martedì 31 marzo 2009

Il consiglio provinciale vota sulle modifiche al Regolamento di gestione della Riserva di San Giuliano

"E’ stata molto viva ed intensa la discussione tenutasi durante il Consiglio Provinciale di Matera, iniziato stamattina alle ore 11, in merito all’estrazione del petrolio in Basilicata ed all’uso delle royalties". E' quanto si legge in un comunicato stampa della Provincia di Matera. "Il punto era stato iscritto all’ordine del giorno dei lavori, su richiesta dei consiglieri D’Amelio, Ciccimarra, Soldo, Casulli e Mongelli. Ne è nato un confronto ricco di spunti con interventi dei consiglieri Dambrosio, Casulli, Claudio Labriola, Corazza, Mongelli, Badursi, Santochirico, Di Pierro e Tauro. La discussione si è conclusa con l’intervento dell’assessore all’Ambiente Franco Labriola. “La vicenda petrolio – ha spiegato l’esponente della giunta Nigro – fa il pari con la chimica in Valbasento, con la fase del Salotto e con l’agricoltura. Tutti i percorsi sono fatti di cicli, la politica ha il dovere di ricercarne nuovi, come ad esempio la proposta del presidente Nigro sul Distretto tecnologico. Tale discorso può essere anche sostenuto da una logica di riprogrammazione dell’uso delle royalties”. Labriola inoltre, ha fatto un accenno all’osservatorio sulla costa, al Distretto Agroalimentare, alla Sanità ed alla Pista Mattei, Matera città della Cultura 2019 e Distretto per le energie rinnovabili “tutte priorità che necessitano di fondi derivanti dalle estrazioni petrolifere”.
A seguire l’approvazione delle modifiche della riserva regionale dell’Oasi di San Giuliano. L’obiettivo è di rendere maggiormente fruibile il sito, magari potendoci praticare la pesca sportiva. Ma i tempi sono lunghi e ponderati come ha tenuto a sottolineare il presidente Carmine Nigro: “C’è tutto un percorso da fare – ha spiegato al Consiglio – prima di arrivare a termine necessita di altri passaggi. Non abbiamo voluto accelerare. Ritengo questo dibattito positivo. Stiamo valutando la questione ed avremo altri momenti di confronto. Potremo mettere in campo una commissione. Preconcettualmente – ha continuato Nigro – nessuno potrà dire che per tenere tutto intatto non bisogna fare nulla. Evitiamo di dividerci perché se risolviamo il problema è nell’interesse di tutti”. Il punto è passato con il voto favorevole dei presenti, senza alcun voto contrario e con la sola astensione dei consiglieri Dambrosio e Claudio Labriola.
Al quarto punto all’ordine del giorno l’interrogazione, presentata dal consigliere Dambrosio, relativa al bando Sogin per i lavori presso l’impianto Itrec di Rotondella.
“Conoscere se per gli impianti previsti dal bando Sogin ed in particolare se la volumetria prevista per il deposito sia congruente con il volume dei rifiuti di terza categoria e del combustibile irraggiato riconducibili esclusivamente alle attività del centro Itrec”. L’assessore Labriola ha risposto “Il tema merita un’attenzione particolare e puntuale per evitare sorprese indesiderate”.
A chiudere il Consiglio la proposta della IV Commissione consiliare permanente sulle “misure a favore dei soggetti diversamente abili nell’Ente Provincia".

Fonte: Basilicatanet 31 marzo 2009

Il Monte Coccovello non è stato inserito nel Progetto Rete Natura 2000

RIVELLO NON È STATO INSERITO NEL PROGETTO «RETE NATURA 2000» CANDIDATO A FINANZIAMENTI EUROPEI

Monte «Coccovello» è stato escluso dai 48 siti di grande interesse ambientale
Il massiccio con grotte di natura carsica ospita alcune specie faunistiche protet te
URBANO FERRARI


•R I V E L LO.Sembra proprio che il possesso di caratteristiche e peculiarità di alto profilo ambientale, paesaggistico, speleologico e faunistico, non siano sufficienti al monte Coccovello, un maestoso massiccio montuoso che insiste sui territori dei Comuni di Rivello, Trecchina e Maratea, per meritare le considerazioni e le attenzioni dovute. Il monte Coccovello, infatti, è stato letteralmente ignorato dalle Istituzioni regionali che, avendo fatto partire, con il concorso di finanziamenti dell’Unione Europea, un ambizioso progetto denominato «Rete Natura 2000», non è stato inserito fra i 48 siti regionali ad alta valenza ambientale, meritevoli di particolari politiche ed interventi di conservazione e tutela e, in particolare, di quelli (26), attualmente senza tutela specifica perché non compresi in nessuno dei parchi esistenti. Il monte già violato e ferito pesantemente circa un decennio fa dal passaggio dirompente di un mega - elettrodotto diretto a Castrocucco di Maratea che, di fatto, con i suoi 30 enormi tralicci, veri e propri mostri di metallo, sconvolsero non poco la sua composta valenza paesaggistica ed ambientale, oggi, vittima sacrificata della Società Snam - Rete Gas che, dovendo realizzare un metanodotto diretto nel Basso Cilento, è pronta ad invadere e «sacrificare» la montagna, ancora offesa e sanguinante, subisce un altro grave ed ingiustificato affronto e un offensivo declassamento che, com'è naturale intuire, lo esporranno ancora di più alle indiscriminate invasioni e ai feroci saccheggi. Come è possibile che ben 148 professionisti, reclutati per monitorare l’intero territorio regionale e ben 15 Società, abbiano sottostimato e dimenticato il vero valore del monte Coccovello?
Eppure gli studi predisposti e pubblicati dal Gruppo Geo - Speleo « Valle del Noce» hanno evidenziato come il monte Coccovello meriti non solo le attenzioni, ma anche il rispetto generale. Infatti è sede di grotte di natura carsica di ottimo livello non solo speleologico, che collegano le sue viscere con la costa di Maratea, ospita vere rilevanze di tipo faunistico (il lupo vive e si riproduce sulla montagna dove sono presenti anche altre specie protette fra le quali l’istrice, la lontra, la poiana, il falco pellegrino, il nibbio, il picchio nero ed il corvo imperiale). Sulla montagna sembra essere presente la Stella Alpina, il sorbo farinaceo e tra le farfalle, la cavolaia, la Lycaena Phiaeas, la Vanessa Cardui, la Parasemia Plantiginis. Questo è soltanto parte di un corredo ambientale e naturale. C’è tempo e modo, comunque, per avvedersi dell’errore ed assegnare il giusto ruolo ad una montagna che merita rispetto.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 31 marzo 2009

