venerdì 31 agosto 2012

Estate di fuoco, istruzioni per l'uso.

Incendio a Miglionico del 9 agosto 2012

L’Italia avvampa nelle fiamme, ma dovrebbe bruciare soprattutto di vergogna…” La protesta dei naturalisti è chiara e decisa, e arriva dal Centro Parchi di Roma e dalle molte Associazioni che vi aderiscono, in prima linea Maremma Viva e i Lupi dell’Appennino. Perché? Ma perché, malgrado i disastri del passato, non abbiamo imparato la lezione, e continuiamo a trascurare gli interventi fondamentali, poco costosi e molto efficaci. Quali? Educazione, prevenzione e risanamento.
A parlare è Franco Tassi, Coordinatore del Comitato Parchi ed Ecologo di fama internazionale. Cosa si sarebbe dovuto fare?
“Sono anni che lo stiamo predicando, ma purtroppo sembra voce nel deserto. Non ripeteremo ancora una volta il famoso “Decalogo contro il Fuoco”, che stiamo diffondendo da anni (si veda Allegato). Preferiamo invece soffermarci per un attimo sui sette punti essenziali, semplici e poco dispendiosi, ma proprio per questo meno graditi a certi politici” . Eccoli in breve:

1.- Educazione: la cultura antincendio dovrebbe partire anzitutto dalle scuole, anche con visite, discussioni ed esercitazioni in natura. Avevamo proposto un Museo, o Centro del Fuoco, e una serie di Itinerari nei luoghi percorsi dagli incendi: ma come sempre si sono preferite cementificazioni e cattedrali nel deserto.
2.- Segnaletica: al principio del caldo, il pericolo va segnalato nel modo più visibile, e fatto oggetto di spot promozionali ripetuti. Meno tabelloni pubblicitari antiestetici e pubblicità radiotelevisiva invadente, e più attenzione alla natura e all’ambiente.
3.- Controllo sociale: è l’arma vincente contro l’idiozia dilagante, che va rappresentata dal un elegante fumatore griffato che, dalla sua lussuosa auto, getta nella siepe il mozzicone di sigaretta. Chi lo vede dovrebbe segnalarlo alla Protezione Civile, che non potrà sanzionarlo, ma dovrà inviargli un cortese ammonimento accompagnato dal pieghevole su rischi e conseguenze. Non si tratta di delazione, ma di civile autodifesa. O sarebbe meglio far finta di non vedere?
4.- Volontariato: squadre di giovani volontari italiani e stranieri che perlustrano il territorio nei periodi critici rappresentano il miglior investimento per tutti, offrendo anche periodi di attività, socialità e cultura a tanti disoccupati, per una missione alta: perché, come afferma Don Ciotti, “così ci si sporcano le mani, ma si pulisce la mente”.
5.- Ricerca scientifica: da anni ricordiamo che esistono insetti capaci di percepire il calore del fuoco e le radiazioni del legno che brucia a chilometri di distanza, grazie a speciali “sensori”. Da loro la scienza biomimetica potrebbe ricavare tecnologie robotiche di enorme valore, all’estero ci stanno provando. Perché non da noi? Alle nostre proposte, risalenti a decenni fa, si è risposto nel modo più elegante: con barbari tagli alla ricerca, e poi con la soppressione del Centro Studi Ecologici Appenninici.
6.- Catasto: alla favola che spento il fuoco per quindici anni non si potrà costruire, in un Paese come l’Italia, non crede ormai più nessuno: circola invece la barzelletta del catasto che non si vede perché non c’è. Meglio allora creare un Libro nero dei terreni bruciati e restituiti per sempre a madre terra, consultabile e scaricabile da chiunque e in ogni momento. Sommando le superfici massacrate dalla criminalità e poi recuperate, si otterrebbero immense aree protette a beneficio della collettività.
7.- Rigenerazione: la chiave di soluzione finale del problema sta proprio in questo: recintare e/o tabellare subito i terreni bruciati e lasciarli alla spontanea rinnovazione, senza nessun intervento. In pochi anni la natura stessa farà il resto, e questo diventerà un campo di studio ideale sulle capacità di rigenerazione dell’ecosistema danneggiato, con semi portati dal vento o dagli animali selvatici. Anni or sono eravamo riusciti a ottenere qualcosa del genere al Monte Salviano nella Marsica e in parte anche nella Pineta di Castelfusano. E oggi i risultati ottenuti sono evidenti.
Cosa fa invece la nostra società civile, come reagiscono le nostre istituzioni? Piangono, si disperano, minacciano tuoni e fulmini… Seguirà qualche intervista o passerella, ma poi ben poco cambierà. Il linguaggio resterà lo stesso: si parlerà di piromani anziché di criminali ecologici, o eco-criminali, come sarebbe giusto. Si invocheranno altre flotte di Canadair (che sono utilissimi, non c’è dubbio, al pari degli elicotteri; come eroici sono i loro piloti, e tutti coloro che intervengono contro il fuoco, a volte restandone vittime: ma rappresentano soltanto l’estremo rimedio). L’alluvione di parole inutili e la scarsità di fatti concreti dopo ogni catastrofe costituiscono invece la costante della nostra storia recente, e sembra di risentire le concioni che in Abruzzo seguivano a ogni massacro degli ultimi orsi marsicani.
Perché in fondo quella che deve cambiare davvero è la cultura di fondo: svegliarsi dal sonno della ragione e dalla droga dell’egoismo, uscire dall’analfabetismo ecologico, e aprire gli occhi e il cuore alla natura. Senza la quale non potremmo vivere, né respirare.
Roma – Maremma Toscana, 21 agosto 2012


