giovedì 31 dicembre 2009
mercoledì 30 dicembre 2009
venerdì 25 dicembre 2009
lunedì 21 dicembre 2009
Furti di ghiaia sull' Ofanto
L'Ofanto è uno dei fiumi più importanti e a tratti ben conservati dell'Italia meridionale. Ecco cosa hanno riscontrato gli agenti del CFS. E' la prova che lo sfruttamento e la manomissione dell'ambiente naturale non hanno mai sosta.
AMBIENTE: SEQUESTRATO A POTENZA IMPIANTO ILLEGALE DI FRANTUMAZIONE
Il materiale utilizzato veniva prelevato illecitamente dagli argini del fiume Ofanto con conseguenti gravi danni al soprassuolo boscato della zona
Potenza, 18 dicembre 2009 - Gli agenti del Nucleo Investigativo Provinciale di Polizia Ambientale e Forestale (NIPAF) di Avellino del Corpo forestale dello Stato, insieme al personale del Comando Forestale Provinciale di Potenza hanno posto sotto sequestro un impianto di frantumazione ubicato in località Ruvo del Monte (PZ), dove erano stati riscontrati furti di ghiaia dagli argini del fiume Ofanto. Nello stabilimento, oltretutto sprovvisto delle autorizzazioni necessarie per le emissioni in atmosfera, è stato scoperto in seguito ad ulteriori controlli anche lo smaltimento illecito di rifiuti speciali pericolosi. Sono stati quindi iscritti sul registro degli indagati della Procura della Repubblica di Melfi, il proprietario dei terreni sui quali veniva eseguito il prelievo di materiale ghiaioso senza alcuna autorizzazione e gli amministratori della società che gestisce l'impianto. Le indagini erano partite da una segnalazione effettuata da personale del servizio aereo della Forestale che, in ricognizione a bordo di un elicottero AB 412 dislocato presso l'aviosuperficie di Grumento Nova (PZ), aveva individuato manomissioni dell'ambiente naturale sul fiume Ofanto nella parte di territorio che divide la Provincia di Potenza da quella di Avellino. I Forestali hanno quindi posto sotto sequestro anche 500 ettari di terreno, in parte demaniale ed in parte privato, nel Comune irpino di Calintri, dove il furto di materiale inerte fluviale aveva provocato anche la distruzione del soprassuolo boscato. Il sequestro, convalidato dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Sant'Angelo dei Lombardi (AV), ha riguardato anche un escavatore ed un camion utilizzati per caricare e trasportare presso l’impianto di frantumazione il materiale trafugato. Impianto che, in seguito a successivi controlli da parte della Forestale, è risultato sprovvisto delle opportune autorizzazioni per le emissioni in atmosfera e impegnato anche nello smaltimento illegale di rifiuti speciali pericolosi.
Fonte CFS - Newsletter n.801, Anno V, del 21/12/2009
venerdì 18 dicembre 2009
CFS: scoperto argine abusivo lungo il fiume Bradano
Matera, 10 dicembre 2009 - Gli agenti del Comando Stazione di Irsina (MT) del Corpo forestale dello Stato, hanno posto sotto sequestro un argine in terrapieno innalzato senza le autorizzazioni previste dalla legge, lungo una delle sponde del fiume Bradano. Due persone, identificate come concessionarie dei terreni interessati dai lavori, sono state segnalate dalla Forestale all'Autorità Giudiziaria competente per la conseguente violazione di normative ambientali. Nell'ambito di un normale servizio di controllo, i Forestali hanno infatti rilevato la struttura abusiva realizzata su un terreno seminativo di circa 300 metri quadri posto nella fascia dell'argine destro del fiume, sottoposta a vincolo idrogeologico. Ulteriori accertamenti hanno evidenziato inoltre che lo sbancamento ha causato il depauperamento della vegetazione posta ai bordi del corso fluviale, con evidenti danni alla dendroflora presente. Resta alta l’attenzione del Corpo forestale dello Stato che opera nella provincia lucana, supportato da una rete di Comandi Stazioni locali, al fine di evitare l’insorgere di alterazioni o reati relativi ai corsi d’acqua del Materano e quindi il verificarsi di gravi danni ambientali.
Fonte: www.corpoforestale.it Newsletter n.800, Anno V, del 17/12/2009
Fonte: www.corpoforestale.it Newsletter n.800, Anno V, del 17/12/2009
giovedì 17 dicembre 2009
Elettrocuzione rapaci... non stop!
Ancora una volta si registra il ritrovamento in territorio di Senise (Pz), nel perimetro del Parco Nazionale del Pollino, di un giovane Nibbio reale colpito da una forte scossa elettrica dopo essersi posato su uno dei tanti tralicci presenti sul territorio. Il Nibbio reale è una specie prioritaria e di massima importanza per la biodiversità italiana. Purtroppo si deve registrare anche l'assoluta mancanza di qualsiasi iniziativa finalizzata a ridurre i rischi di elettrocuzione per centinaia di rapaci nella nostra regione ed in particolare nelle aree protette. La tutela della biodiversità e la salvaguardia della natura sono concetti piuttosto astratti e poco aderenti alla reale situazione in cui tante specie vengono a trovarsi quotidianamente. In alcune aree protette italiane Enel ed enti gestori hanno timidamente avviato iniziative per la messa in sicurezza di alcune linee elettriche molto pericolose. Dalle nostre parti, nonostante la presenza di vari Parchi, Riserve ed organismi per la tutela e la salvaguardia della natura, non ci risulta nulla del genere! Siamo ancora molto lontani da ogni concreta considerazione del valore che hanno per la nostra regione specie come il Nibbio reale e vari altri rapaci ogni giorno sempre più esposti a tantissimi pericoli e trappole che "nasconde" un territorio ormai integralmente occupato e sfruttato per le sole ed uniche attività umane. Nei prossimi anni saranno soprattutto questi elementi (tralicci, impianti eolici e veleni) a rappresentare, forse in misura maggiore del bracconaggio, le cause di una probabile estinzione o di un tracollo numerico di alcune importanti popolazioni di rapaci come quella lucana.
Il Nibbio è stato rinvenuto ieri da un cacciatore (ma non era a caccia nel Parco!) che lo ha subito raccolto e soccorso e dopo varie telefonate alla ricerca di un centro recupero nell'area di ritrovamento ha dovuto fare un lungo viaggio per trasportarlo oggi al Centro Rapaci della Riserva di San Giuliano che sta operando da alcuni mesi a titolo gratuito in assenza di risorse dopo la conclusione del Progetto LIFE "Rapaci Lucani". Il Nibbio è stato immediatamente visitato gratuitamente dal dott. Tralli che ne ha constatato la grave situazione con un'ala ed una zampa vistosamente colpite dalla forte scossa elettrica. Durante la visita era particolarmente evidente persino il forte odore di bruciato dei tessuti interni e dell'epidermide. Nonostante la somministrazione di alcuni farmaci la sopravvivenza dell'esemplare sarà molto difficile ...
