sabato 29 gennaio 2011

Airone cenerino, ospite fisso nella Riserva

L'Airone cenerino può essere considerato come uno dei più comuni trampolieri delle zone umide europee. Nella Riserva Naturale di San Giuliano, come in buona parte dei laghi e dei fiumi lucani, questa specie è ormai stabilmente legata all'habitat acquatico. Le sue abitudini e il suo eclettismo alimentare fanno sì che esso possa essere considerato un "buongustaio" in quanto si nutre di molte specie di vertebrati e macroinvertebrati presenti nell'ambiente in cui vive. Non è difficile vederlo anche lontano dalle acque e soprattutto nei campi di foraggio dove instancabilmente dà la caccia anche a topi ed arvicole, con grandi vantaggi per gli agricoltori.




Riserva Naturale di San Giuliano, gennaio 2011

giovedì 27 gennaio 2011

Effettuato il Censimento dell'avifauna acquatica nella Riserva Naturale di San Giuliano


Anatidi sulle rive del Lago di San Giuliano

Il 23 gennaio 2011 nell'ambito del Programma Nazionale IWC (International Waterbird Census) organizzato e coordinato dall'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) si è svolto nella Riserva Naturale di San Giuliano un censimento dell'avifauna acquatica svernante. L'iniziativa, che si svolge da diversi anni anche con il supporto locale e la collaborazione del Centro Recupero Animali Selvatici, serve a monitorare in una sola giornata, scelta come campione in un periodo definito, lo stato dell'area umida in riferimento alle specie spiccatamente acquatiche presenti.
Al censimento hanno preso parte 7 rilevatori: Matteo Visceglia, Egidio Fulco, Egidio Mallia, Caterina Coppola, Mariangela Arancione, Cristiano Liuzzi, Claudio Bernardi.
Il conteggio è stato particolarmente difficoltoso sia per le condizioni delle acque del lago particolarmente agitate, sia per la conformazione dell'intera zona umida che si estende in questo periodo su un tratto di circa 8 km tra lago e fiume ed è caratterizzata da numerose insenature dove la fauna spesso si rifugia tra la vegetazione occultandosi alla vista.
Il conteggio è stato effettuato in modo coordinato dividendo il gruppo in due squadre che hanno lavorato, utilizzando attrezzature adeguate, in modo indipendente per poi confrontare i propri dati e sintetizzare i risultati.
Le specie acquatiche osservate che rientrano tra i parametri richiesti dall'IWC sono state 20 mentre il numero complessivo di esemplari censiti ammonta a circa 1200. Indipendentemente dall'obiettivo del lavoro sono state censite anche altre 33 specie non tipicamente acquatiche che non erano pertanto oggetto specifico della ricerca IWC.
Grazie ai dati raccolti si è registrato un sostanziale calo di alcuni anatidi normalmente presenti negli anni passati con numeri molto più elevati. Tra questi in particolare Fischione e Alzavola che insieme non superavano i 330 esemplari mentre negli inverni precedenti le stesse 2 specie superavano abbondantemente il migliaio di esemplari con punte anche di 2-3 mila individui in alcuni inverni. Non sono note le cause di questo calo ma si ritiene che sia collegato ad una serie di fattori tra cui la disponibilità trofica e il livello del lago. Non vanno esclusi comunque fattori esterni (compresi i fenomeni di bracconaggio) di cui non abbiamo sufficienti elementi oggettivi di valutazione.
I monitoraggi hanno la finalità di seguire l'evoluzione delle comunità faunistiche nelle zone umide protette e nelle aree soggette a particolari vincoli come ZPS (Zone di Protezione Speciale) e aree Ramsar in modo da cogliere ogni variazione positiva o negativa e segnalare agli organismi competenti eventuali problemi. Naturalmente occorre ricordare che i censimenti della fauna almeno nelle zone umide importanti regionali dovrebbero essere con regolarità ed annualmente promossi, organizzati e sostenuti dagli enti gestori delle varie aree in coordinamento con gli organismi nazionali di riferimento per la gestione della fauna come ad esempio l'Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale.
In Basilicata opera da alcuni anni un gruppo di appassionati ed esperti, come il gruppo che ha svolto questo monitoraggio, che che gratuitamemnte mette a disposizione la propria competenza, il proprio tempo ed i propri mezzi a favore della conoscenza del nostro patrimonio naturalistico.



