sabato 29 novembre 2008

Concorso letterario «Alberi»



Oggi alle 10,30 la premiazione presso il liceo scientifico «Dante Alighieri» di Matera.

Con la premiazione dei vincitori del concorso letterario «Alberi», promosso dal Dipartimento Ambiente della Regione, sarà presentato oggi il libro «Alberi, antologia di racconti», che raccoglie dieci storie.
Intorno al tema degli alberi i concorrenti, giovani e meno giovani, scrittori e non, hanno potuto elaborare racconti brevi, inediti, che sono stati valutati da una giuria di esperti, della quale hanno fatto parte Rosa Argento, Emmanuele Curti, Eustachio Follia, Ferdinando Mirizzi e Roberto Linzalone.
Gli alberi e i boschi sono diventati, così, set di storie, nonché mezzo attraverso il quale scoprire luoghi e personaggi; alberi che parlano, attraverso i suoni dei suoi abitanti, o delle foglie che si scontrano con il vento; oppure l'albero che si trasforma, magari solo per qualche istante, in una magica foresta; alberi testimoni di piccoli episodi o di grandi eventi, delle stagioni, come di un bambino che cresce; o, ancora, gli alberi la cui presenza si avverte attraverso il loro profumo.
Il volume sarà in distribuzione nelle librerie della Basilicata.
L'iniziativa si svolge oggi, alle ore 10,30 a Matera nell'aula magna del liceo scientifico «Dante Alighieri».

venerdì 28 novembre 2008

Convegno internazionale sul Falco grillaio


Dal 20 al al 23 novembre si è tenuto ad Almendralejo (Estremadura, Spagna) il VII Convegno Internazionale sul falco Grillaio con la partecipazione di molti studiosi della specie provenienti da diversi paesi europei ed extraeuropei. Per quanto riguarda l'Italia è stato presentato il lavoro riassuntivo dal titolo "Las acciones del Proyecto LIFE Naturaleza "Rapaci Lucani" para la conservacion del Cernicalo primilla en la Provincia de Matera/Italia. Gli autori sono Guido Ceccolini, Anna Cenerini, Mariangela Francione e Matteo Visceglia che in rappresentanza delle società Biodiversità e De Rerum Natura hanno presentato in Spagna la sintesi di quanto finora realizzato per la conservazione del Grillaio a Matera e Montescaglioso.
Nell'ambito dello stesso convegno è stato inoltre conferito l' importante premio europeo "Primilla de Barros 2008" alla Provincia di Matera per le importanti iniziative a favore della tutela e conservazione del grillaio. A ritirare il premio è stato il dott. Enrico De Capua, dirigente del Settore Parchi e Riserve della Provincia e responsabile istituzionale dello stesso Progetto LIFE.

mercoledì 26 novembre 2008

Volpoche a San Giuliano





Questo pomeriggio su una enorme distesa di acquitrini dell'Oasi di San Giuliano centinaia di uccelli acquatici erano in continuo movimento alla ricerca di cibo. Le acque basse, grazie alle recenti piogge arrivate dopo la lunga siccità degli ultimi mesi, hanno determinato condizioni migliori all'habitat di molte specie. Uno sguardo dalle rive ha permesso di osservare aironi cenerini, aironi bianchi maggiori, cormorani, svassi. E poi centinaia di fischioni e alzavole, insieme ad una decina di moriglioni e mestoloni. Ma le anatre selvatiche che più hanno attirano l'attenzione sono le rare volpoche, qui solo di passo o svernanti, poichè hanno un piumaggio molto vistoso ed inconfondibile anche da lontano. L'aspetto generale è contrastato di bianco e nero, capo e collo verde scuro, parti inferiori bianche attraversate da una larga e tipica fascia castana che ne agevola facilmente il riconoscimento. Nella fanghiglia 8 esemplari erano intenti a cercare cibo lasciandosi osservare a debita distanza e senza alcun disturbo.

