lunedì 26 dicembre 2011

Matera: natività con i falchi incappucciati

Candidata alla cultura 2019, espone in piazza falchi in cattività


GEAPRESS – Matera, candidata europea della cultura per l’anno 2019, festeggia il Natale con animali in piazza, bloccati in un trespolo o addirittura incappucciati. Si agitano, dice un falconiere, e allora si mette il cappuccio. Ma perché si agita, chiediamo al falconiere. Le luci, i rumori, poi però si insospettisce e assicura che sono nati tutti in cattività, che sono tranquilli, vivono con loro, lavorano con loro. I soliti discorsi, insomma.

Il cappuccio di cuoio a coprire gli occhi, è un uso storico della falconeria. La migliore dimostrazione di come un animale deve subire una privazione per vivere a contatto con l’uomo. Poi vengono lanciati, su un uccello in volo, come durante la caccia, oppure semplicemente a fare un giro. Verranno richiamati e in premio avranno un pezzettino di carne. Rinforzo positivo, si chiama in addestramento.

Nello spettacolo, li chiamano Ciro o Gennarino, e con un megafono, richiamando l’attenzione dei bambini, si fa finta che riconoscano il loro nome. Hanno fame e devono mangiare. Un falco satollo, semplicemente non vola per ricevere in cambio qualcosa che non vuole. Vale lo stesso per i delfini nelle vasche dei delfinari, come per una tigre in addestramento. Oppure per lo zuccherino ad un elefante che ha appena finito di “suonare” il trombone in un circo. Fanno sempre le stesse cose.

Per i falchi, tutto ciò è possibile perché la legge sulla caccia del 1992 (la stessa che consente ad un cacciatore di uccidere in due diversi episodi una specie protetta, per avere infine solo momentaneamente sospeso il porto d’armi), ha autorizzato l’uso dei falchi nella caccia. Da allora è stata un’esplosione, non tanto di cacciatori con i falchi, ma piuttosto di falconieri che pagati dalle pubbliche amministrazioni, si mostrano in piazza vestiti da damigelle e cavalieri. Ditte che forniscono di tutto. Fari, scenografie, cavalli di improbabili guerrieri medioevali e falchi. Poi, un cliente che paga. In genere Comuni, ma anche Province, Pro Loco, Comunità montane, finanche Comitati rionali di feste parrocchiali. Tra citazioni di Federico II, e mandati di pagamento, ecco come si presenta il medioevo in Italia. Con i falchi sui trespoli ed altri incappucciati. A Matera c’era la Civetta delle Nevi, la Poiana ferruginosa, ma anche il Corvo imperiale.

Tutto a posto, per carità. Regolare documentazione, agli atti dello stesso Comando locale del Corpo Forestale. Sta di fatto, però, che dal 1992, la depredazione dei rapaci dal nido in natura ha avuto un vero e proprio boom. Ha dirlo non sono i soliti animalisti che gli animali li vorrebbero tali, e non pupazzi al servizio dell’uomo. Basta leggere gli stessi comunicati del Corpo Forestale. I sequestri operati, le denunce e il principale movente di questo traffico: gli spettacoli medioevali (in genere pagati dalle pubbliche amministrazioni).

Matera, candidata città della cultura, ha festeggiato la natività con i falchi in cattività. A Matera il tutto avviene per un motivo culturale, ovvero la rievocazione di Alano da Matera (che però era un astronomo e filosofo, e non un falconiere). Ed allora si prendono i falchi. A quando un Campo dei Fiori romano con un attore che si brucia rievocando Giordano Bruno? A quei tempi, anche questi erano spettacoli.

Immagini e video qui

Fonte: www.geapress.org 25/12/2011

lunedì 19 dicembre 2011

Ballerina d'inverno

Da alcuni giorni una Ballerina gialla viene a cercare cibo davanti alle voliere del Centro Recupero Animali Selvatici di San Giuliano.

domenica 18 dicembre 2011

Eolico alle porte della città dei Sassi

Alla fine toccò anche alla Città dei Sassi, patrimonio dell’Umanità. Quattordici aereoturbine (pale eoliche) alte 130 metri della potenza complessiva di 35 mw. saranno installate in località Verzellino. Dovrebbe essere quell’area che è a nord di Matera, dietro la collina che si vede al lato del centro commerciale Venusio, proprio dietro l’antica masseria diroccata su cui campeggia un grande “Vendesi”. Le 14 turbine si vedranno bene da Matera città e, molto probabilmente, persino da Gravina: altereranno i profili degli splendidi campi di grano che circondano la città d’arte lucana. Campi che creano una cornice orografica unica ad una città che ha già incantato l’Unesco e che anche in quella contrada conservano alcune masserie storiche, come San Domenico, o luoghi di culto, come Picciano, o masserie agricole attive, come Dragone.

