martedì 26 febbraio 2013

Museo naturalistico di Policoro punto e a capo


Un Gufo di palude a Matera

Osservare con attenzione il nostro territorio, scrutare gli angoli nascosti alla ricerca di specie comuni e rare a volte regala belle sorprese. Domenica mattina 24 febbraio 2013 un bellissimo Gufo di palude (Asio flammeus) si è fatto ammirare in territorio di Matera da Alfredo Vilmer Sabino e Adriano Castelmezzano, due appassionati naturalisti materani che grazie alle loro numerose escursioni ornitologiche stanno portando un positivo contributo alla conoscenza della fauna lucana.
Il Gufo di palude è un rapace notturno di medie dimensioni, poco superiori a quelle del Gufo comune. La sua presenza in Italia è legata per lo più ai periodi migratori ma soprattutto allo svernamento. Non sono accertate nidificazioni negli ultimi 50 anni ma si ritiene che la riproduzione possa essere occasionalmente avvenuta, soprattutto nel centro e nord italia.

In Basilicata le osservazioni sono molto sporadiche ma probabilmente si tratta di dati sottostimati.
Il precedente dato è riferito ad un individuo segnalato e fotografato, sempre da Alfredo Vilmer Sabino, in territorio di Scanzano Ionico (Mt).





domenica 17 febbraio 2013

sabato 16 febbraio 2013

Cormorani in battuta di pesca


Una piccola parte della popolazione svernante di cormorano
Cormorani nelle acque antistanti la Diga di San Giuliano


Alcuni cormorani in abito riproduttivo



Cormorani posati sulla Torre di presa della Diga

Cormorani in riposo sulla riva presso lo sbarramento

Riserva Naturale di San San Giuliano, 16 febbraio 2013

Ogni giorno, e per tutto l'inverno, centinaia di cormorani, svassi maggiori e gabbiani si  concentrano sullo specchio d'acqua sottostante la Diga. Qui si trova la migliore zona trofica per queste specie a forte specializzazione ittica. Se non interviene alcun disturbo è assicurato lo spettacolo di tantissimi di animali che, in una sorta di ordinata battuta collettiva di pesca,  cercano di sopravvivere catturando qualche preda da mettere nella pancia, magari rubandola al compagno a fianco. La zona in cui ogni giorno si ripete questa saga della vita selvatica è spesso considerata da qualche "esperto" come "priva di fauna" e senza alcuna importanza naturalistica. Chissà perchè chi ha occhi per vedere e mente per pensare si trova davanti a sè un quadro della realtà completamente diverso. La Natura va tutelata nella maniera più semplice ed immediata: lasciandola tranquilla e indisturbata, almeno nei suoi santuari. Del resto i Parchi, le Riserve Naturali e le Oasi di protezione della fauna si fanno per questo...La conservazione e la tutela della Biodiversità non è un optional, ma un obbligo per chi amministra un territorio protetto.