venerdì 21 novembre 2008

Una Beccaccia a Matera



Questa mattina la Polizia Provinciale di Matera ha consegnato una Beccaccia presso il Centro Recupero Fauna Selvatica della Riserva di San Giuliano. L'animale è stato rinvenuto ieri in condizioni di difficoltà da un commerciante di Matera. Come da copione la Beccaccia alla visita veterinaria risultava ferita e presentava una profonda lacerazione al petto con lo sterno squarciato e i muscoli pettorali scollati dall'osso. Inoltre era evidente una finestra sull'ala dovuta alla mancanza di alcune remiganti. Considerata la specie di interesse venatorio è difficile non pensare che la beccaccia durante il suo volo abbia casualmente urtato contro alcuni pallini di piombo vaganti.
La Beccaccia (Scolopax rusticola) è una specie che presenta uno straordinario e bellissimo mimetismo del piumaggio. Quando è nel suo habitat, accovacciata al suolo, è difficile accorgersi della sua presenza. In Italia è nidificante scarsa e localizzata mentre è più frequente come migratore e svernante. In Basilicata non risultano casi accertati di riproduzione. Secondo alcuni studi ogni anno vengono abbattuti circa 500 mila individui determinando in tal modo un inevitabile decremento della popolazione europea.

giovedì 20 novembre 2008

Bandiera verde per il Parco




(ANSA) - POTENZA, 20 NOV
E' stato assegnato al Parco di Gallipoli Cognato-Piccole Dolomiti Lucane la ''Bandiera Verde'' per l'agricoltura. Lo ha deciso la Confederazione nazionale Agricoltura che premia aziende agricole, Regioni, Province, Comuni, Comunita' montane e Parchi che si sono distinti nelle politiche di tutela dell'ambiente e del paesaggio anche a fini turistici. E' il primo Parco lucano a ricevere questo prestigioso riconoscimento.

Gestione cinghiale: il Parco autorizza le catture



Fonte: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA 20 NOVEMBRE 2008

lunedì 17 novembre 2008

Convegno di geologia a Matera



Un capitolo importante nell'ampio volume dei Rischi
Naturali è dedicato a quelli derivanti dalla presenza, in
affioramento o con modesti ricoprimenti, dalle rocce solubili,
cui, per affinità fenomenologica, potrebbero associarsi anche le
rocce erodibili.
Se temibile è la diffusione delle fenomenologie che
conducono a situazioni di pericolosità e di rischio nelle rocce
carbonatiche, non lo sono meno quelle nelle rocce evaporitiche,
meno diffuse, ma con cinetiche enormemente più veloci,
soprattutto in taluni contesti.
I territori della Basilicata e quelli della vicina Puglia
sono interessati in larghe aree da tali fenomeni, patologie al
momento senza cure, che definiscono condizioni critiche per chi
inavvertitamente o imprudentemente si posiziona in loro
prossimità.
Ma pericolosità e rischio afferiscono anche alla sfera
idrologica, idraulica e delle risorse idriche sotterranee.
L'immane sconvolgimento ambientale provocato, per esempio,
dalle pratiche di “miglioramento fondiario”, cioè lo
spietramento selvaggio, non è stato ancora appieno percepito
nella sua gravità, così come i ripetuti alluvionamenti in aree,
nelle quali sembrava logico poter fare quello che si voleva,
senza chiedere permesso alla natura.
La giornata organizzata con l'incoraggiamento ed il
sostegno di molti, tra cui è d'obbligo citare il Comune di Matera
e le Autorità di Bacino della Basilicata e della Puglia, oltre che
con l'entusiastica adesione degli oratori, riprende con
l'intenzione di proseguirli con informale periodicità, i Geo dì,
colloqui di Scienze della Terra, interfaccia e mixer tra le varie
culture e gli amanti delle scienze applicate. La sfida è quella di
incrociare, per unire, culture diverse; il risultato è
l'integrazione operativa, con speranze di immediata ricaduta
culturale e scientifica.
Partecipano alla giornata illustri specialisti
provenienti da diverse sedi italiane ed europee, tutti con ampie
esperienze internazionali e, non sarà difficile verificarlo, non
certo puramente teoriche. Le tematiche trattate, compresse
purtroppo in una sola giornata, si estendono a due aspetti
fondamentali: lo stato dell'arte della prevedibilità
fenomenologica e la necessità di integrare la pericolosità nel
giusto contesto pianificatorio.
Sacrificando il tempo per i break, si spera di disporre
di tempo per discussioni e per una tavola rotonda finale intorno
alle problematiche esaminate, nella quale si risponderà alla
provocazione iniziale: c'era una volta il rischio carsico.
Giuseppe Spilotro


Programma
9.00 Apertura dei lavori. Relazioni introduttive e
saluti del Sindaco di Matera, Sen. Buccico, del
Rettore dell'Università, Prof. Tamburro, del
Preside della Facoltà di Ingegneria, Prof.
Fiorentino, del Presidente della SIGEA, Dr.
Gisotti.
9.30 G. Spilotro (Univ. della Basilicata)
C'era una volta il rischio carsico