Le 14 pale eoliche le realizzerà la Marcopolo Engineering SpA, con sede a Borgo San Dalmazzo (Cn), la quale alla Regione ha richiesto il parere di Via, Valutazione di impatto ambientale, necessario alla realizzazione dell’impianto eolico. La società è la stessa che ha presentato, in contrada Bersagliera, nel territorio di Montalbano Jonico, che è sede della Riserva del “Geosito dei Calanchi” (il parco eolico è previsto al confine con la riserva), una richiesta di altre 9 turbine per un totale di 22,5 mw. da aggiungere ai 35 di Matera, per complessivi (sulla carta) 57,5 mw. Produzione energetica sufficiente più o meno a coprire i consumi energetici delle circa 15 mila famiglie materane, più la sua area industriale, ma ai materani e alle loro imprese andrà il sicuro impatto ambientale, ma zero euro e zero energia gratuita. Se il trattamento è lo stesso previsto per il Comune di Montalbano Jonico, la Città di Matera beneficerà dal 4 all’8 per cento di compensazione in moneta (intorno alle 70mila euro all’anno per 20 anni), più alcune realizzazioni di arredo urbano. Mentre alla Marcopolo Engineering, pagati col 7 per cento della bolletta Enel dei cittadini, andranno una marea di soldi in incentivi, più di qualche milione di euro all’anno dai due impianti. Finiti i 20 anni, non si capisce chi smantellerà questi impianti impattanti, verso cui le associazioni ambientaliste nutrono dubbi che siano realmente collegate alla rete energetica nazionale. Col rischio, in tal caso, che restituiscano al vento, ciò che dovrebbero produrre dal vento, ma non prima di aver trattenuto l’attraente incentivo.

È il problema dell’energia rinnovabile gestita con la sufficienza e la confusione del “Italian style” in tema di riciclo ambientale, che ad esempio non ha una rete autonoma per il recupero e l’accumulo delle energie rinnovabili. Questione sollevata anche dall’economista Jeremy Rifkin in un recente convegno a Potenza, come limite concreto allo sviluppo di ciò che egli chiama “la Terza rivoluzione industriale”. Cioè quella possibilità di smuovere l’economia di un territorio rendendolo energeticamente libero e autosufficiente da una produzione/distribuzione dell’energia verticistica e monopolistica, che si può attuare se, come denunciano da tempo anche le associazioni di cittadini e i movimenti ambientalisti, «la si smette di speculare sull’energia rinnovabile con i grandi parchi eolici o fotovoltaici e la si concede a edifici, famiglie e imprese». I cui costi di gestione più pesanti sono rappresentati proprio da quelli energetici.

Incentivi dello stato per impianti industriali
Più che il vento, poté l’incentivo? Mentre in Italia i parchi eolici (e non solo) spopolano, in Francia se ne contano “solo” 4 mila pale di eoliche su tutto il territorio nazionale. La sola Basilicata ha già 200 torri, finora collocate lungo la dorsale appenninica che da Potenza porta a Melfi, più la dorsale di Grottole sulla Basentana e l’impianto di Rotondella lungo la valle del Sinni. Ma aspira ad averne, stando al suo Piano energetico regionale, fino a 1360, circa un terzo dell’intera Francia. La Basilicata ha dunque più vento della Francia?

In Italia e in Basilicata sono in molti oramai a contestare questa gestione verticistica delle rinnovabili che, tra energia prodotta dai rifiuti e assimilata alle rinnovabili (unico Paese al mondo con tale legiferazione) e grandi parchi fotovoltaici ed eolici, non fanno che consumare territorio e togliere risorse all’autonomia energetica della collettività, catalizzando, per conto di società private, più incentivi che sole e il vento.

All’impianto materano della Marcopolo Engineering, così come a quello di Montalbano, è possibile presentare le osservazioni entro e non oltre il 24 gennaio del 2012. Le possono presentare i singoli cittadini, le associazioni, i movimenti, gli enti e persino i Comuni. Ai quali ultimi, la domanda è diretta: presenteranno proprie osservazioni visto il valore ambientale del loro territorio municipale?

