di Pio Abiusi - Associazione Città Plurale
Il Piear varato in periodo pre-elettorale ha previsto una capacità eolica installabile pari a ben 1360 MW complessivi malgrado l’ANEV, associazione che raccoglie le imprese del settore, e quindi in palese conflitto di interessi, individuasse una capacità per la Basilicata di 760 MW. Il Position Paper, il parere ufficiale dello Stato Italiano, ne prevede una quantità per la Basilicata pari a 469 MW.
Il PIEAR della Basilicata ha fatto riferimento al Position Paper ufficiale ma poi, rotta l’addizionatrice, il risultato è stato che la capacità eolica installabile è risultata di 1360 MW ai quali vanno sommati gli impianti da 1MW-definiti mini- che sono fuori piano, oltre 180 MW promossi dalla SEL (Società Energetica Lucana) su proprietà pubbliche.
Al momento da stime effettuate risultano installate 204 torri eoliche per 198 MW, mancano da istallare ancora 1150 MW, circa; la previsione ci porta ad almeno altre mille pale e la maggior parte delle quali da 130 metri di altezza.
Son tutti valori stimati perché la situazione, al momento, è completamente sfuggita di mano.
La LIPU-BirdLife dichiarava tempo addietro che“senza linee guida regionali in materia di impianti energetici si rischia di compromettere territori di pregio naturalistico e paesaggistico”.Il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Potenza Michele Graziadei nel chiedere perdono ai giovani affermava che avendo ereditato un territorio incontaminato si è stati rispettosi fino a quando non vi è stata una rottura del fronte e si è arrivati, semmai, a vendere anche il Castello di Lagopesole purchè a buon prezzo. Il territorio è stato aggredito e devastato e l’opera non è ancora completata. Una riflessione a parte merita l’intervento del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, che alla conferenza tenutasi nel Gennaio di questo anno 'L'energia per il lavoro sostenibile - La terza rivoluzione industriale' ha dichiarato che il settore delle energie rinnovabili e' a rischio di "bolla speculativa" poiché' e' sostanzialmente basato sulle sovvenzioni pubbliche che potrebbero venire meno e che sarebbe stato più utile investire sulla ricerca per il pannello efficiente e sul risparmio energetico. Concetto ripreso da molti, il nostro Paese non è particolarmente vocato per la produzione di energia eolica. La corsa a chiedere autorizzazioni per impiantare pale alte oltre un centinaio di metri è in realtà una corsa agli incentivi e alle agevolazioni che fa ricchi pochi a discapito della collettività. Alla buon ora la Regione Basilicata di concerto con i Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare realizzeranno un Piano di tutela e valorizzazione dei caratteri paesaggistici, storici, culturali e naturalistico ambientali esteso all’intero territorio regionale. Ci auguriamo che non sia troppo tardi e che si riesca a dare certezze senza che il territorio sia definitivamente devastato inutilmente ed a danno delle generazioni future sulle cui spalle graveranno , avendo le risorse, gli oneri del ripristino di tante pale nel deserto.
Matera, 3 Dicembre 2011
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