A distanza di 9 mesi esatti dall'ultimo ritrovamento in provincia di Matera (14 marzo 2011) il 14 dicembre scorso è stata effettuato un nuovo rilevamento sulla presenza della Puzzola (Mustela putorius) in Basilicata. Il corpo di un esemplare è stato rinvenuto, investito da un veicolo, dal Centro Provinciale Recupero Animali Selvatici di San Giuliano lungo una strada a pochi km dall'abitato di Montescaglioso e nei pressi del fiume Bradano.
Questo ritrovamento permette di aggiungere una nuova tessera al mosaico, ancora molto parziale, delle segnalazioni regionali accertate che stiamo cercando di realizzare in collaborazione con lo studio Milvus al fine di studiare la presenza effettiva di questa elusiva e poco conosciuta specie di mustelide nel nostro territorio.
La Puzzola si distingue dalla più comune e diffusa faina (di cui si rinvengono centinaia di cadaveri lungo le strade) per avere il corpo con tonalità bruno dorate, una mascherina di pelo più chiaro intorno al muso e dietro gli occhi. La dimensione è piuttosto variabile e va dai 30 ai 47 cm di lunghezza (coda tra 12 e 19 cm) a seconda del sesso (maschi più grandi delle femmine). Anche il peso può variare dai 450 g ai 2 kg.
La specie è considerata a livello globale "Least Concern"; ciò significa che non desta molta preoccupazione in relazione alla sua ampia distribuzione e perché è improbabile che possa rapidamente diminuire ad un tasso tale da richiederne l'inclusione in una categoria minacciata.
In Italia pur essendo abbastanza diffusa è considerata "Data deficient" (conoscenza insufficiente) ed in Basilicata i dati sono ancora più scarsi, visto il limitato numero di persone che si occupano di monitoraggio faunistico. Perciò chi volesse collaborare a questa ricerca è pregato di mettersi in contatto con il Centro Recupero di San Giuliano (339-1637510) nel caso il ritrovamento sia effettuato in provincia di Matera o con lo Studio Milvus (338-1305096) nel caso riguardi la provincia di Potenza.
Campioni biologici dell'esemplare sono stati prelevati e conservati per essere messi a disposizione di studiosi e ricercatori italiani e stranieri interessati ad approfondire alcuni aspetti ecologici e genetici su questa specie ancora poco conosciuta e studiata nella nostra regione. Tra le università interessate a studiare gli esemplari lucani che sono stati finora recuperati c'è quella di Perugia con il suo Dipartimento di Zoologia guidato dal Prof Ragni, uno dei massimo esperti che si occupano di mammiferi di interesse zoogeografico.
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