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lunedì 14 dicembre 2009
Arrampicarsi sugli specchi...
Riceviamo e pubblichiamo questo contributo di Pio Abiusi
Arrampicarsi sugli specchi con le ventose semplifica la vita
La legge finanziaria che in questi giorni si sta approvando in Parlamento prevede una serie di tagli negli enti territoriali per ridurre le spese correnti della pubblica amministrazione.
Non discutiamo della opportunità o meno di certi tagli, comunque se ne sta parlando.
Verrà ridotto il numero dei consiglieri Comunali e Provinciali, degli assessori dei due enti, sembra non sia prevista più la figura del direttore generale e del difensore civico.
Una serie di tagli per contenere le spese del nostro misero bilancio nazionale.
In altra epoca, successiva alla nascita delle Regioni, si provvide a trasferire alcune competenze alle stesse e nacquero enti Regionali come l’ESAB (Ente di Sviluppo Agricolo Regionale di Basilicata) dal disciolto ente interregionale e che aveva competenze per l’esaurimento dei compiti della Riforma Fondiaria ed in più doveva favorire, attraverso una serie di interventi, lo sviluppo in agricoltura.
Per brevità non ci soffermiamo sugli obbiettivi, la evoluzione delle modalità di intervento e le funzioni.
Dopo circa un decennio dalla sua nascita ci si rese conto che l’Ente non aveva alcuna funzione e si cominciò a pensare di scioglierlo.
Ci vollero altri sei anni per arrivare allo scioglimento ma alla fine le funzioni residue invece di trasferirle al dipartimento competente venne creata l’Alsia (Agenzia lucana di sviluppo e di innovazione in agricoltura ), cambiato il nome la funzione è ancora tutta da dimostrare.
Il vecchio Ente di Sviluppo aveva tra i suoi compiti quello di curare l’ erogazioni degli incentivi comunitari, per fare questo è stata creata l’Arbea, con i risultati scadenti che sono sotto gli occhi di tutti.
Tutto questo significa sedi da tenere in esercizio, direttori generali da pagare tutte strutture che costano.
Ci sono, poi, alcune Agenzie che fanno il lavoro pulito altre quello sporco, a seconda dei casi. In ogni regione operano le ARPA. Lavoro pulito quando sono di reale supporto alla comunità e certificano con certezza e affidabilità i fenomeni ambientali in generale; lavoro sporco quando servono per dare poltrone, scrivanie e fungere da copertura permettendo al dipartimento competente di individuare costantemente un capro espiatorio e per emettere certificazioni prive di valore.
La Regione, sempre seguendo gli indirizzi nazionali ha provveduto a ridimensionare il numero delle Comunità Montane , sostituite in parte con le comunità locali.
L’iter del procedimento non è ancora chiaro a che punto sia.
Anche i consorzi ASI erano interessati da un intervento di normalizzazione ma anche lì siamo in una posizione di Stand-by.
E’ difficile parlare di ravvedimento funzionale a pochi mesi dalla scadenza elettorale ed infatti molti si chiedono perché i consiglieri regionali si siano svegliati all’ultimo momento per fare una azione moralizzatrice e chiedere l’abolizione del listino.
E’ chiaro che l’operazione non andrà in porto ma il gesto è stato fatto.
C’è anche chi, in prossimità delle elezioni, pensa di presentare il conto e garantirsi un po’ di carriera divenendo in un futuro prossimo Direttore Generale.
E’ di qualche giorno fa l’attenzione richiamata dall’Ola, su una Bozza di Riforma della legge regionale 28/1994 e che riguarda le aree protette in Basilicata
E’ un classico fare queste cose sotto scadenza elettorale, farle adesso è più prudente perché domani non si sa cosa accadrà e nel frattempo si sono messe delle solide premesse su di una poltrona che si va ad istituire.
L’Ola si è soffermata sulla funzione che la istituenda Agenzia Unica dei Parchi dovrebbe fare e cioè il lavoro sporco come quello che in chiave ambientale fa L’Arpab.
La nostra lo farebbe in materia di autorizzazioni per la concessione di impianti di centrali a Biomasse, pale eoliche a go-go, pozzi petroliferi ed ogni ben di Dio da realizzare nei Parchi e nelle aree protette.
Si spoglierebbero, così, di ogni funzione gli organismi elettivi territoriali copiando dai fratelli maggiori del governo nazionale.
Il prezzo da pagare per tutto questo non è alto, basta creare la poltrona da Direttore generale ad un dirigente semplice ed aggiungendo qualche decina di migliaia di euro alle sue competenze.
Pio Abiusi
Matera, 13 Dicembre 2009
sabato 12 dicembre 2009
Comunicato stampa OLA
Su iniziativa degli Uffici del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata è stata presentata nella giornata del 9 dicembre 2009 una bozza di Proposta di Legge con la Legge Regionale n.28 del 1994, in materia di aree protette regionali.
La OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini - esprime in proposito forti perplessità e preoccupazione. Nella suddetta proposta emerge, infatti, la volontà da parte della Regione di marginalizzare il ruolo delle comunità locali relegandole a semplici esecutori di direttive impartite dall’alto o di espressione di pareri, tra l’altro non vincolanti, su importanti aspetti gestionali e progettuali quali, ad esempio, il piano del parco. Quest’ultimo, infatti, risulterebbe letteralmente “scippato” dalla potestà dell’organo gestore dell’area protetta e delle comunità locali, svuotato così nelle sue peculiarità di volano dello sviluppo locale. La legge prevede, in poche parole, di affidare il delicato compito della redazione del piano del parco ad una Agenzia Unica dei Parchi prevista nella stessa Proposta di Legge. Un organismo tecnico, questo, controllato direttamente dalla politica regionale, così come la nomina dei membri del Presidente del Parco e della Giunta Esecutiva del parco regionale, con nomine lottizzate dalla politica.
Infatti, la Proposta di Legge prescrive per il presidente e l’esecutivo del parco il requisito dell’esclusiva esperienza pregressa in enti strumentali della Regione Basilicata. C’è il rischio, secondo la OLA, che si generi uno svuotamento dei principi della legge quadro nazionale (n.394/91) in materia di aree protette, tra l’altro in fase di modifica da parte del Governo, rendendo più labili e burocatici importanti principi quali l’obiettivo di salvaguardia dei valori naturalistici ed ambientali delle aree protette, accentrando importanti funzioni di governo del territorio. Il progetto di legge non individua in maniera chiara i compiti dei nuovi Enti Parco e dell’Agenzia Unica dei Parchi, anzi ne rende incomprensibili le funzioni e le responsabilità accentrando il potere del governo del territorio. Emblematico in proposito è l’applicazione delle misure di salvaguardia genericamente definite nella proposta di legge ”disciplina di tutela e conservazione” che non fanno alcun riferimento alle definizioni vigenti nella normativa nazionale con “divieti transitori” applicati in modo arbitrario rispetto alle norme nazionali vigenti.
