giovedì 31 gennaio 2013

Rosso di sera sul Pollino









Uno sguardo dalla mia finestra: ore 17,35 del 31 gennaio 2013... Siamo a 82 km a linea d'aria dal Massiccio del dio Apollo...

martedì 29 gennaio 2013

Fanello

 
Fanello (Carduelis cannabina) sul fiume Basento in agro di Pisticci, gennaio 2013

venerdì 25 gennaio 2013

Rassegna stampa 25 gennaio 2013


Alla sezione Rassegna stampa CRAS sono stati inseriti alcuni nuovi articoli pubblicati dai quotidiani regionali il 25 gennaio 2013.  Possono essere visualizzati a questo link



giovedì 24 gennaio 2013

CRAS San Giuliano: bilancio di un anno

 L’anno 2012 ha visto ancora in crescita l’attività svolta dal Centro Recupero Provinciale di San Giuliano nell’ambito delle proprie attività svolte a tutela della fauna del territorio. Tanti i risultati positivi ottenuti a conferma dell’utilità delle iniziative e degli interventi messi in atto ogni giorno con particolare riguardo ai temi della salvaguardia delle specie più preziose e rare presenti sul territorio provinciale. Non sono mancate anche costanti opere di educazione e sensibilizzazione al rispetto della natura anche attraverso diverse  visite ed esperienze concrete di contatto e di conoscenza diretta della fauna e delle sue peculiarità.

In 12 mesi sono stati consegnati al Centro, a scopo di cura, recupero e riabilitazione 378 esemplari con un incremento del 37,5 % rispetto al 2011. Il 61,6% di essi rientra nella categoria sistematica degli Uccelli, il 36,8% in quella dei Rettili (autoctoni ed esotici) e il restante 1,6% in quella dei Mammiferi.
In tutto 36 specie animali diverse che hanno richiesto specifiche misure e appropriati interventi per la loro gestione ai fini del rilascio in natura o per il loro mantenimento nelle strutture del Centro.
Particolare menzione meritano i Rapaci che, tra tutti i volatili rappresentano la maggiore percentuale come numero di esemplari pervenuti (82,4%). Sono infatti complessivamente 192 i rapaci diurni e notturni curati dal CRAS e appartenti a 11 specie diverse. La maggiore frequenza di interventi di soccorso e cure riguarda il Falco grillaio che, con 152 esemplari affidati da cittadini, associazioni e forze dell’ordine,  rappresenta dal punto di vista scientifico una delle specie a maggiore rilevanza in ambito nazionale ed europeo.
Da diversi anni i rapporti tecnici finali prodotti dal CRAS mettono in evidenza la particolare specializzazione del Centro Recupero nella gestione del Falco grillaio. Si tratta di una conseguenza legata alla presenza a Matera della più grande colonia riproduttiva al mondo con circa un migliaio di coppie nidificanti. Negli ultimi anni si sta inoltre assistendo ad una graduale espansione dell’areale riproduttivo della specie che interessa alcuni comuni della provincia di Matera.  Il recupero, la cura, l’inanellamento scientifico e il successivo rilascio in natura di tanti grillai è di fondamentale importanza in virtù della rarità della specie a livello mondiale.
Tutti gli animali affidati alle cure del CRAS nel 2012 provengono da 18 comuni diversi di cui 13 della provincia di Matera e 5 della provincia di Bari. Il 68% di essi è stato recuperato nel territorio di Matera, sia in ambito urbano che extraurbano.
L’analisi degli arrivi su base mensile mette in evidenza un andamento tipico di quasi tutti centri di recupero italiani che vede nei mesi estivi quelli in cui si incrementano gli interventi di soccorso dovuto al fatto che in tale periodo è in pieno svolgimento l’attività riproduttiva di molte specie e quindi vi è un gran numero di pulcini, cuccioli o giovani ancora non autosufficienti. La media mensile calcolata a fini statistici è di circa 31 esemplari in arrivo al mese.
I motivi più frequenti di consegna (40,7%) sono stati i pulcini di varie specie vittime di cadute o distruzione di nidi  oltre ai giovani inesperti che vengono a trovarsi in difficoltà nel periodo dell’involo.  Il 14,1 % degli esemplari è invece vittima di traumi di varia natura (compresi casi di ferite da armi da caccia) che in parte si risolvono positivamente ma che in vari casi determinano l’impossibilità di recupero completo o addirittura la morte dei soggetti già poche ore dopo la consegna o durante il trasporto al Centro.
Le altre cause di ricovero annoverano situazioni molto diversificate e con percentuali molto variabili. Nel corso del 2012 un’ eccezione rispetto agli anni scorsi è stata la consegna di numerose tartarughe d’acqua dolce oggetto di sequestro da parte delle forze dell’ordine.
L’esito dei ricoveri è stato molto legato alla gravità della situazione del ritrovamento e alla tempestività del soccorso. Tra tutti gli animali di origine selvatica, quindi teoricamente reintroducibili nuovamente in natura,  il 50% è stato liberato in habitat adatto alla specie mentre solo il 24,7% di essi purtroppo non ce l’ha fatta per le gravi condizioni fisiche al momento della consegna. Il 2% è risultato irrecuperabile e il 7,2% è ancora in attesa di liberazione nella prossima primavera. Un dato che fa riflettere è che il 15,1% è stato invece trasferito,  per insufficienza di spazi,  in altre strutture di recupero della Regione Puglia a dimostrazione della necessità,  più volte evidenziata,  di implementare spazi, strutture ed attrezzature a supporto dell’attività.

