venerdì 10 febbraio 2012

Geosito Calanchi di Montalbano raddoppia l’eolico

di Enzo Palazzo

E due. Nel giro di pochi giorni, nei dintorni della Riserva speciale del Geosito dei Calanchi raddoppiano gli impianti eolici di tipo industriale. A quello della società piemontese Marcopolo Engineering SpA, in contrada Bersagliera e Valle del Preti, composto da 9 turbine di 2,5 mw., per un totale di 22,5 mw., si aggiunge ora l’impianto industriale della Cargo srl di Potenza. Non raddoppia solo l’impianto, ma anche l’impatto ambientale sullo splendido orizzonte che da Malavocca, dove c’è la ex casa cantoniera sulla ex ss. 103, va verso Craco-Peschiera, e raddoppia anche il numero delle turbine e dei mw. da produrre. L’impianto della Cargo, ai 9 aerogeneratori della società piemontese, ne aggiunge ben 12, per un totale di 46,5 mw. Un quantitativo buono per i consumi degli abitanti di una città di circa 30 mila abitanti, sempre se Eolo darà negli anni il suo determinante contributo. Ai circa 8 mila abitanti di Montalbano e alle sue aziende artigianali, però, non arriverà nemmeno 1 kwh. gratis. Solo qualche spicciolo in soccorso degli esigui bilanci comunali sottoforma di compensazione per il consumo di territorio, più o meno calcolabile in percentuali intorno al 5, 8 per cento: 40, 50 mila euro all’anno per impianto, più qualche marciapiede rifatto a fronte di un incentivo pubblico intascato dai titolari degli impianti industriali che, a seconda della dimensione degli impianti, può anche superare il milione di euro all’anno per 20 anni per ogni singolo parco eolico. Il primo progetto (e si opporranno pure al secondo) l’hanno contestato solo il circolo locale di Legambiente e la Ola, Organizzazione lucana ambientalista. Non si sono opposti l’associazione “Terra dei calanchi” né i due gruppi consiliari di opposizione consiliare della Sel e del Pd né l’amministrazione municipale. Il sindaco Enzo Devincenzis, che non si opporrà nemmeno al progetto della Cargo (il 31 marzo scade la possibilità di presentare le osservazioni in Regione), ha spiegato così: «Non possiamo opporci a tutto e occorre fare scelte sui mali minori e l’eolico lo è sicuramente perché non inquina ed è interamente riciclabile. C’è speculazione dietro? Tocca alla Regione e allo Stato intervenire su questo, non ai sindaci». Risposta non accettata dagli ambientalisti: «le 21 pale eoliche sono inconciliabili con le finalità dei calanchi lucani e coi paesaggi della Riserva che è confinante con i due parchi eolici. Anzi, a “Malavocca” si potrà adesso realizzare uno svincolo: a destra per il Parco del Geosito, a sinistra per quello delle pale eoliche».

Il Far west che distrugge e non crea ricchezza

Più che Eolo potè l’incentivo. «Purtroppo – dichiara Antonio Bavusi, dell’Organizzazione lucana ambientalista – ci confrontiamo con una normativa nazionale che non ha favorito con le rinnovabili l’autonomia di famiglie, imprese e Comuni dagli interessi dei monopoli energetici. In più, la Regione, non avendo recepito le linee guide nazionali sulle misure di salvaguardia, favorisce il Far West che nel caso dei calanchi distruggerà paesaggi ed orizzonte. Se ogni Comune, per far fronte alle proprie difficoltà di bilancio, accetta l’elemosina di questi impianti industriali, consentendone 2 o 3 a territorio, tempo pochi mesi e ci sarà un’invasione di pale eoliche dannosa per l’economia e impattante per l’ambiente».

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno 7 febbraio 2012