giovedì 27 settembre 2012

Cicogne nere


















Fiume Basento, Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane - 23 settembre 2012

lunedì 17 settembre 2012

Riserva San Giuliano e inquinamento fiume Basento, due interrogazioni di Venezia (PDL)

 
Il Consigliere Regionale del PDL On. Mario Venezia ha inviato due interrogazioni al Consiglio regionale di Basilicata: nella prima si chiede di fare chiarezza sulla “caccia grossa al cinghiale in aggiunta alle esercitazioni aree antincendio effettuate dalla Protezione Civilea sulla Riserva di San Giuliano” e l’altra “sull’inquinamento che interessa il fiume Basento in particolar modo per il tratto terminale che va da Ferrandina a Metaponto.

Interrogazione urgente a risposta orale
Premesso che:
-    Le Associazione Falco Naumanni, Lanius, Città Plurale di Matera, il Fondo Ambiente       Italiano di Matera, il Forum Ambientalista di Pomarico, la LIPU- Lega Italiana Protezione Uccelli, il Movimento Azzurro Murge, Mutamenti a Mezzogiorno, WWF – Matera, Antea Onlus di Miglionico  denunciano da tempo le inadempienze amministrative e private alle quali è sottoposta la Riserva Naturale Orientata di San Giuliano, che da mesi vede l’installazione di altalene per la caccia grossa al cinghiale in aggiunta alle esercitazioni aree antincendio ivi effettuate dalla Protezione Civile;
considerato che:
-     Un terzo del territorio ricadente nell’oasi è classificato “zona A”, quindi ad accesso limitato e strettamente regolamentato dalla Provincia di Matera, e , pertanto, dovrebbe essere caratterizzato da una bassissima attività antropica;
-    Carente è la sentieristica come le infrastrutture riservate al bird watching;
-    La Riserva di San Giuliano ha raggiunto un’importanza naturalistica primaria da quando, negli ultimi anni, ha allungato il periodo nidificatorio, offrendo riparo a specie in via d’estinzione che hanno trovato nell’oasi materana l’unico riparo sicuro;
-    La suddetta oasi è destinataria di finanziamenti comunitari;
-    La Regione Basilicata ha nel 2010 modificato il regolamento della Provincia di Matera, subordinando la navigazione ai periodi di nidificazione certi, ignorando che negli ultimi anni sono cambiati a causa dell’atteggiamento stanziale di alcune specie;
si interroga l’Assessore all’Ambiente per sapere:
-    quando sarà approntato un Piano di Gestione della Riserva da parte del Dipartimento Ambiente della Regione Basilicata;
-    se sarà effettuata una valutazione tecnica relativa all’impatto ambientale causato dagli ultimi incendi, volta a verificare l’eventuale danneggiamento dell’habitat;
-    se sia possibile la sospensione della stagione venatoria fino al ripristino dell’habitat danneggiato.
Il Consigliere Regionale del PDL On. Mario Venezia
Interrogazione urgente a risposta orale
Premesso che:
-    In data 17 luglio 2012, Legambiente ha divulgato i dati di Goletta Verde, nei quali sono indicate situazioni ambientali caratterizzati da forte inquinamento ( enterococchi intestinali maggiori di 400 UFC/100 ml e/o Escherichia Coli maggiori di 1000 UFC/100 ml ) nelle località di Metaponto Lido – Foce Basento e a Scanzano Jonico allo sbocco del Canale della Bufaloria;
-    i valori limite stabiliti per la balneazione sono di 200 ufc/100 ml per gli enterococchi intestinali e di 500 ufc/ml per l’escherichia coli;
considerato che:
-    Goletta Verde ha individuato stati d’inquinamento non forte in altri punti del Basento;
-    Tali risultati mettono in discussione i rilevamenti effettuati e divulgati dall’ARPAB, durante il mese di giugno c.a., per il monitoraggio delle acque litorali in vista della stagione balneare;
-    Nell’indagine biologica ed ecotossicologica redatta dal Dott. Agr. Gaetano Caricato in data 23 settembre 2011 si registravano lungo il Basento, all’altezza di Macchia di Ferrandina, livelli di concentrazione di escherichia coli pari a 300.000 ufc/100 ml, ossia di sei volte superiore ai limiti stabiliti dal D.L. 152/2006;
si interrogano il Presidente la Giunta Regionale e l’Assessore all’Ambiente per sapere se:
-    Siano a conoscenza dei dati divulgati da Legambiente;
-    Il motivo per il quale vi è discordanza tra i dati rilevati dall’Arpab ed inclusi nel bollettino “Gestione delle Acque di Balneazione”, consultabile sul sito dell’ente, ed i valori rilevati da Goletta Verde – Legambiente;
-    Il motivo della mancata citazione dei limiti di legge relativi alla presenza di agenti batterici  nelle acque balneari nel bollettino ad esse relative;
-    Quali azioni di salvaguardia ambientale intendano attuare per il fiume Basento in particolar modo per il tratto terminale che va da Ferrandina a Metaponto.
Il Consigliere Regionale del PDL On. Mario Venezia