Attualmente presso il CRAS sono ospitati circa 60 animali di cui alcuni in attesa di essere liberati e il resto costituito da esemplari irrecuperabili, cioè quelli che pur essendo sopravvissuti ai gravi traumi o ferite,  non possono essere più rimessi in natura poiché non più autonomi e in grado di sopravvivere da soli. Essi sono utilizzati a scopo didattico e scientifico e viene quotidianamente garantita loro ogni cura, alimentazione adeguata e mantenimento.
L’assistenza veterinaria è stata garantita, a seconda delle disponibilità e dei periodi, dal dott. Vito Tralli di Matera, dalla Facoltà di Veterinaria dell’Università di Bari e dall’Osservatorio Faunistico della Regione Puglia.

Il responsabile e coordinatore del CRAS Matteo Visceglia dichiara:
Nel 2012 le attività legate ai compiti e alle funzioni del Centro hanno avuto molteplici finalità: principalmente siamo intervenuti 365 giorni all’anno attraverso la tutela diretta mediante il primo soccorso e la cura di tanti animali protetti a livello europeo. Parallelamente abbiamo svolto un continuo quotidiano lavoro di sensibilizzazione che ci ha portato a costruttivi confronti e contatti con tantissime persone che ci hanno interpellato per chiedere il nostro intervento per qualsiasi problematica legata al soccorso di fauna selvatica ferita o in difficoltà da essi rinvenuta. Il rapporto con la società civile riteniamo sia di fondamentale importanza per far crescere la sensibilità nei confronti della natura stimolandone allo stesso tempo il rispetto.
Abbiamo fornito occasione a molti turisti,  famiglie, alunni e naturalisti di poter osservare e conoscere da vicino alcune specie più legate al nostro territorio. Abbiamo anche dato l’opportunità a tanti appassionati di partecipare agli eventi, sempre emozionali ed unici, di liberazione degli animali curati e riabilitati,  a volte dopo mesi di paziente lavoro.  Abbiamo infine offerto ogni collaborazione, anche collaterale alle funzioni primarie del CRAS,  a istituti di ricerca e studiosi che studiano alcune specie di interesse scientifico come Lontra, Lupo, Falco grillaio, Nibbio reale, Capovaccaio, ecc.  dando la nostra disponibilità a supportare nuove iniziative di ricerca e monitoraggio sul territorio al fine di studiare un patrimonio faunistico di cui  resta ancora moltissimo da conoscere e valorizzare.

mercoledì 23 gennaio 2013

Tassi, istrici e fragole: come convivere?

