mercoledì 30 novembre 2011

Ucciso un esemplare protetto. Pelle di Tasso a Miglionico

MIGLIONICO - Non è ricetta ancora discretamente diffusa, come nel caso della volpe, ma si annovera purtroppo tra i piatti caserecci, dal nord al sud della Penisola. Sicilia e Sardegna escluse, ma solo perchè non è presente. Nonostante il grado di protezione riservato dalla legge, il Tasso rientra ancora nei piatti di tradizione dell’Italia mangia tutto.

E guai a criticare, perchè questi sono i piatti di tradizione, come la vietatissima polenta ed osei, se preparata (così come comunemente avviene) con uccelletti di cattura. L’unica precauzione (a parte evitare di farsi cogliere in flagranza dalla Forestale) è asportare le ghiandole. La carne, infatti, diventerebbe immangiabile. Questa fine, ovvero in pentola, ha fatto verosimilmente il povero Tasso di Miglionico, la cui pelle è stata trovata ieri in un sentiero di campagna. Tutti il resto è stato portato via, componente di ricette caserecce che di tanto in tanto appaiono nei forum di caccia. Da Piacenza a Brescia, passando per Bordighera e Laveno. Non solo nord Italia, comunque. Lo dimostra lo stesso Tasso trovato ieri. Probabilmente è stato cacciato di notte, oppure snidato con l’au - silio dei cani. Di sicuro ha fattounabrutta fine. Forum di caccia e non solo. Per chi ha buona memoria, basti ricordare chenonmolti anni addietro suscitò scalporeunasito scout (italiano, non cinese…) dove apparvero ricette su come cucinare non solo i Tassi, ma anche i Ricci (da gettare vivi nella brace e trafiggere nel cuore), Puzzole, Faine, le onnipresenti Volpi e finanche cani. Nella pubblicazione veniva mostrato come trappolarli, ma questo avviene tutt’ora in alcuni siti di caccia, ovviamente per rispetto della cultura venatoria. Non per utilizzarle.

dal Quotidiano della Basilicata del 30/11/2011

lunedì 14 novembre 2011

Aironi guardabuoi a caccia nei campi arati



Riserva naturale di San Giuliano, 14 novembre 2011
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giovedì 10 novembre 2011

Dalla Basilicata al Sahel: le aquile che migrano “al contrario”

Ugo Mellone, Università di Alicante

Avendo un paio d'ali, e dovendo raggiungere l'Africa dall'Italia, in che direzione volereste? La logica direbbe Sud, ma in natura le cose non sempre vanno secondo la nostra logica. A partire dal 2010, nel Parco Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane, è iniziato un progetto di studio della migrazione del Biancone (Circaetus gallicus), finanziato dall'Osservatorio Faunistico della Regione Basilicata e dall'Estación Biológica Terra Natura (Università di Alicante, Spagna). Ad oggi sono stati marcati con trasmittenti GPS/Argos, per la prima volta in Italia, cinque giovani esemplari.
Il Biancone è un'aquila che nidifica in boschi mediterranei, si nutre quasi esclusivamente di serpenti, e trascorre l'inverno prevalentemente in Africa tropicale. Il sistema GPS consente di localizzare i Bianconi con precisione e quindi di valutare le rotte di migrazione e le aree di svernamento.
Le trasmittenti, dal peso di 45 g (meno del 3% del peso delle aquile) funzionano tramite telemetria satellitare, una tecnica attraverso la quale è possibile seguire le migrazioni degli uccelli attraverso piccole radio alimentate da pannelli solari. Questi strumenti, che sono stati applicati tramite un leggerissimo "zainetto" pochi giorni prima che le giovani aquile si involassero dal nido, inviano dei dati (coordinate, ora e data) che sono poi scaricabili da internet.
I risultati del primo anno della ricerca sono stati appena pubblicati sulla prestigiosa rivista Journal of Avian Biology ("Extremely detoured migration in an inexperienced bird: interplay of transport costs and social interactions") e dimostrano come queste aquile, invece di raggiungere l'Africa volando dirette verso Sud, si dirigono veso Nord e poi attraverso la Francia raggiungono la Spagna e lo Stretto di Gibilterra, dove attraversano il Mediterraneo (guarda il 'viaggio' nella in photogallery). Successivamente, dopo alcuni giorni di viaggio sul Sahara, raggiungono le savane del Sahel dove trascorrono l'inverno.
Perchè questo percorso così tortuoso? La risposta è negli altissimi costi energetici e rischi associati all'attraversamento del mare, dove i Bianconi sono obbligati al dispendioso volo battuto. Raggiungere l'Africa dalla Sicilia implicherebbe almeno 140 km di volo sul mare, mentre da Gibilterra sono soltanto 14. E come fanno degli animali con pochi mesi di vita, e senza nessuna esperienza dimigrazione, a seguire un percorso tanto complesso? I ricercatori hanno ipotizzato che i giovani Bianconi apprendano il percorso seguendo individui adulti.
Queste ipotesi erano già state formulate sulla base di osservazioni di gruppi misti (adulti e giovani) in migrazione verso Nord in Italia centrale, ma è la prima volta che arriva la conferma tramite la tecnologia GPS.
Attualmente è possibile seguire quasi in tempo reale sul sito del Parco www.parcogallipolicognato.it la migrazione di tre individui, Federico, Pilar e Crocco, e le sorprese e i colpi di scena non stanno mancando: non tutti i giovani, infatti sembrano essere in grado di apprendere la migrazione "sicura" dagli adulti.