[Enzo Palazzo - La Gazzetta del Mezzogiorno 14/12/2011]

sabato 17 dicembre 2011

Uomini del Corpo Forestale hanno rinvenuto cinghiali uccisi nella Riserva di San Giuliano

Quattro carcasse di cinghiale sono state ritrovate nei giorni scorsi dal Corpo Forestale dello Stato – Comando Stazione Forestale di Matera - all’interno della Riserva Naturale Protetta dell’Oasi di San Giuliano, coadiuvati dal personale della Polizia Provinciale di Matera.
Durante una serie di controlli venatori all’interno della Riserva Naturale Protetta dell’Oasi di San Giuliano, gli uomini del Corpo Forestale dello Stato – Comando Stazione Forestale di Matera, coadiuvati dal personale della Polizia Provinciale di Matera, hanno i quattro esemplari morti già da qualche giorno, uccisi presumibilmente da bracconieri con l’ausilio di arma da fuoco così come refertati dal Dirigente Veterinario intervenuto sul luogo del ritrovamento; lo stesso ha provveduto all’immediato sequestro sanitario e contestuale disposizione alla distruzione delle carcasse degli animali presso un inceneritore, operata dalla ditta “Matera Pets S.r.l.” incaricata dall’Ente Provinciale di Matera.
Il fenomeno del bracconaggio in territorio materano, in particolare della caccia al cinghiale è molto diffuso, in quanto ne sono stati avvistati cospicui capi soprattutto all’interno delle aree protette.
La normativa sulla caccia vieta categoricamente l’esercizio venatorio all’interno delle aree naturali protette, per questo evidentemente i bracconieri dopo aver abbattuto i citati capi di cinghiali, intimoriti dalla presenza sul posto degli uomini del Corpo Forestale e della Polizia Provinciale che da parecchi giorni effettua controlli soprattutto ai cacciatori che attraversano la Riserva Naturale Protetta dell’Oasi di San Giuliano, se ne sono disfatti per poterli recuperare successivamente.


giovedì 15 dicembre 2011

Ritrovamento di Puzzola a Montescaglioso

A distanza di 9 mesi esatti dall'ultimo ritrovamento in provincia di Matera (14 marzo 2011) il 14 dicembre scorso è stata effettuato un nuovo rilevamento sulla presenza della Puzzola (Mustela putorius) in Basilicata. Il corpo di un esemplare è stato rinvenuto, investito da un veicolo, dal Centro Provinciale Recupero Animali Selvatici di San Giuliano lungo una strada a pochi km dall'abitato di Montescaglioso e nei pressi del fiume Bradano.
Questo ritrovamento permette di aggiungere una nuova tessera al mosaico, ancora molto parziale, delle segnalazioni regionali accertate che stiamo cercando di realizzare in collaborazione con lo studio Milvus al fine di studiare la presenza effettiva di questa elusiva e poco conosciuta specie di mustelide nel nostro territorio.

La Puzzola si distingue dalla più comune e diffusa faina (di cui si rinvengono centinaia di cadaveri lungo le strade) per avere il corpo con tonalità bruno dorate, una mascherina di pelo più chiaro intorno al muso e dietro gli occhi. La dimensione è piuttosto variabile e va dai 30 ai 47 cm di lunghezza (coda tra 12 e 19 cm) a seconda del sesso (maschi più grandi delle femmine). Anche il peso può variare dai 450 g ai 2 kg.

La specie è considerata a livello globale "Least Concern"; ciò significa che non desta molta preoccupazione in relazione alla sua ampia distribuzione e perché è improbabile che possa rapidamente diminuire ad un tasso tale da richiederne l'inclusione in una categoria minacciata.

In Italia pur essendo abbastanza diffusa è considerata "Data deficient" (conoscenza insufficiente) ed in Basilicata i dati sono ancora più scarsi, visto il limitato numero di persone che si occupano di monitoraggio faunistico. Perciò chi volesse collaborare a questa ricerca è pregato di mettersi in contatto con il Centro Recupero di San Giuliano (339-1637510) nel caso il ritrovamento sia effettuato in provincia di Matera o con lo Studio Milvus (338-1305096) nel caso riguardi la provincia di Potenza.