L'articolo qui sotto offre lo spunto per ricordare che spesso una recinzione elettrificata può rappresentare una valida soluzione per prevenire i danni provocati da alcuni  animali domestici e selvatici. E' quindi  un efficace mezzo di protezione per campi coltivati o aziende zootecniche frequentate da  cinghiali, caprioli, lupi, orsi e, nel nostro caso specifico, anche tassi e istrici. Allo stesso modo in cui gli agricoltori difendono le loro colture dalla grandine o da altri agenti meteorologici così occorre abituarsi a convivere con la presenza di animali selvatici problematici, trovando volta per volta e a seconda dei casi soluzioni adeguate e sostenibili.
Se poi qualcuno pensa che la soluzione "fucile" o il metodo "veleno" sia la via giusta allora significa che queste persone rappresentano quanto di peggio possiamo aspettarci per elevare la qualità dei nostri prodotti dell'agricoltura.  E' giusto che gli agricoltori che subiscono danni vengano aiutati ma ricordiamo che sicuramente l'indennizzo economico (quello che in realtà chiedono in molti, e spesso in mala fede) non favorisce un approccio giusto e rende il problema cronico e deleterio a lungo termine.
Occorre pertanto sviluppare l'abitudine  ad affrontare i problemi con un approccio più tecnico e meno legato all'assistenzialismo. Ci sono persone, come esperti di fauna e tecnici faunisti, che possono aiutare a trovare le soluzioni, studiando i casi specifici e analizzando ogni situazione con occhio critico.

CRAS Centro Recupero Animali Selvatici Provincia di Matera





domenica 20 gennaio 2013

Fiore d'inverno: lo zafferano selvatico

In pieno inverno nei pascoli e negli incolti della Murgia è facile imbattersi in uno dei primi fiori a sbucare dal terreno freddo e umido. Si tratta dello zafferano selvatico (Crocus biflorus), piccola geofita bulbosa che raggiunge generalmente un'altezza tra 10 e 15 cm. 
E' presente in tutte le regioni italiane, escluse Valle d'Aosta e Sardegna e si può trovare da 0 a 1200 metri di quota nei chiari di boschi e macchie, sui pascoli e anche tra vigneti e oliveti. 
La Murgia in questi giorni sta offrendo buone occasioni per ammirare da vicino questi piccoli gioielli floreali dal bulbo perenne che genera ogni anno straordinari e delicati fiori striati.

Parco Regionale Murgia Materana, contrada S. Andrea, 20 gennaio 2013




venerdì 18 gennaio 2013

Una Poiana fortunata si riprende la libertà














Una Poiana è stata liberata oggi nella Riserva di San Giuliano. Aveva subito un lieve impatto con un veicolo per fortuna senza gravi traumi. Un cittadino attento e sensibile l'ha raccolta nella prima mattinata sulla strada Matera-Metaponto, in località Tre Confini tra Pomarico e Montescaglioso.  Era in evidente stato di shock e poco reattiva per il trauma, perciò viste le condizioni precarie l'ha consegnata al CRAS di San Giuliano. Qui è stata tenuta un pò a riposo ed in osservazione. Rifocillata e verificate le sue condizioni fisiche e la capacità di volo è stata inanellata e rimessa in libertà dal Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera. Buona fortuna!!!
Qui il momento del suo rilascio:

mercoledì 16 gennaio 2013

martedì 15 gennaio 2013

Il corbezzolo, pianta antica e mediterranea

Il Corbezzolo il cui nome scientifico è Arbutus unedo, è un albero originario della zona mediterranea occidentale, appartenente alla famiglia delle Ericaceae. Generalmente assume il portamento di alberello sempreverde dalle dimensioni che possono variare da 1 a 6 metri d'altezza.
Ciò che colpisce di più di questa meravigliosa pianta sono i suoi splendidi e gustosi frutti, molto apprezzati. Ma in autunno sullo stesso albero è possibile vedere insieme i colori della nostra bandiera: il bianco dei fiori, il verde delle foglie e il rosso dei frutti. Alla pianta viene da alcuni attribuito il significato della stima, mentre i suoi fiori sono il simbolo dell'ospitalità.
Qualche giorno fa in campagna di un amico a Miglionico in contrada Conche ho avuto il piacere di poter ammirare alcuni alberelli di corbezzolo in un boschetto di querce. Ma ho potuto gustare anche un prelibato e maturo frutto. Si, perchè  il suo nome latino fa riferimento al fatto che ne va mangiato uno solo. Infatti  unedo significa  "uno solo". Ovviamente di fronte a tanta bellezza non si poteva non scattare una bella foto ricordo...

Mi sfuggono i nomi dialettali lucani... Qualcuno può aiutarmi a ricordarli?