La OLA chiede, pertanto, che venga rivisto l’impianto della proposta di legge che rischia in questa fase di non salvaguardare le aree protette regionali che, è bene ricordare, sono sotto assedio da parte della lobby dell’energia e delle onnipresenti compagnie petrolifere.
Fonte: Olambientalista 10 dicembre 2009
giovedì 10 dicembre 2009
lunedì 7 dicembre 2009
Un Edredone a foce Cavone
Foto di E. Fulco
Questa mattina alla foce del fiume Cavone è stata osservata dall'ornitologo lucano Egidio Fulco una femmina di Edredone (Somateria mollissima).
Si tratta per la nostra regione di un raro avvistamento e ce lo conferma lo stesso Fulco che dichiara:
"L'Edredone è un'anatra marina distribuita prevalentemente in Russia e Scandinavia. Durante l'autunno migra verso Sud-Ovest per svernare per lo più in Europa Nord-occidentale.
La sua presenza in Italia meridionale è del tutto accidentale e l'osservazione di questa mattina (realtiva ad una femmina) risulta essere la seconda per la Basilicata.
Tale osservazione è stata condotta durante uno dei sopralluoghi inseriti nel programma di monitoraggio Rete Natura 2000 coordinato dalla Regione Basilicata; ciò dimostra l'importanza di questo genere di indagini soprattutto per un territorio come la Basilicata, a tutt'oggi uno dei meno conosciuti sotto questo profilo.
La presenza dell'Edredone, inoltre, impreziozisce uleriormente il litorale ionico lucano, che si pone come punto strategico per le rotte di migrazione attraverso il meridione d'Italia."
Poiana
domenica 6 dicembre 2009
sabato 5 dicembre 2009
Un futuro sempre più nero per i lucani
Se il petrolio fa venire il cancro ai californiani, probabilmente lo fa venire anche ai lucani!
Questo documento è stato inviato dalla ricercatrice italo-americana Maria Rita d'Orsogna.
Le firme in calce sono delle compagnie petrolifere: Bp, Shell, Exxon mobil, Chevron, Conoco.
Dovremmo pretendere un documento simile anche in Italia, firmato da tutte le compagnie che perforano in Italia e soprattutto in Basilicata!
Prima la firma dell'Eni, naturalmente. Poi quella di tutti i nostri ministri della Repubblica e degli amministratori regionali che tanto hanno contribuito alla causa petrolifera.
venerdì 4 dicembre 2009
Un insetto stecco per caso
Con grande sorpresa questa mattina nei pressi della sponda sud del lago di San Giuliano è comparso un bellissimo insetto stecco, Bacillus rossius, appartenente all' ordine dei Fasmoidei. Si tratta di quei straordinari organismi animali che si sono evoluti per millenni sotto il segno del mimetismo più estremo. Osservarli da vicino è incredibilmente stimolante per comprendere come la Biodiversità riesca a produrre queste mirabili ed irripetibili opere della Natura.
mercoledì 2 dicembre 2009
martedì 1 dicembre 2009
“SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”
AL VIA LA NUOVA CAMPAGNA LIPU
“SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE”
PER LA TUTELA DELLE SPECIE DI UCCELLI A RISCHIO DI ESTINZIONE
Dal 30 novembre al 6 dicembre dona un euro mandando un SMS al 48588 oppure 2 euro chiamando da rete fissa Telecom Italia. Sosterrai la Campagna LIPU per fermare il declino degli uccelli e per salvare l'ambiente in cui tutti noi viviamo.
UN DATO ALLARMANTE
In Italia su 88 specie di uccelli 44 sono in serio pericolo. Delicate spie di un pianeta malato a causa di uno sviluppo senza limiti, dell'intensificazione agricola, dell'inquinamento, dell'urbanizzazione selvaggia e dei cambiamenti climatici.
La LIPU, da oltre 40 anni, lavora per proteggere la natura e i suoi delicati equilibri. Capovaccaio, Tarabuso, Berta Maggiore e altre specie che forse non hai mai sentito nominare stanno scomparendo. Non sono famosi, ma la loro vita ha ugualmente un valore immenso per noi e per l'ambiente in cui viviamo. Gli uccelli sono esseri preziosi e insostituibili.
Ci hanno insegnato il volo. Ci indicano le stagioni. Mangiano gli insetti e riempiono il silenzio del cielo con il loro canto. Abitano boschi, fiumi, laghi, stagni e ambienti agricoli che troppo spesso vengono sostituiti con migliaia di metri cubi di cemento, aggrediti da un'agricoltura piena di pesticidi che impoverisce il terreno, cancellandoli per sempre.
E se stanno male loro, stiamo male anche noi. Sostieni la campagna "SALVIAMOGLI LE PENNE, SALVIAMOCI LE PENNE" e le azioni concrete per cambiare il futuro delle specie in pericolo e il loro ambiente... il nostro stesso futuro.
Sensibilizzare sugli impatti dei cambiamenti climatici, per la Pernice bianca
Proteggere le aree marine da speculazione edilizia e inquinamento, per la Berta maggiore Promuovere un'agricoltura rispettosa dell'ambiente, per la Gallina prataiola
Difendere le zone umide con le Oasi della LIPU, per il Tarabuso
Tutelare la biodiversità con progetti di reintroduzione in Puglia, per il Capovaccaio
Non dobbiamo mai dimenticare che ogni azione di salvaguardia nei confronti di qualsiasi specie e di qualsiasi ambiente, altro non è che un'azione che ricadrà direttamente sulla qualità della nostra stessa vita e su quella delle generazioni che seguiranno.
"Quando una specie scompare, indica che il pianeta è diventato meno abitabile anche per l'umanità." (David Suzuki)
lunedì 30 novembre 2009
Basilicata Isola Felice?
OGNI LUCANO DOVREBBE VEDERE QUESTO VIDEO TRASMESSO MERCOLEDI' 25 NOVEMBRE DA CURRENT TV (CANALE 130 DI SKY)
L'isola felice, in cui molti di noi si illudevano di vivere, non esiste più!
L'isola felice, in cui molti di noi si illudevano di vivere, non esiste più!