domenica 16 settembre 2012

Rassegna stampa: Antea su pesca irregolare Oasi San Giuliano

Pesca irregolare nell’Oasi di S. Giuliano
Miglionico. La denuncia dell’associazione “Antea” per le gare sportive ed i dilettanti  

MIGLIONICO - La Delegazione provinciale dell’asso ciazione “Antea” Onlus di Miglionico, continua la sua campagna di sensibilizzazione e di denuncia riguardo la situazione di totale abbandono e degrado in cui versa l'Oasi protetta di San Giuliano. «Nei mesi scorsi -si legge in una nota- la nostra associazione ha più volte puntato il dito contro tutti quei comportamenti e quelle pratiche dannose per l'area protetta del lago, che molti cittadini e spesso, attraverso decisioni scellerate ed inspiegabili, anche le istituzioni mettono in atto, svuotando di fatto l'Oasi di ogni significato». Dopo essersi schierata in maniera netta ed inequivocabile contro il via libera al permesso di Ricerca Idrocarburi “Il Perito”, concesso alla società inglese Delta Energy in un'area distante solo pochi km dal perimetro dell'Oasi, aver denunciato l'uso di pesticidi e concimi chimici nei campi agricoli adiacenti o addirittura situati all'interno dell'area protetta, aver documentato e segnalato l'abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni genere nella zona ed aver preso posizione contro il progetto in atto di abbattimento controllato di cinghiali nel territorio dell'Oasi, questa volta Antea punta il dito contro il mancato rispetto da parte di molti cittadini ed appassionati delle norme che regolamentano la pesca, sia a livello amatoriale che agonistico. «Oltre alle consuete segnalazioni riguardanti coloro che praticano la pesca in modo del tutto abusivo, essendo sprovvisti di regolare licenza e contravvenendo alle più elementari norme che regolano tale attività -proseguono da Antea- ne abbiamo ricevute tante altre che evidenziano, soprattutto durante lo svolgimento di gare agonistiche regolarmente autorizzate, scarsa attenzione da parte dei partecipanti e degli organizzatori delle stesse alla salvaguardia e alla sopravvivenza degli animali pescati. Come prevedono le norme e i regolamenti che disciplinano tali competizioni, il pescato deve essere mantenuto in vita fino a fine gara per poter poi essere rimesso in libertà; ma diverse foto e testimonianze, dimostrano che, in molte occasioni, oltre il 50% degli animali pescati perdono la vita a causa della negligenza e dell'insensibilità di alcuni partecipanti, degli organizzatori degli eventi e di coloro che dovrebbero vigilare sul rispetto dei regolamenti. A questo punto sorge spontaneo chiedersi che senso abbia approvare regolamenti ad hoc per determinate discipline, se poi non si è in grado di farli rispettare, soprattutto se si tratta di regolamenti già troppo permissivi ed invasivi per un'Oasi, come dimostra, per esempio, la possibilità di utilizzare il “barchino” nella pratica del “carpfishing”».
FONTE: IL QUOTIDIANO DELLA BASILICATA 15 SETTEMBRE 2012
  provinciamt@luedi.it