I frutti del corbezzolo a differente grado di maturazione

Torrente gravina: ancora una denuncia di Falco Naumanni Trekking


venerdì 11 gennaio 2013

Antea chiarisce le responsabilità dei comuni in materia di randagismo

Attraverso un comunicato stampa Antea invita i comuni ad applicare le leggi a tutela degli animali di affezione



La delegazione provinciale Antea Onlus Miglionico, in seguito alle dichiarazioni dell’assessore Grieco del comune di Pisticci riportate su vari organi di stampa, con le quali invitava i cittadini pisticcesi a non dare cibo agli animali randagi vaganti sul territorio del loro comune, desidera fornire allo stesso alcune importanti informazioni, stranamente e volutamente ignorate.
La legge 281/91 (Legge quadro in materia di animali di affezione e prevenzione del randagismo), spiega a chiare lettere quali siano le responsabilità di Comuni ed Asl nei confronti degli animali randagi vaganti sul proprio territorio, obbligando gli stessi a combattere il dilagante fenomeno del randagismo tramite meccanismi di controllo delle nascite quali la sterilizzazione e affidando la responsabilità diretta della salute e del benessere degli stessi ai Comuni.
Vogliamo ricordare, inoltre, che la Giunta Regionale della Basilicata con Delibera n° 749 del 12/06/2012, ha predisposto un programma di sterilizzazione dei cani randagi e reimmissione sul territorio, riconoscendo la figura del “cane libero accudito” allo scopo di evitare il sovraffollamento dei canili e onerose spese per i Comuni, lasciando quindi liberi i cittadini di occuparsi dei randagi ( tra l’altro non esiste alcuna legge che vieti a chiunque di dare da mangiare ad un animale randagio).
Restiamo esterrefatti di come cittadini e Comune si preoccupino più dello smaltimento illecito di scarti di macelleria che del presunto smaltimento illecito di rifiuti da parte di alcune aziende presenti sul proprio territorio o delle numerose discariche abusive di rifiuti di ogni genere che mettono seriamente in pericolo la vita dei cittadini.
Troviamo vergognoso questo accanimento (anche da parte di quei cittadini che segnalano questi presunti “abusi”) nei confronti di animali che patiscono fame, freddo, malattie e maltrattamenti a causa della noncuranza, insensibilità e mancato rispetto della Legge da parte degli organi preposti.
Prima di accusare i cittadini onesti e sensibili di essere i colpevoli dell’aumento del randagismo, bisognerebbe studiare e ripassare più volte le leggi, soprattutto quando si ricoprono determinate cariche, assumendosi quindi le proprie responsabilità.
Pertanto, invitiamo il Comune di Pisticci e tutti gli altri Comuni della Basilicata ad impegnarsi con maggiore efficacia  affinchè, come stabilito dalla legge, abbia finalmente inizio, anche nella nostra regione, la tanto attesa campagna di sterilizzazione.
Ricordiamo, infine, che qualsiasi essere vivente (umano o animale), posto in condizioni di sofferenza, stenti e difficoltà potrebbe diventare aggressivo, pertanto, minacciare i cittadini affinchè non diano del cibo agli animali, oltre che dimostrare grande inciviltà, non  fa altro che peggiorare la situazione.

Miglionico, 10/01/2013

mercoledì 9 gennaio 2013

Farfalla d'inverno

Durante le belle giornate invernali anche le farfalle si fanno vedere mentre prendono il sole su superfici riflettenti il calore. Un telo bianco è un ottimo calorifero e qualche minuto di sosta vale tanta energia utile a superare i giorni più difficili.


















Riserva Naturale di San Giuliano, 9 gennaio 2013


Pettirosso in cerca di briciole

Un pettirosso molto incuriosito dagli avanzi di cibo si avvicina a pochi metri. Come si fa a resistere nel fargli una bella foto?

Centro Recupero Animali Selvatici Riserva Naturale di San Giuliano, 9 gennaio 2013


venerdì 4 gennaio 2013

Nibbio bruno d'inverno

Il Nibbio bruno (Milvus migrans) è specie osservabile in Italia principalmente da marzo a agosto quando diverse centinaia di coppie si riproducono regolarmente. Gli individui che si fermano a svernare sono invece rari e localizzati con una popolazione composta solo di pochi individui in tutto.
Oggi 4 gennaio, durante un monitoraggio lungo la valle del Basento, all'interno del Parco Regionale di Gallipoli Cognato abbiamo osservato un individuo in riposo su un traliccio, circondato da alcuni nibbi reali.
La foto qui sotto, ingrandita e di scarsa qualità per la lunga distanza di ripresa, rappresenta una ulteriore testimonianza della sua presenza nella nostra regione, che  è quasi certamente una delle più importanti aree di svernamento a livello nazionale  con non più di 15 individui osservati nel gennaio 2011 in 7 siti accertati finora.