9.45 J. Calaforra (Univ. Almeria, Spain)
Gypsum karst speleogenesis: hydrogeological
and geomorphological aspects

10.45 Coffee break

11.10 F. Gutierrez (Univ. Zaragoza, Spain) Sinkhole
risk assessment and mitigation in evaporite
karst

12.10 J. De Waele, M. Parise (Univ. Bologna, CNR
IRPI Bari)
Speleogenesi, pericolosità e rischio carsico
nelle rocce carbonatiche

13.10 M. Mucciarelli (Univ. Basilicata)
Geophysical surveys to recognize karstic
typologies and pathologies

13.45 Intervallo

14.30 D. Fidelibus (Politecnico Bari)
Modificazioni antropiche delle coperture
carsiche, epicarso, variazioni quantitative e
qualitative delle risorse idriche sotterranee

15.00 G. Las Casas (Univ. Basilicata)
Rischi naturali e cultura di piano

15.30 A. Di Santo, U. Fratino, V. Iacobellis
(Politecnico Bari)
Pericolosità idraulica delle conche
endoreiche

16.00 M. Schiattarella (Univ. Basilicata)
Le forme carsiche relitte dell'Appennino
Campano-Lucano per la stima della mobilità
tettonica verticale

16.30 V. Telesca, V. Copertino (Univ. Basilicata):
Rilevanza idrologica-idraulica delle forme
carsiche minori nella pianificazione di
bacino

16.50 Questions & Answers // Break

17.20 Tavola rotonda con i Segretari AdB Basilicata
Ing. M. Vita e AdB Puglia Prof. A. Di Santo,
Ass. Urbanistica Comune Matera Prof. A.
Guida, Prof. V. Copertino (Univ. Basilicata),
Prof. G. Spilotro (Univ. Basilicata).

18.00 Termine dei lavori

sabato 15 novembre 2008

Matera, resti di balena di 1 milione di anni fa abbandonati alle intemperie



Che fine ha fatto la balena Giuliana, il cetaceo di un milione di anni fa così ribattezzato qualche tempo dopo la sua scoperta nell’Oasi di San Giuliano? Il ritrovamento è ascrivibile a un esperto come pochi del territorio materano, il naturalista Gianfranco Lionetti. Era il 27 dicembre del 2000 e a questo evento fanno cenno, tra le altre, anche alcune pubblicazioni del direttore del museo archeologico di Metaponto, Antonio De Siena.

Dopo tutti questi anni, a quanto pare, non ci sono più soldi. Occorrono ulteriori risorse per recuperare la testa del fossile ancora intrappolata nella stessa argilla dalla quale, con non poca fatica, sono già state tirate fuori altre parti del corpo della balena, la cui lunghezza totale dovrebbe aggirarsi intorno a una ventina di metri. Secondo alcuni calcoli, la testa dovrebbe essere invece lunga circa quattro metri. Ma quello che al momento si riesce appena ad intravedere nel luogo dello scavo è un osso zigomatico. Insomma, difficile dire quale consistenza reale ha mantenuto questa parte del cetaceo che, come i paleontologi fanno notare, è normalmente costituita da tessuti ossei di non grandissima consistenza. Chi si aspetta un’ulteriore, importante scoperta potrebbe andare incontro a una cocente delusione.

E la restante parte del corpo? Si trova in alcune casse di legno all’esterno del deposito di proprietà del ministero dei Beni culturali che sorge nella zona Paip. Costole e soprattutto enormi vertebre incapsulate nell’argilla. Anche in questo caso, essendo esposte alle intemperie, perchè le casse sono sistemate allo scoperto, senza nessun riparo, alla mercè del sole, della pioggia e del freddo, si teme qualche amara sorpresa, per esempio, che il processo di degrado possa danneggiare gravemente quanto è stato con dispendio di energie portato alla luce.

A conti fatti, Giuliana non se la passa tanto bene. Di più, appare addirittura problematica una sua completa ricostruzione per un’eventuale fruizione futura. Solamente alcune parti, comunque degne di interesse, potranno essere esposte nella loro originalità. Il resto, sarà difficile recuperarlo, è sicuramente già andato perduto, per cui bisognerà accontentarsi di una ricostruzione parziale del cetaceo, magari integrata da protesi artificiali.