venerdì 14 settembre 2012

Rassegna stampa: La pesca miracolosa nella diga di San Giuliano

La Delegazione Provinciale A.N.T.E.A. Onlus Miglionico continua la sua campagna di sensibilizzazione e di denuncia riguardo la situazione di totale abbandono e degrado in cui versa l’Oasi Protetta di San Giuliano.
Nei mesi scorsi la nostra associazione ha più volte puntato il dito contro tutti quei comportamenti e quelle pratiche dannose per l’area protetta del lago, che molti cittadini e spesso, attraverso decisioni scellerate ed inspiegabili, anche le istituzioni mettono in atto, svuotando di fatto l’Oasi di ogni significato.
Dopo essersi schierata in maniera netta ed inequivocabile contro il via libera al permesso di Ricerca Idrocarburi “Il Perito” concesso alla società inglese Delta Energy in un’area distante solo pochi km dal perimetro dell’Oasi, aver denunciato l’uso di pesticidi e concimi chimici nei campi agricoli adiacenti o addirittura situati all’interno dell’area protetta, aver documentato e segnalato l’abbandono indiscriminato di rifiuti di ogni genere nella zona ed aver preso posizione contro il progetto in atto di abbattimento controllato di cinghiali nel territorio dell’Oasi, questa volta ANTEA punta il dito contro il mancato rispetto da parte di molti cittadini ed appassionati delle norme che regolamentano la pesca sia a livello amatoriale che agonistico.
Oltre alle consuete segnalazioni riguardanti coloro che praticano la pesca in modo del tutto abusivo, essendo sprovvisti di regolare licenza e contravvenendo alle più elementari norme che regolano tale attività, ne abbiamo ricevute tante altre che evidenziano, soprattutto durante lo svolgimento di gare agonistiche regolarmente autorizzate, scarsa attenzione da parte dei partecipanti e degli organizzatori delle stesse alla salvaguardia e alla sopravvivenza degli animali pescati.
Come prevedono le norme e i regolamenti che disciplinano tali competizioni, il pescato deve essere mantenuto in vita fino a fine gara per poter poi essere rimesso in libertà, ma diverse foto e testimonianze, dimostrano che, in molte occasioni, oltre il 50% degli animali pescati perdono la vita a causa della negligenza e dell’insensibilità di alcuni partecipanti, degli organizzatori degli eventi e di coloro che dovrebbero vigilare sul rispetto dei regolamenti.
A questo punto sorge spontaneo chiedersi che senso abbia approvare regolamenti ad hoc per determinate discipline se poi non si è in grado di farli rispettare, soprattutto se si tratta di regolamenti già troppo permissivi ed invasivi per un’oasi, come dimostra, per esempio, la possibilità di utilizzare il “barchino” nella pratica del “carpfishing”.
Per l’ennesima volta sollecitiamo le istituzioni, ed in particolare la Provincia di Matera ed il Comune di Miglionico, a non ignorare, come avvenuto finora, eventuali segnalazioni da parte di associazioni e singoli cittadini circa il mancato rispetto di leggi e norme a tutela dell’Oasi.
Inoltre ribadiamo la necessità della convocazione di un tavolo tecnico finalizzato alla revisione dei regolamenti e alla risoluzione condivisa dei numerosi problemi che ormai da troppo tempo attanagliano il nostro amato Lago.  

Antea Onlus Miglionico



mercoledì 12 settembre 2012

Eccezionale avvistamento di cicogne nere nel Parco di Gallipoli Cognato

Lungo il fiume Basento nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane in questi giorni si sta assistendo ad una eccezionale presenza di numerosi esemplari di Cicogna nera. Nell'ambito del progetto di monitoraggio e raccolta dati avviato quest'anno dall'Ente Parco nei giorni 11 e 12 settembre sono stati osservati fino a 24 esemplari adulti e giovani in un unico gruppo! Si tratta probabilmente di una tra le più alte concentrazioni di esemplari di questa specie mai osservate in Italia. Una troupe televisiva che sta realizzando un documentario sulla specie ha potuto filmare questo importante evento dimostrando così l'elevato valore naturalistico del Parco e la particolare ricchezza faunistica che il fiume Basento conserva. A breve sarà pubblicata foto documentativa.