[nell'immagine sotto tragitti reali (in rosso, dalla Spagna) e ipotetici (in nero, dalla Sicilia) utilizzati da due giovani Bianconi per raggiungere l'Africa (Mellone et al. 2011, Journal of Avian Biology 42: 468-472)]



Fonte: greenreport.it

mercoledì 9 novembre 2011

Cicogna bianca, scatti in libertà



Una Cicogna bianca è stata liberata il 5 novembre 2011 nella Riserva Naturale di San Giuliano (Matera) dopo due mesi e mezzo di cure presso il Centro Recupero Animali Selvatici della stessa area protetta. Prima di allontanarsi dopo il rilascio ci ha regalato alcuni scatti in libertà.

giovedì 3 novembre 2011

Fossile di Balena: ripresi i lavori per il recupero del cranio

Il Consigliere Comunale del Partito Socialista di Matera Michele Lamacchia ha presentato un Ordine del Giorno da discutere in Consiglio per riportare l’attenzione su un ritrovamento avvenuto nell’agosto 2006, sulla sponda del lago San Giuliano di resti fossili di un grande cetaceo. Una balena lunga circa ventisette metri risalente al Pleistocene, cioè un milione di anni fa, che si è conservata integra fossilizzandosi nell’argilla. Un esemplare unico al Mondo per la completezza e per le dimensioni. Una scoperta sensazionale che sembra caduta nel dimenticatoio. Tra mille difficoltà economiche la soprintendenza ha provveduto al recupero del corpo e solo questi giorni stanno cominciando le operazioni di recupero della scatola cranica completamente immersa nell’argilla. Nell’Ordine del Giorno, il Consigliere Lamacchia pone l’attenzione sull’importanza che tale ritrovamento può avere in termini di ricadute culturali e turistiche nel Territorio e lancia un grido di allarme sulla eventualità di un probabile trasferimento del fossile in altra sede del Nord Italia. Si perpetrerebbe in questo modo un vero e proprio scippo alla Città di Matera e al Territorio Lucano.Non di poco conto, afferma Lamacchia, sarebbe la ricaduta sulla candidatura della Città di Matera a Capitale della Cultura 2019.L’ordine del Giorno ha la finalità di dare indirizzo al Sindaco e alla intera Giunta di mettere in atto tutti i provvedimenti e le iniziative utili a scongiurare un probabile trasferimento e di individuare nel contempo un sito idoneo ad ospitare un reperto unico al Mondo.E’ auspicabile inoltre che tutte le forze culturali regionali, i giovani, e tutti coloro che hanno a cuore il nostro territorio, prendano coscienza dell’importanza che riveste questo ritrovamento opponendosi ad eventuali trasferimenti che ci priverebbero di una opportunità unica.
Fonte:

Foto:Antonio Ferrante

Nuova osservazione di 2 grifoni in Basilicata

Nel corso di un monitoraggio faunistico condotto dall'ornitologo lucano Egidio Fulco questa mattina 3 novembre 2011 sono stati osservati 2 splendidi grifoni (Gyps fulvus) in alcune aree della Valle dell'Agri lungo l'Appennino Lucano. Data la notevole distanza non è stato possibile notare la presenza di eventuali anelli colorati. Si ricorda che la precedente osservazione della specie in Basilicata (A. Vilmer Sabino & M. Visceglia, 2011) è stata effettuata sulla Murgia materana la scorsa primavera e riguardava un soggetto inanellato (codice G71) proveniente dal Parco Nazionale del Pollino a seguito di rilasci a scopo di ripopolamento.