Fonte: Comitato Parchi Itallia

INCENDIO NEL PARCO DELLA MURGIA MATERANA


 












Ieri, 28 agosto 2012, un vasto incendio ha distrutto circa 70/80 ettari nel Parco della Murgia Materana nelle località “Lucignano” e “La Bruna”.
L’incendio di origine dolosa è stato innescato in due punti diversi sulla strada provinciale per Ginosa intorno alle ore 11 (stesso punto dove alcuni giorni addietro c’era stato già un altro tentativo).
La vegetazione danneggiata è macchia mediterranea e bosco misto.
Sono intervenuti: il personale del Corpo Forestale dello Stato, di Matera e Laterza, i Vigili del Fuoco di Matera, le squadre antincendio della provincia di Matera e Taranto, il Gruppo Volontario per l’ambiente.
Fondamentale è stato l’uso di alcune pale meccaniche di cui una inviata dal Comune di Matera e altre di privati nonché l’intervento di due mezzi aerei “Fire Boss”.

Dato il vento forte di tramontana, solo grazie all’intervento congiunto di tutte le forze, circa 40 uomini, si è riusciti nella tarda serata ad evitare un disastro ambientale di ben altre proporzioni.

Aggiornamento 30 agosto 2012: Il tempestivo intervento dei Vigili del Fuoco e del Corpo Forestale dello Stato ha impedito nella giornata di ieri un nuovo incendio nel Parco della Murgia Materana. Il Presidente del Parco Pier Francesco Pellecchia ha affermato che l’origine dell’incendio che ha distrutto circa 80 ettari del bosco di "Lucignano" è di origine dolosa considerando i sei o sette punti dai quali lo stesso è partito. Un ringraziamento va a tutti coloro che si sono prodigati per lo spegnimento delle fiamme. A breve verranno effettuate verifiche per stabilire con esattezza il danno provocato.
Fonte : http://www.parcomurgia.it/





venerdì 24 agosto 2012

Associazioni ambientaliste su caccia di selezione al cinghiale nella Riserva di San Giuliano

