domenica 22 luglio 2012

Rilascio di 22 falchi grillai sulla Murgia materana

Sabato scorso 21 luglio sul Belvedere della Murgia materana si è svolto il consueto evento di liberazione di rapaci organizzato dal CRAS Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera e che ha visto la partecipazione di cittadini e numerosi fotografi e attivisti del FotoClub sezione di Matera.
I protagonisti principali sono stati 22 falchi grillai che dopo un periodo di cure e riabilitazione hanno finalmente potuto spiccare il volo sotto lo sguardo attento ed incuriosito dei partecipanti. Molti bambini, ragazzi ed adulti hanno avuto la possibilità di regalare dalle proprie mani la libertà a questi piccoli rapaci, simbolo di Matera e del territorio della collina materana.
L'attività svolta rientra nell quadro delle iniziative programmate di rilascio graduale di altri rapaci che sono ancora in cura presso il CRAS. Nel corso dei mesi di luglio, agosto e settembre saranno liberati altri grillai, gheppi, nibbi bruni, nibbi reali, assioli e civette.  

Il Responsabile del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
“L'attività di rilascio in natura di rapaci ed altri animali ritrovati feriti o debilitati e consegnati quotidianamente al Centro da cittadini, associazioni  e forze di polizia rappresenta un' importante occasione per fare attività di tutela della Natura, sensibilizzazione ed informazione. Ai partecipanti a questi eventi, ma anche a coloro che affidano esemplari in difficoltà,  viene infatti sempre spiegato quale sia il ruolo di questi straordinari rapaci negli habitat naturali, quali le loro caratteristiche, come vivono, quali i loro problemi e quale la loro importanza ecologica per il nostro territorio. Una piccola e breve lezione sul campo che serve soprattutto per osservare da vicino questi piccoli falchi urbani, imparare a conoscerli meglio e soprattutto a regalare loro, specialmente dalle mani dei bambini, la cosa più bella e importante: la libertà”!










venerdì 6 luglio 2012

INCENDI BOSCHIVI: ARRESTATO DALLA FORESTALE UN INCENDIARIO A SCANZANO IONICO


Un giovane ventenne è stato arrestato ieri dal personale del Corpo forestale dello Stato del Comando Stazione di  Scanzano Jonico per il reato di incendio boschivo colposo.
L'uomo è ritenuto il presunto responsabile degli incendi boschivi verificatisi negli ultimi quattro giorni nella zona del materano. Le fiamme, domate  solo grazie all'intervento degli uomini della Forestale, hanno interessato circa 30 ettari di pineta e si sono propagate anche nelle aree limitrofe a causa delle particolari condizioni climatiche determinate dall'anticiclone "Caronte".
L'operazione investigativa è stata condotta dagli uomini del Comando Stazione di Scanzano Jonico e coordinata dal  Nucleo Investigativo Centrale Antincendio Boschivo del Corpo forestale dello Stato (NIAB). La Forestale ha intensificato i controlli antincendio in provincia di Matera e dintorni.
Il giovane, al quale erano stati concessi gli arresti domiciliari, ora risulta a piede libero.

Fonte: Newsletter CFS n. 893 del 06/07/2012

 

giovedì 5 luglio 2012

Murgia materana inquinata da reflui fecali

Nella murgia materana pascolano indisturbate le vacche podoliche, con il cui latte si producono i rinomati latticini, dal formaggio al caciocavallo podolico. Da più di un anno questi animali si abbeverano in torrenti, il Gravina e lo Jesce in particolare, che non sono più a norma di legge. Torrenti pieni di sostanze nocive derivanti dalle attività umane: scarichi fognari veri e propri, liquami derivanti dai depuratori non funzionati, reflui da allevamenti di bestiame. Un po’ di tutto, tra cui fosforo, azoto, nitrati vari, ammoniaca e l’e. coli, ormai conosciuto da tutti perché un suo cugino ha ucciso una trentina di persone in Germania.


Torrente Gravina inquinato

Riprendiamo una vecchia intervista a Pio Acito, di Legambiente Matera, fatta a Il Quotidiano della Basilicata poche settimane fa: “Matera ha 5 depuratori, il migliore dei quali, quello di contrada Pantano, è sequestrato. Singolare come l’autorità giudiziaria ne abbia affidato la custodia ai responsabili dei reati ambientali per cui è stato disposto il sequestro stesso. Chi volesse controllare può farlo andando verso il cimitero nuovo. Potrà facilmente verificare personalmente il colore dell’“acqua” che sversa ed il suo profumo. La forestale si muove con discrezione, in quanto i depuratori sono, dove più, dove meno, tutti irregolari, e finirebbe per sequestrarli tutti. Montescaglioso, che sversa i suoi liquami nella Gravina ha 3 depuratori, nessuno dei quali funzionanti. C’è poi Altamura che, con i suoi oltre 70.000 abitanti, è il principale responsabile dell’inquinamento del sistema del Bradano attraverso il torrente Iesce, ha un altro impianto, anch’esso, guarda caso, non funzionante.”
Cosa c’è da aggiungere più? La forestale è complice dell’omertà informativa, i cittadini sono disinformati dei pericoli e dei danni causati all’ecosistema, le autorità politiche, tra cui la Regione in prima fila e il suo assessore all’ambiente, Agatino Mancusi, latitano incapaci di sbrogliare la matassa lasciatagli dal suo terribile predecessore Santochirico. Quest’ultimo, prima delle elezioni regionali, aveva commissionato all’Arpab, un monitoraggio dell’intero corso del torrente Gravina; ad oggi nessun risultato è stato reso pubblico (chissà perché). Comune di Matera, Provincia ed Ente Parco della Murgia riusciranno a risolvere questa terribile situazione? Ad oggi sono stati multati 9 allevatori, con 18 contravvenzioni, per 81 mila euro, per essere colpevoli dello sversamento di liquami animali non depurati direttamente nei torrenti. Quasi come se la colpa fosse solo dei privati. L’ipocrisia del potere pubblico ogni giorno di che passa raggiunge livelli ignobili.