Airone bianco maggiore

Censimento IWC San Giuliano: rassegna stampa 27 gen 2011

mercoledì 12 gennaio 2011

Ritrovato un ibrido di Gatto selvatico a Montescaglioso



Lungo la Valle del Bradano a pochi km da Montescaglioso, su un ponte che cavalca il letto del fiume domenica scorsa 9 gennaio è stato rinvenuto dal responsabile del CRAS della Riserva di San Giuliano un esemplare morto di presunto Gatto selvatico (Felis silvestris). A causa della difficoltà a riconoscere in natura gli esemplari geneticamente puri di questa specie si è provveduto a raccogliere una esauriente documentazione fotografica che è stata sottoposta per un prima valutazione, su base morfologica, al Dott. Bernardino Ragni del Dipartimento di Biologia Animale dell'Università di Perugia. Dalla diagnosi è emerso che l'esemplare presenta sia caratteri del selvatico che della forma domestica, pertanto sembrerebbe un esemplare ibrido. Una necroscopia completa ed un approfondito esame genetico potranno sia confermare la determinazione che assumere ulteriori ed utili informazioni. Pertanto il reperto sarà messo a disposizione di tutti i ricercatori che in Italia si occupano di questo felide per gli opportuni approfondimenti scientifici.
Negli ultimi anni sono stati rinvenuti in Basilicata diversi esemplari di Gatto selvatico, puri e ibridi, e spesso sono state proprio le analisi scientifiche dei reperti a mettere in evidenza la grave situazione di inquinamento genetico in cui versa la specie in tutto il suo areale, soprattutto in zone di facile contatto con la forma domestica (Felis silvestris catus).
Allo scopo di contribuire allo studio di questo raro ed elusivo felino si invita chiunque ritrova in provincia di Matera esemplari morti che possono essere parzialmente riconducibili alla forma selvatica è pregato, ove possibile, di recuperare la carcassa e mettersi in contatto con il Centro Recupero Animali Selvatici (tel. 339/1637510) che si occuperà delle preliminari valutazioni e del successivo contatto con gli esperti.

lunedì 10 gennaio 2011

Concluso il 1° Censimento del Nibbio reale in Basilicata



Nell’ambito del 1° Censimento Nazionale del Nibbio reale (Milvus milvus) svernante 20 rilevatori rappresentati da ornitologi, birdwatchers e appassionati di rapaci provenienti dalla Lucania, Puglia, Calabria e Toscana hanno condotto ricerche sul campo in molte aree della Basilicata già note per la discreta concentrazione di nibbi reali in vari periodi dell'anno. Per la stima degli individui che sostano durante i mesi invernali i giorni ufficialmente fissati erano l’8 e il 9 gennaio 2011 ma sono stati effettuati importanti conteggi anche il giorno successivo. Questa iniziativa è nata nell’ambito di un programma di monitoraggio europeo della specie promosso dalla LPO (Ligue pour la protection des oiseaux) francese che ha stimolato anche gli ornitologi italiani ad avviare analoghe iniziative nelle proprie regioni.
L’iniziativa è stata coordinata per la provincia di Matera da Matteo Visceglia e per la provincia di Potenza da Egidio Fulco ed ha visto il coinvolgimento e la partecipazione di vari organismi come De Rerum Natura, Studio Milvus, Associazione per la Tutela dei Rapaci e dei loro Ambienti/ALTURA, Lega Italiana per la protezione degli Uccelli/LIPU, Argonauti, Centro Recupero Animali Selvatici/CRAS di San Giuliano, Cooperativa Nova Terra/Centro Recupero Animali Selvatici/CRAS di Pignola, Centro Studi Naturalistici/CSN. Un particolare ruolo è stato svolto da Guido Ceccolini, direttore del CERM/Centro Rapaci Minacciati, che ha stimolato e coordinato il monitoraggio a livello nazionale curando i rapporti con i colleghi francesi promotori dell’iniziativa.

