Grande prova di ragionevolezza
ieri in Consiglio Regionale nella direzione della salvaguardia del paesaggio
lucano!
Il Consiglio Regionale ha
approvato ieri mercoledì 7 agosto una sostanziale modifica al Piano d’Indirizzo Energetico della
Basilicata (PIEAR), che allinea i criteri per la definizione dei siti non
idonei alla realizzazione di impiantii eolici industriali, a quelli definiti
dalle “Linee-Guida” Nazionali (DM
10/09/2010), con maggiore attenzione quindi alla salvaguardia
naturalistica-ambientale e del paesaggio del territorio regionale.
Modifica sollecitata con determinazione da un Coordinamento
di Associazioni ambientaliste nazionali del calibro dell’ Istituto
Nazionale di Urbanistica, di Italia Nostra, Amici della Terra, Comitato
Nazionale contro Eolico e Fotovoltaico in aree verdi e naturali, ALTURA e LIPU, che si è fortemente impegnato, negli ultimi due
mesi, anche con proprie proposte, perché il Consiglio Regionale stesso, prima
della sua imminente prevista scadenza, bloccasse la macchina infernale delle
Conferenze di Servizio, già programmate, che nell’arco di pochi mesi avrebbe
irrimediabilmente compromesso ambiente e paesaggio lucano.
La modifica al PIEAR regionale, è
stata formalizzata in un emendamento (pubblicato a parte), presentato dal
Consigliere Regionale Navazio, e che dà seguito alle sollecitazioni arrivate
dallo stesso Presidente del Consiglio Regionale Santochirico, ma che è stato
anche responsabilmente recepito da tantissimi consiglieri, dal Presidente De
Filippo, dalla Giunta e dai Dipartimenti Regionali, in sintonia con alcuni
parlamentari lucani, fra i quali Bubbico e Speranza.
Questo primo passo fa ben sperare
in una maggiore attenzione da parte di tutti nei confronti del paesaggio e del
territorio lucano, ma soprattutto fa ben sperare nel fatto che chi amministra
prenda finalmente, con maggior determinazione, le parti del territorio della
Basilicata, e della dignità dei suoi abitanti nei confronti di chi ha in animo
solo di farne terra di conquista e colonizzazione, anche energetica.
Il cammino da compiere è ancora
lungo, perché dovrà articolarsi, espletata la revisione dei criteri ambientali
e paesaggistici per l’installazione di impianti industriali da fonti
energetiche alternative, in un puntuale monitoraggio delle potenze fin qui
autorizzate ed installate (anche in riferimento alle “traiettorie” previste dal
“burden sharing” nazionale), base per
una riconsiderazione complessiva delle politiche energetiche da fonti
rinnovabili che privilegi le tecnologie “integrate” sia nel tessuto economico-produttivo
regionale (industriale e soprattutto agricolo), e sia nelle più generali
politiche di tutela e valorizzazione dell’ambiente e del paesaggio regionali,
costituenti da sempre una delle poche “carte” vincenti per il futuro
dell’identità stessa della Regione e delle sue popolazioni.
Una cosa ci conforta e ci sprona:
abbiamo avuto prova che i risultati arrivano se le associazioni, oltre che
segnalare inadempienze, spronano e propongono soluzioni, e se chi governa
vaglia le proposte senza respingerle a priori, facendole proprie se vanno
nell’interesse generale.
Il Coordinamento nazionale non
farà mancare il proprio appoggio e la propria collaborazione se la via
imboccata sarà tenuta diritta e determinata, e vigilerà sui risultati che, va
ribadito, dovranno condurre ad una nuova politica energetica regionale, che
rispetti ambiente e paesaggio quali “risorse (beni comuni) non rinnovabili”, e tutelati dalla Costituzione Repubblicana.
Il Coordinamento di Associazioni nazionali
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