Ogni giorno migliaia di animali selvatici, per lo più appartenenti a specie protette, vengono investiti dai veicoli sulle strade. Sull'entità della mortalità della fauna a causa del traffico si sa molto poco ma da quello che si intuisce, se si viaggia tutti i giorni, risulta chiaro che a livello quantitativo il fenomeno è tale che meriterebbe di essere studiato e approfondito allo scopo di valutare e progettare eventuali soluzioni in grado di ridurre gli impatti e conseguentemente anche i rischi per gli automobilisti. Molto probabilmente le cifre della sola Basilicata (regione con una rete stradale non eccessivamente sviluppata) potrebbero aggirarsi nell'ordine di alcune migliaia di esemplari l'anno, comprendenti rettili, anfibi, uccelli e mammiferi (a questi andrebbero aggiunti, a livello statistico, anche le specie domestiche). Per fare una stima più precisa anche dal punto di vista qualitativo (le specie interessate dal fenomeno) sarebbe utile attivare un monitoraggio a campione anche con la collaborazione delle categorie di gli operatori che lavorano sulle strade tutti i giorni. In questo modo si avrebbe una raccolta di dati davvero puntuale e di grande interesse per una gestione più razionale e preventiva del fenomeno.
Un altro aspetto da considerare è quello legato alla rimozione delle carcasse e la loro destinazione ad istituti di ricerca o a musei naturalistici. Nella peggiore delle ipotesi, nel caso in cui nessun utilizzo è possibile, le carcasse andrebbero rimosse e smaltite secondo le norme vigenti. Ricordiamo che le carcasse abbandonate sulle strade potrebbero essere cause di altri investimenti nel momento in cui altri animali necrofagi si avvicinano per cibarsene.
Sono tantissime le informazioni di carattere scientifico che si potrebbero ricavare dall'esame degli esemplari raccolti e sicuramente degni di nota potrebbero essere i dati di carattere sanitario, utili per una valutazione dello stato di salute, con riferimento alle malattie infettive e trasmissibili, della popolazione di alcune specie viventi in un determinato territorio, specie se in stretto contatto con l'uomo e gli animali domestici. Il controllo di alcune patologie che interessano la fauna selvatica dovrebbe essere un motivo valido per sostenere un programma di studio ad hoc. Purtroppo le cose sono andate sempre diversamente e pare che si continua a non considerare la problematica. Gli animali selvatici, dal punto di vista naturalistico e scientifico, sappiamo che suscitano poco interesse nelle istituzioni preposte (eccetto rari casi). Solo per alcune specie di rilevante interesse, come la Lontra, il Lupo, il Cinghiale, il Capriolo (dove presente) ecc. qualcosa sembra si muova (ma risultati e dati di interesse locale non se ne vedono ancora) anche se non mancano casi che dimostrano come spesso si perdono interessanti occasioni di studio per specie rare e localizzate. Quanti animali vengono semplicemente lasciati abbandonati sulle strade fino diventare un tappetino di pelle o piume? In Basilicata abbiamo esempi di lontre investite e mai recuperate...
In ogni caso è possibile concludere che sia gli aspetti legati alla sicurezza stradale sia quelli legati alla tutela e studio della fauna meritano molta più attenzione di quanto finora fatto.
La foto qui sotto ritrae un Tasso (Meles meles) adulto fotografato questa mattina sulla strada provinciale ex SS 175, in territorio di Montescaglioso (Mt), a circa 15 km lineari dal mare.
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