Fonte: http://basilicatamia.altervista.org/

mercoledì 4 luglio 2012

Riserva Calanchi di Montalbano: c'è ma non si vede

A febbraio dello scorso anno, dopo sette anni dalla richiesta avanzata da Legambiente, la Regione Basilicata, con legge regionale n. 3/2011, istituiva la “Riserva regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico” per proteggere e valorizzare un’area con caratteristiche geologiche e paleontologiche uniche al mondo e con forti peculiarità paesaggistiche, naturalistiche e storico-culturali. La Legge regionale ha definito i confini della Riserva e ne ha assegnato la gestione alla Provincia di Matera la quale, con la collaborazione del Comune di Montalbano Jonico, entro maggio dello scorso anno, avrebbe dovuto produrre il piano di gestione. A termine del lungo percorso per l’istituzione della Riserva – durante il quale è stato svolto un tenace lavoro di informazione, sensibilizzazione e documentazione tecnico-scientifica a supporto della richiesta in molti si affrettarono a festeggiare ed a rivendicare il loro “determinante” ruolo.
A distanza di un anno e mezzo, però, la Riserva dei Calanchi di Montalbano c’è ma non si vede: la Regione Basilicata non ha stanziato un solo euro per la sua gestione; la Provincia ha accumulato un anno di ritardo per la presentazione del Piano di gestione che tutti stiamo aspettando; la cartellonistica dell’area programma riporta un generico “calanchi: paesaggi dell’anima” persino all’ingresso di Montalbano, a ridosso del confine della “Riserva naturalistica”; addirittura l’APT (agenzia di promozione turistica) pubblica delle foto dei calanchi montalbanesi attribuendoli ad altri comuni e non cita la “Riserva” né nell’opuscolo “Calanchi lucani” né nel suo aggiornatissimo sito web; La “Riserva”, paradossalmente, non è citata nemmeno nel sito web del Comune di Montalbano Jonico!
E se la “Riserva naturale regionale dei Calanchi di Montalbano” non è riportata nemmeno virtualmente sulle pagine informatiche degli enti istituzionali figuriamoci se possiamo sperare che siano segnalati i suoi confini o tracciati i suoi sentieri! Ma il Circolo Legambiente continua a credere nell’opportunità di sviluppo che l’area protetta dei calanchi rappresenta. Avviare la gestione della Riserva sancirebbe concretamente la volontà pubblica di un uso del territorio dei calanchi alternativo e contrapposto alle trivellazioni ed alle discariche.
Per questo il Circolo continuerà a lavorare, come ha fatto negli ultimi anni, per la valorizzazione dell?area dei Calanchi, anche richiamando alle proprie responsabilità ciascuno dei soggetti direttamente coinvolti.
[Montalbano Jonico, 19/06/2012 - Il presidente del Circolo Legambiente di Montalbano Jonico - dr Arturo Caponero]

Ecomafia 2012

POTENZA – La Basilicata si colloca al 12/o posto nella classifica nazionale dei reati ambientali per il 2011, con 876 infrazioni, pari al 26,8 per cento in più rispetto all’anno precedente: in particolare, nel ciclo dei rifiuti, si registrano dati in controtendenza rispetto al resto del Paese, dove le infrazioni sono in diminuzione, mentre quelle sul territorio lucano segnano un incremento del 38,6 per cento, accompagnato da un numero maggiore di denunce (112 rispetto alle 44 del 2010) e di arresti (due). I dati emergono dal “Rapporto sulle illegalità ambientali 2011-2012”, ovvero le “Ecomafie”, realizzato da Legambiente e presentato stamani a Potenza, nel corso di un incontro a cui hanno partecipato il coordinatore dell’Osservatorio Ambiente e legalità, Pietro Fedeli, il dirigente generale del dipartimento regionale per l’Ambiente, Donato Viggiano, il presidente lucano di Legambiente, Marco De Biasi, e i rappresentanti delle forze dell’ordine. Per quanto riguarda il ciclo del cemento, in Basilicata sono state accertate 139 infrazioni (il 2,1 per cento del totale nazionale) con 135 denunce e 22 sequestri.

Dal censimento delle strutture è poi emerso che la provincia di Matera è nella “top ten” delle “case fantasma”, con 4.181 abitazioni non dichiarate nel solo capoluogo. Nel rapporto si evidenzia infine il caso di Lauria (Potenza) dove le “case fantasma” sarebbero circa duemila, ovvero la metà rispetto a quelle di Potenza, a fronte di una popolazione di appena un quinto.
Per il ciclo dei rifiuti, invece, è necessario confrontare i dati complessivi con gli indici demografici e territoriali della regione: emerge un quadro di “microillegalità diffusa”, hanno spiegato Fedeli e De Biasi, “e non di una vera e propria rete criminale, anche se di forte impatto sul territorio”. Per Viggiano, invece, “accanto alle iniziative legate ai controlli e al potenziamento della raccolta differenziata, è necessario agire sul cambiamento culturale delle abitudini e della sensibilità ambientale”.


Fonte: 

http://www.lagazzettadelmezzogiorno.it/notizia.php?IDNotizia=532631&IDCategoria=12