martedì 5 febbraio 2013

Fabbisogni energetici delle famiglie

Come ormai noto in Basilicata sono in esame 316 progetti per installazione di impianti per la produzione di energia, dei quali 284 da eolico e 32 fotovoltaico (32).
E’ prevista una potenza complessiva di 4493 MW per l’eolico e di 367 MW per il fotovoltaico, per un totale di 4860 MW.
Stando alle dichiarazioni sbandierate recentemente da costruttori e politici, in occasione dell’inaugurazione dell’impianto eolico di Pietragalla, 9 torri per un totale di 18MW installati, l’energia prodotta permetterà di far fronte al fabbisogno di circa 13000 famiglie.
Questo significa che ogni MW installato soddisferebbe il fabbisogno di 720 famiglie,poco più o poco meno a seconda del vento. Ma siccome nei progetti gli eolici assicurano che là dove fanno gli impianti il vento c’è,ragioniamo sui loro dati e ragioniamo solo per l’eolico, per brevità,sebbene anche per il fotovoltaico tanto si dovrebbe dire,visto che per produrre 1 MW occorre sacrificare 3 ettari di terreno. Quindi solo per la Basilicata e solo per il fotovoltaico,ulteriori mille ettari di terra sarebbero sottratti ad altri e ben più “naturali” usi.Trascuriamo anche, per seguire la logica ottimistica di aziende e politici, ogni considerazione sul vero concetto di fabbisogno e sull’intermittenza della fonte eolica.
Se dunque installassimo questi circa 4.500 MW di eolico,soddisferemmo il fabbisogno di (720×4.500) 3.240.000 famiglie. Ma in Basilicata, regione di 600.000 abitanti,saremmo tremilioni e passa di famiglie? E se considerassimo anche l’energia che dicono sarebbe prodotta dai 367 MW di fotovoltaico,ci sarebbero altre 347x720famiglie “soddisfatte”,cioè altre 262.240?
Dite che si fa per dire, che in realtà le famiglie i cui consumi sarebbero soddisfatti per ogni MW installato sarebbero di meno se si tenesse anche conto dei fabbisogni “accessori”, tipo trasporti , scuole, ospedali,fabbriche ecc?…
Sta di fatto che,anche con tutte le precisazioni del mondo,la cifra sarebbe comunque stratosferica: Altro che sceicchi , come ci chiamano per via del petrolio,saremmo strasceicchi, con tutta la ricchezza che deriverebbe alla Basilicata vendendo questa enorme produzione di energia elettrica .
Ma allora questi sono proprio benefattori? E pensare che c’è chi ancora avanza perplessità su questa grande svolta di progresso e di civiltà che si profila per la Basilicata!
Come dite?…In realtà è solo un modo di dire che “soddisfa il fabbisogno” o comunque le famiglie “soddisfatte” da qualche parte staranno,mica devono per forza essere in Basilicata. Insomma ,l’energia prodotta non “soddisfa” né le famiglie lucane né la regione Basilicata,è solo “equivalente”,cioè se fosse la nostra,ci “soddisferebbe” le nostre famiglie.
E’ un tantino complicato per noi gente semplice lucana. In realtà l’energia prodotta è di proprietà di chi installa gli impianti con gli incentivi pubblici e non della regione o del paese dove questi sono ubicati e dove producono scempio paesaggistico ed altro , come vedremo. Il fatto è che fa più colpo dire che soddisfa i fabbisogni di migliaia di famiglie,lasciando intendere tacitamente che si tratta di famiglie del posto.
Ma allora, dov’è lo sviluppo e la ricchezza che dicono di portarci, questi signori? E’ forse l’occupazione per i cittadini delle località ove si insediano? Un pugliese , abitante vicino ad un impianto eolico,a domanda del giornalista de “Il Graffio” di Telenorba del 21 gennaio scorso, rispondeva di aver visto , di gente del luogo “occupata”, solo un elettricista a fare collegamenti, oltre ad addetti agli sventramenti dei terreni ed ai cementieri .
In realtà anche loro stessi, gli eolici, in uno dei progetti che ho studiato,dicono che affideranno ad aziende locali la pulizia delle stradine e tutto il resto, oltre a stradine e cemento,a tecnici specializzati da loro stessi formati.
Mi sbaglio? Felicissimo di ammetterlo , quando avranno fornito non dati “aggregati”, ma elenchi dettagliati di gente che abita nei posti “abbelliti” dal loro intervento , risultanti assunta regolarmente, che lavora continuativamente agli impianti, nonché copia dei relativi contratti.
Ah già,ma loro investiranno milioni di euro,intorno al milione e mezzo di euro per MW installato più o meno: Certo è che è unanimemente riconosciuto che in 5 anni rientrano del capitale e cominciano a guadagnare. Questo significa che un MW installato rende intorno a 300.000 euro all’anno e che una torre media da 2MW ne rende 600.000.
Beh, ma ci sarà pure un ritorno per la gente di Basilicata, per i singoli, per la collettività,per i comuni: Che sia questa,quella dei grandi impianti industriali,l’insperata soluzione per l’affanno della nostra agricoltura che questi lungimiranti signori ci offrono su di un piatto d’argento?
Cercheremo di trattarne in altra occasione.

 articolo di Vitantonio Iacoviello Quotidiano della Basilicata  5 febbraio 2013