Il problema che pone la pubblica fruizione di un ritrovamento del quale hanno parlato gli organi d’informazione di mezzo mondo è probabilmente gravido di molteplici altri non trascurabili motivi di interesse. Matera, città Unesco, sito riconosciuto tra i più antichi del bacino mediterraneo, nel suo territorio custodisce testimonianze di grande pregio che precedono la presenza dell’uomo. La cosa non è particolarmente nota, ma nel Museo archeologico Domenico Ridola erano già custoditi altri reperti di balena di un milione di anni fa. Ritrovamenti che godono di buona compagnia se si considera la presenza di segmenti ossei fossilizzati di un delfino e numerosi gusci di molluschi che evocano un passato remotissimo perchè legato a terre sommerse dal mare. Più avanti nel tempo, il fascino della scoperta continua con reperti attestanti la fauna quaternaria recuperati da Ridola in quelle che definì la caverne ossifere del Materano. Ovvero, resti di orsi, bisonti, iene, cavalli, daini, cervi, stambecchi, testimonianze di varie ere climatiche, ultimi relitti restituiti al tempo presente di una fauna ormai del tutto estinta da queste parti e che parla invece di terre anche fittamente boscate. Dominava un altro scenario, lontano da quello attuale, dall’altopiano che siamo abituati ad osservare oggi nella severa veste calcarenitica, rocciosa, per certi versi desertica, matrigna nei confronti della vita organizzata in comunità. Segno che anche gli uomini e le donne dei villaggi trincerati sparsi tra le contrade di Trasano, Trasanello, Tirlecchia, Serra d’Alto e Murgia Timone si muovevano in un contesto molto diverso, sicuramente meno sfavorevole e più ricco dal punto di vista della vegetazione e dell’avifauna presente in loco. Basterebbero queste suggestioni, la possibilità di spingere oltre, più indietro la grande macchina del tempo di cui dispone il territorio materano per considerare la possibilità di ordinare i materiali già recuperati, e quelli che sicuramente affioreranno ancora in futuro, per dare luogo a una buona sezione paleontologica, un richiamo di carattere scientifico di sicura presa, ma non meno interessante anche sotto il profilo del turismo per un visitatore anche solamente curioso.
Pasquale Doria - La Gazzetta del mezzogiorno

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it 13/11/2008

venerdì 14 novembre 2008

Una puzzola diventata lontra


Per leggere l'articolo cliccare sull'immagine

L'articolo pubblicato il 9 novembre scorso alla pagina 10 della Gazzetta del Mezzogiorno ed intitolato “Nel fiume Basento la lontra (r)esiste” mette in evidenza il fatto che, nonostante gli sforzi che si cerca di attuare a livello istituzionale per attivare un serio monitoraggio sulla Lontra in Basilicata, ancora molto resta da fare per perfezionare la conoscenza della specie. L'animale fotografato infatti, pur in presenza di un’immagine a bassa risoluzione, non ritrae assolutamente una Lontra (Lutra lutra) ma una Puzzola (Mustela putorius), entrambi appartenenti alla famiglia dei Mustelidi. Gli agenti dell'ATC di Matera, nonostante la loro buona volontà, hanno purtroppo messo in luce come non si possa improvvisare un monitoraggio della vera “regina del fiume”, notoriamente elusiva e dispersa su vasti bacini idrografici. A fronte di una errata identificazione di un esemplare fotografato a pochi metri riesce difficile immaginare come si possano anche campionare senza errore reperti di più complessa identificazione (escrementi e spraint) da destinare alla ricerca genetica che dovrebbe svolgere l'ISPRA (ex INFS), così come prevede il piano di monitoraggio scientifico della Lontra avviato dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata. E’ lodevole l’iniziativa intrapresa dal massimo ente locale ma occorre perfezionare la metodologia e il coinvolgimento dei rilevatori.
La ricerca naturalistica in Basilicata deve ancora crescere in qualità e quantità ed ha assolutamente bisogno di un maggiore e più qualificato indirizzo e sostegno da parte delle istituzioni. Siamo già il fanalino di coda a livello nazionale per la scarsissima produzione di studi e ricerche in campo faunistico pur in presenza di un territorio ricco di biodiversità che non ha nulla da invidiare alle altre regioni italiane.
Una curiosità nasce spontanea: quanto si investe realmente in questa regione per innalzare il livello di conoscenza e conservazione della fauna di interesse nazionale ed europeo? Quanti politici ed amministratori si rendono conto che qui vivono specie sull'orlo dell'estinzione e di cui poco o nulla si sa e, ancora peggio, non vi è una seria programmazione su periodi medio-lunghi per garantire loro una necessaria conservazione? Le ricerche svolte, o ancora in atto, possono essere forse stimate, in termini quantitativi sicuramente sovrastimati, in circa il 10 % rispetto alla reale necessità di monitoraggio della biodiversità per portare a livello europeo il prestigio di una regione a cui non manca nulla a livello di risorse ambientali e naturali ma che è inesorabilamente proiettata verso la conferma della sua atavica povertà di sapere in campo naturalistico e faunistico.

