domenica 29 dicembre 2013

Sorprese di fine anno nella Riserva di San Giuliano


Non c'è nulla di male nel volare con mezzi a motore ma il problema è che almeno nelle aree sensibili e soggette a vincoli di protezione della fauna e conservazione della natura occorre il rispetto delle regole. Altrimenti di cosa vogliamo parlare?
Oggi 29 dicembre un parapendio a motore è decollato direttamente dalle sponde del lago e ha sorvolato, facendo un bel pò di rumore, la zona orientale  della Riserva mentre altri 3 si stavano anch'essi  preparando per il decollo.





Per fortuna grazie alla collaborazione dell'Associazione ANPANA, prontamente intervenuta sul posto dopo la segnalazione da parte del CRAS e di alcuni visitatori, è stato possibile spiegare ai "piloti" che la Riserva Naturale Regionale di San Giuliano (ora anche ZSC Zona Speciale di Conservazione per decreto ministeriale) è un 'area in cui il sorvolo con mezzi a motore è assolutamente vietato. E così, con un pò di delusione le vele e i motori sono stati riposti nelle 4 auto (si ricordi che anche le auto non possono entrare nella Riserva e sostare sulle rive del lago) con buona pace di tutti e soprattutto della Natura che di una sola cosa ha bisogno: la tranquillità e la pace. Subito dopo che si sono allontanate le auto è ritornata la calma e sono ritornati gabbiani, svassi, cormorani, aironi, poiane...e tutta la bella comunità dell'oasi naturale.



mercoledì 25 dicembre 2013

Airone natalizio

Un airone bianco maggiore sorvola la gravina di Matera nel Parco Regionale della Murgia Materana, 25 dicembre 2013

martedì 24 dicembre 2013

Valle del Bradano


Valle del Bradano, sullo sfondo Montescaglioso, 24 dicembre 2013

venerdì 20 dicembre 2013

Da Grottole un'altra poiana al CRAS

Un'altra Poiana recuperata ieri in difficoltà nel materano. Questa volta è stata trovata a Grottole, ferita ad un'ala ma per fortuna per una frattura composta a livello di radio e ulna. Sembra meno grave di quello che si pensava e sicuramente sta meglio dell'ultimo esemplare recuperato due settimane fa ferito da un colpo di fucile di bracconieri a Matera. Forse se la caverà. Ringraziamo il Sig. Angelo Adamo che l'ha raccolta e segnalata al CRAS e Mimmo Finamore, attivissimo collaboratore del Centro Recupero che è corso a Grottole per prenderla in consegna e trasportarla al CRAS. Ora lo sfortunato rapace, in base ai consigli dei veterinari,  dovrà pazientare e restare fermo in un box almeno un paio di settimane per consentire la graduale formazione di un buon callo osseo a livello della frattura. Alla sua alimentazione ci penserà il CRAS, come sempre. Poi riabilitazione  in voliera e se tutto va bene successivo rilascio in natura. Incrociamo le dita!


giovedì 19 dicembre 2013

Aquila minore a Montescaglioso

Valle del Bradano, 18 dicembre 2013
E' una piccola e rara aquila, scientificamente chiamata Aquila pennata,  che sverna con pochi individui in Italia,  in particolare in Sicilia. Questa osservata ieri nelle campagne di Montescaglioso è probabilmente uno di quei pochissimi individui che forse trascorreranno questi mesi freddi da noi prima di tornare a nidificare in Spagna, la sua roccaforte europea di nidificazione.
E' un migratore trans-sahariano, considerato migratore parziale, poiché una piccola percentuale di individui sverna nei territori di nidificazione e nell'Europa meridionale.  In Italia la specie è considerata migratore regolare e svernante irregolare.