domenica 29 marzo 2009

Illeciti caccia: Basilicata al quarto posto secondo stime del CFS

Caccia: fenomeno bracconaggio non cala

(ANSA) - RIVA DEL GARDA (TRENTO), 29 MAR - Il bracconaggio non cala. Nel 2008 il Corpo Forestale ha accertato 1.738 reati, con 6 arresti e multe per 2,4 mln di euro.La regione con maggiori illeciti e' la Toscana (881),seguita da Lazio (698),Abruzzo (518),Basilicata (400),Puglia (369), Veneto (366). I maggiori sequestri si sono registrati in Veneto (70)e Umbria (67). Per numero di reati guida la Puglia (221 con 159 persone denunciate), davanti a Lazio (180-112), Campania (170-121),Lombardia (140-119),Calabria (127-110).

Fonte: Ansa 2009-03-29 20:23

venerdì 27 marzo 2009

L'opinione di Movimento Azzurro sull'Oasi di San Giuliano

MOVIMENTO AZZURRO MURGE SU OASI S. GIULIANO

“Le ultime ipotesi di rilancio dell’Oasi di San Giuliano mediante l’avviamento di attività nautiche continuano a generare perplessità nel mondo ambientalista. E non è un caso che, ancora una volta, a pagare il prezzo potrebbe essere l’Oasi di San Giuliano, un’area di interesse naturalistico che dovrebbe essere una priorità ambientale nelle politiche di gestione del territorio materano”. Il destino di San Giuliano, afferma Carmine Cocca del Movimento Azzurro Murge, “sembra assumere nuovamente incertezza anche alla luce dei vari tentativi di disorientare il flusso turistico ambientale che sembra in parte ancora esistere e resistere nell’Oasi. E, nonostante tutto, ci troviamo in una realtà in cui già vi sono contraddizioni legate all’avviamento di un parco eolico che non ha apportato benefici alla presenza di fauna ed avifauna presenti nell’Oasi. Si aggiungono a questo le continue manifestazioni che tutto lasciano intravedere tranne che una destinazione d’uso degna di essere identificata nel vero spirito ambientalista il quale dovrebbe contraddistinguere l’area e caratterizzarla per una forma di gestione ecosostenibile. L’auspicio è che si faccia chiarezza sul futuro di questa importante area protetta che esiste alle porte del Parco della Murgia Materana e che ancora oggi non ha un vero programma ambientale che funga da attrattiva per gli operatori ed i turisti delle aree contermini. Si spera, conclude Cocca, che si possano avviare meccanismi di partecipazione con il mondo ambientalista che, animato da giovani con grande passione, opera da tempo sul territorio in maniera continuativa e volontaria. L’auspicio è, infine, che si proceda non dimenticando il valore ambientale di questa preziosa e tanto dibattuta Oasi che appartiene al territorio lucano e deve essere rispettata”.

[Fonte: Basilicatanet] 27/03/2009 11.45.43

mercoledì 25 marzo 2009

BIODIVERSITA'; IN ITALIA 800 AREE PER LA TUTELA

(ANSA) - ROMA, 23 MAR - I parchi rappresentano uno degli strumenti piu' forti per la conservazione della natura: in Italia sono importanti sia per la tutela della biodiversita' sia per promuovere uno sviluppo eco-compatibile. Dal 1922, anno dell'istituzione del parco nazionale del Gran paradiso (il primo parco nazionale italiano). Oggi, per garantire la conservazione degli ambienti naturali, sono presenti 772 aree naturali: 23 parchi nazionali, 22 aree naturali marine protette e riserve naturali marine, 146 riserve naturali statali, 105 parchi naturali regionali, 335 riserve naturali regionali, 141 aree protette regionali. A queste si aggiungono 50 zone umide, 8 riserve MaB Unesco, 63 riserve biogenetiche, 6 aree specialmente protette di importanza mediterranea, 1 area internazionale ''Santuario dei mammiferi marini''. Le aree protette rappresentano circa il 10% del territorio italiano, valore che arriva a 19% se si considerano anche i 2.283 siti di importanza comunitaria (SIC) e le 589 zone di protezione speciale (ZPS). Tra le Regioni piu' ricche di aree rilevanti ai fini della protezione figurano Veneto, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Sicilia e Sardegna. La Toscana ha emanato una normativa di tutela della biodiversita', mentre Molise, Veneto, Abruzzo, Lazio, Liguria, Marche, Basilicata, Campania, Calabria, Emilia-Romagna hanno una serie di normative specifiche per la tutela della fauna e della flora. Ma per fare in modo che i parchi non restino delle ''isole'', devono essere gestiti e organizzati prendendo in considerazione l'intero contesto territoriale.
25/03/2009 (ANSA)

martedì 24 marzo 2009

LE ATTIVITA’ NAUTICHE SONO INCOMPATIBILI CON LA RISERVA NATURALE



"C'è una sola speranza di respingere la tirannica ambizione della civiltà di conquistare ogni luogo della terra. Questa speranza è l'organizzazione della gente più sensibile ai valori dello spirito, affinché combatta per la libera continuità della natura selvaggia"
Robert Marshall

COMUNICATO STAMPA DI ASSOCIAZIONI AMBIENTALISTE
Finalmente il sogno trentennale di portare il divertimento nella Riserva Naturale di San Giuliano si stà avverando! Quello che non si è avverato purtroppo è il sogno di tanti che hanno sempre desiderato che l’oasi di San Giuliano fosse semplicemente un luogo dove la Natura è protetta sul serio, un luogo che, nei suoi pochi ettari di superficie, sia ambasciatore della biodiversità lucana e che possa allontanare l'antropofagia ambientale che oggi tutto divora sotto il segno del turismo!
Il turismo ecologico, quello vero, non può e non deve essere una facile leva per scoperchiare e svendere senza un minimo pudore le bellezze recondite e ancestrali che ancora sopravvivono sul nostro territorio!
Iniziative di questo tipo sono solo l'espressione della nuova moda di creare dei divertimentifici in ogni luogo
Nella nostra piccola regione , la residua Bellezza della Natura ( che molti ci invidiano) si deve semplicemente godere con gli occhi, con la mente e con lo spirito.
Tale modo di prendere decisioni sembrerebbe un pretesto per rendere un servizio a chi ritiene che il divertimentificio se pur regolamentato sia possibile dovunque, dimenticando la storia di un luogo, la sua crescita e il vero motivo per cui esiste.