L’Associazione Falco Naumanni, l’Associazione Lanius, Città Plurale di Matera, il Fondo Ambiente Italiano di Matera, il Forum Ambientalista di Pomarico, la LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli, il Movimento Azzurro Murge, Mutamenti a Mezzogiorno, WWF – Matera hanno inviato alla nostra redazione una nota congiunta in cui contestano le modalità con cui viene consentita la caccia nella Riserva di San Giuliano per abbattere i cinghiali. Di seguito la nota integrale.
E’ necessario contenere la popolazione dei Cinghiali per ridurre e limitare i danni da questi arrecati e soprattutto per ridefinire equilibri ecologici che questa specie tende a sconvolgere a proprio favore, ciò va fatto con metodi compatibili all’ambiente. Il Parco Nazionale del Pollino promuove la divulgazione e l’istallazione dei chiusini per catturare gli ungulati, stessa cosa sta accadendo al Parco delle Chiese Rupestri e della Murgia Materana che, dopo una annosa vicenda giudiziaria, rientra in possesso di detti chiusini e li installa di concerto con gli agricoltori. In tutte e due i casi siamo in presenza di territori ampi dove l’attività antropica è presente e, malgrado tutto non si fa ricorso ai cosiddetti selecontrollori. La Provincia di Matera alla quale è affidata tra l’altro la “cura ” della Riserva Regionale Orientata di S. Giuliano invece di predisporre idonei capanni per l’osservazione dell’avifauna (Il cosiddetto Birdwaching), costruisce altane per la caccia grossa al cinghiale. La disattenzione nei confronti di questa riserva naturale è massima. Tempo addietro come associazioni ambientaliste e della cittadinanza attiva chiedemmo alla protezione civile di non utilizzare l’invaso come zona di addestramento degli aerei in loro dotazione per la lotta agli incendi. Non facemmo altro che chiedere l’applicazione del Regolamento redatto dalla Provincia di Matera ed in vigore da oltre 5 anni eppure nessun dirigente di quella amministrazione si è degnato in passato ed ancora oggi di chiederne il rispetto. Dove non riesce la Pubblica Amministrazione riesce il Volontariato. La Riserva di S. Giuliano è composta da oltre 1/3 di acqua ed oltre la metà del territorio è rappresentato dalla zona A, quella a massima protezione dove l’accesso è strettamente regolamentato qualora l’Amministrazione Provinciale facesse rispettare il regolamento da lei stessa redatto. L’area A è quella di maggior importanza naturalistica; vi è poi la zona B in cui l’accesso è regolamentato da percorsi ed eventuali infrastrutture, chi le ha mai viste? C’è, infine, la zona C- a dire il vero molto ridotta- dove i privati possono svolgere attività agricole ed artigiane ma sempre nel rispetto delle normative e della sostenibilità ambientale. Ci chiediamo se è proprio necessario fare entrare i fucili in questi piccolo fazzoletto di terra quando sappiamo bene che vi sono altri sistemi di controllo della specie così come hanno fatto tanti parchi. Crediamo proprio che il dirigente preposto non sia all’altezza del compito e vada rimosso immediatamente. Nelle more si sospenda l’installazione delle piattaforme e si colga l’occasione, visto che vi sono le risorse, per realizzare i capanni di avvistamento e, perchè no , di curare la sentieristica e la vigilanza.

Matera, 24 Agosto 2012

Associazione Falco Naumanni
Associazione Lanius
Città Plurale- Matera
Fondo Ambiente Italiano – Matera
Forum Ambientalista -Pomarico
LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli
Movimento Azzurro Murge
Mutamenti a Mezzogiorno
WWF – Matera

giovedì 23 agosto 2012

11 splendidi rapaci liberati a Miglionico dal CRAS

 
   
Proseguono in collaborazione con le associazioni LIPU e ALTURA le iniziative di reimmissione in natura di rapaci organizzate dal CRAS Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera.
Dopo Matera e Bernalda questa volta è toccato a Miglionico dove, grazie al supporto della Proloco  e del Comune è stato possibile consentire ad un folto pubblico di circa 300 curiosi ed appassionati di assistere alla liberazione di alcuni splendidi rapaci curati e riabilitati. Presenti alla manifestazione il sindaco di Miglionico Angelo Buono e il Vicepresidente della Provincia di Matera Giovanni Bonelli.
Lo scenario del luogo di rilascio è stato il Belvedere di Torre di Fino, ove da un affaccio panoramico di notevole bellezza paesaggistica si domina la Valle del Bradano e  l'area protetta di San Giuliano con il suo bacino lacustre.