martedì 11 novembre 2008

Il bosco che va via



Giorno dopo giorno, anno dopo anno, tanti alberi ci lasciano e ci lanciano un monito affinchè l' erosione del terreno sia maggiormente controllata e contenuta. Solo una attenta e seria politica di gestione naturalistica e forestale potrebbe limitare perdite di centinaia di grandi alberi a cui viene a mancare il terreno a causa dell'asportazione dovuta agli eventi meteorici o alla forza erosiva di acqua in movimento lungo fiumi, laghi e torrenti.

sabato 8 novembre 2008

Codirosso spazzacamino




Il codirosso spazzacamino è uno degli ospiti più facili da osservare nelle nostre campagne e centri abitati soprattutto in autunno e in inverno. E ' un piccolo passeriforme grande quanto un pettirosso e da questo facilmente distinguibile per i suoi colori sul grigio e nero nel maschio e grigio-bruno nella femmnina. Ma la caratteristica più evidente di questa specie è la coda color ruggine che ha contribuito a dargli il nome volgare di "codirosso". L'aggettivo "spazzacamino" deriva invece dal fatto che sembra un batuffolo di piume appena uscito da un camino e quindi sporco di cenere. E' facile da fotografare e se si ha pazienza di attendere arriva a posarsi a pochi metri da noi.

venerdì 7 novembre 2008

Cielo infuocato






Oggi il tramonto era particolarmente spettacolare e suggestivo! Dalle 16,40 alle 17,15 il cielo sopra Montescaglioso sembrava infuocato e le tonalità dei colori del tramonto mutavano con il passare dei minuti. Tanti scatti fotografici non possono mai rendere l'idea della bellezza della Natura quando cala la sera. Bisogna essere lì, fermarsi a contemplare la profondità del cielo, le sfumature dei suoi colori e riflettere su quanto insignificanti sono i nostri problemi quotidiani di fronte all'immensa e placida forza dell'Universo.

mercoledì 5 novembre 2008

Voli di Storni





In una mattina umida di novembre migliaia di storni (Sturnus vulgaris) si sono dati appuntamento nella Valle del Bradano, ai piedi di Montescaglioso. Uno spettacolo bellissimo e caratterizzato da vere acrobazie aeree effettuate in perfetta sincronia da questi straordinari passeriformi lunghi circa 20 cm. In questi giorni stanno arrivando, sempre più numerosi, per svernare alle nostre latitudini dal clima mite. Gli storni osservati questa mattina si trattenevano nei pressi di una grande azienda zootecnica per cercare insetti sul terreno e ai margini delle stalle. Al contrario di quanto spesso si afferma, non sono nemici dell'uomo ma rappresentano importanti elementi di equilibrio nel paesaggio agrario. Se qualche volta mangiano un pò di frutta o delle olive non è giusto condannarli ed etichettarli come voraci distruttori dell'agricoltura. Semmai è l'agricoltura, con le sue pratiche basate largamente sulla chimica, che a volte distrugge la natura e i suoi abitanti.

lunedì 3 novembre 2008

Un fagiano in città

Questa mattina un fagiano maschio adulto si aggirava a Matera dalle parti di piazza Matteotti (stazione Ferrovie Appulo Lucane). Un cittadino di Matera lo ha notato sin dall'alba mentre tentava di superare una recinzione posta vicino il binario. Notando che l'animale per alcune ore è rimasto lì senza aver la possibilità di allontanarsi ha chiamato il Centro Recupero per tentare di trasferirlo in ambiente più idoneo a lui. L'intervento di un operatore del Centro, pur con l'aiuto dei Vigili del Fuoco, non ha raggiunto l'obiettivo di catturarlo e l'animale dopo un goffo volo si è allontanato nei vicoli adiacenti facendo perdere le sue tracce. L'esemplare a cui mancavano totalmente le penne timoniere (coda) evidentemente era disorientato e ha trovato temporaneamente rifugio in città. Si tratta probabilmente di un individuo proveniente da allevamento ed oggetto di ripopolamento. I fagiani che si vedono in giro sono infatti quelli liberati dalle associazioni venatorie ed in particolare dall'ATC (Ambito Territoriale di Caccia).


Nella foto i Vigili del Fuoco mentre tentano di catturare il fagiano