lunedì 10 settembre 2012

A Matera un interessante workshop dedicato al Lupo


Sul Lupo, ormai è noto, si favoleggia da secoli e si è tracciata nel tempo una fittissima rete in cui si intrecciano in modo confuso e disordinato storie e leggende di ogni tipo, quasi sempre condite da esagerazioni, deformazioni, diffamazioni che hanno costretto questo nobile predatore a vivere ai margini della cultura naturalistica, quella vera. Condannato da secoli a rappresentare il male, la cattiveria e la paura, ancora oggi combatte in silenzio la sua battaglia eterna per la sopravvivenza.
Tante storie assurde che si sono tramandate e si tramandano ancora, di generazione in generazione, che si replicano e si fissano con tanta facilità nelle menti scarne e aride per restarvi,  immutate per sempre,  nei meandri culturali dell’Uomo.
Certo, nel Medioevo e nei secoli successivi vi era, per precisi motivi storici, culturali e religiosi, poca propensione alla conoscenza e alla considerazione dei fenomeni della Natura. Era naturale quindi che il Lupo fosse considerato il demonio, il nemico per antonomasia dell’Uomo e del suo bestiame domestico, era ovvio che si attuassero e che si diffondessero strategie culturali e materiali finalizzate alla sua persecuzione ed eliminazione con ogni mezzo. La storia di Cappuccetto Rosso non è stata certo  scritta per caso e, come sempre accade,  si possono leggere tante cose in questa favola! In tutta la vasta letteratura favolistica, si possono trovare metafore e simboli che rappresentano l’eterna lotta tra il buono e il cattivo, tra il bene e il male.  E di risultati purtroppo ce ne sono, in termini di distorsione culturale della realtà, vista la deformazione della conoscenza scientifica sulle specie che hanno in qualche modo ingerenze dirette o indirette con le attività dell’uomo. Chi è disposto a credere, anche oggi, che il Lupo non abbia mai mangiato una nonnina o un bambino? Quante persone ancora credono che il Lupo possa mangiare gli uomini che si avventurano da soli nelle foreste?
Oggi, in tempi assolutamente diversi da tanti punti di vista, ciò che appare ancora strano  è proprio la percezione di una cultura diffusa e distorta sul Lupo che non accenna a cambiare, a parte qualche rara eccezione. Le solide basi su cui per secoli è stato disegnato il profilo biologico e comportamentale di questo predatore sono difficili da abbattere. Basta leggere ancora nei giorni nostri le cronache sui giornali o ascoltare certi TG per capire che poco è mutato in termini di conoscenza realistica sulla specie. Anzi, quello che più risulta dannoso è il fatto che, a fronte di uno sforzo enorme di tanti naturalisti, ricercatori ed appassionati che da anni studiano la biologia e i comportamenti del Lupo per trasmettere informazioni corrette, basta un banale, e a volte ridicolo,  articolo di cronaca locale per demolire anni di lavoro, di osservazione, di studio sul campo. D’accordo che il Lupo è un predatore ma ciò non giustifica che si debba per forza esagerare sulla sua vita e sulle sue abitudini! E’ giusto parlare ogni volta di enormi esseri famelici e aggressivi che alla minima occasione mangiano uomini, pecore e vacche? Possibile che alcune centinaia di esemplari presenti nel nostro Paese riescano ad incutere tanta paura ad una intera popolazione e siano capaci di creare grandi danni alle aziende zootecniche?
Le risposte a tali quesiti si cercano,  e si tenta di darle,  attraverso la ricerca e la conoscenza con metodi scientifici. La schiera di coloro che da tempo si dedicano allo studio del Lupo nel suo habitat non è folta, ma noi lucani dobbiamo sentirci orgogliosi di sapere che tra questi pochi studiosi vi è un nostro conterraneo: Antonio Iannibelli. Una bella sorpresa scoprire che si tratta di uno dei pochi al mondo che “balla coi lupi”… per davvero! Non potevamo lasciarci sfuggire una buona occasione per contribuire, grazie alle sue testimonianze, ai suoi racconti e alle sue immagini,  a far luce sull’oscurantismo che regna in questo campo. La vera natura del Lupo raccontata da un lucano è apparsa subito una speciale iniziativa da realizzare. Ecco che, come Associazione “Fotoclub Matera”, abbiamo colto la palla al balzo riuscendo ad interpretare due bisogni: uno di carattere spiccatamente fotografico ed un altro di tipo culturale e scientifico.
Il 6 agosto 2012 Antonio Iannibelli è stato invitato a Matera per un workshop sul Lupo, una serata all’insegna della cultura fotografica e naturalistica. Lui è un bravissimo fotonaturalista ed era innanzitutto importante esporre, attraverso 20 pannelli fotografici, le sue stupende immagini di Lupo riprese in ambiente naturale. Una vera “prelibatezza” ed una grande occasione per chi apprezza il bello e la suggestività della fotografia di Natura. Organizzare un evento unico del suo genere nella nostra regione era dunque d’obbligo e quale titolo più provocatorio si poteva dare all’evento? Naturalmente: “Attenti al Lupo”! Lo scopo dell’iniziativa era quello di utilizzare sapientemente le immagini, le parole e la musica per provare a scalfire una cultura sul Lupo “dura a morire”, una cultura fatta di mille luoghi comuni e leggende assurde che affonda le sue lunghe radici anche nei nostri remoti angoli dell’Appennino Lucano ed in alcune aree dell’entroterra materano.