Matteo Visceglia


giovedì 3 gennaio 2013

Scouts in visita al CRAS

Questa mattina il Gruppo Scout Agesci "Fratello Sole Matera 3" guidato da Raffaele Natale  ha effettuato una visita al CRAS della Riserva di San Giuliano. E' stata l'occasione per discutere, con il responsabile della struttura,  della fauna del territorio,  dei problemi che essa incontra e delle attività che vengono realizzate dal Centro Recupero per il suo soccorso, tutela e reimmissione in natura. L'entusiasmo dei ragazzi, una quindicina, è stato grande nell'osservare gli animali ospitati nelle voliere tra cui nibbi reali, poiane, pecchiaiolo, falchi pellegrini, grillai, gufo reale. Ma la curiosità è stata massima quando hanno potuto osservare anche un giovane istrice in cura presso il CRAS. Molti di loro non avevano mai visto questa specie da vicino anche perchè di abitudini strettamente notturne e crepuscolari. Insomma una bella esperienza per i giovani scouts materani che si spera possa permettere loro di comprendere che la fauna del nostro territorio merita davvero di essere conosciuta e rispettata.









martedì 1 gennaio 2013

Il primo ospite del CRAS del 2013: un riccio!

Un riccio vagava da alcuni giorni ed in orario diurno in una zona del centro abitato di Matera, nei pressi dell'Unimed.  Per fortuna una cittadina sensibile e attenta lo ha notato in condizioni molto precarie, ha intuito il suo stato di difficoltà e lo ha raccolto mettendolo al sicuro per evitare il peggio. Dopo varie telefonate a istituzioni e associazioni è riuscita lunedì 31 dicembre a contattare il  CRAS provinciale di Matera i cui operatori sono subito intervenuti sul posto nel pomeriggio dello stesso giorno per prenderlo in consegna. Poco dopo il suo trasferimento al Centro è stato approntato un piccolo rifugio di legno riscaldato da una lampada ad infrarosso per fornire il calore necessario in questa fase critica e mettendo cibo adatto (mela, insalata, piccoli pezzi di carne, ecc.) e acqua pulita a disposizione. La mattina dopo, 1 gennaio 2013, la prima visita accurata era per lui! Ad un primo esame si è riscontrata una notevole debolezza e difficoltà a muoversi, con peso inferiore alla norma del periodo (solo 320 grammi). Si tratta  quindi di uno di quegli esemplari che d'inverno non riescono a trovare cibo a sufficienza, oppure un esemplare che è stato disturbato nella sua tana e non è riuscito ad alimentarsi e a termoregolarsi subito entrando in una fase di pericolosa ipotermia. Nelle condizioni in cui si trovava  non sarebbe mai riuscito a farcela da solo e probabilmente sarebbe morto per inedia. Ora è in cura e si spera possa gradualmente riprendere. Non ci è stato possibile fargli una buona foto visto che se ne sta spesso appallottolato e nascosto tra la paglia. Un ringraziamento da parte del CRAS a colei che lo ha salvato in tempo consegnandolo poi alle cure del Centro Recupero di Matera.


Sulle strade a volte si vedono tanti ricci schiacciati poichè essi molto frequentemente vengono uccisi dalla collisione con le auto mentre attraversano le strade alla ricerca di cibo nelle campagne. La loro utilità per il mantenimento degli equilibri naturali, soprattutto negli agroecosistemi,  è nota a tutti! Per questo occorre sempre prestare soccorso a quegli esemplari trovati in difficoltà. Un riccio in più nella natura è sempre una buona cosa anche per la garanzia e l'indicazione di una positiva qualità dell'ambiente.

                                        
La foto qui sopra ritrae un altro esemplare trovato nelle stesse condizioni lo
scorso anno e che dopo le prime cure si è ripreso perefettamente.