mercoledì 12 maggio 2010
La perdita di Biodiversità danneggia le economie
(AGI) - Londra, 10 mag. - L'estinzione di specie animali e vegetali avviene a un ritmo fino a mille volte superiore rispetto al passato e presto il danno avra' un impatto diretto sulle economie. E' l'allarme lanciato dal terzo Rapporto globale sulla biodiversita' (Gbo-3). "Le notizie non sono buone", ha spiegato Ahmed Djoglaf, segretario esecutivo della Convenzione dell'Onu per la Biodiversita' (Cbd), "il 21% di tutti i mammiferi, il 30% degli anfibi, il 12% degli uccelli e il 27% dei coralli sono a rischio estinzione", Tra il 1970 e il 2006 si e' ridotta di un terzo la varieta' dei vertebrati, il gruppo in cui rientrano mammiferi, uccelli, anfibi, rettili e pesci. A rischio c'e' anche un quarto delle specie di piante, con l'unica nota positiva del contenimento dell'erosione delle foreste tropicali e delle mangrovie in alcune regioni. Il rapporto avverte che gli obiettivi di salvaguardia della biodiversita' fissati a Johannesburg nel 2002 per il 2010 saranno ampiamente disattesi, nonostante 170 Paesi si siano dotati di un piano d'azione nazionale. Icambiamenti climatici, l'inquinamento, le modifiche degli habitat, lo sfruttamento delle colture e l'introduzione di specie non autoctone come le cinque cause principali della perdita di biodiversita'. "Se i mercati azionari mondiali avessero avuto le stesse perdite che sta subendo la natura, ci sarebbe il panico e sarebbe gia' stato deciso un piano d'intervento", ha commentato Djoglaf. Del resto le economie stanno gia' pagando un prezzo al declino della biodiversita' in termini di costi aggiuntivi come quelli per la purificazione dell'aria e dell'acqua, la protezione delle coste dalle tempeste, la mancata impollinazione e la conservazione delle aree naturali per l'ecoturismo. In Italia e' stato stimato che il 45% delle specie animali sia a rischio estinzione, tra cui il camoscio dell'Appennino, l'aquila del Bonelli, l'orso bruno marsicano, l'avvoltoio Capovaccaio, il delfino, la foca monaca, le tartarughe marine, le mante e le balenottere. (AGI) -
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