mercoledì 31 ottobre 2007

Il sindaco e la poiana


Il sindaco Raffaello Marsilio con la poiana appena recuperata


La poiana in attesa della visita veterinaria

Il sindaco di Tricarico Raffaello Marsilio durante un suo viaggio verso Matera, manifestando grande sensibilità e senso pratico, ha salvato stamattina una Poiana appena investita da un camionista all'altezza del Ponte Cagnolino (ex ponte Bailey) lungo la strada provinciale Matera-Grassano e lungo il confine della Riserva Naturale di San Giuliano. Immediato il contatto con il Centro Recupero Rapaci che opera nell'ambito del Progetto Life Natura "Rapaci Lucani". Nel giro di 20 minuti è stato possibile intervenire provvedendo al primo soccorso dell'esemplare. Da un primo esame è emerso che si tratta di un giovane nato la scorsa estate e che durante una delle normali attività di ricerca di cibo ai bordi della strada ha avuto la sfortuna di essere (speriamo involontariamente) violentemente investita. Anche se non ha riportato fratture alle ali ha purtroppo subito un grave trauma da impatto a carico delle zampe che le impedisce di reggersi in piedi. Nei prossimi giorni sarà possibile valutare le eventuali possibilità di recupero.

martedì 30 ottobre 2007

Ritratto felino


Foto: Marco Rusinà


Foto: Marco Rusinà

Dopo foto di gatti selvatici in macabre posture ora riusciamo a pubblicare anche qualche bella foto di Felis silvestris silvestris vivo e vegeto grazie alla disponibilità di Marco Rusinà. Le foto sono state scattate in ambiente controllato nel Bayerischer Wald National Park in Baviera. Due ritratti che meglio di tante belle parole mettono in luce la bellezza di un felino misterioso e affascinante.
Sarebbe bello un giorno poter inserire foto di esemplari "nostrani" ma riprenderli così bene nel loro habitat è praticamente impossibile. Godiamoci almeno queste belle foto di Marco.

lunedì 29 ottobre 2007

Un capriolo investito presso il Bosco di Policoro

La scorsa settimana un esemplare di capriolo (una femmina forse gravida) è stato investito da un'auto provocando la morte dell'animale. L'incidente è avvenuto il 24 ottobre scorso. Sul posto sono intervenuti i vigili urbani di Policoro ed i responsabili del CRAS constatando il decesso dell'animale. Con maggiore frequenza si assiste allo sconfinamento di esemplari della specie fuori dell'area protetta. Introdotti nella Riserva Naturale nell'ambito di un programma della Provincia di Matera (il capriolo era presente fino a 50 anni fa nell'area) la specie andrebbe tutelata attraverso il controllo degli spostamenti e monitoraggio delle zone maggiormente a rischio per gli impatti antropici
(Fonte: Notizie dai Parchi)

La distribuzione delle varie sottospecie di gatto selvatico


Image: Science

Qui una cartina sulla distribuzione delle sottospecie di gatto selvatico che ho reperito in rete e contenuta in un articolo dal titolo "DNA shows domestic cat had origins in Near East". Notare l'areale originario e quello attuale del gatto selvatico europeo.
Fonte: http://www.newscientist.com/data/images/ns/cms/dn12153/dn12153-1_567.jpg

Interessanti informazioni sull'origine del gatto domestico sono sintetizzate nell'articolo:
The Near Eastern Origin of Cat Domestication
Driscoll et al.
Science 27 July 2007: 519-523

Riporto l'abstract:

The world's domestic cats carry patterns of sequence variation in their genome that reflect a history of domestication and breed development. A genetic assessment of 979 domestic cats and their wild progenitors—Felis silvestris silvestris (European wildcat), F. s. lybica (Near Eastern wildcat), F. s. ornata (central Asian wildcat), F. s. cafra (southern African wildcat), and F. s. bieti (Chinese desert cat)—indicated that each wild group represents a distinctive subspecies of Felis silvestris. Further analysis revealed that cats were domesticated in the Near East, probably coincident with agricultural village development in the Fertile Crescent. Domestic cats derive from at least five founders from across this region, whose descendants were transported across the world by human assistance.

domenica 28 ottobre 2007

Carovana di cammelli a Policoro...


tratto da: http://it.wikipedia.org/wiki/Immagine:Cammelli_2.jpg

Su Wikipedia ho trovato questa interessante immagine tratta da "Voyage pittoresque ou Description des Royaumes de Naples et de Sicilie", Abbè de Saint-Non Paris, La Fosse, 1777.

venerdì 26 ottobre 2007

Nuovo ritrovamento di Gatto selvatico






Circa una settimana fa lungo la strada statale Basentana nella zona di confine tra la provincia di Matera e la provincia di Potenza, è stato rinvenuto un altro presunto gatto selvatico di sesso maschile e del peso di 3,660 kg. La causa del decesso è sicuramente dovuta ad investimento anche a giudicare dalla presenza di segni chiari ed evidenti in alcune parti del corpo ed in particolare sulla parte anteriore della testa.
Ancora prima di avere dati di conferma dalle analisi genetiche che possano portare alla corretta determinazione del precedente esemplare trovato investito a San Mauro Forte abbiamo dunque un nuovo caso che vogliamo sottoporre all'attenzione di esperti e zoologi.
Ringrazio il dott. Egidio Mallia per avermi concesso la possibilità di visionare l'esemplare.
Matteo Visceglia

venerdì 19 ottobre 2007

Un esemplare vivo di Gatto selvatico!


