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“Triplo fiocco rosa nel parco di Gallipoli
Cognato. Sono nati tre “pulli” di cicogna nera”. La notizia è stata data
dal presidente del parco,
Rocco Luigi Lombardi, ma è
già datata: i fiocchi rosa sono nella realtà quattro. La web camera
posizionata davanti al nido ha svelato la presenza di un quarto piccoli
di cicogna “lucana”, che ha schiuso il suo uovo in ritardo,
probabilmente per fare notizia tutta per sé, spiazzando la stessa
comunicazione ufficiale. Chi si volesse collegare in diretta sul nido
della cicogna nera, può farlo dalla pagina web
www.cicognaparcogallipoli.it La notizia è, come si dice in gergo
giornalistico, da prima pagina, non perché una volta tanto la cicogna ha
pensato a se stessa e non agli umani, ma perché la specie nera di
questo elegante uccello è una rarità ornitologica che per condizioni di
habitat favorevoli (al contrario della cicogna bianca che nidifica in
aree urbane, la nera preferisce essere ben lontana dalle attività
antropiche), su dieci coppie nidificanti in Italia, ben sei hanno scelto
la Basilicata e, per l’esattezza, un’area specifica del parco di
Gallipoli Cognato. Il progetto è coordinato da
Egidio Mallia e ha come collaboratore esterno il naturalista
Matteo Visceglia.
è un progetto attivo dallo scorso febbraio e prevede un monitoraggio di
due anni sulla distribuzione e status della Cicogna nera, uno degli
uccelli nidificanti nel nostro territorio, ma tra i più minacciati in
Italia, “al fine di ottenere un contributo alla conoscenza di questa
rara e straordinaria specie”, si legge nella nota ufficiale dell’ente.
Il quale ente, questa volta, a differenza del precedente annuncio
dell’avvio dello studio di monitoraggio, fa a meno di citare che lo
sponsor della ricerca scientifica è la multinazionale mineraria Total,
cosa che suscitò un vespaio di polemiche. La multinazionale francese ha
specifici e diretti interessi per un’istanza di ricerca, la “Oliveto
Lucano”, confinante col Parco, e con il rischio che la ricerca e le
future perforazioni avvengano anche all’interno del parco o nei suoi
immediati confini, magari infastidendo la stessa cicogna nera e
generando una convivenza contraddittoria: da un lato la protezione
dell’Appennino lucano e dall’altro il suo sfruttamento intensivo. Forse
occorreva predisporre un’ampia fascia di garanzia tra i confini del
parco e quelli del permesso di ricerca Total. Il lieto evento è stato
registrato, per la prima volta in Italia, alle 7.24, quando in
Basilicata è, come dice Lombardi, “letteralmente arrivata la cicogna
sulle nostre stupende Dolomiti lucane”.
Enzo Palazzo - La Gazzetta del Mezzogiorno 11 maggio 2012