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venerdì 27 novembre 2009
Il volo dell'airone bianco
Un bellissimo airone bianco maggiore da alcuni giorni sosta nei campi all'interno della Riserva Naturale di San Giuliano alla ricerca di roditori. A volte immobile, a volte piegato con il collo proteso verso il terreno, da lontano sembra uno strano fantasma bianco in mezzo al campo verde del foraggio. Ma quando si alza in volo per spostarsi alla ricerca di una nuova postazione di caccia manifesta tutta la sua eleganza e bellezza. Cosa chiedere di più alla natura? Un airone che tiene sotto controllo i topi nei campi coltivati dovrebbe sempre godere del nostro rispetto.
CFS Montescaglioso scopre discarica abusiva
AMBIENTE: MATERA, BLOCCATI LAVORI IRREGOLARI IN AREA PROTETTA
Durante l’operazione è stata scoperta anche una discarica abusiva costituita da rifiuti speciali pericolosi
Matera, 25 novembre 2009 – Gli agenti del Comando Stazione di Montescaglioso (MT) del Corpo forestale dello Stato hanno accertato la manomissione e la modifica di un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico ambientale nel Comune di Bernalda (MT). L’operazione è stata condotta in seguito ad una segnalazione pervenuta al numero di emergenza ambientale 1515 da parte di un cittadino insospettito dai lavori in corso. Inoltre, nei pressi della zona è emersa una discarica abusiva costituita da rifiuti speciali pericolosi quali batterie, scarti edili e in particolare materiali esplosivi. La Procura della Repubblica locale ha ordinato il sequestro e la messa in sicurezza dell’area nell’attesa che vengano identificati i responsabili dell’illecito.
Fonte: CFS
Durante l’operazione è stata scoperta anche una discarica abusiva costituita da rifiuti speciali pericolosi
Matera, 25 novembre 2009 – Gli agenti del Comando Stazione di Montescaglioso (MT) del Corpo forestale dello Stato hanno accertato la manomissione e la modifica di un terreno sottoposto a vincolo paesaggistico ambientale nel Comune di Bernalda (MT). L’operazione è stata condotta in seguito ad una segnalazione pervenuta al numero di emergenza ambientale 1515 da parte di un cittadino insospettito dai lavori in corso. Inoltre, nei pressi della zona è emersa una discarica abusiva costituita da rifiuti speciali pericolosi quali batterie, scarti edili e in particolare materiali esplosivi. La Procura della Repubblica locale ha ordinato il sequestro e la messa in sicurezza dell’area nell’attesa che vengano identificati i responsabili dell’illecito.
Fonte: CFS
lunedì 23 novembre 2009
Agricoltura e fondi europei: una denuncia della LIPU
AGRICOLTURA, I FONDI EUROPEI VINCOLATI AL RISPETTO DELL’AMBIENTE FINISCONO ANCHE A CHI LO DANNEGGIA
Denuncia LIPU/BirdLife International sul malfunzionamento della “condizionalità”: “Serve riforma urgente della Politica Agricola Comune”
“L’Unione Europea continua a erogare ingenti risorse anche agli agricoltori che causano danni ambientali, anziché premiare un’agricoltura sostenibile e rispettosa dell’ambiente”. La denuncia è della LIPU e di BirdLife International in un rapporto europeo sulla “condizionalità” - l’insieme cioè di norme che nell’ambito della Politica Agricola Comune (PAC) vincolano l’erogazione di fondi al rispetto di standard ambientali minimi - e il suo ruolo per la tutela della biodiversità.
Pur rappresentando un importante miglioramento nel tempo della Politica Agricola Comune – denunciano LIPU e BirdLife International – la “condizionalità” è ancora lontana dal sostenere concretamente la tutela della biodiversità. Lo studio evidenzia come la PAC non è in linea con i principi di efficienza ed efficacia che devono applicarsi alla spesa pubblica dell’Unione europea: questo perché 31 miliardi di euro vengono ogni anno erogati agli agricoltori europei senza preoccuparsi più di tanto di fissare obiettivi chiari e meccanismi per la valutazione dei risultati conseguiti.
Con l’esito che troppi agricoltori continuano a inquinare e nello stesso tempo continuano a intascarsi i fondi della PAC senza rispettare l’ambiente.
“Lo aveva già affermato un rapporto della Corte dei Conti del 2008: in caso di infrazione della condizionalità – spiega Ariel Brunner, Responsabile Politiche Agricole di BirdLife Europa – il sistema di riduzione dei sussidi è debole e spesso inapplicato. Numerosi casi di infrazione intenzionale alle regole sono considerati frutto di semplice negligenza, con il risultato che i sussidi sono ridotti in maniera irrisoria. Altro che il principio “chi inquina paga”: a venir ricompensato è proprio chi inquina”.
“In Italia – aggiunge Patrizia Rossi, responsabile Agricoltura LIPU-BirdLife Italia - in gran parte delle nostre regioni, la condizionalità permette di ripetere per anni la monocoltura di cereali sullo stesso appezzamento, creando paesaggi monotoni e danneggiando suolo e biodiversità. La positiva norma sui terreni a riposo è ridimensionata dalle numerose deroghe previste. E’ permessa persino la bruciatura delle stoppie, nonostante i gravi problemi di incendi che affliggono periodicamente l’Italia e l’impatto devastante sull’accumulo di carbonio nei suoli. Al contrario non si impedisce la conversione in campi arati dei prati e dei pascoli, veri scrigni di biodiversità.
“Oggi la condizionalità – prosegue Rossi – rappresenta un fardello burocratico per gli agricoltori con scarsi effetti positivi nei confronti dell’ambiente e dei consumatori: le rigidissime norme sulle etichette auricolari degli animali, ad esempio, penalizzano i metodi di allevamento all’aperto così importanti per l’economia delle aree svantaggiate, l’ambiente, la salute degli animali e la qualità dei prodotti.
Così non va – conclude - occorre una profonda riforma della PAC e ci impegneremo a fondo affinché si produca un cambiamento a partire dal 2014”.
“E’ disarmante constatare che non siamo in grado di dare sostegno all’agricoltura sostenibile, mentre stiamo letteralmente finanziando danni ambientali – conclude Luigi Boccaccio della RSPB (Royal society for the protection of Birds), coordinatore dello studio – Una riforma della Politica Agricola Comune è necessaria e urgente, al fine di conciliare questa spesa pubblica con i bisogni e le aspettative della società”
Parma, 20 novembre 2009
Fonte: LIPU
domenica 22 novembre 2009
Airone cenerino
sabato 21 novembre 2009
Passera sarda a Montescaglioso
Oggi tre presunte passere sarde (Passer hispaniolensis) sono state osservate nel territorio di Montescaglioso, lungo la Valle del Bradano. Si tratta di una specie poco comune indicata nella Ceck-list ufficiale dell'avifauna lucana come migratrice irregolare. La Passera sarda si riconosce dalle pesanti striature delle parti inferiori anche se più marcate in estate e in determinate aree come la Sardegna.