Lo scopo principale del monitoraggio che abbiamo promosso ed effettuato in Basilicata è stato quello di ottenere una stima, riferita ad un campione di siti da noi conosciuti e frequentati dalla specie, della popolazione svernante del Nibbio reale nelle due province lucane. I dati scientifici emersi da studi precedenti da parte di vari ornitologi già mettevano in risalto l’importanza primaria della Basilicata rispetto al resto d’Italia sia per quello che concerne la popolazione nidificante che quella svernante.
Uno dei metodi più efficaci per avere un quadro abbastanza chiaro della consistenza del numero di individui che trascorrono l’inverno nelle nostre aree è quello di attendere il tramonto e censire gli esemplari nel momento in cui si radunano in particolari aree per trascorrere la notte insieme su alcuni alberi (roosting).
Tale metodo è applicabile solo in quelle aree di cui sono già note buone concentrazioni di esemplari che fanno preludere a successivi assembramenti serali. Le aree sottoposte a monitoraggio sono state in tutto 14 e il numero complessivo degli esemplari effettivamente contati si avvicina ai 700 individui, il più alto d’Italia, con dormitori comuni che ospitavano da un minimo di 8 individui ad un massimo di 160. Questo dato, che sicuramente presenteremo al prossimo Convegno Nazionale di Ornitologia che si svolgerà a settembre in Emilia Romagna, conferma ancora una volta che la Basilicata può a tutti gli effetti essere considerata la "terra dei nibbi reali" e che la loro presenza così consistente e diffusa, anche se sicuramente inferiore al passato, è indice di una situazione territoriale non ancora totalmente compromessa, con vasti territori integri ed in grado di ospitare e sostenere la più grossa popolazione svernante e nidificante di questa specie a livello nazionale.
Considerato il successo dell’iniziativa e la entusiasta partecipazione di molti esperti la nostra intenzione è quella di ripetere anche nei prossimi anni questo tipo di monitoraggio, si spera anche con il supporto e la collaborazione di istituzioni locali ed Enti parco, che ci permetterà di valutare in che modo le trasformazioni del territorio possono influenzare in maniera negativa o positiva la situazione demografica della specie. La popolazione svernante di Nibbio reale, mediante la sua stima quantitativa ripetuta negli anni, potrà essere perciò paragonata ad un vero e proprio termometro ambientale che ci dirà cosa sarà cambiato in peggio o in meglio intorno alle aree abitualmente frequentate da questi rapaci sia per la ricerca del cibo che per il riposo notturno”.

Matteo Visceglia & Egidio Fulco - Coordinatori Regionali Censimento Nibbio reale







sabato 1 gennaio 2011

Nei prossimi giorni parte il 1° Censimento invernale del Nibbio reale in Basilicata



Nei giorni 8 e 9 gennaio sarà svolto in Basilicata, in contemporanea ad altre regioni italiane ed europee, il 1° Censimento invernale del Nibbio reale finalizzato principalmente al conteggio degli esemplari nei pressi del dormitorio serale. Il progetto, promosso nell'ambito della LPO (Ligue pour la Protection des Oiseaux) francese, sarà svolto con la collaborazione volontaria di diverse associazioni, gruppi e appassionati di rapaci. Questa iniziativa prevede l' individuazione preliminare dei siti in cui si radunano i nibbi prima del riposo notturno e il successivo conteggio degli esemplari al fine di quantificare la consistenza della popolazione svernante nelle varie aree.
La Basilicata è ritenuta la regione italiana che ospita a livello nazionale il maggior numero di coppie nidificanti e di esemplari svernanti provenienti anche dalle regioni più fredde italiane ed europee.
Chiunque sia a conoscenza di siti con discreta concentrazione di esemplari osservati soprattutto all'imbrunire può collaborare con questo progetto mettendosi in contatto con i coordinatori:

Siti in provincia di Matera
Matteo Visceglia/DE RERUM NATURA 339-1637510

Siti in provincia di Potenza
Egidio Fulco/Studio MILVUS 338-5096130