venerdì 13 dicembre 2013

Ancora specie protette nel mirino dei bracconieri a Matera

Alcuni giorni fa al CRAS (Centro Provinciale Recupero Animali Selvatici) è giunta segnalazione dalla Questura di Matera per un intervento di recupero di una bellissima Poiana (Buteo buteo) trovata sul ciglio stradale ed incapace di volare. Il ritrovamento è avvenuto nelle campagne di Matera, nei pressi di Torre Spagnola, a poca distanza dal lato nord-orientale del Parco Regionale della Murgia Materana. L'esemplare, notato e soccorso da un automobilista materano, è stato affidato poche ore dopo al CRAS per le necessarie cure. All'esame generale effettuato al momento della consegna il rapace presentava alcune brutte fratture all'ala destra ( a livello di radio-ulna e omero) già in fase di calcificazione ma assolutamente scomposte, in particolare l’omero. Data la criticità della situazione, visto che l’abbattimento era avvenuto qualche giorno prima,  il rapace è stato trasportato subito presso il Dipartimento di Medicina Veterinaria dell'Università di Bari dove, grazie al prezioso supporto dello staff medico,  è stato sottoposto ad una visita e ad un esame radiografico da cui è emerso che le fratture sono state purtroppo provocate da pallini da caccia sparati da qualche irresponsabile armato.
L'esemplare è stato necessariamente operato per tentare, anche se con poche speranze,  il recupero della funzionalità dell'ala colpita.  Per ora resta ricoverato presso le strutture veterinarie del Dipartimento dove sarà tenuto in osservazione per almeno un mese per poi essere trasferito nuovamente al CRAS per la riabilitazione al volo.

Il Responsabile del CRAS Matteo Visceglia dichiara:

"Ancora una volta abbiamo la prova di  come il bracconaggio ai danni di specie particolarmente protette è un fenomeno frequente anche nelle nostre campagne, nonostante sia assolutamente difficile confondere una poiana per una qualsiasi altra specie cacciabile. Su questo atto di rilevante interesse penale ai sensi della legge 157/92 abbiamo doverosamente inoltrato opportuna segnalazione alle autorità competenti, in particolare al Corpo Forestale dello Stato e alla Polizia Provinciale di Matera, preposte in materia di controlli sull'attività venatoria, nella speranza di incrementare maggiori controlli nei confronti di chi, danneggiando anche l’intera categoria dei cacciatiori rispettosi delle norme,  se ne va nelle campagne con i fucili imbracciati e pronti ad abbattere, ai margini del Parco della Murgia Materana,  anche specie di notevole interesse naturalistico e componenti importanti della Biodiversità del nostro territorio". 


 

mercoledì 11 dicembre 2013

Nuova scoperta di pipistrello in Basilicata

(Marsiconuovo, 09 Dicembre 2013) - Ancora buone notizie per la biodiversità del Parco Nazionale dell'Appennino Lucano. Nel territorio dell'area protetta, infatti, è stata appena scoperta una nuova specie di pipistrello, mai segnalata finora in Basilicata. Si tratta del Myotis alcathoe, nome scientifico della specie oggetto della scoperta, identificata con certezza grazie all'analisi del DNA, in quanto morfologicamente risulta quasi identica al Myotis mystacinus, altra specie più comune presente nel Parco. La scoperta è stata fatta nell'ambito del progetto di censimento della chirotterofauna svolta per conto dell'Ente Parco da parte dell'ATI guidata dal Centro Studi Naturalistici Nyctalus di San Martino d'Agri.  L'analisi del DNA si è resa necessaria in quanto nel Parco è stata riscontrata la presenza di specie di chirotteri difficilmente identificabili mediante metodi morfometrici tradizionali, denominate specie criptiche. L'applicazione di tecniche molecolari si è rivelata utile, dunque,  per l'identificazione di queste specie .  Al fine della corretta individuazione, durante le fasi di cattura sul campo, i pipistrelli sono stati sottoposti a una biopsia della pelle (biopsy punch). Il materiale biologico è stato estratto mediante un punch avente 3 mm di diametro, direttamente dalla membrana caudale (uropatagio) e conservato in provette per poi essere inviato al centro che ha effettuato l'analisi del DNA e l'identificazione della specie. Sulla base di tali dati si è potuto pertanto stabilire con certezza, per la prima volta, la presenza di questa specie per la Basilicata.
"Il lavoro svolto -ha dichiarato Domenico Totaro presidente dell'Ente-  ha permesso di compilare una checklist dei chirotteri presenti nel Parco Nazionale Appennino Lucano e di effettuare un'analisi preliminare di tipo qualitativo sulle relazioni specie-habitat. Si è inoltre stabilità con certezza la presenza nella nostra area protetta di alcune delle specie più rare nel nostro paese e in Europa, come il Barbastello (Barbastella barbastellus) e il Vespertilio di Bechstein (Myotis bechsteinii)."
I dati raccolti vanno inoltre ad aggiornare significativamente le conoscenze sulla diversità dei
chirotteri in Italia meridionale e su scala regionale che risulta essere ancora lacunosa.
"Il progetto -ha concluso Totato- ha inoltre evidenziato criticità per alcuni rifugi utilizzati dai chirotteri presenti nel territorio del Parco. Su tali situazioni, ampiamente riportate dalla stampa locale, l'Ente ha svolto le proprie indagini ed ispezioni anche servendosi del Coordinamento Territoriale dell'Ambiente, arrivando a proporre ed adottare le giuste soluzioni per proteggere e tutelare in modo rigoroso  tali siti secondo quanto previsto dalle norme di salvaguardia presenti nel DPR istitutivo dell'Ente stesso."
Fonte: Parco Nazionale Appennino Lucano


domenica 8 dicembre 2013

Rifiuti abbandonati ai margini della Riserva

RINVENUTA UNA NUOVA DiscaricA di rifiuti SPECIALI ai confini della Riserva REGIONALE di San Giuliano