In Italia vivono quattro specie del genere "Passer" che sembrano ancora ampiamente diffuse nonostante studi recenti abbiano dimostrato che è in atto un vero e proprio declino dei passeri a livello europeo, più accentuato in alcune aree e meno evidente in altre. Secondo Gustin, Rossi & Celada (Ecologia Urbana, 21(1) 2009) la Passera d'Italia ha subito dal 2000 al 2006 un calo del 6,1 % mentre la Passera sarda dell'11,5% e la Passera mattugia del 2,7%.
L'esemplare della foto pur avendo molte caratteristiche tipiche della passera sarda in realtà fa pensare ad un soggetto con pattern non canonico vista la grande complessità nell'attribuzione di specie e sottospecie per il gruppo dei "passeri".
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PRESENTAZIONE DEL LIBRO "FAUNA APPENNINICA" DI FRANCO TASSI
(Artè) Matera - Mel pomeriggio di sabato 21, alle 18,30, alle Monacelle di via Riscatto, sarà presentato il libro "Fauna Appenninica" di Franco Tassi. L'appuntamento promosso dal Parco della Murgia Materana, trova la collaborazione della libreria dell'Arco.
Questo volume, ricco di fotografie a colori raccoglie e illustra, con stile divulgativo e spirito innovativo, informazioni relative alle specie selvatiche che abitano i parchi appenninici con un approccio serio e scientifico. I contenuti del libro si riferiscono in particolare alle specie carattiristiche dell'Abruzzo e del Pollino, territori ricchi di natura affascinante e ancora inviolata.
21/11/2009 11.08.35
[Basilicatanet.it]
Questo volume, ricco di fotografie a colori raccoglie e illustra, con stile divulgativo e spirito innovativo, informazioni relative alle specie selvatiche che abitano i parchi appenninici con un approccio serio e scientifico. I contenuti del libro si riferiscono in particolare alle specie carattiristiche dell'Abruzzo e del Pollino, territori ricchi di natura affascinante e ancora inviolata.
21/11/2009 11.08.35
[Basilicatanet.it]
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giovedì 19 novembre 2009
Versamenti inquinanti nel Basento
martedì 17 novembre 2009
I frutti del bosco...
Una bellissima Beccaccia questa mattina è stata consegnata da due cittadini al CFS Provinciale e successivamente alla Polizia Provinciale. Quale era il problema? Semplicemente era un frutto del bosco dimenticato da qualche amante della Natura! La mira forse non era molto buona ma in compenso le sofferenze erano tante. La povera beccaccia ha gentilmente tolto il disturbo al veterinario del Centro Recupero. Infatti dopo appena 3 ore dalla consegna da parte di agenti della Polizia Provinciale ha lasciato le sue bellissime penne e adesso riposa in pace nei boschi eterni.
Ma cosa hanno fatto di male le beccacce per essere tra le specie cacciabili più ambite?
Eppure negli ultimi anni questa specie ha subito un costante declino della consistenza numerica e nonostante questo è inserita ancora nella lista delle specie cacciabili in Italia!
La solita musica...
Anno dopo anno, mese dopo mese, settimana dopo settimana lo spettacolo che appare a chi giunge nella Riserva Naturale di San Giuliano è sempre lo stesso! Tutto questo nonostante la buona volontà del Comune di Miglionico che, una volta alla settimana, provvede allo svuotamento dei 3 cassonetti. Purtroppo va rilevato che invece di usare in maniera attenta e razionale questi rari presidi dell'igiene pubblica presenti nell'area protetta (un luogo in cui l'attenzione per l'ambiente dovrebbe essere maggiore) molti cittadini (ma li chiameremmo volentieri diversamente...) si comportano regolarmente in modo assai incivile abbandonando di tutto e senza minimamente preoccuparsi della decenza e del mantenimento di un minimo di decoro nei pressi di uno dei 2 ingressi principali della Riserva. Il comune di Miglionico conosce bene la situazione ma purtroppo non riesce a fare di più... Visto che la situazione si è cronicizzata e nessuno si preoccupa più di tanto (nonostante le lamentele dei turisti) dobbiamo imparare a convivere con questa situazione.
Questa mini discarica si trova a
- 1000 metri dal Ponte Diga
- 560 metri dalla riva del lago più vicina
- 250 metri dalla Strada Statale Matera-Ferrandina
Per chi vuole darci un'occhiata queste sono le coordinate precise:
40°35'36.10"N 16°32'24.28"E
sabato 14 novembre 2009
Volpoche
Tre volpoche (Tadorna tadorna), anatre tra le più rare osservabili in Italia, sostavano questa mattina sul lago di San Giuliano... Speriamo trovino le condizioni migliori e la tranquillità per svernare...
Gabbiani
Sulla riva del lago di San Giuliano questa mattina c'erano circa 150 gabbiani reali e 100 gabbiani comuni...
Fischioni
Sul lago di San Giuliano i fischioni (Anas penelope) sono di casa dall'autunno alla primavera... Il numero maggiore di individui, anche oltre mille, si registra nei periodi più freddi.
martedì 10 novembre 2009
Ritrovata una Caretta caretta morta alla foce del Cavone
Egidio Fulco, naturalista lucano impegnato sul monitoraggio faunistico lungo la costa ionica, dopo il ritrovamento di sabato scorso 7 novembre di un esemplare di tartaruga marina Caretta caretta alla foce del Cavone ha dichiarato:
"La costa jonica lucana è interessata dalla presenza costante di questa specie i cui avvistamenti si ripetono ormai da diversi anni in tutta l'area jonica. Non sono noti ad oggi casi di nidifcazione ma si ritiene il tratto jonico lucano una delle zone più idonee per la riproduzione di questo rettile. In attesa che si verifichi un evento del genere, si esortano le amministrazioni competenti sul territorio ad intraprendere azioni di tutela volte alla salvaguardia degli ambienti costieri, soprattutto se compresi in siti afferenti alla Rete Natura2000.
Il luogo del ritrovamento - continua Fulco - ricade nel Sito di Interesse Comunitario "Foce del Fiume Cavone" e l'osservazione è stata condotta durante la campagna di monitoraggio promossa dalla Regione Basilicata per la predisposizione dei Piani di Gestione delle aree Natura 2000. E' auspicabile indirizzare la gestione di questo territorio verso un utilizzo sostenibile, regolamentando le attività antropiche, con particolare riferimento alla pressione turistica e alla pesca, secondo il principio della conservazione della biodiversità".