L’iniziativa di modificare il Regolamento Provinciale della Riserva Naturale Orientata “S. Giuliano” in seguito a quanto previsto dall’art. 39 della L. R. n. 20/2008 (Assestamento del bilancio di previsione per l’esercizio finanziario 2008) è palesemente in contrasto con le norme che hanno portato alla istituzione della Riserva stessa: la Legge Regionale sulle aree Protette n. 28 del 28/06/1994 e la Legge Istitutiva della Riserva Naturale Orientata n. 39 del 10/04/200.
Ambedue queste norme non prevedono la pratica sportiva nella Riserva ed il citato art. 39 L.R. 20/2008 prevede solo che la Regione possa emanare una futura norma per disciplinare la fruibilità ludico-sportiva degli INVASI, senza peraltro nulla dire sulle AREE PROTETTE, che soggiacciono ad una specifica normativa.

Se le cose stanno così a sull’invaso di San Giuliano non bisognava creare una Riserva Naturale Regionale .
Non bisognava creare un'Oasi Faunistica se la fauna deve sempre essere costretta a fuggire dall'uomo e cercare altrove rifugi dove fermarsi, sostare, riprodursi.
Non si doveva creare una Zona Umida Ramsar di "Interesse Internazionale per la Fauna Acquatica" (!) se il Popolo dei volatili migratori deve sperare ogni volta nella fortuna di potersi fermare dove gli spazi vitali sono a misura di fauna.
Non si doveva creare un Sito di Interesse Comunitario (SIC) se alla Comunità Europea dobbiamo raccontare bugie dichiarando di dare massima priorità alla conservazione degli habitat naturali (vedi progetto LIFE in corso di svolgimento con capofila la Provincia di Matera)e del paesaggio senza spiegare qual'è il fine e qual'è il mezzo di quest'area.
Non si doveva creare la Zona di Protezione Speciale (ZPS) se gli interessi per la conservazione della fauna selvatica vengono sempre dopo quelli del soddisfacimento dei propri piaceri e divertimenti.
La Natura dell'Oasi di San Giuliano chiede da anni soltanto rispetto!
E' la filosofia del Divertimentificio a tutti i costi che vogliamo allora riservare al futuro di quest'area?
Qualcuno si è posto la domanda sullo stato di attuazione di tutte le norme di tutela vigenti nell’area? A nostro parere è necessario ben altro per valorizzare l’Oasi di San Giuliano , risolvendo prima di tutto problemi ben più gravi come il bracconaggio, la pesca non controllata, l’accesso incontrollato nelle aree a massima protezione, il pascolo abusivo, gli incendi, la diffusione di microdiscariche di rifiuti tossici , l’accensione di fuochi incontrollati, le esercitazioni militari con mezzi aerei , le gare di rally lungo le strade della Riserva, l’assenza di percorsi didattici attrezzati, l’assenza di un servizio costante di sorveglianza, ecc. Potremmo continuare ancora per molto per mettere a nudo le vere e numerose criticità di quest’area.
Vigileremo affinché vengano rispettate le leggi e le norme di tutela e diffidiamo sin da ora la Provincia a voler attuare iniziative che non contribuiscono al mantenimento di uno stato soddisfacente di tutela dell’area.Se Necessario ricorreremo alla Commissione Europea per denunciare lo stato della ZPS e SIC e al Ministero dell’Ambiente per segnalare che l’area RAMSAR istituita (una delle poche in Italia) non gode di alcuna protezione efficace.

Matera 23 marzo 2009

LEGAMBIENTE
LIPU NAZIONALE
ALTURA - ASS. NAZ.LE PER LA PROTEZIONE DEI RAPACI E DEL LORO AMBIENTE
WWF BASILICATA
ASS.NE TREKKING FALCO NAUMANNI MATERA
Pio Abiusi cittadino di questa terra

domenica 22 marzo 2009

Un Fenicottero rosa nella campagna materana






Venerdì scorso 20 marzo mi è stato segnalato dal brigadiere Di Cuia della Polizia Provinciale di Matera un bellissimo Fenicottero rosa (Phoenicopterus ruber). L'esemplare è stato osservato in alimentazione in una pozza temporanea formatasi, a seguito delle abbondanti piogge, nei seminativi ai margini orientali del Parco della Murgia Materana.
Anche il giorno successivo lo stesso esemplare è stato notato e fotografato da Alfredo Vilmer Sabino e Adriano Castelmezzano, due bravi naturalisti lucani ed attenti osservatori della nostra fauna e flora.
Questa segnalazione riveste particolare importanza per la zona poichè la specie non è assolutamente frequente nelle aree interne della nostra regione visto che il suo habitat preferenziale è costituito da acque salmastre lungo le coste. Tale esemplare è stato probabilmente indotto ad uno stop forzato durante la migrazione di questo periodo forse per necessità trofica e di riposo visto che il maltempo dei giorni scorsi potrebbe averlo isolato dal suo gruppo che invece è riuscito a proseguire lungo il proprio tragitto senza doversi fermare in un'area inadatta. Resta comunque il mistero su quello che può aver mangiato questo fenicottero in un'acquitrino temporaneo e povero di organismi acquatici.

Ringrazio Vilmer e Adriano per aver messo a disposizione le loro foto dell'esemplare.

sabato 21 marzo 2009

Una puzzola presso l'Oasi di San Giuliano



Questa mattina, durante un giro di monitoraggio della fauna abbiamo rinvenuto il corpo investito di una Puzzola (Mustela putorius putorius) al centro della strada che circonda il Lago di San Giuliano. Attorno alla carcassa alcune cornacchie grigie banchettavano sfidando le auto che passavano.
La Puzzola è un mustelide scarsamente segnalato in quest'area e ciò è sicuramente legato alle abitudini prevalentemente notturne e alla generale limitata conoscenza della sua distribuzione reale in Italia.
Questa specie è generalmente legata agli ambienti umidi come laghi, fiumi, fossati ma si potrebbe in realtà rinvenire anche in habitat forestali montani, agricoli ed aree antropizzate. In pratica ovunque! Pertanto se trovate un animale di corporatura simile ad una faina e somigliante moltissimo ad un Furetto (Mustela putorius furo), ossia la forma domestica della Puzzola, segnalatelo o recuperatelo e consegnatelo a qualche Centro Recupero Fauna posto nelle vicinanze. Tali reperti possono essere utili per ricerche genetiche sulla specie!