Luogo dell’incontro è stato Jazzo Gattini, sede del CEA nel Parco della Murgia Materana. Nessuno dei soci del Fotoclub, organizzatore dell’evento,  si aspettava tanta gente incuriosita da tale inconsueta iniziativa. Parlare di Lupo a Matera? Qualcuno ammiccava con disinteresse misto a poca fiducia, qualche altro era in dubbio sul tema scelto. In altri forse vi era semplice curiosità accresciuta e alimentata forse dalle recenti storie di lupi che iniziano a vagare anche sulla murgia appulo-lucana.   La inaspettata “novità”  è che durante quella bella serata di cui nessuno immaginava i risvolti, tutti hanno ascoltato con una infantile curiosità storie così incredibili da sembrare delle favole capovolte. Tutte storie vere, raccontate e accompagnate da straordinarie ed eloquenti immagini e video inediti  i cui protagonisti sono proprio piccoli branchi di lupi “radiografati” e “annusati” nelle loro intime relazioni sociali in alcune aree dei nostri Appennini.  I racconti di Antonio Iannibelli hanno stregato e affascinato davvero tutti, grandi e piccoli,  e qualcuno quasi non credeva ai propri occhi nel vedere e nell’ascoltare cose incredibili, mai riportate nell’ambito delle consuete e tradizionali informazioni che circolano normalmente sul Lupo o che ci propinano certe lobby dell’informazione. Il Lupo finalmente è stato descritto da un punto di vista davvero insolito, direi dall’interno del branco, in modo completamente distaccato e scevro da ogni particella culturale di medievale memoria. Potremmo azzardare a dire “il Lupo descritto da se stesso” o, se vogliamo, da un uomo calato nei suoi “panni”.  Particolari minuziosi sulla vita sociale del Lupo possono essere raccontati solo da chi riesce ad “entrare nel suo sistema sociale” e a farsi accettare come un membro di esso. Sembra impossibile e fantastico allo stesso tempo ma le magiche atmosfere create dalle testimonianze dirette sugli incontri ravvicinati con piccoli branchi di lupi hanno rapito ed entusiasmato tutti i presenti. Sentire un fotografo parlare di distanze così minime da non poter riuscire a  mettere a fuoco il soggetto distante 10 metri è sembrata quasi una provocazione per i numerosi appassionati di fotografia che hanno sempre associato questo predatore ad una chimera dei nostri boschi, inavvicinabile e imprendibile fotograficamente.
Antonio Iannibelli durante quella serata ha fatto dunque davvero breccia nel percorso culturale e nella mente di alcuni partecipanti che, pur senza ammetterlo, magari vedevano ancora il Lupo come l’orco assassino delle fiabe medievali.  In due ore sono crollati tanti falsi miti, tante leggende sull’aggressività e pericolosità di un predatore che abita da sempre le nostre montagne osservandoci silenzioso; sono stati mostrati i lati più teneri e dolci della vita di branco, con intere cucciolate alle prese con i loro giochi,  senza trascurare anche i normali aspetti di aggressività intraspecifica tra adulti in cerca di posizioni dominanti nel branco. Un predatore visto molto da vicino, senza filtri e con mente serena, non può che mostrarsi finalmente come un importantissimo tassello della Biodiversità senza il quale le nostre montagne sarebbero più povere e più anonime. Un branco di lupi rappresenta un segnale di salubrità ambientale, un termometro del territorio che ci segnala mille cose e che misura gli equilibri su cui si poggiano  la dinamica di popolazione di tantissime specie-preda e la salute dell’intera fauna. Una foresta appenninica senza i lupi è come una savana africana senza i leoni, come una montagna alpina senza le aquile, come la steppa murgiana senza i falchi grillai.
Insomma Antonio Iannibelli ci ha regalato una serata così densa di contenuti e di stimoli da non poter essere facilmente dimenticata. Non è facile scrivere qualcosa su un evento tanto ricco di contenuti, di notizie, di emozioni. Io ci ho provato! Un grazie perciò a lui e a Maria Perrone che lo accompagna in questa straordinaria avventura culturale e naturalistica, un grazie ai tanti suoi amici e collaboratori che hanno contribuito con le proprie immagini e testimonianze ad arricchire la sua presentazione, un plauso all’Associazione “Provediemozioni” che promuove in Italia i progetti e le iniziative di divulgazione sul Lupo, un grazie al CEA di Matera che ha ospitato l’evento e infine un grazie a tutti gli amici del “Fotoclub” con cui abbiamo condiviso la bella idea di invitarlo a Matera e di organizzare con lui questo straordinario evento culturale.
Da domani facciamo sì che il Lupo continui ad ululare alla luna e smettiamo di perseguitarlo prima con la falsità, poi con armi, trappole e veleni.