Ad essere restituiti alla Natura nel pomeriggio del 22 agosto sono stati 11 rapaci di 5 specie diverse. Si tratta di 2 nibbi bruni, 1 nibbio reale, 3 falchi grillai, 4 assioli e 1 civetta.  Tutti gli esemplari sono stati come sempre inanellati a scopo scientifico grazie alla collaborazione del dott Egidio Mallia del Parco Regionale di Gallipoli Cognato che da anni collabora con il CRAS per l’inanellamento e il monitoraggio. Per l’assistenza medico veterinaria il CRAS si è avvalso della collaborazione del dott. Vito Tralli di Matera, del dott. Vincenzo Costantini dell’Osservatorio Faunistico Regionale della Puglia e della dott.ssa Olimpia Lai della Facoltà di Medicina Veterinaria dell’Università di Bari.

Il Centro Recupero Provinciale opera quotidianamente per la dare una risposta all'esigenza di tutela e salvaguardia della fauna del territorio. Le specie liberate sono infatti tutte particolarmente protette dalle normative nazionali ed europee: è compito morale di cittadini e delle associazioni contribuire al primo soccorso e consegna al Centro ed è dovere degli enti e delle istituzioni, garantire il sostegno, attraverso apposite strutture come i CRAS, alle attività di recupero, cura e rilascio in natura degli esemplari in difficoltà. Nei primi 7 mesi del 2012 sono stati già 350 gli interventi effettuati, per lo più riguardanti specie autoctone protette, e tantissimi animali sono stati già restituiti alla natura. Gli eventi della liberazione in pubblico svolti in collaborazione con la LIPU rappresentano perciò anche un momento di informazione e sensibilizzazione sull’importanza della biodiversità oltre che una ottima occasione per assistere da vicino all'emozionante momento della riconquista della libertà da parte di animali nati liberi nel nostro territorio ma che per problemi vari hanno avuto bisogno dell’aiuto del CRAS.

Il Responsabile del CRAS Matteo Visceglia ha dichiarato:
"La nostra attività rappresenta una delle pochissime realtà regionali che si occupano di recupero e riabilitazione di animali in difficoltà. Operiamo tutto l’anno quotidianamente, con scarsissime risorse finanziarie e strutture,  per  dare una risposta all'esigenza di tutela e salvaguardia della fauna protetta del nostro territorio. La scelta di liberare qui questi 11 rapaci è motivata oltre che dal fatto che Miglionico si trova all’interno della Riserva Naturale di San Giuliano  anche perchè vogliamo simbolicamente esprimere la necessità e l’importanza di ricostituire l'habitat naturale distrutto dai vari incendi che nei giorni scorsi hanno interessato centinaia di ettari di boschi,  macchia mediterranea e frutteti anche in questo comune, uno dei più colpiti a livello regionale. Tali ambienti ospitano una ricchissima fauna e la perdita di habitat a causa del fuoco significa purtroppo anche perdita di Biodiversità. La restituzione  alla Natura di animali selvatici curati dal nostro Centro Recupero vuole perciò rappresentare un messaggio di speranza affinché presto possa rinascere il patrimonio naturalistico distrutto dalle fiamme e vuole allo stesso tempo lanciare un appello a tutti affinché eventi così disastrosi non debbano più ripetersi".
 