Per segnalazioni potete intanto scrivere a de-rerum-natura@libero.it


Illustrazione tratta da www.miniambiente.it

mercoledì 18 marzo 2009

Cosa si vuole rinaturare alla Manferrara di Pomarico?



Il concetto della rinaturalizzazione di un bosco è l'esatto contrario di quello che si vorrebbe fare! Ogni volta che gli enti locali intervengono in un bosco due sono le cose: o si taglia/sfrutta qualcosa o si fanno i parchi giochi!
Meditiamo allora sui termini chiave: costruzione di sentieri - orto botanico - recinzioni - cartellonistica - gazebo - attrezzature per giochi e svaghi.

La rinaturalizzazione di un bosco è certamente ben altro! L’obiettivo principale dovrebbe essere il ripristino delle caratteristiche ecologiche di quel bosco con interventi svolti sulle aree degradate o che presentino difformità funzionale rispetto alle precedenti condizioni di maggior naturalità del bosco stesso.
Se invece si vogliono realizzare interventi come quelli di cui si parla nell'articolo sarebbe più corretto parlare di gestione turistica-ricreativa del bosco! Nulla di strano nella nostra Basilicata, tanto che se fatta con criteri razionali e scientificamente validi può lasciare anche buoni margini di sostenibilità ambientale, a patto che si parta dal concetto che il Bosco va innanzitutto rispettato nei suoi equilibri interni ed esterni!
Quindi almeno si eviti di usare terminologie che traggono in inganno chiamando gli interventi con il loro nome e cognome.

Cicogne nere sorvolano il centro di Matera



Stamattina a Matera alle ore 10,00 sono passate volando insieme 2 bellissime cicogne nere. Ero sul tetto di uno degli edifici storici su cui si stava effettuando il lavoro di manutenzione dei nidi artificiali per grillai.
A proposito di grillai si sta osservando un incremento numerico con una nettissima prevalenza di maschi adulti. Sotto il foro di entrata di uno dei nidi artificiali occupati l'anno scorso c'era una borra fresca piena di resti chitinosi di insetti: evidentemente il padrone di casa ha già preso possesso della sua casa rimessa a nuovo. Speriamo bene!

martedì 17 marzo 2009

Gravi pericoli minacciano la Rete Natura 2000 in Basilicata

In occasione del Convegno sulla “Rete Natura 2000” programmato, per il 16 Marzo 2009, dal Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata, la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - Coordinamento apartitico territoriale di Associazioni, Comitati, Movimenti e Cittadini, l'Associazione "Ambiente e Legalità" di Ferrandina, il Movimento NoScorie Trisaia, Accademia Kronos Basilicata e il WWF Basilicata auspicano che gli eminenti studiosi presenti in qualità di relatori al convegno, rifuggano da visioni astratte e distorte che in sede locale presentano come "tutt'apposto" la situazione delle 69 aree SIC e ZPS presenti in Basilicata.

Infatti, su molte aree giustamente considerate di grande valenza naturalistica e paesistico-ambientale, incombono gravi minacce che rischiano di azzerare le componenti della biodiversità. E' il caso, ad esempio, delle attività petrolifere e dei programmi industriali, come l'eolico selvaggio, oppure lo sfruttamento delle risorse forestali per scopi, prettamente, commerciali per la cosiddetta industria energetica della biomassa. Attività queste che nulla hanno a che vedere con le azioni di ripristino e recupero ambientale della Rete Natura 2000 dell'Unione Europea. Nonostante molte di queste aree siano state ricomprese all'interno dei perimetri delle aree naturali protette (nazionali e regionali), si assiste al tentativo da parte della Regione Basilicata e di alcune forze politiche consenzienti allo sfruttamento commerciale delle risorse naturali, di deregolamentare le misure di salvaguardia dei parchi e delle aree della Rete Natura 2000, attraverso la modifica delle norme che regolamentano le autorizzazioni ambientali e la VIA (Valutazione Impatto Ambientale).

E' il caso della recente Proposta di Legge di modifica alla Legge Regionale n.47/98 sulla VIA - a firma della consigliera regionale Emilia Simonetti - che ripropone il "beffardo ed illegittimo” principio del "silenzio-assenso", aggravato dall'irragionevole e pericoloso tentativo di "tappare la bocca" ai Comuni attraverso il superamento dei loro pareri che la proposta riporterebbe in capo, esclusivamente, alla Regione Basilicata. La Proposta di Legge della consigliera esclude, infatti, i Comuni dall’espressione del parere per i progetti di cui all’allegato A, punto 23 della Legge Regionale 47/98, ovvero i pareri dei Comuni per le attività di ricerca ed estrazioni di idrocarburi liquidi e gassosi.

Le Associazioni hanno chiesto, pertanto, il ritiro della Proposta di Legge della consigliera Simonetti che avrebbe purtroppo rispondenza in un analogo Disegno di Legge, predisposto questa volta dalla Giunta Regionale della Basilicata. Anche il Disegno di Legge della Giunta Regionale mira a stravolgere le misure di salvaguardia delle aree protette modificando “le procedure delle funzioni amministrative concernenti il conferimento dei permessi di prospezione e le istanze di permesso per la ricerca di idrocarburi, anche in relazione al Piano di Indirizzo Energetico Ambientale Regionale in via di approvazione”.

Fonte: http://www.olambientalista.it/parchiart127.htm
Pubblicato il: 16 Marzo 2009 - Ore 10:48

Parte il monitoraggio delle aree inserite nella Rete Natura 2000

Operazione tutela per i templi naturali senza protezione

GLI IMPEGNI SUI SITI Parte la fase di monitoraggio per le aree in pericolo. Priorità assoluta per quelle non comprese in parchi naturali IL LAVORO «VERDE» Il progetto ha creato un’occasione di lavoro per 148 laureati scelti da una long list. Oltre 90 sono stati già convenzionati In azione la task force della biodiversità

di GIOVANNA LAGUARDIA



• P OT E N Z A . Santuari della natura dimenticati, scatta l’operazione tutela. È ai nastri di partenza la prima fase del progetto dell’Unio - ne Europea «Rete natura 2000», per individuare lo stato di salute e le necessarie misure di tutela nelle cosiddette zone a protezione speciale (Zps) e nei siti di importanza comunitaria (Sic). Aree dove vivono piante ed animali rari, come il lupo, la lontra e l’aquila e che in molti casi non hanno alcuna forma di tutela o gestione, fatta eccezione per forme generiche di valutazione di impatto delle opere pubbliche. Ma adesso le cose sono destinate a cambiare. Dopo che, la scorsa estate, si era insediata la cabina di regia di esperti con il compito di studiare le strategie di protezione, ora una task force di giovani laureati è pronta a scendere in campo per verificare le reali condizioni di queste zone, individuate dalla Regione ai sensi della direttiva comunitaria Habitat nel 2003.

