mercoledì 4 agosto 2010

Torrente Gravina: storia di ordinario inquinamento






LETTERA APERTA ALL'ASSESSORE REGIONALE ALL'AMBIENTE
Egregio Presidente De Filippo, il novello assessore con delega all’ambiente nonché vice presidente della giunta regionale punta, per avvicinarsi dal paesello di origine al capoluogo regionale, costantemente ad Ovest mentre dell’ Est, dove c’è il sole dell’avvenire che sorge !!!, ignora il punto cardinale. Nei giorni scorsi, dopo l’ennesima denunzia di mal funzionamento dei depuratori e di acque reflue che vengono scaricate nei fiumi senza essere depurate, l’assessore Mancusi convocò una riunione ampia dalla quale emerse tanto per cambiare che: era tutto a posto. E’ vero che l’alga è cornuta, che qualcuno si è dimenticato di collegare gli schemi fognari agli impianti di depurazione, che qualcun altro, con tante tecnologie moderne, non conosce i tasti da premere per far funzionare correttamente il depuratore ma da queste piccole cose a dire che tutto è a posto ce ne corre; meglio la passata gestione, aveva, infatti, appreso bene la parte. Le cronache quotidiane riportano costantemente fenomeni di inquinamento, di cattivo odore ed ogni ben di Dio ed anche L’Osservatorio dell’Ambiente e della Legalità, voce non ostile, ha detto che 150.000 persone in Basilicata non sono assistite da rete fognaria collegata a depurazione. Sono dati ovviamente “governativi” che ricordano tanto i rapporti della polizia in occasione delle manifestazioni sindacali e si parla di assoluta mancanza di collegamento e non già di fenomeni patologici nel trattamento dei reflui..
Da un po’ di tempo la magistratura di concerto con il Noe dei Carabinieri procede a mettere sotto sequestro una serie di impianti per inquinamento ambientale. Non è opportuno soffermarsi qui sul funzionamento di tutto lo schema regionale, occorrerebbe un corposo trattato per descrivere i 179 depuratori, è intendimento soffermarsi solo sulle devastazioni alle quali è sottoposto il torrente Gravina nel tratto che forma il canyon sottostante i Sassi di Matera.
Quello ripreso in tutti i modi e che ha fatto il giro del mondo. La situazione è lasciata al più completo abbandono nella sostanziale indifferenza anche dalle autorità locali; non faccia riferimento anche Lei al Life-plus, appena iniziato, perché Le crescerebbe il naso in quanto anche Lei sa che non ha nulla a che vedere con la bonifica. Il mondo associativo si è più volte mobilitato da anni, ormai, e sono state raccolte anche migliaia di firme, per richiamare l’attenzione. Tutto è risultato inutile.

Con esclusione della Presidenza del Parco della Murgia, anche le autorità locali non è che si siano spese molto. Il momento più concreto sembrò essere una riunione tenuta nello scorso mese di gennaio dall’assessore all’ambiente uscente, riunione pre-elettorale (certo) ma in quella occasione si fece il punto , il primo, concreto, individuando le varie componenti della problematica e l’assessore promise di mettere a disposizione una prima cifra per monitorare la situazione. Opera giudicata dai più, esterni alla riunione, inutile tenuto conto che la situazione è conosciuta e più di una volta le autorità di Polizia Giudiziaria hanno provveduto a prelevare l’acqua, a farla analizzare ed a trasferire il tutto alla magistratura.
Il fenomeno è conosciuto sia per l’acqua inquinata che arriva attraverso lo Jesce da Altamura , sia per quella immessa dal depuratore di Pantano ( che per una parte è ,adesso, sottoposto a sequestro), sia per gli scarichi liberi che dall’abitato si riversano direttamente nel torrente.
Qualche foto emblematica viene allegata , poi le televisioni hanno inviato abbondanti riprese durante gli anni e anche chi vive nei nostri paeselli grandi come un condominio ha avuto modo di vederle..
Dire che è tutto a posto anche in questo caso è voler negare l’evidenza ed a qualcuno il naso oltre a diventare rosso diventa lunghissimo tanto da ostacolare il riposo notturno.

[ Pio Abiusi Responsabile ambiente Città Plurale- Matera - Matera, 3 Agosto 2010]