Campioni biologici dell'esemplare sono stati prelevati e conservati per essere messi a disposizione di studiosi e ricercatori italiani e stranieri interessati ad approfondire alcuni aspetti ecologici e genetici su questa specie ancora poco conosciuta e studiata nella nostra regione. Tra le università interessate a studiare gli esemplari lucani che sono stati finora recuperati c'è quella di Perugia con il suo Dipartimento di Zoologia guidato dal Prof Ragni, uno dei massimo esperti che si occupano di mammiferi di interesse zoogeografico.



mercoledì 14 dicembre 2011

Come trasformare il Lupo in una belva sanguinaria

I toni allarmistici di alcuni giornali che in questi giorni hanno commentato la notizia dell'assalto di lupi ad un allevamento di bufali a Irsina (Mt), non aiutano a capire bene le dinamiche e le problematiche legate alla presenza di questa specie in Italia e, nel nostro caso, in Basilicata.

La situazione è certamente difficile per l'imprenditore che ha subito danni da lupo (e su questo tema ci sarebbe da fare un discorso specifico e complesso in merito alla prevenzione e al risarcimento) ma non è assolutamente accettabile, dal punto di vista scientifico che si scrivano certe cose, anche perchè si ottiene il risultato di creare odio viscerale verso una specie animale protetta che è considerata tra le più importanti a livello europeo e per la quale lo Stato e la Commissione Europea hanno investito molto per favorire un processo di conoscenza e rispetto considerato propedeutico al suo ritorno nei territori da dove era scomparso.

1 - Abbiamo letto che il Lupo è stato reintrodotto, cioè che via sia stato un ripopolamento in alcune aree d'Italia. Nulla di più falso! C'è una estesa letteratura scientifica e divulgativa che dimostra che il ritorno del lupo, o meglio la sua espansione e ricolonizzazione di alcune aree, è un fatto naturale determinato da alcuni fattori positivi ed in particolare la presenza di più prede selvatiche (soprattutto ungulati) negli ambienti naturali insieme alla generale protezione accordata alla specie e agli habitat frequentati;

2 - Abbiamo letto che i lupi visti presso l'Azienda Squicciarini "sono grandi come una vecchia Fiat 126"! Queste frasi hanno più il sapore di una copertina de "La Domenica del Corriere", la famosa rivista del secolo scorso che ha avuto un grande ruolo nella informazione degli italiani tra gli anni 20 e gli anni 30. Le dimensioni gonfiate di un animale, si sa, servono più a creare falsi miti e ingiustificati allarmismi.

3 - Abbiamo letto che si sta pensando di catturare e spostare altrove i lupi in modo che non possano dare fastidio. Una iniziativa inutile ed improbabile visto che certamente non godrà di alcun supporto da parte di tutte le istituzioni scientifiche italiane ed internazionali.

4 - Abbiamo letto che "quando i lupi sono affamati non sempre distinguono tra uomo e animale per nutrirsi". Aggressioni e uccisioni di uomini, che da secoli convivono nelle zone di presenza del Lupo, non ci pare siano documentati! Semmai sono tanti gli uomini aggrediti e uccisi da cani.

Storie di lupi in Italia e nel Mondo ce ne sono migliaia ed hanno attraversato tutti i secoli contribuendo a creare una infinità di immagini a volte positive e a volte negative. Ci sono aree protette in Italia che sono nate e sono cresciute (con tutto l'indotto creato da un turismo che ha visto per anni livelli crescenti) grazie alla presenza di questo magnifico predatore. Purtroppo sono tanti i casi in cui dopo episodi come quelli di Irsina, si piomba nell'arido allarmismo che non aiuta nessuno. I lupi che hanno cercato di bussare alle porte del Parco Regionale della Murgia Materana hanno avuto il benservito da ignoti residenti (e forse neanche cacciatori) che, armati di fucile, hanno pensato di non dare loro possibilità di sopravvivenza neanche all'interno di un' area protetta. E la stessa cosa avviene ogni anno in altri parchi lucani e d'Italia. Per il mantenimento degli equilibri e per la conservazione della Biodiversità anche i lupi devono comunque sopravvivere e gli allevatori devono imparare a convivere, come fanno in altre aree, utilizzando ogni accorgimento utile e precauzione adatta, certamente non da soli ma con l'aiuto delle istituzioni e del mondo scientifico.