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lunedì 9 novembre 2009
Gabbiani a caccia di lombrichi
Poco dopo l'aratura di un campo a pochi metri dalle rive del lago di San Giuliano una decina di gabbiani comuni si sono soffermati per almeno 1 ora a cacciare lombrichi tra le zolle umide appena rivoltate. E' stato uno spettacolo inconsueto vedere questi animali mettere in evidenza tutte le loro straordinarie capacità di volo e di opportunismo alimentare.
venerdì 6 novembre 2009
Rapaci folgorati: una strage continua
Clicca sull'immagine per ingrandire
Se le pale eoliche costituiscono un elemento di grande pericolo per tanti rapaci non sono da meno le migliaia di km di linee elettriche pericolose cha attraversano tutta l'Italia e l'Europa.
Questa immagine ritrae l'ultima poiana raccolta oggi 6 novembre poche ore dopo la collisione con una linea elettrica nel territorio di Montescaglioso...
Dalla foto sembrerebbe trattarsi solo di una piccola ferita ma in realtà questi problemi portano nel giro di pochi giorni quasi sempre alla cancrena dell'arto colpito. Ogni anno il Centro Recupero Rapaci della Riserva di San Giuliano riceve centinaia di rapaci in difficoltà per cause diverse. Le poiane molto spesso sono le vittime illustri delle elettrocuzioni o della caccia...In Basilicata occorrerebbe mettere in sicurezza almeno le linee elettriche pericolose che si trovano nelle aree protette o dove la presenza di rapaci stanziali e migratori è accertata da tempo.
In caso di ritrovamento di animali selvatici in difficoltà si consiglia di contattare il più vicino posto di polizia (qualsiasi organo di polizia!) per concordare la rapida consegna ogni esemplare rinvenuto.
martedì 3 novembre 2009
Impianti eolici e rapaci: vedere per credere....
Il video è stato girato in Grecia ma quello che vediamo succede ogni giorno in tante parti del mondo dove gli impianti eolici sono costruiti nei siti di massima importanza per tantissime specie di rapaci, cicogne, chirotteri, ecc. Purtroppo le documentazioni degli impatti sono rare ma non lo sono gli incidenti! In Basilicata, a causa di tali megastrutture che stanno già degradando i nostri Paesaggi unici in Italia, molto probabilmente assisteremo ad una diminuzione e forse alla scomparsa di tante specie di grandi e piccoli volatori... Tutto ciò con il silenzio di chi dovrebbe stare dalla parte della tutela della Natura e della Biodiversità.
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venerdì 30 ottobre 2009
Matera e il Falco grillaio su National Geographic
Sul numero 24 di National Geographic uscito in questi giorni è stato pubblicato a pagina 116 un articolo a firma degli amici Sandro Bassi e Fabio Liverani su Matera e i suoi tesori naturalistici dal titolo: "Il falco cittadino".
La scorsa estate Sandro e Fabio hanno trascorso qualche giorno a Matera per raccogliere sensazioni e immagini di una città straordinaria, guidati dal volo del grillaio. Un testo breve ma denso di informazioni e pregno della sensibilità di chi fa reportage non "mordi e fuggi".
E' stato citato naturalmente anche il lavoro svolto nell'ambito del progetto LIFE "Rapaci lucani" grazie al contatto avuto con gli autori.
Purtroppo nonostante le centinaia di foto scattate da Fabio solo poche ne sono state pubblicate e questo è certamente l'unico neo dell'articolo.
domenica 25 ottobre 2009
Sequestrato un fucile da caccia nella Riserva di San Giuliano
Il Corpo Forestale dello Stato Comando Stazione di Matera nei giorni scorsi a seguito di una segnalazione, ha sequestrato un fucile da caccia nel corso di un'operazione di antibracconaggio nella Riserva Naturale Integrale di San Giuliano
Gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno sorpreso un bracconiere mentre esercitava illegalmente attività di caccia di frodo al cinghiale mediante l´utilizzo di armi e l'apposizione di esche in località "Lagarone" all'interno dei confini della Riserva Naturale di San Giuliano, Riserva Integrale Protetta, dove vige il divieto assoluto dell'esercizio della caccia con qualsiasi mezzo.
L´attività illecita di bracconaggio si è potuta concretizzare grazie al concorso di un cittadino materano proprietario di un fondo rustico chiuso che ha consentito l´accesso al cacciatore di frodo nel predio.
Per questo motivo, due persone sono state deferite all´Autorità Giudiziaria di Matera a piede libero per introduzione di armi ed esercizio dell'attività venatoria con l'ausilio di mezzi non consentiti all'interno di un'area protetta quale la Riserva Naturale di San Giuliano.
Chiunque eserciti attività venatoria all'interno del territorio della Riserva Integrale di San Giuliano o comunque di un´Area Protetta del territorio nazionale rischia l'arresto fino a 6 mesi e l'ammenda da 450€ a 1.500€ per effetto della Legge 157/1992.
Il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Matera, anche tramite l´opera delle dipendenti Stazioni Forestali, è continuamente impegnato nei controlli preventivi e repressivi in danno alla fauna omeoterma con particolare riferimento alle aree protette materane oggetto di sistematica attività di bracconaggio.
Il Corpo forestale dello Stato esorta tutti i cittadini a segnalare senza indugio qualsiasi tipo di illecito commesso verso il patrimonio faunistico, sia selvatico che in cattività, direttamente al numero verde gratuito nazionale per le emergenze ambientali 1515.
Gli Agenti del Corpo Forestale dello Stato hanno sorpreso un bracconiere mentre esercitava illegalmente attività di caccia di frodo al cinghiale mediante l´utilizzo di armi e l'apposizione di esche in località "Lagarone" all'interno dei confini della Riserva Naturale di San Giuliano, Riserva Integrale Protetta, dove vige il divieto assoluto dell'esercizio della caccia con qualsiasi mezzo.
L´attività illecita di bracconaggio si è potuta concretizzare grazie al concorso di un cittadino materano proprietario di un fondo rustico chiuso che ha consentito l´accesso al cacciatore di frodo nel predio.
Per questo motivo, due persone sono state deferite all´Autorità Giudiziaria di Matera a piede libero per introduzione di armi ed esercizio dell'attività venatoria con l'ausilio di mezzi non consentiti all'interno di un'area protetta quale la Riserva Naturale di San Giuliano.
Chiunque eserciti attività venatoria all'interno del territorio della Riserva Integrale di San Giuliano o comunque di un´Area Protetta del territorio nazionale rischia l'arresto fino a 6 mesi e l'ammenda da 450€ a 1.500€ per effetto della Legge 157/1992.
Il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato di Matera, anche tramite l´opera delle dipendenti Stazioni Forestali, è continuamente impegnato nei controlli preventivi e repressivi in danno alla fauna omeoterma con particolare riferimento alle aree protette materane oggetto di sistematica attività di bracconaggio.