In questi giorni lungo la fascia perimetrale dell'Oasi Naturalistica e Riserva Regionale di San Giuliano due cumuli di rifiuti appena deposti in un punto seminascosto tra l’arteria stradale e il bosco,  attirano l'attenzione di chi ha occhi per guardare. Si trovano nell’area ovest della zona protetta, in territorio di Miglionico. Sono cataste di pezzi di pannelli di polistirolo, poliuretano ed altri materiali generalmente utilizzati dalle imprese del settore edile. Sì, proprie le imprese, quelle che cercano di fare economia, a modo loro ovviamente,  in questa valle di lacrime. Ormai si è capito che non c'è verso per impedire ai soliti  imprenditori delinquenti (o loro mandanti) di abbandonare nottetempo lungo le nostre strade ogni tipologia di rifiuti. Rifiuto su rifiuto, cumulo su cumulo. Tossico o nocivo, speciale o urbano, di tutti i tipi, colori e sapori.  In bella vista, come questi sulla strada, o nascosti sotto i ponti, gettati da quelli più furbi. Il pensiero criminale è sempre quello: tanto prima o poi arriva il comune, li raccoglie e in qualche modo li avvia allo smaltimento! Al limite rimarranno lì per anni. Eh, no! Non si fa così! Lo smaltimento (quello legale) lo devono fare coloro che questi materiali li usano per il proprio lavoro. Così invece si colpisce direttamente il cittadino poichè i denari che gli enti pubblici sono costretti a sborsare per rimediare alle malefatte di questi esseri spregevoli vengono purtroppo sottratti ad esigenze più serie ed importanti per la collettività,  specie in tempi di crisi! Tant'è, si è sempre fatto così e si continua a fare così! Difficile però notare qualche iniziativa mirata a cogliere sul fatto questa gentaglia che getta rifiuti di ogni genere ove meglio crede, sapendo di farla franca ogni volta!  Possibile che non si riesce facilmente a denunciare e punire severamente qualcuno per siffatti reati ambientali? O forse non si dà semplicemente importanza al problema poichè si sta talmente "normalizzando" l'abbandono di rifiuti da sembrare un'attività impossibile da controllare e perseguire, come tante altre? I territori solo raramente non conoscono le tracce del degrado, ovunque si guardi. Dappertutto avanza il menefreghismo, sia da parte di chi è responsabile degli abbandoni che da parte di chi dovrebbe vigilare più attentamente sul territorio. E poi nei convegni parliamo di bellezze naturali, di territori incontaminati, di paesaggi mozzafiato!  Di questo passo se ne scopriranno ancora tante di queste bomboniere a cielo aperto di ogni tipo e dimensione, e non solo di quelle costituite da "innocui materiali di risulta". Sappiamo bene cosa hanno nascosto nel sottosuolo i grandi criminali ambientali… E chissà se ora non ci troviamo solo di fronte alla punta di un iceberg!
A seguito del rinvenimento di questi due bei freschi panettoni (siamo alle porte del Natale, no?) di poliuretano e polistirolo il CRAS Centro Recupero Animali Selvatici ha inviato una segnalazione scritta agli organi competenti (in primis al Comune di Miglionico) allegando documentazione fotografica e coordinate esatte del sito. Tutto ciò affinchè essi possano attivarsi quanto prima per evitare che il permanere sul posto dei due cumuli di rifiuti possa dar origine ad un comportamento emulativo di altri delinquenti di passaggio ma soprattutto per evitare un inquinamento più diffuso data la facile disgregazione dei materiali e la relativa rapida dispersione delle parti sminuzzate nei terreni e nelle acque del lago di San Giuliano. I materiali sintetici di queste categorie possono persistere nell'ambiente per centinaia di anni, ricordiamolo!  Una sgradevole eredità da lasciare ai nostri figli. Basilicata, ogni giorno una bella scoperta! 



Nibbio reale



Valle del Bradano, dicembre 2013