Rassegna stampa locale:

TRM TV del 14 dicembre 2011


Il Quotidiano di Basilicata del 14 dicembre 2011

TRM TV del 13 dicembre 2011
Il Quotidiano di Basilicata del 13 dicembre 2011
TRM TV del 10 dicembre 2011

lunedì 12 dicembre 2011

Basilicata: terra di pale eoliche

di Pio Abiusi - Associazione Città Plurale



Il Piear varato in periodo pre-elettorale ha previsto una capacità eolica installabile pari a ben 1360 MW complessivi malgrado l’ANEV, associazione che raccoglie le imprese del settore, e quindi in palese conflitto di interessi, individuasse una capacità per la Basilicata di 760 MW. Il Position Paper, il parere ufficiale dello Stato Italiano, ne prevede una quantità per la Basilicata pari a 469 MW.
Il PIEAR della Basilicata ha fatto riferimento al Position Paper ufficiale ma poi, rotta l’addizionatrice, il risultato è stato che la capacità eolica installabile è risultata di 1360 MW ai quali vanno sommati gli impianti da 1MW-definiti mini- che sono fuori piano, oltre 180 MW promossi dalla SEL (Società Energetica Lucana) su proprietà pubbliche.
Al momento da stime effettuate risultano installate 204 torri eoliche per 198 MW, mancano da istallare ancora 1150 MW, circa; la previsione ci porta ad almeno altre mille pale e la maggior parte delle quali da 130 metri di altezza.
Son tutti valori stimati perché la situazione, al momento, è completamente sfuggita di mano.
La LIPU-BirdLife dichiarava tempo addietro che“senza linee guida regionali in materia di impianti energetici si rischia di compromettere territori di pregio naturalistico e paesaggistico”.Il Presidente dell’Ordine degli Architetti della Provincia di Potenza Michele Graziadei nel chiedere perdono ai giovani affermava che avendo ereditato un territorio incontaminato si è stati rispettosi fino a quando non vi è stata una rottura del fronte e si è arrivati, semmai, a vendere anche il Castello di Lagopesole purchè a buon prezzo. Il territorio è stato aggredito e devastato e l’opera non è ancora completata. Una riflessione a parte merita l’intervento del presidente dell'Abi, Giuseppe Mussari, che alla conferenza tenutasi nel Gennaio di questo anno 'L'energia per il lavoro sostenibile - La terza rivoluzione industriale' ha dichiarato che il settore delle energie rinnovabili e' a rischio di "bolla speculativa" poiché' e' sostanzialmente basato sulle sovvenzioni pubbliche che potrebbero venire meno e che sarebbe stato più utile investire sulla ricerca per il pannello efficiente e sul risparmio energetico. Concetto ripreso da molti, il nostro Paese non è particolarmente vocato per la produzione di energia eolica. La corsa a chiedere autorizzazioni per impiantare pale alte oltre un centinaio di metri è in realtà una corsa agli incentivi e alle agevolazioni che fa ricchi pochi a discapito della collettività. Alla buon ora la Regione Basilicata di concerto con i Ministeri per i Beni e le Attività Culturali e per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare realizzeranno un Piano di tutela e valorizzazione dei caratteri paesaggistici, storici, culturali e naturalistico ambientali esteso all’intero territorio regionale. Ci auguriamo che non sia troppo tardi e che si riesca a dare certezze senza che il territorio sia definitivamente devastato inutilmente ed a danno delle generazioni future sulle cui spalle graveranno , avendo le risorse, gli oneri del ripristino di tante pale nel deserto.

Matera, 3 Dicembre 2011

mercoledì 7 dicembre 2011

Ritrovata una Lontra morta sulla SS 106 Jonica

Dopo alcune recentissime e positive notizie di avvistamenti di Lontra lungo il fiume Bradano purtroppo si deve segnalare un nuovo caso di mortalità che riguarda questo mammifero così raro ed interessante.