INFORMAZIONI SUGLI ANIMALI LIBERATI
 I 2 nibbi bruni furono rinvenuti 50 giorni fa all'interno della Riserva di San Giuliano a seguito di accidentale caduta da un nido posto su un altissimo eucalipto. Grazie al primo soccorso effettuato da un apicoltore materano i due giovani rapaci, visibilmente disidratati e debilitati, sono stati subito affidati alle cure del Centro. Ora sono ritornati alla natura e si sono integrati ai numerosi nibbi che, concentrandosi in modo spettacolare   con centinaia di esemplari proprio in alcune aree della Riserva, in questo periodo si preparano alla lunga e difficile migrazione verso le zone di svernamento dell’Africa subsahariana.
Il nibbio reale, anch’esso un giovane nato questa primavera,  proviene invece da Oliveto Lucano, dove è stato rinvenuto sul ciglio di una strada in fin di vita ed incapace di volare.  Anche per lui, dopo un mese di cure,  è arrivato oggi il momento della libertà.
I falchi grillai erano tra gli ultimi esemplari non ancora pronti per l’involo dopo le varie iniziative di rilascio effettuate tra Matera e Montescaglioso nelle scorse settimane e che hanno interessato un centinaio di esemplari. Anch'essi si aggregheranno agli altri conspecifici per la migrazione autunnale verso l'Africa.
Gli assioli sono piccoli rapaci notturni migratori che nidificano da noi negli habitat boschivi, anche prossimi od interni ai centri abitati. Si tratta di 4 giovani rinvenuti in 4 località diverse del metapontino e del materano e raccolti a terra ancora inetti al volo ed incapaci di vita autonoma. Dopo lunghe e pazienti cure anche per loro è stato possibile garantire  il ritorno in natura.
La civetta infine è stata rinvenuta, ancora in età di pulcino ed incapace di volare,  proprio al Castello del Malconsiglio di Miglionico dove attivisti della Proloco l’hanno soccorsa e subito consegnata al CRAS. Anche  per lei il ritorno in libertà a casa propria è stato d'obbligo.

Video liberazione rapaci a Miglionico

venerdì 17 agosto 2012

Iniziativa CRAS a Miglionico: liberazione rapaci il 22 agosto

Proseguono le iniziative del CRAS Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera. Questa volta, grazie alla collaborazione del Comune e della Proloco il sito scelto per la liberazione degli animali è Miglionico, comune del materano che estende parte del proprio territorio nella Riserva Regionale di San Giuliano. Lo scenario del luogo di rilascio sarà il Belvedere di Torre di Fino (a circa 400 metri da Piazza Castello)  dove da un affaccio panoramico di notevole bellezza paesaggistica si domina a nord la Valle del Bradano e tutta l'area protetta con il suo lago artificiale.
Ad essere restituiti alla Natura mercoledì 22 agosto alle ore 18,30 saranno 10 rapaci di 5 specie diverse curati e riabilitati alla vita selvatica. Si tratta di 2 nibbi bruni, 1 nibbio reale, 2 falchi grillai, 4 assioli e 1 civetta  



martedì 7 agosto 2012

Rilascio grillai a Bernalda

Nel pomeriggio del 7 agosto, come previsto, si è svolta a Bernalda l'iniziativa di rilascio di 10 giovani falchi grillai curati e riabilitati al volo dal CRAS Centro Recupero Animali Selvatici della Provincia di Matera. Nel Centro storico della cittadina ionica,  ad accogliere i grillai vi erano tanti bambini ed adulti insieme a rappresentanti del CEA di Bernalda e del nucleo di Guardie Ecozoofile dell'OIPA. A supportare l'evento dal punto di vista della documentazione è intervenuta anche l'Associazione Fotoclub di Matera.
 Nella cornice della Piazza San Bernardino, tra le mura del Castello Normanno e della Chiesa Madre,  uno ad uno tutti i piccoli falchi, aiutati dalle timide mani dei bambini presenti, hanno potuto spiccare il primo volo in libertà con la speranza di un ritorno a nidificare nelle zone di nascita e di liberazione.
Ad ogni esemplare, poco prima del rilascio, è stato apposto uno speciale anello di riconoscimento dell'ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e Ricerca Ambientale) che permetterà di ricostruire i movimenti a corto o a lungo raggio in caso di ritrovamento in qualsiasi zona d'Italia o delle aree di svernamento africane.
Tale iniziativa rientra nel quadro dei numerosi rilasci di animali selvatici che ogni anno vengono effettuati da Centro Provinciale. Nelle scorse settimane sono stati liberati sul Belvedere della Murgia Materana circa 50 esemplari e altri sono in attesa di rilascio in altre zone non appena acquisite ottime performance di volo nelle voliere di riabilitazione.