Un giovane nibbio reale con marche alari avvistato in Basilicata

Un Nibbio reale (Milvus milvus) con marche alari blu è stato osservato dall'ornitologo lucano Egidio Fulco il giorno 03 novembre 2011 in Basilicata nel territorio del comune di Marsicovetere (Pz) a circa 1000 metri di quota. A seguito di contatti con i responsabili di un progetto che si occupa della reintroduzione di questa specie in alcune aree dell'Italia centrale è emerso che questo nibbio (con codice IJJ) è un giovane liberato l'anno scorso nelle Marche nel Parco Regionale Gola della Rossa e di Frasassi nell'ambito del Progetto LIFE Natura "Save the Flyers". Questa importante osservazione conferma che tra le varie metapopolazioni di nibbio reale vi è un effettivo collegamento che potrebbe contribuire a consolidare la speranza di una ripresa della specie soprattutto in aree ove un tempo erano più comuni come la Toscana, il Lazio, l'Abruzzo, le Marche e il Molise. La popolazione nidificante lucana, la più importante d'Italia, rappresenta allo stesso tempo sia un grande serbatoio di esemplari che possono occupare nuove aree anche distanti diverse centinaia di km sia un forte richiamo per altri nibbi erratici proprio come IJJ avvistato nelle aree interne della regione. Ci hanno informato i responsabili del LIFE che precentemente questo giovane era stato visto sia in Toscana che nel Lazio, a dimostrazione di un comportamento di erratismo molto importante per la ricerca di nuovi territori da parte di giovani.


CONCLUSA CON SUCCESSO LA CAMPAGNA DI INANELLAMENTO ALLA FOCE DEL BRADANO

Potenza, 03 Novembre 2011 – Corpo Forestale dello Stato in collaborazione con l’ISPRA ha inanellato circa 1400 individui appartenenti a 31 specie diverse di avifauna migratoria.

Dal 30 Settembre al 31 Ottobre 2011 si è svolta una campagna di inanellamento scientifico nella Riserva Forestale di Protezione di Metaponto presso la Foce del Bradano, Sito di Importanza Comunitaria, dove è stata attivata una Stazione di inanellamento della rete ISPRA. La ricerca, svolta per il secondo anno consecutivo in collaborazione tra lo Studio Naturalistico Milvus e il CORPO FORESTALE DELLO STATO - Ufficio Territoriale della Biodiversità di Potenza, ha avuto come obiettivo quello di studiare la migrazione autunnale dei migratori intrapaleartici attraverso la costa jonica lucana. L’attività ha visto l’impegno di ornitologi professionisti in possesso del patentino ISPRA e dunque abilitati all’attività di inanellamento scientifico.
Il Dott. Egidio Fulco, ornitologo responsabile della stazione di inanellamento, ha dichiarato: “La ricerca ha prodotto interessanti risultati scientifici con 1.385 individui inanellati appartenenti a 31 specie diverse. Molto interessante la ricattura di un Luì piccolo, Phylloscopus collybita , un piccolo passeriforme migratore, risultato già inanellato in Repubblica Ceka. Tale dato conferma l’origine est-europea delle popolazioni migratrici che transitano alle nostre latitudini, oltre ad evidenziare l’importanza della costa jonica lucana quale via preferenziale per le migrazioni verso i quartieri di svernamento Nord-Africani”.
Parole di entusiasmo sono state espresse dal Vice Questore Aggiunto Dott.ssa Angela Malaspina, responsabile dell’UTB che ha finanziato la ricerca: “L’iniziativa, oltre al notevole significato scientifico e alle possibilità applicative degli elementi conoscitivi ai fini della gestione dell’area, ha consentito di espletare una consistente attività di educazione ambientale, mediante il coinvolgimento di numerose scolaresche che, in piccoli gruppi, hanno avuto modo di partecipare ad una esperienza didattica di grande interesse. Ciò ha ulteriormente confermato l’importante ruolo educativo e di sensibilizzazione svolto da attività di questo genere, soprattutto se condotte all’interno di aree protette come è quella di Metaponto. Inoltre, l’iniziativa ha richiamato anche numerosi volontari esperti del settore e provenienti anche da fuori regione che hanno affiancato il Dott. Fulco nelle operazioni di inanellamento. Si tratta di studenti, addetti ai lavori e appassionati che hanno potuto utilizzare il tempo trascorso in loco come un’importante occasione formativa e di interesse scientifico. Si auspica in futuro di potere proseguire con la ricerca, al fine di ottenere indicazioni gestionali sempre più precise e di valorizzare ulteriormente il ruolo formativo della stazione di inanellamento Foce Bradano. Attività di questo genere confermano la grande valenza ambientale della costa jonica metapontina, protetta dal vincolo di Riserva dello Stato, ma sempre più soggetta a fattori di alterazione e degrado, spesso giustificato da un malinteso sviluppo turistico fortemente impattante con i delicati equilibri del territorio”.


Martin pescatore


Luì piccolo con anello ceko