Luca Lapini mi ha mandato questa bella foto di Gatto selvatico puro. Ecco cosa scrive, commentando la foto, a proposito della differenza tra ibridi e puri.

"Si tratta di un maschio di gatto selvatico appenninico di 8 anni, quindi con l'ornamentazione evanescente molto sbiadita (ad esempio quella sui fianchi). Nei giovani può al contrario apparire quasi nera, ma è sempre disposta nello stesso modo, e costituisce quasi un marchio di fabbrica.
Se l'animale è vivo è sempre ben pettinata, mentre negli animali investiti può apparire come una macchia arruffata, che richiede una pettinatura per essere letta.
Negli ibridi di F1 appaiono spesso macchie bianche latero dorsali che si sovrappongono all'ornamentazione tipica, oppure, in genere nelle generazioni successive, si sdoppia la linea vertebrale, si moltiplicano le strie sulla nuca, il pelame può diventare argenteo, più corto e rigido, i talloni diventano neri, i collari pure, l'ornamentazione contrastata anche nell'adulto. Comunque, il genoma silvestris è dominante su quello catus, tanto che gli ibridi hanno caratteristiche osteologiche e splancnometriche per lo più silvestris. Ma si riconoscono dall'ornamentazione anomala e dai microsatelliti. Insomma,gli ibridi sono più interessanti dei puri, che si distinguono con precisione dal modello disegno-colore canonico"
.

Il soggetto ritrovato a San Mauro potrebbe teoricamente essere un ibrido in virtù della stria scura vertebrale piuttosto diversa da quella di esemplari certificati come selvatici. Ma la conferma la avremo non appena ci saranno comunicati i risultati delle analisi genetiche che effettuerà l'INFS su un campione di tessuto inviato ieri.

domenica 14 ottobre 2007

Confermata la determinazione di Gatto selvatico


Disegno di Umberto Catalano: Iconografia dei Mammiferi italiani - Ministero dell'Ambiente

Il prof. Bernardino Ragni zoologo dell'Università di Perugia è il massimo esperto italiano del Gatto selvatico. A seguito del mio invito ad esaminare il materiale fotografico pubblicato su questo blog, ha confermato la determinazione dell'esemplare di Gatto selvatico europeo (Felis silvestris silvestris) ritrovato a circa 10 km da San Mauro Forte.
Questa la sua e-mail:

"Caro Matteo,
ricordo perfettamente i contatti di (diversi) anni fa.
Purtroppo si tratta di un bell'esemplare di Gatto selvatico europeo!
Le foto consentono di applicare in modo corretto e completo il protocollo di
identificazione del sistema disegno-colore, ampiamente validato dai
protocolli genetici, craniometrici e splancnometrici .
Per me sarebbe molto interessante poter procedere alla necroscopia zoologica
dell'esemplare, anche in considerazione del campione non numeroso della
popolazione lucana".

Si tratta dunque di una scoperta di un certo interesse a conferma dell'importanza della raccolta e dell'esame di reperti rinvenuti sul territorio lucano.

venerdì 12 ottobre 2007

Gatto selvatico rinvenuto morto








Stamattina sulla strada di collegamento tra San Mauro Forte e Craco è stato rivenuto un presunto esemplare di Gatto selvatico (Felis silvestris) morto a seguito di investimento. Si tratta di un maschio di 3,5 kg. A raccoglierlo e a consegnarlo tempestivamente al Centro Recupero Fauna Selvatica della Provincia di Matera per l'identificazione e la conservazione è stato il dott. Tommaso Santochirico, uno dei responsabili del CEA che opera nel Parco di Gallipoli Cognato.
Il Gatto selvatico è specie protetta e per certi aspetti anche poco conosciuta per il suo carattere schivo ed elusivo. Più che le osservazioni dirette in natura (rarissime) sono i ritrovamenti di esemplari morti per cause diverse a costituire prova certa di presenza della specie in una data area. La carcassa del gatto sarà presto oggetto di studi biometrici e genetici a cura di specialisti ed esperti della specie.