Il Corpo forestale dello Stato esorta tutti i cittadini a segnalare senza indugio qualsiasi tipo di illecito commesso verso il patrimonio faunistico, sia selvatico che in cattività, direttamente al numero verde gratuito nazionale per le emergenze ambientali 1515.
venerdì 23 ottobre 2009
Trappola per cinghiali sulla Murgia
Continuano le scoperte di trappole per cinghiali nelle aree protette del materano. Tali sistemi, adottati in maniera illegale, non contribuiscono assolutamente a diminuire la popolazione dei cinghiali ma possono essere pericolosi anche per altre specie di elevato interesse faunistico presenti in aree come la Murgia. Si spera che i controlli riescano a scoraggiare quanti vedono nella cattura di animali selvatici solo un soddisfacimento di propri interessi.
Fonte: IL QUOTIDIANO DI BASILICATA 23 ottobre 2009
Uno Storno sfortunato
Un bellissimo storno (Sturnus vulgaris) è stato rinvenuto oggi pomeriggio immobile al centro di una strada in territorio di Grottole. A raccoglierlo e a consegnarlo al Centro Recupero della Riserva di San Giuliano una signora di nome Stefania e sua figlia. Lo storno non riesce a volare e a reggersi in piedi per una zampa rotta e qualche problema alle ali. Inoltre è poco reattivo per probabili altri problemi. Cosa sarà successo?
Ricordiamo che lo storno non è specie cacciabile in Italia in quanto vietato da direttive comunitarie. Ci auguriamo che non siano stati i pallini di piombo a spezzare il volo di questo straordinario simbolo alato dell'autunno. Lo storno è una specie di spettacolare fascino quando vola in grandi gruppi disegnando fantastiche figure in cielo.
Lo storno è lungo circa 20-23 cm, ha un'apertura alare di circa 35-40 cm e pesa circa 70-90 g. L'esemplare rinvenuto oggi pesava 65 g al momento della consegna.
Ricordiamo che lo storno non è specie cacciabile in Italia in quanto vietato da direttive comunitarie. Ci auguriamo che non siano stati i pallini di piombo a spezzare il volo di questo straordinario simbolo alato dell'autunno. Lo storno è una specie di spettacolare fascino quando vola in grandi gruppi disegnando fantastiche figure in cielo.
Lo storno è lungo circa 20-23 cm, ha un'apertura alare di circa 35-40 cm e pesa circa 70-90 g. L'esemplare rinvenuto oggi pesava 65 g al momento della consegna.
domenica 18 ottobre 2009
Liberata una tartaruga marina sulla costa ionica
P O L I C O R O. Il centro di recupero del "Marine turtle rescue centre" del Circolo velico lucano, dove vengono curate le tartarughe marine questa mattina alle ore 12, in occasione dell'incontro autunnale con l'Associazione nazionale professori di educazione fisica, presieduta dal prof. Giorgio Guatelli, rilascerà nel tratto di mare prospiciente il Circolo velico una tartaruga "Caretta caretta" che attualmente gode ottima salute ed è nelle condizioni di ritornare alla sua liberta' in mare. L'esemplare, registrato con il n° 52, fu "ricoverato" nel centro di recupero il 21 maggio scorso e presentava una lesione alla regione orbitale destra. L'esame radiologico mise in evidenza una sofferenza respiratoria causata dalla permanenza nella rete di un pescatore. È l'ultimo atto con il quale si chiude l'incontro con i docenti dell'Anpefss, ai quali nel corso di tre giorni, ospitati nel Circolo velico lucano, sono stati illustrati i progetti pluriennali "Scuola-Ambiente" e "Turismo attivo sostenibile" dell'Anpefss, con particolare riferimento alle tematiche ecologiche marine. Nel corso dell'incontro si è inoltre parlato di "Educazione ambientale nell'ottica dell'autonomia scolastica con particolare riferimento al contesto marino", si è svolta una tavola rotonda sulla conoscenza del territorio e sulle possibilità di sperimentare le svariate attività sportive della struttura, sono state illustrate le potenzialità del territorio e le proposte - pacchetti per i gruppi scolastici, oltre a visitare le strutture di accoglienza del Circolo per gli studenti. L'incontro, al quale hanno fatto gli onori di casa il presidente Sigismondo Mangialardi e il direttore del Circolo, Vito Narciso, si e' concluso con la conferenza scientifica sul tema "Le tartarughe marine ed il loro habitat" a cura della biologa marina, Nella Marsico, direttrice del Centro recupero tartarughe del Circolo velico lucano.
Fonte: GDM 18 ottobre 2009
venerdì 16 ottobre 2009
Progetto RACES: seminario per i docenti
Giovedì 15 ottobre alle ore 10,00 si è tenuto presso la sala convegni dell’ARPAB, l’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Basilicata, un seminario sui cambiamenti climatici rivolto ai docenti di scuole medie e superiori della regione Basilicata.
Il seminario, è stato realizzato nell’ambito del progetto R.A.C.E.S. (Raising Awareness on Climate change and Energy Saving), un’azione finanziata dalla Commissione europea con il programma LIFE+.
Il progetto R.A.C.E.S. si propone di aumentare la consapevolezza e l'informazione sui temi dell'impatto del cambiamento climatico e tra le tante azioni ha previsto la realizzazione di strumenti di conoscenza e didattici (anche multimediali) che gli insegnanti potranno usare in classe coinvolgendo e sensibilizzando gli alunni sul tema del cambiamento climatico.
Durante il seminario del 15 ottobre, coordinato dalla dott.ssa Anna Cammarota dirigente dell’ufficio ICEA dell’ARPAB, coadiuvata da Antonia Bruno (tutor del progetto per conto di EURO-NET), la responsabile dell’IBIMET CNR Ramona Magno ha illustrato agli insegnanti presenti le finalità e gli obiettivi del Progetto, focalizzando l’attenzione sul ruolo della Scuola, a cui è dedicata una sezione specifica del portale Races (www.liferaces.eu). Nell’area web sarà possibile, non solo, consultare le esperienze realizzate negli Istituti Scolastici delle altre regioni partner ma anche scaricare gratuitamente i materiali che gli stessi docenti potranno usare nell'attività didattica in classe, per stimolare gli allievi a realizzare dei lavori scolastici.
Alcuni dei lavori che gli studenti realizzeranno saranno, poi, messi in mostra nella grande manifestazione finale del progetto, i CLIMA DAYS, mostra nazionale di 4 giorni (da tenersi anche a Potenza nella prossima primavera) e relativa ai materiali informativi prodotti durante l’intero progetto europeo.