Matteo Visceglia

mercoledì 5 settembre 2012

Cicogne nere sul Basento

Lungo i corsi d'acqua che attraversano il Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane dopo la stagione riproduttiva non è difficile osservare gruppi familiari di Cicogna nera. In questo video un gruppo composto da 2 adulti e 3 giovani è intento a nutrirsi in una zona di acqua ferma e ricca di prede.

domenica 2 settembre 2012

Rassegna stampa: Antea su Oasi di San Giuliano

Miglionico. «Ci sono problemi più seri creati proprio dagli agricoltori»
San Giuliano è un Far West
L’associazione Antea contro l’abbattimento dei cinghiali 


MIGLIONICO - La delegazione provinciale Antea Onlus Miglionico si unisce alle perplessità e alle critiche di numerose altre associazioni animaliste ed ambientaliste riguardo al progetto di abbattimento controllato dei cinghiali nel territorio dell'oasi di San Giuliano. «Il territorio dell'oasi -spiegano da Antea- dovrebbe rappresentare un riparo sicuro per tutte le specie animali ma, ormai da troppo tempo,si è trasformato in un territorio privo di regole, dove ogni cittadino agisce indisturbato, spesso in violazione delle leggi nazionali e regionali ed in barba al regolamento dell'oasi. Se poi, al comportamento incivile della gente comune, si aggiungono scellerate decisioni da parte delle istituzioni, le quali invece hanno il dovere di salvaguardare l'area del lago, sorge spontaneo il sospetto che l'oasi stia diventando solo un contenitore di finanziamenti». Antea ritiene che «il problema dei danni all'agricoltura causati dai cinghiali, ammesso che di reale problema si tratti, rappresenti l'ultima delle emergenze paragonata a pratiche estremamente dannose per l'area, quali, l'abbandono di rifiuti di ogni genere, anche pericolosi, il continuo disboscamento abusivo di intere aree e utilizzo di pesticidi e concimi chimici nei campi agricoli attigui o addirittura ricadenti nel perimetro dell'area protetta. Gli stessi agricoltori che lamentano la presenza dei cinghiali, ignorano il fatto che i danni causati dall'uomo per le proprie esigenze siano più pericolosi di quelli causati da un cinghiale affamato che gia deve subire l'onta degli incendi, della siccità, dei cacciatori e dei bracconieri». Per queste ragioni, Antea Onlus chiede alle istituzioni regionali, provinciali e comunali nel cui territorio ricade l'area dell'oasi, la convocazione urgente di un tavolo di confronto tra tutti i soggetti interessati al benessere e alla salvaguardia dell'area protetta di San Giuliano, «per cercare la soluzione ai problemi che la attanagliano ormai da troppo tempo, svuotandola di ogni valore e significato». Infine, Antea come auspicato anche dall'Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale), alla luce dell'emergenza incendi degli ultimi mesi che hanno distrutto la flora e la fauna locale e del problema siccità che da tempo mette a dura prova la sopravvivenza delle specie animali,chiede al presidente della Regione la sospensione del calendario venatorio su tutto il territorio lucano, fino al naturale e completo ripristino del loro habitat. 
Fonte: Il Quotidiano della Basilicata
provinciamt@luedi.it