venerdì 12 marzo 2010

Le ultime gru

Oggi, del gruppo degli oltre 80 esemplari di gru che hanno stazionato nella Valle del Bradano, ne ho trovato solo 5! Molto probabilmente tutte le altre, come era prevedibile visto il miglioramento del tempo, sono ripartite per il lungo viaggio di migrazione che le porterà nelle zone riproduttive della Russia e delle altre regioni del centro-nord Europa.
Alle 13,30 una luce radente, dovuta ad un gioco di nuvole, ha impreziosito ancora di più le loro snelle figure che si stagliavano sullo sfondo dei campi verdi e bagnati dalle piogge dei giorni scorsi.
La foto qui sotto sicuramente non rende bene l'atmosfera che si era creata con quelle luci ma la sensazione era la stessa di chi si trova in un luogo molto più lontano e selvaggio della nostra Lucania...

Rilasciato il primo grillaio del 2010

Questo pomeriggio è stato reimmesso in natura il falco grillaio recuperato mercoledì scorso dai Vigili del Fuoco di Matera (vedi post del 10 marzo) perchè incapace di volare per il piumaggio completamente inzuppato d'acqua (causa temporale) e per un leggero trauma da impatto. La liberazione è avvenuta nelle campagne attorno a Matera ed è stata preceduto da inanellamento a scopo scientifico.
E' solo da pochi giorni che i grillai sono ritornati in Italia dalle zone di svernamento africane e già i primi esemplari vengono recuperati ed affidati tramite la Provincia di Matera al Centro Recupero Rapaci realizzato nell'ambito del Progetto LIFE Natura "Rapaci Lucani". Si tratta di una struttura che è al servizio della comunità civile e delle pubbliche istituzioni e continua a funzionare anche dopo la conclusione dello stesso progetto nel mese di settembre 2009.



Il grillaio fotografato un attimo prima del rilascio

Matera, sigilli al depuratore di Pantano

Sequestrato preventivamente dai carabinieri del Noe, tre le persone indagate

di Rossella Montemurro


MATERA - E' stato sequestrato preventivamente ieri mattina dai carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Potenza e dai militari della Compagnia di Matera il depuratore di acque reflue, in località Pantano Nuovo, lungo la statale “Appia”, che serve la rete fognaria del Comune.
Il sequestro è stato disposto dal Giudice per le indagini preliminari di Matera su richiesta della Procura, dottoressa Rosanna De Fraia.
Della Giuzio di Potenza, società che gestisce l'impianto, risultano indagati i titolari A. G. e R. G il direttore tecnico dell'impianto A. N..
I carabinieri hanno sottolineato che alla luce del sequestro preventivo, il depuratore potrà essere utilizzato solo per le acque reflue del Comune e non potrà raccogliere lo smaltimento dalle autobotti così come accadeva in passato.
Se sovraccaricato, infatti, l'impianto di contrada Pantano va in sofferenza.
La situazione, inoltre, è aggravata dal fatto di aver trattato rifiuti che per tipologia non potevano essere trattati.
Le indagini e gli accertamenti furono avviati nel maggio 2009, quando i militari del Nucleo Operativo Ecologico effettuarono dei controlli presso il depuratore, per verificare il rispetto delle normative ambientali e accertare, quindi, possibili casi di inquinamento.
«L'impianto è risultato non in regola con la normativa vigente, in quanto, per il trattamento dei reflui, venivano utilizzate anche le vasche di essiccazione di un analogo impianto adiacente e ormai dismesso e, quindi, il trattamento avveniva in un luogo diverso dal sito autorizzato. - si legge in una nota del Comando provinciale dei carabinieri - Il processo descritto e rilevato risulta particolarmente dannoso per l'ambiente, in quanto le acque da trattare non compiono il ciclo completo che ne determina, appunto, la depurazione, come invece sarebbe dovuto accadere».
I carabinieri del Noe, con indagini tecniche di laboratorio, hanno anche accertato il superamento dei limiti nello scarico di alcuni elementi e tensioattivi totali.
Sulla base della ricostruzione dei militari dell’Arma «i liquami, conferiti all'impianto, catalogati come “liquame civile”, “reflui civili” o “fossa biologica”, provenivano, inoltre, da diversi luoghi di produzione e venivano trasferiti con autobotti per lo smaltimento, effettuato sulla base di contratti stipulati dalle ditte trasportatrici con l'Acquedotto Lucano S.p.A., nonostante l'impianto in questione fosse privo della prescritta autorizzazione per lo smaltimento dei rifiuti e inadeguato per capacità depurative».
Dopo le indagini svolte dai carabinieri, il Gip ha così disposto il sequestro delle vasche di essiccazione dell'impianto in disuso, nonché dell'impianto di depurazione delle acque reflue urbane del Comune di Matera, concedendo alla società di gestione di ricondurre l'esercizio dell'impianto al suo regolare funzionamento.