Coordinatore del progetto RACES è lo Europe Direct di Firenze e le altre città coinvolte sono Modena, Bari, Trento e Potenza. Il progetto nel nostro territorio è seguito in tutte le sue fasi dal centro Europe Direct lucano (l’associazione EURO-NET di Potenza) con l’apporto scientifico dell’ ARPAB (Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente della Basilicata).
Fonte: http://www.liferaces.eu
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mercoledì 14 ottobre 2009
Ecosistema, un progetto del Liceo Scientifico di Matera
Lunedì 19 ottobre, alle ore 16, nell’Aula Magna del Liceo scientifico “Dante Alighieri”, a Matera, gli alunni della classe 3Bts presenteranno i risultati del progetto: “Laboratorio didattico sull’ecosistema di un torrente”. Finanziato dalla Regione Basilicata, il progetto ha avuto come obiettivo lo studio dell’ecosistema di un torrente e dell’inquinamento idrico, al fine di: sensibilizzare le nuove generazioni sulle tematiche ambientali, incentivare e promuovere atteggiamenti e comportamenti virtuosi nel rapporto con l’ambiente, sperimentare, nuove attività di laboratorio e moderne metodologie di ricerca sul campo.
Tre gli ecosistemi analizzati: il corso d’acqua Torrente Jesce (Parco della Murgia Materna), già fortemente inquinato dalla presenza di acque reflue dei depuratori; Fontana Cilivestri (Torre Spagnola) con presenze di nitriti e nitrati che in realtà non rappresentano grossi problemi; Torrente Peschiera (Parco Nazionale del Pollino), che è risultato ben conservato e non inquinato.
Gli allievi sono stati coordinati dai professori Tommaso Ruggieri, Pier Damiani Pacione e Caterina Formica, con la consulenza degli operatori del CEA di Matera, della Cooperativa Nuova Atlantide di Accettura e dell’Associazione Culturale Allelammie di Pisticci. La progettazione dell’intervento formativo è stata curata in collaborazione con l’ente di formazione “Studio Risorse” srl di Matera.
[Basilicatanet.it] 14/10/2009
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sabato 10 ottobre 2009
Linea Blu oggi sulla costa ionica lucana
Foto: APT Basilicata
Un litorale con lunghe spiagge, lambite dalle foci dei fiumi: il mare della Basilicata, da Policoro a Lido di Metaponto, sarà protagonista del nuovo appuntamento con 'Linea Blu', in onda oggi alle 14.30, su Raiuno. Verranno esplorati gli angoli più nascosti dei 'Sassi di Matera', diventati Patrimonio dell'Unesco. Da Matera verso il suo litorale, dove il Tempio di Herea, a Metaponto, è la testimonianza della presenza degli antichi Greci in Basilicata. Dall'archeologia alle tematiche ambientali, con l'Oasi del Fiume Sinni che ha la foce caratterizzata da arbusti ad alto fusto. Si andrà poi al Lido di Policoro, per liberare un esemplare di tartaruga marina verde ed ammirare le evoluzioni di appassionati di kite surf. Infine, Fabrizio Gatta andrà alla scoperta di un antico borgo marinaro, mentre il professor Calabrese svelerà i segreti della cucina a base di pesce.
Fonte: Basilicatanet 10/10/2009
domenica 4 ottobre 2009
Il servizio video sul convegno "La conservazione dei rapaci in Italia"
Nel corso del convegno sulla Conservazione dei Rapaci in Italia e svoltosi il 25 settembre scorso Sud Italia Video ha realizzato un ampio servizio.
Fonte: Sud Italia Video News
http://www.suditaliavideo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=95:convegno-conclusivo-progetto-life-rapaci-lucani&catid=35:matera&Itemid=68
mercoledì 30 settembre 2009
Un'altra poiana folgorata dalle linee elettriche
Questo pomeriggio è stata consegnata una giovane poiana al Centro Recupero Rapaci della Riserva Naturale di San Giuliano. L'esemplare è stato rinvenuto nelle campagne di Stigliano e recuperato da Antonello Daloia, guardia volontaria venatoria in servizio nella zona. All’arrivo l’animale era magrissimo per i diversi giorni di digiuno e letteralmente distrutto per le gravi conseguenze di un impatto contro alcune strutture presenti sul territorio.
Come spesso accade anche questa volta, infatti, si tratta di un evidente caso di folgorazione che ha letteralmente portato a necrosi un’ intera ala e le due zampe. Nonostante l’immediato intervento del veterinario dott. Tralli purtroppo per la poiana non c’è stato nulla da fare. I casi di folgorazione sono più frequenti di quanto si possa immaginare visto che il territorio con la sua rete elettrica è una micidiale trappola per migliaia di rapaci e altre specie. Solo pochissimi animali vengono ritrovati, ma molti restano a morire sotto i tralicci, difficilmente visibili tra la vegetazione.
Queste situazioni inducono a pensare che sarebbe necessario iniziare a mettere in sicurezza le linee elettriche pericolose che attraversano i parchi, le aree protette e tutti i siti della Rete Natura 2000 e quelli di massima rilevanza ornitologica e naturalistica ! Quasi sempre non se ne parla per nulla, come se il problema non sussiste! Eppure a morire per impatti contro le linee elettriche sono migliaia di uccelli, soprattutto rapaci, cicogne e altre grandi specie rare e preziose. Si ha l'impressione che le istituzioni non facciano nulla al riguardo forse perchè si tratta di problematiche poco affrontate e non trattate adeguatamente sotto il profilo della divulgazione. Eppure le soluzioni ci sarebbero per ridurre i rischi di collisioni e di folgorazioni almeno nelle aree protette, cioè in quei luoghi, spesso bellissimi e suggestivi anche sotto il profilo paesaggistico, che sono stati appositamente individuati per tutelare la natura e la biodiversità.
Investire un pò di denaro da parte dello Stato e delle Regioni con la collaborazione dei gestori della rete elettrica per attenuare, attraverso metodi e sistemi già sperimentati altrove, uno dei più drammatici ed inarrestabili meccanismi di perdita della biodiversità non sembra essere una cattiva idea, anzi sarebbe una dimostrazione di volontà nel risolvere una delle situazioni più pericolose per la fauna del nostro territorio. Insomma una buona pratica di gestione concreta delle problematiche ambientali che potrebbe, se supportata da adeguata analisi e progettazione, anche essere sostenuta finanziariamente dalla Commissione Europea medianti specifici Progetti LIFE.
Se un fiume è inquinato tutti se ne accorgono , se ne parla molto e si cerca di porre rimedio mentre se lo spazio aereo e il paesaggio sono anch'essi "inquinati" da strutture pericolosissime come le linee elettriche a media e alta tensione, oltre che dalle grandissime e pericolose pale eoliche, pare che non interessi quasi nessuno...!
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