giovedì 23 giugno 2011

38 grammi di biodiversità restituiti alla Natura

Ecco il risultato di 27 giorni di paziente lavoro per mettere al suo posto un prezioso tassello della Biodiversità!
Ma questo è solo uno dei mille casi risolti grazie all'intervento di quelle strutture preposte al soccorso e alla tutela diretta della fauna come i CRAS Centri Recupero Animali Selvatici sparsi per l'Italia...

Ornitologi Svedesi in Basilicata per studiare la Balia dal collare

Nelle scorse settimane un gruppo di ricercatori dell’Università Svedese di Uppsala è stato protagonista di un’interessante quanto inedita ricerca, condotta in Basilicata nella Foresta di Montepiano.
Lo scopo della ricerca è quello di ottenere campioni di DNA della popolazione locale di Balia dal collare (Ficedula albicollis) un piccolo uccello migratore che nidifica con elevatissime densità in questo settore della Basilicata, mentre risulta molto raro o del tutto estinto in gran parte d’Italia.
La ricerca è stata condotta in collaborazione con lo Studio Naturalistico Milvus e il Parco Regionale di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti Lucane ed ha consentito di ottenere campioni di DNA su oltre 20 soggetti.
Il dott. Egidio Fulco, titolare dello Studio Milvus, ha dichiarato: “la ricerca si inquadra in un più ampio contesto che ha visto coinvolte fin ora anche Svizzera, Svezia, Repubblica Ceca e Ungheria. I dati raccolti permetteranno di confrontare il patrimonio genetico delle diverse popolazioni europee di questo raro passeriforme, in modo da chiarire alcuni aspetti ancora poco noti sulla biologia riproduttiva ed affinare così le strategie di conservazione. La Basilicata si propone ancora una volta come un laboratorio a cielo aperto dove ricerca scientifica, divulgazione naturalistica e valorizzazione delle risorse naturali rappresentano una delle chiavi di volta per lo sviluppo dell’intero territorio. Un ringraziamento particolare è rivolto a tutto lo staff dell’Ente Parco Regionale di Gallipoli-Cognato ed in particolare al dott. Egidio Mallia, per la disponibilità e l’entusiasmo con cui è stato fornito ogni tipo di sostegno logistico”.


Balia dal collare maschio


Balia dal collare femmina

venerdì 17 giugno 2011

MATERA: SCOPERTI SCARICHI ZOOTECNICI IRREGOLARI NEI TORRENTI DEL PARCO DELLA MURGIA, LA FORESTALE DENUNCIA NOVE ALLEVATORI

Stangata di sanzioni per oltre 80 mila euro

Scarichi zootecnici irregolari che confluivano nei torrenti Jesce, Gravina di Picciano e Gravina di Matera, tutti affluenti del Bradano, andavano ad aggravare una situazione d'inquinamento ambientale già accertata nella zona.
È ciò che il Corpo forestale dello Stato ha accertato al termine di lunghe indagini intraprese la scorsa estate sulla gestione ed utilizzazione agronomica degli scoli di allevamento da parte di diverse aziende agricole del materano. Operazione che, giunta a conclusione, ha portato alla denuncia di 9 allevatori per deturpamento di bellezze naturali. I reflui finivano infatti nelle acque di torrenti che scorrono all'interno del Parco regionale della Murgia materana, considerato Zona di Protezione Speciale e Sito d'Importanza Comunitaria dalle normative comunitarie in tema d'ambiente.
Sono state elevate 18 sanzioni amministrative per un importo complessivo di 81 mila euro, 9 sanzioni per aperture abusive di scarichi di acque reflue domestiche e altre 9 per superamento dei valori tabellari degli scarichi.
Le aziende agricole scaricavano senza alcun trattamento preventivo, in vasche di decantazione in cemento armato, le acque reflue provenienti dagli allevamenti zootecnici. Le acque confluivano poi, senza soluzione di continuità, direttamente negli impluvi naturali tributari dei torrenti del materano.
I Forestali del Comando Stazione di Matera, al fine di verificare il potenziale inquinante degli scarichi, avevano prelevato diversi campioni delle acque che erano stati successivamente analizzati dall'Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) Basilicata.
I risultati avevano messo in evidenza diversi parametri difformi dai limiti stabiliti dalla legge: colore, odore, COD e BOD (richiesta chimica e biochimica d'ossigeno), fosforo totale, azoto ammoniacale, azoto nitrico, concentrazione di Escherichia coli.
A monte di questa situazione c'è il mal funzionamento dei depuratori istallati ad Altamura e Gravina, nella zona di confine tra Bari e Matera, inoltre alcuni tratti dei torrenti inquinati rappresentano nella consuetudine fonti di abbeveramento per il bestiame, con tutto ciò che può conseguirne.
Per non parlare degli odori malsani che invadono persino l'atmosfera del centro urbano di Matera.
Si attendono gli sviluppi del caso e le decisioni delle autorità competenti in vista di un programma di risanamento della zona.

