venerdì 4 luglio 2014

IL PARCO DI GALLIPOLI COGNATO AL CENTRO DI POLEMICHE

IL PARCO DI GALLIPOLI COGNATO PICCOLE DOLOMITI LUCANE ACCUSATO INGIUSTAMENTE DI AVER BLOCCATO L’APERTURA DELL’IMPIANTO “VOLO DELL’ANGELO”

Chi opera nella Pubblica Amministrazione sa bene che si deve amministrare seguendo ciò che la Legge prevede e che non è possibile agire secondo la propria volontà.
L’Ente Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, per aver dato seguito a quanto imposto dalle norme, nei giorni scorsi è stato messo sotto accusa dal Presidente della società “Volo dell’Angelo” Nicola Valluzzi, accusando l’Ente della chiusura dell’attrattore nelle tre domeniche di maggio.
Il Presidente Valluzzi ha infatti attaccato pubblicamente, tramite giornali, media e anche in pubblico comizio, il Direttore del Parco Marco Delorenzo e tutti i membri del Consiglio dell’Ente per aver “causato la chiusura dell’attrattore nelle date 18,25 e 31 maggio”.
E’ stato facile, anche in virtù del delicato momento elettorale, far credere con affermazioni false, rivolte a chi non conosce il complesso iter burocratico ed i delicati aspetti che caratterizzano la “Zona Speciale di Conservazione Dolomiti di Pietrapertosa”, in cui ricade l’attrattore turistico, che la colpa di tutto è dell’Ente Parco, puntando il dito contro l’operato di amministratori e dipendenti, accusandoli di aver arrecato al territorio, a tutti gli operatori turistici di Castelmezzano e Pietrapertosa, agli addetti all’impianto e alla stessa società un danno economico cospicuo.
Chi conosce la delicata vicenda, come del resto lo stesso presidente Valluzzi, sa bene che il motivo che impone l’avvio delle attività dell’attrattore turistico al primo giugno, non è dovuto ad una decisione o come ancor peggio dichiarato, ad una “inadempienza e vessazione” dell’Ente Parco, ma è imposto dalle Misura di Tutela e Conservazione adottate con Decreto Ministeriale 16 settembre 2013, in cui si stabilisce nello specifico “il divieto di messa in funzione di attrattori turistici nel periodo compreso tra il 1 febbraio e il 31 maggio – periodo corrispondente all’attività riproduttiva delle specie più a rischio (Falco Pellegrino e Cicogna Nera)”.
Il Parco, consapevole delle ricadute negative che tali norme avrebbero avuto sulle attività del volo, in osservanza a quanto previsto dallo stesso Decreto Ministeriale circa la possibilità , di consentire modifiche e variazioni se supportate da evidenze scientifiche, si impegnava ad avviare il complesso iter di modifica delle date di apertura.
Lo scorso 5 dicembre 2013, il Presidente del Parco convocava una conferenza di servizio con tutti i soggetti pubblici e privati interessati ( Regione Basilicata, Comuni del Parco, società volo dell’angelo) a vario titolo al funzionamento del volo dell’angelo, al fine di individuare, nel rispetto di quanto la norma consente e delle finalità conservative cui il sito destinato, le modalità per raggiungere l’obbiettivo della modifica delle date.
In tale incontro tutti i convenuti presero atto del divieto imposto dell’avvio delle attività turistiche non prima del I giugno.
Di fatto, l’Ente Parco il 5 dicembre decise all’unanimità con i convenuti, di costituire un Comitato Scientifico Permanente per lo studio dell’avifauna delle Dolomiti Lucane, composto da esperti delle Associazioni Ambientaliste, del Ministero dell’Ambiente (ISPRA) e dei Comuni interessati, in grado di analizzare e comprendere l’effettivo impatto delle attività turistiche su queste specie.
Nell’ambito di tale strategia, il Parco chiedeva alla Regione, al fine di consentire al Comitato di effettuare valutazioni scientifiche, una pre-apertura dell’impianto a partire già dal 25 aprile e per una serie di giorni che sarebbero stati scelti dallo stesso Comitato.
A questa richiesta la Regione Basilicata – Dipartimento Ambiente – con nota del 21/01/2014 si esprimeva favorevolmente sulla “pre-apertura” dell’impianto in via sperimentale e sulla costituzione del Comitato Scientifico a patto che: “se il comitato rileva degli evidenti segnali di disturbo alla specie protetta si dovrà procedere al blocco dell’attività”.
Con il via libera Regionale, il Direttivo dell’Ente Parco procedeva, nel mese di gennaio 2014, ad invitare tutte le associazioni ambientaliste ed i soggetti interessati tra cui l’ISPRA, ad indicare un proprio referente da inserire nel Comitato Scientifico. Tale iter si concludeva in data 12 marzo 2014. (Purtroppo le associazioni invitate non hanno risposto tempestivamente all’invito facendo trascorrere tempo prezioso e lo hanno fatto solo dopo sollecito da parte dell’Ente Parco).
Lo stesso giorno il Consiglio Direttivo del Parco con delibera N°13 costituiva formalmente il Comitato e chiedeva alla Regione Basilicata con nota del 13 marzo 2014 di poter intraprendere un percorso che portasse ad ottenere la predetta deroga rispetto alla data di apertura dell’attrattore turistico, proponendo la pre – apertura , quale fase sperimentale, limitata a singole ed occasionali giornate, tali da consentire le valutazioni scientifiche ad opera del costituito Comitato Scientifico Permanente. E’importante precisare che le attività di monitoraggio per essere scientificamente accettate devono essere condotte prima, durante e dopo le attività dell’attrattore.
La Regione Basilicata, autorizzava, le attività del Comitato e le aperture in deroga dell’impianto, solo il 17 aprile 2014, notificando al Parco, la Deliberazione autorizzativa della Giunta Regionale n. 455, il 28 aprile 2014 .
Il 29 aprile 2014 (un giorno dopo), l’Ente Parco notifica ufficialmente a tutti i componenti del Comitato Scientifico, la convocazione fissandola, per evidenti ragioni di tempo e disponibilità al giorno 08/05/2014.
In tale incontro, il Comitato rilevava l’avvio delle attività di volo in data 1 maggio in palese difformità con quanto stabilito nella deroga della Regione Basilicata che legava l’apertura alle attività di monitoraggio dello stesso Comitato.
Il Comitato evidenziava inoltre l’impossibilità di poter procedere con le fasi di monitoraggio ex ante, ossia prima dell’apertura dell’impianto e consigliava di sospendere le attività al fine di evitare di incorrere in forti sanzioni da parte del Ministero.
A seguito della acquisizione agli atti di tale verbale, notificato dal Parco al Dipartimento Ambiente, il Dirigente dell’Ufficio Tutela della Natura, ha ordinato la chiusura dell’impianto nei giorni 18, 25 e 31 maggio, con la seguente motivazione: “essendo venute meno le condizioni riportate nelle premesse della D.G.R. 455/2014”.
Da quanto su riportato, si evince che la mancata approvazione alla “pre-apertura del mese di maggio, che era stata richiesta dal Parco in deroga a quanto stabilito dal Ministero dell’Ambiente e dalla Regione, non è dovuta affatto ad una inadempienza o volontà dell’ente Parco.
Fatte queste dovute considerazioni, ci si augura, che il tono delle discussioni sia d’ora in avanti più pacato e scevro da considerazioni prettamente elettorali, populistiche e qualunquistiche che mal si adattano a chi vuole assurgere al ruolo di amministratore locale.