Il CRAS opera con la collaborazione di istituzioni, cittadini, associazioni e forze e dell'ordine. Allo scopo di garantire il massimo risultato nel recupero e salvaguardia di tanti esemplari di specie protette si chiede sempre a tutti di prestare la massima attenzione e offrire la propria disponibilità nel consegnare in tempi rapidi presso il CRAS gli esemplari in difficoltà eventualmente rinvenuti sul territorio.

Qui sotto alcune foto scattate nell'occasione.


















Rapporto lupo-zootecnia in Basilicata: ancora allarmismi eccessivi

Qui sotto l'articolo allarmistico di Coldiretti pubblicato il 5 agosto. Il problema è che se è vero che qualcosa deve essere risolto sul piano della prevenzione è anche vero che da un pò di tempo si stanno enfatizzando troppi i toni allarmistici per spingere la macchina del risarcimento danni provocati da lupi o meglio da presunti lupi. E' pur vero infatti che spesso i danni possono essere provocati da branchi di cani particolarmente inselvatichiti ed aggressivi (sono pur sempre dei potenziali predatori, geneticamente parlando) nei confronti del bestiame domestico. E non sempre i tecnici  chiamati ad analizzare i resti delle carcasse di bestiame predato trovano tracce ed elementi incontestabili a prova dell'aggressione da lupo. La ricca e a volte ridicola casistica letteraria, fondata su una enorme quantità di articoli di dubbia professionalità sulla stampa e sul web, dimostra come nella maggior parte dei casi il lupo è solo un facile capro espiatorio.

 

 

IN RIFERIMENTO AI PRIMI RIGHI DELL'ARTICOLO QUI SOTTO PUBBLICATO RICORDIAMO CHE I LUPI IN ITALIA NON SONO MAI STATI REINTRODOTTI CON PROGRAMMI DI RIPOPOLAMENTO! LA LORO ESPANSIONE E' FRUTTO DI MOLTEPLICI FATTORI AMBIENTALI.



lunedì 6 agosto 2012

Cardellini sequestrati dal CFS nel potentino

Denunciate due persone per furto venatorio e maltrattamento di animali

Duplice operazione antibracconaggio nel potentino dove in questi giorni il  Corpo forestale dello Stato ha sequestrato cinquanta cardellini e denunciato due persone provenienti da fuori regione. Anche in Basilicata è fiorente, infatti, il mercato di questi volatili per i quali gli appassionati sono disposti a pagare anche cifre esorbitanti.
Gli agenti del Comando Stazione di San Fele (PZ) hanno sorpreso i due uomini in una zona di campagna dell'omonimo comune, mentre azionavano le funi per far cadere la rete adibita alla cattura dei volatili. Venti esemplari erano stati già catturati mentre altri quattro erano legati e utilizzati come richiami.
I responsabili sono stati denunciati a piede libero per maltrattamento di animali e furto venatorio.
Gli uccelli sono stati sequestrati e quelli appena catturati sono stati immediatamente liberati. Gli esemplari utilizzati come richiami, invece, saranno consegnati ad un ente in grado di provvedere alla loro riabilitazione, poichè hanno ormai acquisito abitudini alimentari prettamente domestiche e non sono in grado di sopravvivere in libertà. Sotto sequestro è finita anche l'attrezzatura costituita da rete, funi e picchetti.
Sempre nel comune di San Fele, i Forestali hanno sorpreso in fase di appostamento un'altra persona che, alla vista degli agenti, si è data alla fuga  abbandonando sul terreno una gabbia con  trenta cardellini e una borsa contenente gli strumenti di cattura.
I volatili, visibilmente sofferenti per le dimensioni anguste della gabbia, sono stati liberati sul posto.