L’intera operazione è stata presentata ieri mattina a Potenza nel corso del convegno «Tutela, sapere, lavoro - L’ambiente genera lavoro, che si è tenuto ieri mattina nella sala Inguscio della Regione Basilicata e al quale hanno partecipato, oltre all’assessore regionale all’ambiente Vincenzo Santochirico, al dirigente generale del dipartimento, Viviana Cappiello e al dirigente dell’ufficio Tutela della Natura, Antonio D’Ottavio, illustri padri dell’ecologia italiana, come il professor Sandro Pignatti. I primi novanta laureati, già convenzionati dalla Regione, scelti da una long list di circa 800 persone, sono già pronti ad iniziare la fase di monitoraggio, dopo alcuni brevi seminari introduttivi. Come ha spiegato la dirigente generale del dipartimento regionale per l’ambiente, Viviana Cappiello, dovranno monitorare una cinquantina di siti in Basilicata, 26 dei quali esterni ai Parchi e alle zone protette. Poi si passerà alla individuazione delle misure di tutela e conservazione ed entro un anno saranno consegnati i dati necessari per la redazione dei diversi piani.

L’obiettivo è quello di preservare le aree di maggiore ricchezza ambientale della regione ma anche di offrire una serie di opportunità lavorative dirette ed indotte. «L'ambiente è un valore da preservare e tutelare, che può generare opportunità per il territorio lucano - ha detto l’assessore Santochirico -. Per questo motivo, con il programma comunitario Natura 2000 abbiamo messo in campo professionisti con elevate competenze, supportate da centri di ricerca e Università a livello nazionale. Le risorse a disposizione – ha concluso l’assessore – sono significative e il metodo utilizzato permetterà un’elevata qualità dei progetti, oltre alla possibilità di ottenere opportunità concrete per l’occupazio - ne».

Intanto la Ola, Organizzazione Lucana Ambientalista, ha lanciato l’allarme sullo stato di salute delle aree in questione. «Su molte - dicono gli ambientalisti - incombono gravi minacce cherischiano di azzerare le componenti della biodiversità. È il casoad esempio delle attività petroliferee deiprogrammi industriali, come l'eolico selvaggio, oppurelo sfruttamento delle risorse forestali per scopi prettamente commerciali per la cosiddetta industria energetica della biomassa».

Per gli ambientalisti, inoltre, «si assiste al tentativo da parte della Regione Basilicata e di alcune forze politiche consenzienti allo sfruttamento commerciale delle risorse naturali,di deregolamentare le misure di salvaguardia dei parchi e delle aree della Rete Natura 2000 attraverso la modifica delle norme che regolamentano le autorizzazioni ambientali».

Fonte GDM Mar 17, 2009 Sezione: Gazzetta di Basilicata Pagina: BASI3

I siti più bisognosi di tutela

Ecco i siti più bisognosi di tutela

• P OT E N Z A . Le priorità nell’individua - zione dei piani di gestione, naturalmente, riguarderanno le zone che attualmente non usufruiscono di alcuna protezione. Ecco quali sono, in base all’elenco pubblicato dalla Regione Basilicata nel 2003. L’abetina di Ruoti, uno dei pochi nuclei autoctoni di abete bianco dell’Italia Meridionale, «afflitto» dal pascolo non regolamentato, il bosco Cupolicchio di Tricarico, vittima di pascolo irrazionale, turismo non regolamentato e incendi, il monte Paratiello di Muro Lucano, area di estrema importanza per la riproduzione del lupo, dell’aquila e del merlo acquaiolo, minacciato dalle attività venatorie, il Monte Li Foj di Picerno: anche qui abita il lupo, insieme al gufo reale e al falco biancone; i principali pericoli sono i tagli irrazionali del bosco e il pascolo non regolamentato. Nell’elenco è compresa anche la Murgia di San Lorenzo, (che in parte ricade nel territorio del nuovo parco nazionale della Val d’Agri Lagonegrese), nei comuni di Missanello, Roccanova, San Martino d’Agri, Aliano, Gallicchio e Armento: è un sito di riproduzione per il lupo, l’istrice, diversi pipisterlli e uccelli rapaci, ma sfugge ad ogni controllo sulla qualità delle acque o sui tagli boschivi. Infine, in grave pericolo sono i siti di Ferrandina Scalo e Grassano Scalo, lungo la valle del Basento. In entrambe le zone si riproducono la lontra e l’istrice. A Grassano è segnalata la presenza della rara cicogna nera. Entrambi i siti sono minacciati dal prelievo di inerti dal letto del fiume, tagli boschivi, abusivismo, caccia, pesca, immissione di specie estranee all’am - biente, tagli boschivi indiscriminati.

[di Giovanna Laguardia]