A cura dell'ufficio stampa dell'Ispettorato generale del Corpo forestale dello Stato
NEWSLETTER n°846 del 16/06/2011

Una muraglia di torri eoliche nel materano.

domenica 5 giugno 2011

I Birdwatchers Italiani si danno appuntamento in Basilicata

L’associazione nazionale di Birdwatching “EBN Italia”, che raccoglie birders e ornitologi da tutte le realtà italiane, ha deciso di riunirsi in Basilicata per il tradizionale meeting annuale.
Il XXI meeting dell’associazione si è quindi svolto nella spettacolare cornice delle Dolomiti Lucane dal 2 al 5 giugno scorsi.
Circa 30 appassionati birdwatchers provenienti da Lombarda, Piemonte, Liguria, Toscana e Puglia si sono dati appuntamento in Basilicata con un unico obiettivo: osservare quante più specie possibili di Uccelli, con particolare riferimento a quelle caratteristiche del paesaggio Lucano.
Le aspettative non sono state tradite e in 3 intensissime giornate di birdwatching sono state osservate oltre 90 specie di Uccelli in vari luoghi dell’entroterra lucano.

Particolarmente interessanti sono state le osservazioni di Picchio rosso mezzano e Balia dal collare, entrambe specie decisamente comuni nelle Foreste del Parco di Gallipoli-Cognato e Piccole Dolomiti Lucane ma molto rare o quasi del tutto scomparse nel resto d’Italia. Molto apprezzate sono state le visite ai borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa, alla scoperta delle rupi che si sviluppano imponenti in questo territorio e della particolare architettura dei centri storici.
Un’intera giornata è stata inoltre dedicata allo spettacolare paesaggio dei calanchi lucani, tra i comuni di Pisticci, Craco, Montalbano jonico e Tursi, dove sono state osservate le tipiche specie mediterranee che caratterizzano questi luoghi come la Ghiandaia marina, la Calandrella, la Monachella, la Sterpazzola di Sardegna e lo Zigolo capinero.

Indimenticabili le osservazioni del Capovaccaio (il più piccolo avvoltoio) e della Cicogna nera, entrambe specie nidificanti in Italia con non più di 10-11 coppie complessive.
Tra i rapaci, oltre ai comunissimi Nibbi bruni e Nibbi reali, sono stati osservati anche il raro Biancone, il Falco pellegrino e il Grillaio.
Tutti i partecipanti” ha dichiarato Egidio Fulco, ornitologo lucano e referente locale dell’associazione, “hanno apprezzato ben oltre le proprie aspettative lo svolgimento del meeting, scoprendo una Lucania inattesa, vero scrigno di biodiversità con specie animali e vegetali molto rare altrove. I paesaggi sconfinati e selvaggi, i resti archeologici e la ricchissima avifauna presente hanno regalato ai birdwatchers momenti particolarmente emozionanti. Tale esperienza non può che essere un ottimo esempio di turismo sostenibile mirato alla riscoperta dei luoghi, della cultura e della natura lucana".



Un resoconto dell'attività svolta lo potete leggere qui:
http://ebnitalia.it/easyNews/NewsLeggi.asp?NewsID=74

venerdì 3 giugno 2011

Rassegna stampa: "Il falco grillaio emigra in Emilia Romagna"

di Enzo Palazzo - GAZZETTA DEL MEZZOGIORNO


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Grillai in cerca di notizie...

La redazione della Gazzetta del Mezzogiorno di Matera approfitta di una breve intrusione di 2 grillai in redazione per ricordare che un gesto utile per aiutarli è quello di installare sui propri tetti comode ed efficaci cassette nido.

Lupi sulla Murgia a Montescaglioso



Le segnalazioni di Lupi sulla Murgia materana sono diventate negli ultimi tempi meno rare, segno che qualcosa di positivo sta avvenendo, ma sarebbe auspicabile non drammatizzare eccessivamente una eventuale e sporadica aggressione a qualche pecora. Le aree protette, e tra queste anche il Parco della Murgia, servono soprattutto a garantire una maggiore biodiversità pur impegnandosi, con la prevenzione e gli strumenti tecnici e scientifici necessari, a ridurre i danni economici agli allevatori.