giovedì 11 ottobre 2007

Basilicata capofila per difendere la lontra


POTENZA - La Basilicata coordinerà le strategie di conservazione della lontra da adottare nel Centro e nel Sud d’Italia: la Regione sarà l’ente capofila di un programma che coinvolge il ministero dell’ambiente, la Regione e l'Università del Molise, la Campania, la Puglia, l’Abruzzo, il Wwf, Legambiente, i Parchi nazionali del Pollino, della Maiella, della Sila e del Cilento e Vallo di Diano, oltre al Corpo Forestale dello Stato e la Provincia di Matera.
La Giunta regionale lucana ha inoltre approvato una convenzione di ricerca con il laboratorio di genetica dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica (Infs), per la realizzazione di un programma annuale di studio e di monitoraggio. Le popolazioni di lontra presenti in Basilicata costituiscono una porzione essenziale per la conservazione della specie nell’intero territorio nazionale. Il programma, pertanto, prevede la stima della consistenza delle popolazioni, il rilevamento e la catalogazione di tutti i bacini idrografici in cui la specie è presente.
«La banca dati e il monitoraggio – ha spiegato l’assessore regionale all’ambiente, Vincenzo Santochirico – consentiranno di identificare i fattori di rischio e forniranno gli strumenti per definire una strategia regionale di conservazione, pienamente integrata nel Piano d’azione nazionale per la conservazione della lontra, che è in fase di elaborazione da parte del Ministero e dall’Infs».
«Il piano d’azione – ha concluso Santochirico – indicherà le azioni da realizzare in Basilicata e in Italia. Il ruolo della Regione in questo programma è la conferma di un’attenzione costante alla tutela della natura, finalizzata alla preservazione del patrimonio paesistico e faunistico».

11/10/2007

Fonte: La Gazzetta del Mezzogiorno on line

mercoledì 10 ottobre 2007

Saranno veri lupi?



Queste sono le notizie che contribuiscono a creare allarmismi eccessivi senza aver davvero verificato la realtà delle cose. E le conseguenze, come abbiamo visto ultimamente in Abruzzo, portano a una inutile contrapposizione tra conservazione di specie di pregio naturalistico ed allevatori. Bisognerebbe avviare prima di tutto, e con metodi scientifici, una razionale e obiettiva verifica/valutazione rispetto a quanto segnalato da allevatori, pastori e agricoltori. Saranno davvero i lupi i veri responsabili di certe situazioni? E' proprio vero che alcuni lupi hanno sbranato non qualche pecora ma addirittura qualche gregge? Ma vedremo come si evolveranno le cose.

domenica 7 ottobre 2007

Il pranzo del falco pescatore


In primavera ed in autunno nella Riserva Naturale di San Giuliano è facile osservare il volo maestoso del Falco pescatore. Un potente predatore che si è specializzato nella cattura di pesci mediante tuffi spettacolari sulla superficie del lago. Dopo le sue catture va subito alla ricerca di luoghi tranquilli ove poter gustare la sua preda soprattutto al sicuro dalle insidie delle cornacchie e delle gazze che cercano in tutti i modi di rubargli il cibo.
Sul lago di San Giuliano c'è una vecchia e secca tamerice che da qualche anno è diventata uno dei posatoi preferiti dei falchi pescatori in sosta nella Riserva. La fortuna di fotografarlo con un pesce tra le zampe è quanto di meglio possa capitare.

mercoledì 3 ottobre 2007

Aculei di istrice a Lucignano





Sabato scorso 29 settembre lungo la strada che attraversa il Bosco di Lucignano all'interno del Parco della Murgia Materana rinvenute tracce di Istrice. Sul fondo della strada sterrata circa una cinquantina di aculei di piccole dimensioni erano sparpagliati su una superficie di pochi metri quadrati. Nessun aculeo grosso era presente in zona. Nessuna traccia, nessun altro resto. Cosa può essere successo? Ciò che resta di un atto di bracconaggio o di un investimento da parte di un mezzo?

martedì 2 ottobre 2007

Preda e predatore: dimensioni a confronto



Un giovane Cervone (Elaphe quatuorlineata) è stato oggi osservato nei pressi della Riserva Naturale di San Giuliano mentre stava tranquillamente ingoiando una lucertola che aveva una dimensione di poco superiore a esso stesso. A seguito di disturbo da parte di alcune persone che l'avevano confuso con una vipera il rettile ha risputato la preda, ormai morta, consentendo un rapido confronto fotografico sul palmo di una mano con lo scopo di documentare le rispettive dimensioni. E' incredibile la capacità dei cervoni di catturare prede notevolmente grosse in proporzione al loro corpo.

Un occhione sfortunato


Un rarissimo esemplare di Occhione (Burhinus oedicnemus) è stato rinvenuto qualche giorno fa sulla Murgia tra Matera e Laterza con un grave e particolarissimo trauma al becco.
Sostanzialmente la mascella si era conficcata, squarciandola, nella parte molle della mandibola ! Non è chiaro come sia potuta accadere una cosa simile.
L'animale è stato consegnato da un cittadino alla Lipu di Laterza che a sua volta lo ha consegnato al CRAS della Provincia di Matera. Nella stessa giornata il veterinario del centro recupero dott. Tralli lo ha operato riportando mascella e mandibola al loro posto. Ora è in cura ed occorre aspettare alcuni giorni per valutarne il decorso della guarigione. Al momento viene perciò alimentato in maniera forzata.

In Italia l'Occhione versa in uno stato di conservazione critico a causa della esigua popolazione nidificante. Si stimano infatti dalle 200 alle 500 coppie complessivamente. Uno dei nuclei di cui si compone la frammentata popolazione italiana è proprio quella che si trova a cavallo tra Basilicata e Puglia nelle aree murgiche.