Fonte GDM Mar 17, 2009 Sezione: Gazzetta di Basilicata Pagina: BASI3

lunedì 16 marzo 2009

Rete Natura 2000, Santochirico: opportunità per lo sviluppo

(AGR) - "L'ambiente è un valore da preservare e tutelare, che può generare opportunità per il territorio lucano, favorire lo sviluppo sostenibile attraverso l’integrazione della gestione delle risorse naturali con le attività economiche e le esigenze sociali e culturali delle popolazioni che vivono al loro interno”.
E' quanto ha affermato l'assessore regionale all'ambiente, Vincenzo Santochirico, oggi, a Potenza, nel corso dell’incontro di presentazione della Rete Natura 2000, il programma dell’Unione europea per la conservazione della biodiversità.
La Regione, attraverso una "lista" formata da circa 800 persone, ha selezionato 148 professionisti con elevate competenze, in maggioranza giovani e tutti laureati, che dovranno monitorare 48 siti: zone a protezione speciale (Zps) siti di importanza comunitaria (Sic) individuati sul territorio lucano per verificare lo stato degli habitat naturali, le criticità presenti e la redazione di un piano di interventi e di valorizzazione ambientale. Entro un anno saranno poi consegnati i dati necessari per la redazione dei diversi piani.
I professionisti saranno coordinati da una cabina di regia, della quale fanno parte ventidue fra i principali istituti scientifici, organismi di ricerca e università presenti sul territorio nazionale, il cui compito sarà quello di assicurare il supporto tecnico scientifico e seguire le attività di ricognizione, sul campo, delle informazioni scientifiche e socioeconomiche raccolte.
“Gli esperti selezionati e la cabina di regia – ha spiegato Santochirico - potranno fornire un apporto di qualità per quanto riguarda le modalità di monitoraggio e valutazione dello stato dell’ambiente, ma anche per cogliere tutte le opportunità offerte dai contesti di elevato valore naturalistico per promuovere azioni innovative e compatibili valorizzando, anche dal punto di vista economico, le risorse naturali. Infatti, oltre a verificare lo stato degli habitat naturali e le caratteristiche della flora e della fauna, con la seconda fase del progetto si avrà un quadro chiaro degli interventi e sarà possibile comprendere quali attività eco-compatibili potranno essere messe in campo sui diversi territori. Le risorse a disposizione, 2,6 milioni di euro, sono significative e il metodo utilizzato permetterà un'elevata qualità dei progetti, oltre alla possibilità di ottenere opportunità concrete per l'occupazione".
“La Rete Natura 2000 rappresenta una strategia europea fondamentale per la conservazione della biodiversità. La Basilicata – ha proseguito - ha fornito il proprio contributo individuando sul suo territorio 48 siti che confluiscono nella Rete europea. Attraverso il concetto di rete l’attenzione è rivolta alla valorizzazione della funzionalità degli habitat e dei sistemi naturali: vengono considerati non solo la stato qualitativo dei siti, ma anche le potenzialità che gli habitat ricadenti al loro interno hanno di raggiungere un livello di maggiore complessità. “Attraverso questa strategia, fondata sulla tutela, sulla conoscenza e sul lavoro, l’ambiente della Basilicata – ha concluso Santochirico - può generare valore ed opportunità di sviluppo”.

16/03/2009 17.32.10
[Basilicata]

domenica 15 marzo 2009

Manutenzione ai nidi artificiali per Falco grillaio



In questi giorni si stanno ultimando le fasi della manutenzione dei nidi artificiali per Falco grillaio montati dalla Provincia di Matera nel 2007 nell'ambito dell'azione C.1 del Progetto LIFE Natura "Rapaci lucani" che ha riguardato 24 edifici a Matera e Montescaglioso. La manutenzione con prodotti adatti consente di proteggere più a lungo le parti in legno del nido garantendo ai grillai un utilizzo anche negli anni futuri. E' la risposta concreta per aiutare i nostri amici falchi e dare loro un rifugio sicuro in cui nidificare senza correre i rischi connessi all'alterazione e distruzione dei siti riproduttivi tradizionali che ogni anno diminuiscono nei centri storici di Matera e Montescaglioso.

sabato 14 marzo 2009

SARA' PRESENTATA LUNEDI' LA RETE NATURA 2000 BASILICATA



(AGR) - L'ambiente genera valore: è questo il tema dell'incontro di presentazione della Rete natura 2000, il programma della Regione Basilicata che prevede azioni di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale.
L'iniziativa si svolgerà lunedì a Potenza, alle ore 10 presso la Sala Inguscio della Regione. Ai lavori, che saranno conclusi dal vice presidente della Giunta regionale, Vincenzo Santochirico, prenderà parte Sandro Pignatti, ordinario di Ecologia presso l'università “La Sapienza” di Roma.
Saranno presenti anche gli esperti chiamati dalla Regione a svolgere le attività di monitoraggio e di definizione delle misure per tutelare le risorse naturali, nonché rappresentanti dell’Accademia italiana di scienze forestali, del Centro di ricerca su biodiversità ed ecologia del paesaggio dell'università “La Sapienza”, dell’Istituto per l'ambiente marino costiero del Cnr di Napoli, dell’Istituto di genetica vegetale del Cnr di Bari, del Consorzio nazionale per le scienze del mare (cui aderiscono 30 università italiane), dell’Enea, dell’Istituto nazionale della fauna selvatica, della Società botanica italiana, delle università di Bari, Pavia, Parma, della Calabria e della Basilicata, del Cnr di Tito e dell’Istituto nazionale di economia agraria.
La presentazione della Rete natura 2000 della Basilicata potrà essere seguita anche in diretta sul portale internet basilicatanet.it.

Fonte: Basilicatanet 14 marzo 2009

giovedì 12 marzo 2009

L'inquinamento del torrente Gravina: la denuncia dell'associazione Falco naumanni



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Un'Aquila reale trovata morta a Marsicovetere




MARSICOVETERE IL RAPACE SENZA VITA SCOPERTO DALLA FORESTALE

Un rarissimo esemplare di aquila reale trovato morto sul monte Vulturino


MARSICOVETERE . Le aquile reali non sono animali caratteristici delle nostre località, eppure ieri ne è stata trovata una nel territorio di Marsicovetere. Peccato però che fosse già morta al momento del ritrovamento. Ad avvistare l’uccello appartenente alla famiglia degli Accipitridi sono stati gli uomini della Forestale di Marsiconuovo. Luogo del rinvenimento il monte Volturino, il punto più elevato dell’Appennino Lucano. «È un caso rarissimo – spiega il comandante Giuseppe De Blasio - perché solitamente le aquile sono di passaggio nei nostri territori e non stazionano qui». Oscure ancora le cause del decesso: è aperta sia l’ipotesi della morte per cause naturali che quella per via indotta. Intanto gli uomini della Forestale, nel pomeriggio di ieri, hanno consegnato l’aquila all’istituto zooprofilattico sperimentale di Tito Scalo per gli esami di rito.

Fonte: Gazzetta Del Mezzogiorno 12 marzo 2009

lunedì 9 marzo 2009

Il destino dei vecchi alberi

Un addio ai patriarchi...




Foto di Adriano Castelmezzano scattate nel Parco di Gallipoli Cognato.

MANDATECI LE FOTO DEI VECCHI ALBERI SECCHI E MARCESCENTI... LE PUBLICHEREMO INDICANDO L'AUTORE E LA LOCALITA'...

