venerdì 11 maggio 2012

Quattro pulli di cicogna nera nati tra le Dolomiti lucane


“Triplo fiocco rosa nel parco di Gallipoli Cognato. Sono nati tre “pulli” di cicogna nera”. La notizia è stata data dal presidente del parco, Rocco Luigi Lombardi, ma è già datata: i fiocchi rosa sono nella realtà quattro. La web camera posizionata davanti al nido ha svelato la presenza di un quarto piccoli di cicogna “lucana”, che ha schiuso il suo uovo in ritardo, probabilmente per fare notizia tutta per sé, spiazzando la stessa comunicazione ufficiale. Chi si volesse collegare in diretta sul nido della cicogna nera, può farlo dalla pagina web www.cicognaparcogallipoli.it La notizia è, come si dice in gergo giornalistico, da prima pagina, non perché una volta tanto la cicogna ha pensato a se stessa e non agli umani, ma perché la specie nera di questo elegante uccello è una rarità ornitologica che per condizioni di habitat favorevoli (al contrario della cicogna bianca che nidifica in aree urbane, la nera preferisce essere ben lontana dalle attività antropiche), su dieci coppie nidificanti in Italia, ben sei hanno scelto la Basilicata e, per l’esattezza, un’area specifica del parco di Gallipoli Cognato. Il progetto è coordinato da Egidio Mallia e ha come collaboratore esterno il naturalista Matteo Visceglia. è un progetto attivo dallo scorso febbraio e prevede un monitoraggio di due anni sulla distribuzione e status della Cicogna nera, uno degli uccelli nidificanti nel nostro territorio, ma tra i più minacciati in Italia, “al fine di ottenere un contributo alla conoscenza di questa rara e straordinaria specie”, si legge nella nota ufficiale dell’ente. Il quale ente, questa volta, a differenza del precedente annuncio dell’avvio dello studio di monitoraggio, fa a meno di citare che lo sponsor della ricerca scientifica è la multinazionale mineraria Total, cosa che suscitò un vespaio di polemiche. La multinazionale francese ha specifici e diretti interessi per un’istanza di ricerca, la “Oliveto Lucano”, confinante col Parco, e con il rischio che la ricerca e le future perforazioni avvengano anche all’interno del parco o nei suoi immediati confini, magari infastidendo la stessa cicogna nera e generando una convivenza contraddittoria: da un lato la protezione dell’Appennino lucano e dall’altro il suo sfruttamento intensivo. Forse occorreva predisporre un’ampia fascia di garanzia tra i confini del parco e quelli del permesso di ricerca Total. Il lieto evento è stato registrato, per la prima volta in Italia, alle 7.24, quando in Basilicata è, come dice Lombardi, “letteralmente arrivata la cicogna sulle nostre stupende Dolomiti lucane”.

Enzo Palazzo - La Gazzetta del Mezzogiorno 11 maggio 2012