Franco Di Pierro © 2006-2012 Trm Radiotelevisione del Mezzogiorno.
Articolo completo: http://www.trmtv.it/home/attualita/2012_06_22/35881.html
MATERA - C’era una
volta il mare a Matera. Non è l’inizio di un racconto da costruire tra
storia, fantascienza, supposizioni o approfonditi studi sulla materia.
Da queste parti il mare c’era, un milione e forse più di anni fa. Un
mare freddo, profondo e forse meno azzurro di quello che siamo abituati a
vedere ora. A dimostrarlo senza ombra di dubbio c’è il ritrovamento di
quel cetaceo ai bordi quasi dell’invaso di San Giuliano, strappato
dall’acqua come si vede nelle immagini riferite ai lunghi giorni del
recupero del fossile. Quel che resta del cetaceo vecchio di un milione
di anni fa, da almeno sei anni è conservato in queste casse all’esterno
del centro di restauro della Soprintendenza nell’area del secondo paip.
Alla mercè degli agenti atmosferici. Di ricostruzione del cetaceo, lungo
presumibilmente una ventina di metri, non si parla. Dimenticato in quei
cassoni. Una fine indegna anche perchè la storia che vi stiamo
raccontando si sta consumando in una città che nel 2019 aspira a
fregiarsi del titolo di capitale europea della cultura. Quale migliore
occasione per dimostrarlo con quella balena ricostruita dalla testa alla
coda che rappresenterebbe un brandello significativo della lunga storia
di questo territorio che un milione e più di anni fa come si vede in
queste immagini era attraversato da un lungo braccio di mare che metteva
in comunicazione quelli che oggi sono lo Jonio e l’Adriatico. La balena
dimenticata insieme ai villaggi preistorici della Murgia e al museo
demoetnoantropologico nei Sassi. In quest’area a cavallo tra Basilicata e
Puglia, includendo nella narrazione dal vivo le orme dei dinosauri e
dell’uomo di Altamura, si potrebbe realizzare un enorme Jurassik Park.
La storia del territorio vecchia di milioni di anni, spettacolo dal vivo
di grande impatto e suggestione. Ma da queste parti si pensa ad altro
con la cultura strapazzata ad uso e consumo dei turisti della domenica,
mentre il passato resta sepolto e dimenticato con le istituzioni locali
che continuano a guardare con ossessione a quel 2019 che, con questi
presupposti, resta lontano anni luce.
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MATERA - C’era una
volta il mare a Matera. Non è l’inizio di un racconto da costruire tra
storia, fantascienza, supposizioni o approfonditi studi sulla materia.
Da queste parti il mare c’era, un milione e forse più di anni fa. Un
mare freddo, profondo e forse meno azzurro di quello che siamo abituati a
vedere ora. A dimostrarlo senza ombra di dubbio c’è il ritrovamento di
quel cetaceo ai bordi quasi dell’invaso di San Giuliano, strappato
dall’acqua come si vede nelle immagini riferite ai lunghi giorni del
recupero del fossile. Quel che resta del cetaceo vecchio di un milione
di anni fa, da almeno sei anni è conservato in queste casse all’esterno
del centro di restauro della Soprintendenza nell’area del secondo paip.
Alla mercè degli agenti atmosferici. Di ricostruzione del cetaceo, lungo
presumibilmente una ventina di metri, non si parla. Dimenticato in quei
cassoni. Una fine indegna anche perchè la storia che vi stiamo
raccontando si sta consumando in una città che nel 2019 aspira a
fregiarsi del titolo di capitale europea della cultura. Quale migliore
occasione per dimostrarlo con quella balena ricostruita dalla testa alla
coda che rappresenterebbe un brandello significativo della lunga storia
di questo territorio che un milione e più di anni fa come si vede in
queste immagini era attraversato da un lungo braccio di mare che metteva
in comunicazione quelli che oggi sono lo Jonio e l’Adriatico. La balena
dimenticata insieme ai villaggi preistorici della Murgia e al museo
demoetnoantropologico nei Sassi. In quest’area a cavallo tra Basilicata e
Puglia, includendo nella narrazione dal vivo le orme dei dinosauri e
dell’uomo di Altamura, si potrebbe realizzare un enorme Jurassik Park.
La storia del territorio vecchia di milioni di anni, spettacolo dal vivo
di grande impatto e suggestione. Ma da queste parti si pensa ad altro
con la cultura strapazzata ad uso e consumo dei turisti della domenica,
mentre il passato resta sepolto e dimenticato con le istituzioni locali
che continuano a guardare con ossessione a quel 2019 che, con questi
presupposti, resta lontano anni luce.
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