E-mail: de-rerum-natura@libero.it

domenica 8 marzo 2009

Un passo indietro per la Biodiversità


Un bosco o una foresta con massa legnosa secca e marcescente è più vivo e sano di un bosco "pulito" di tutti quegli elementi utili al fondamentale equlibrio biologico. L'iniziativa del Parco di Gallipoli Cognato rischia di determinare qualche passo indietro nel processo di conservazione della Biodiversità specialmente se le operazioni saranno gestite in maniera autonoma dai privati e senza un coordinamento tecnico scientifico sul piano forestale. Una notevole quantità di organismi animali e vegetali di tante specie diverse (tutti utili al bosco!) si vedrà presto sottratto l'habitat con l'asportazione di grandi masse legnose. In un bosco la presenza di vecchi alberi, magari un pò malati e marcescenti, vale tantissimo e pochi riescono a comprendere l'importanza di tutto ciò. Un Parco, per le sue nobili finalità di tutela della Biodiversità, dovrebbe essere molto attento nella gestione naturalistica del suo patrimonio forestale, pur garantendo nei limiti del possibile un uso razionale delle sue risorse per l'economia locale.
E, come se tutto questo non bastasse, per essere ancora più sostenibile dal punto di vista ecologico leggiamo sul bando che "le operazioni di raccolta dovranno improrogabilmente ultimarsi entro il 30.06-2009"!!!! La raccolta, come stabilito dall'ente parco, andrà dunque dal 21 marzo al 30 giugno: non c'è periodo più adatto nell'anno per dare un colpo alla Biodiversità!
E' facile immaginare, dunque, nei prossimi mesi una vera caccia ai grandi patriarchi morenti nella foresta di Gallipoli Cognato, dimora di picchi e cince, chirotteri, ghiri, carabidi e imenotteri...

venerdì 6 marzo 2009

Ripresa la reintroduzione del Grifone nel Parco Nazionale del Pollino

Nota informativa del Responsabile del Progetto Massimo Pandolfi

Il progetto di reintroduzione del Grifone al Pollino sta andando avanti. E’ con una certa soddisfazione che comunichiamo che I’1 Marzo sono state aperte le voliere e 16 nuovi grifoni sono stati liberati nella Gola del Raganello (la più lunga d’Italia, quasi 8 km), a Civita, nel Parco Nazionale del Pollino.

Tutti i grifoni si sono felicemente involati volteggiando nella gola in 3 giorni. Un reintegro molto lento: 8 nel primo giorno, 3 il secondo, 5 il terzo, ma l’1 e il 2 Marzo sono stati giorni nuvolosi e piovosi, con scarse correnti ascensionali… Su 15 grifoni sono state montate radio trasmittenti, l’ultimo, per problemi con la radio è stato munito di una marca alare bianca con scritta nera: 9F9.

Tutti gli esemplari sono stati muniti di anelli metallici ISPRA/INFS e anelli colorati di plastica per la identificazione visuale di colore azzurro con scritta bianca. La serie è questa riportata:

Coloured plastic rings Blue with white letters/numbers
Number Leg
E60 SX
E61 DX
E62 DX
E63 DX
E64 DX
E65 DX
E66 SX
E67 DX
E68 SX
E69 SX
E90 SX
E91 SX
E92 DX
E94 DX
E95 DX
E96 DX

Questo rilascio segue la prima reintroduzione del Settembre 2004 quando ne furono rilasciati 12. Come a molti è noto la reintroduzione ebbe un buon successo con anche un inizio di riproduzione nel 2005, malaugaratamente però un episodio (uno dei tanti purtroppo) di avvelenamento su pecora (non diretto ai grifoni ma, come spesso accade x i lupi o I branchi di cani vaganti) ha nel gennaio del 2006 fatto scomparire la colonia.

Per un certo tempo quindi le attività di rilascio si sono fermate e il progetto sospeso anche se sono stati seguiti, alimentati e controllati I grifoni presenti nelle voliere di acclimatamento. Erano infatti ancora presenti una trentina di grifoni importati dalla Spagna per la prosecuzione dell’introduzione (il numero previsto per un buon successo è per il grifone stimato attorno a 80 individui da rilasciare in più anni).

Nel Settembre 2008 il progetto è stato ripreso dal Parco nazionale del Pollino ed è partito questo nuovo programma di rilascio che ha ovviamente compreso anche una campagna di sensibilizzazione contro il veleno e finalmente il 1° marzo sono stati liberati questi 16 individui. Almeno altri 7 adatti alla reintroduzione sono ancora presenti nelle voliere e si sta organizzando la prosecuzione del progetto con l’arrivo di altri contingenti dalla Spagna.

Stiamo cercando di fare il possible perchè questa reintroduzione prosegua, nella considerazione (condivisa anche dai gruppi di studio europei sul grifone) che il Sud Italia sia estremamente importante per una più ampia diffusione di questa grande specie in Italia e nell’Europa meridionale. Infatti il Parco del Pollino è un’ottima cerniera tra le colonie reintrodotte della Sicilia (Nebrodi Regional Park, in 2008 35-40 individui, 8 coppie riproduttive, F. Genero, pers. comm.) e quelle dell’Appennino centrale (Parco del Monte Velino, 35 coppie riproduttive nel 2008, F. Genero, pers. comm.). La colonia del Pollino può, oltre che essere un centro di riproduzione, attrarre molti grifoni in dispersione (diversi individui di grifone sono stati osservati nel Pollino e sull’Aspromonte), inoltre la disponibilità alimentare dei due carnai a servizio della colonia da ricostituire possono essere importanti anche per un’altra specie di avvoltoio in pericolo come il Capovaccaio. Specie che d’altra parte è spesso stata anche da noi osservata ai carnai e che fino a poco più di una decina di anni fa nidificava nella gola.