Nel pomeriggio del 07 dicembre, su segnalazione di un automobilista, il CRAS Provinciale di San Giuliano (Mt) è intervenuto per il recupero di una carcassa di Lontra lungo la Statale 106 Jonica nei pressi di Metaponto.
Sul posto si sono recati il Responsabile del Centro Recupero Matteo Visceglia accompagnato dal veterinario del Parco di Gallipoli Cognato Egidio Mallia e dal volontario Rocco Silvaggi constatando purtroppo il pessimo stato di conservazione della carcassa poiché schiacciata in più parti e in evidente stato di decomposizione da 6-7 gg. Il peso dell'animale rilevato al momento del recupero è di 4 kg.
L'esemplare è sicuramente morto a seguito di impatto con veicolo in un tratto di strada molto pericoloso e ad alta densità di traffico. Il fiume più vicino al sito di ritrovamento è il Basento, distante 660 mt mentre la linea di costa è a 4,3 km.
Va evidenziato come l'area intorno al sito di ritrovamento è occupata da estese coltivazioni intensive e fabbricati rurali sparsi ad eccezione di una sottile fascia di vegetazione igrofila fluviale.
La carcassa sarà consegnata, come prevede il Piano Nazionale di Azione sulla Lontra, all'Istituto Zooprofilattico Sperimentale di Puglia e Basilicata.

Con questa segnalazione purtroppo si conferma la drammatica situazione di pericolosità di molte strade in Basilicata per la sopravvivenza della Lontra. Il susseguirsi di segnalazioni e ritrovamenti induce quindi a pensare che il territorio lucano ospiti ancora importanti nuclei della specie ma fattori antropici e infrastrutture viarie ne stanno mettendo a rischio la sua stessa sopravvivenza. Si spera che le azioni e gli indirizzi contenuti nel Piano Nazionale di Azione redatto dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) e pubblicato dal Ministero dell'Ambiente possano favorire una più adeguata tutela e conservazione per il futuro.
Per ora dunque resta importante la raccolta di dati di presenza di esemplari vivi o morti e per questo ci appelliamo alle istituzioni preposte, e alla Regione Basilicata in primis ma anche alle province, affinchè favoriscano interventi finalizzati alla creazione e al miglioramento di un coordinamento di esperti ed appassionati a livello locale che consenta una più incisiva azione di ricerca, monitoraggio e valutazione dei dati acquisiti, nonché una più adeguata strategia di recupero, conservazione e studio delle carcasse eventualmente rinvenute e segnalate da cittadini e forze dell'ordine.



Fase del recupero della carcassa di Lontra


Il cerchio rosso indica il punto di ritrovamento della lontra

lunedì 5 dicembre 2011

Documento filmato sulla Lontra in Basilicata

Grazie alla disponibilità dell associazione ASNAB pubblichiamo qui sotto un interessante video che documenta la presenza della Lontra lungo l'alto Bradano. Gli autori del video Luciano Giacomino e Donato Franculli hanno posizionato una fototrappola nei pressi del greto del fiume lungo uno dei percorsi abituali del raro mustelide e il giorno 21 novembre hanno finalmente avuto la fortuna di "catturare" questa breve ma pur rara e interessante immagine di una lontra che si muove in pieno giorno.

domenica 4 dicembre 2011

Germano reale


Riserva Naturale di San Giuliano, 01 dicembre 2011

SOS Riccio

Questo giovane riccio, del peso di 200 g nato nella scorsa estate o autunno, è stato consegnato il 04 dicembre al CRAS di San Giuliano da operatori del CEA di Matera a cui si era rivolto un cittadino che aveva rinvenuto il piccolo mammifero, inerme e poco reattivo, lungo una strada. Purtroppo la debilitazione e il peso riscontrato non permettono un normale superamento della stagione fredda ormai alle porte; pertanto il riccio dovrà rimanere ospite del CRAS nella speranza che possa superare lo stato di debilitazione, svilupparsi ed accrescere il suo peso fino ad almeno 500-600 grammi, in modo da renderlo forte ed indipendente la prossima estate. E' pertanto necessario sin da ora fargli trascorrere i prossimi mesi invernali in un luogo caldo e sicuro, fornendo ogni giorno alimentazione adeguata ed acqua.
Ricordiamo che il Centro Recupero ha bisogno di aiuto da parte di tutti coloro che amano la natura e gli animali. Ogni contributo e donazione è un sostegno in più per una migliore cura dei tanti esemplari ospitati al Centro.
Coloro che contribuiranno a sostenere il CRAS saranno ringraziati pubblicamente e saranno invitati alle liberazioni degli animali curati e riabilitati.



TABELLA DI CRESCITA
Il 04 dicembre 2011 (giorno di arrivo) pesava 198 grammi
24 dicembre 2011 peso 371 grammi ==> 87% di incremento di peso
08 gennaio 2012 peso 526 grammi ==> 165% di incremento di peso