche (Ciconia ciconia) sono state osservate dal naturalista Egidio Fulco in agro di Pisticci nell'ambito dei consueti monitoraggi della fauna lucana. Le cicogne hanno anche sostato nei pressi della discarica comunale a dimostrazione della loro ecletticità alimentare. Purtroppo le discariche possono essere anche pericolose per le varie specie di animali che le frequentano per la ricerca di cibo, spesso non idoneo. Tra questi sono soprattutto i rapaci a servirsene piuttosto regolarmente come si può facilmente verificare effettuando mirate osservazioni.
venerdì 5 marzo 2010
Lontra sul torrente Salandrella
Una nuova ed interessante segnalazione faunistica ci è pervenuta oggi da Egidio Fulco, naturalista impegnato nello studio e monitoraggio delle aree lucane di maggior pregio. Questa volta si tratta del rinvenimento di orme e spraint di Lontra lungo uno dei torrenti delle aree interne della provincia di Matera. Ecco la sua testimonianza.
Durante alcuni sopralluoghi a carattere ornitologico, sono state rinvenute tracce di presenza della Lontra lungo il Torrente Salandrella (MT). Tale osservazione è di notevole interesse in quanto conferma la frequentazione da parte del raro mustelide di quest'area dell'entroterra lucano, poco conosciuta anche dai suoi abitanti ma di enorme interesse conservazionistico. L'intero territorio dei "calanchi", infatti, racchiude in sè enormi potenzialità sotto il profilo della biodiversità, tenendo fede a quanto già segnalato dalla LIPU che ha ascritto l'intero comprensorio alla lista delle "Important Bird Areas" (IBA). L'osservazione di questa mattina non è che un'ulteriore conferma della valenza di tale biotopo, che meriterebbe di essere adeguamente tutelato. Molti, infatti, sono gli elementi a favore della creazione di una Riserva Naurale o alla designazione di nuovi Siti di Interesse Comunitario (SIC) e/o Zone di Protezione Speciale (ZPS) nell'area compresa tra le medie valli dell'Agri, Salandrella e Basento, zone frequentate da Nibbi reali, Bianconi, Lanari, Zigoli capineri e ora...anche dalla Lontra!
Egidio Fulco
Durante alcuni sopralluoghi a carattere ornitologico, sono state rinvenute tracce di presenza della Lontra lungo il Torrente Salandrella (MT). Tale osservazione è di notevole interesse in quanto conferma la frequentazione da parte del raro mustelide di quest'area dell'entroterra lucano, poco conosciuta anche dai suoi abitanti ma di enorme interesse conservazionistico. L'intero territorio dei "calanchi", infatti, racchiude in sè enormi potenzialità sotto il profilo della biodiversità, tenendo fede a quanto già segnalato dalla LIPU che ha ascritto l'intero comprensorio alla lista delle "Important Bird Areas" (IBA). L'osservazione di questa mattina non è che un'ulteriore conferma della valenza di tale biotopo, che meriterebbe di essere adeguamente tutelato. Molti, infatti, sono gli elementi a favore della creazione di una Riserva Naurale o alla designazione di nuovi Siti di Interesse Comunitario (SIC) e/o Zone di Protezione Speciale (ZPS) nell'area compresa tra le medie valli dell'Agri, Salandrella e Basento, zone frequentate da Nibbi reali, Bianconi, Lanari, Zigoli capineri e ora...anche dalla Lontra!
Egidio Fulco
giovedì 4 marzo 2010
Pertusillo a rischio inquinamento
martedì 2 marzo 2010
lunedì 1 marzo 2010
Storni
Ieri mattina almeno 500 storni sostavano nei pressi di alcune aziende agricole e zootecniche della Valle del Bradano, tra Montescaglioso e Pomarico. Lì si allevano ovini e bovini. Tutte le aree circostanti le aziende sono molto pascolate. Spesso gli storni si posavano sui cavi elettrici e poi regolarmente si involavano per andare a banchettare sul terreno e nelle aree esterne all'ovile e alla stalla. Certamente predavano gli insetti ed altri invertebrati che proliferano sui terreni ricchi di sostanza organica. Se gli storni sono da molti ritenuti dannosi per l'agricoltura in questo caso essi dimostrano di comportarsi come alleati dell'uomo poichè la loro presenza nei pressi degli allevamenti di bestiame produce effetti sicuramente positivi: migliaia di insetti nocivi vengono nel giro di poco tempo eliminati a tutto vantaggio dell'ecosistema agro-pastorale.
Le foto, scattate nei momenti di pausa degli storni posati sui cavi, non sono eloquenti e non permettono di apprezzare tutto il gruppo che si distribuiva su un fronte di un centinaio di metri.
Le foto, scattate nei momenti di pausa degli storni posati sui cavi, non sono eloquenti e non permettono di apprezzare tutto il gruppo che si distribuiva su un fronte di un centinaio di metri.
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