Qualche info organizzativa. Il progetto di reintroduzione è attualmente finanziato dal Parco Nazionale del Pollino, l’attività è scientificamente diretta da me e da Miguel Ferrer ricercatore della Stazione Biologica di Doñana (Sevilla, Spain), il progetto è seguito da esperti del CIPR (Centro It. Protezione Rapaci) di Cosenza con Mauro Tripepi e Nicoletta Boldrini. La collaborazione coinvolge anche la Spagna per la fornitura dei grifoni e la collaborazione scientifica alla gestione del progetto con il centro del GREFA di Madrid, Ernesto Alvarez Xusto.
Nel caso di osservazione dei grifoni liberati e per qualunque informazione relativamente al progetto di reintroduzione chiunque può contattarci al seguente indirizzo:

Massimo Pandolfi, Raptors Study Group, Dipartimento di Scienze dell’Uomo, dell’Ambiente e della Natura, Università degli Studi di Urbino, Via Muzio Oddi, 21 61029 URBINO (PS) - ITALY.
Tel. +39.0722.328033 - Fax +39.0722.329655. email mpandolfi@info-net.it

Fonte: lista Vertebrati http://ospiti.cilea.it/vertebrati/

Nuove aree protette in Basilicata

Aspettando la primavera

mercoledì 4 marzo 2009

Il Bilancio dell'attività 2008 della Polizia Provinciale di Matera





Vigilanza lungo le strada di competenza dell’ente ed un’intensa attività di controllo per la prevenzione e la repressione dei reati in materia ambientale. È stata soprattutto questa l’attività del Corpo di polizia provinciale svolta nello scorso anno. La struttura, diretta dall’ing. Nicola Latorre, ha altresì collaborato con le altre forze dell’ordine nel controllo dei centri urbani, delle aree industriali del capoluogo e dei comuni della fascia jonica e di altre aree sensibili. Particolarmente apprezzati gli interventi degli uomini del Corpo in occasione degli straordinari eventi meteo che hanno colpito il territorio nello scorso autunno. Numerosi i sopralluoghi effettuati per dar corso ad accertamenti richiesti da altri settori dell’ente.
Nel 2008 le violazioni accertate dalla Polizia provinciale alle norme in materia di caccia, pesca e raccolta di tartufi sono state all’incirca 150. Comminate sanzioni per oltre 20 mila euro. Intensa l’attività del Corpo sul fronte del recupero di animali in difficoltà con il trasferimento ai centri specializzati per la cura dell’avifauna in precarie condizioni di salute di 166 rapaci.
Sul fronte della vigilanza ambientale sono stati individuati 29 siti luogo di abituale abbandono di rifiuti. Tre le notizie di reato per violazione delle norme in materia di rifiuti inviate alla Procura della Repubblica. Anche nel 2008 il Corpo, in collaborazione con le altre forze di polizia e con l’Ufficio Turismo dell’ente, ha continuato l’attività di contrasto alle guide turistiche abusive. Sulle strade provinciali e nelle aree interne sono stati effettuati quotidianamente servizi di controllo. Gli autoveicoli controllati sono stati 1.168, contestate 327 violazioni al codice della strada, decurtati 177 punti sulle patenti di guida e ritirate 3 carte di circolazione.

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 4 marzo 2009

Convegno sui parchi urbani a Matera

martedì 3 marzo 2009

La grotta dei pipistrelli: il breve racconto di Materafotografia







Foto di Roberto Linzalone e Claudio Bernardi

Camminare sulla Murgia materana tra il verde tipico murgiano alla ricerca di sentieri nuovi, in compagnia di un buon gruppo di amici accomunati dalla stessa passione, è un esercizio divertente oltre che rilassante, che distoglie dalla frenesia della vita cittadina. Le bellezze ambientali dalle quali si è circondati, durante le passeggiate, aprono la mente degli escursionisti che notano ogni particolare, anche quelli che normalmente si tralascerebbero. L’escursionista attento ed amante della murgia e della natura non può non scoprire, dietro ogni angolo, uno spettacolo ambientale nuovo, capace di suscitare gioiose sensazioni e godimenti, invitandolo a rivisitare, nei suoi sogni, tutti questi fantastici luoghi donati all’uomo da madre natura, benevola e generosa dispensatrice di bellezza ed armonia. La macchina fotografica aiuta a rendere ancora più interessante il compito dell’escursionista, che documenta e censisce affreschi in chiese rupestri, grotte con scenari rupestri, flora e fauna. Il gruppo unito dalla stessa passione per la fotografia condivide da alcuni anni l’escursionismo ma pur tornando avvolte negli stessi luoghi, scopre sempre particolari nuovi.
La passeggiata di domenica 1 marzo ha inizio alle 8.30 dal piazzale antistante la chiesa di S.Agnese; dopo esserci organizzati, il gruppo si avvia tra i sentieri che seguono il corso del torrente “Gravina” verso sud-est per raggiungere dopo circa un ora di cammino la Grotta dei Pipistrelli. Il percorso condotto piacevolmente dalla nostra guida Claudio Bernardi, subisce brevi interruzioni, per scoprire piante e fiori tipiche di questo territorio, Dagli escrementi e dalle impronte lasciate sulla terra abbiamo rilevato la presenza della fauna che abita la murgia, dall’istrice alla volpe al cinghiale.
La Grotta dei Pipistrelli e quella sottostante, detta Grotta Funeraria, fanno parte di un sistema di grotte poste tra le contrade Ofra e Serra S. Angelo; arrivati all’ingresso della grotta siamo stati incuriositi, munendoci di torce, dai graffiti sui muri e dall’architettura rupestre, segno della presenza dell’uomo nelle diverse fasi del Paleolitico, del Neolitico e dell'età dei Metalli.
Alcuni di noi si sono inoltrati nella grotta e nei cunicoli stretti e bassi dove abbiamo notato la presenza dei pipistrelli e di alcuni insetti oltre ad alcune incisioni sulla roccia e a lavorazioni dei muri e delle nicchie.
Il cammino è proseguito alla scoperta di altre grotte dove sono emersi particolari interessanti come la presenza di letti rupestri oltre a particolari lavorazioni sulle pareti.
La passeggiata si è conclusa intorno alle ore 13.00 con un comune senso di soddisfazione e di ringraziamento oltre che alla cara guida, a nostra Madre Natura.

Roberto Linzalone

lunedì 2 marzo 2009

Sono arrivati i falchi grillai!



Il primo Falco grillaio della nuova stagione riproduttiva è stato osservato oggi pomeriggio a Montescaglioso nei pressi della Chiesa Maggiore in pieno centro storico. Dopo un viaggio dall'Africa di migliaia di chilometri il nostro ospite è arrivato sicuramente in anticipo rispetto alla maggior parte dei suoi conspecifici qui residenti. Sicuramente anche nei centri limitrofi, e soprattutto a Matera, qualche altro grillaio è giunto a destinazione a testimoniare la fedeltà ai siti di nascita e la voglia di ricominciare una nuova stagione di allevamento. Si spera che nei prossimi mesi il successo riproduttivo possa essere maggiore anche in virtù della presenza di centinaia di nidi artificiali adatti a loro e collocati a compensazione della perdita di siti naturali di nidificazione dovuta alle trasformazioni urbanistiche e alla conseguente modifica della tipologia dei tetti tradizionali ove la specie nidificava soprattutto in passato.