sabato 26 gennaio 2008

COMUNICATO STAMPA CFS MATERA



Il comandante Provinciale del CFS dott. Giuseppe Giove ci ha inviato oggi questo comunicato stampa che volentieri pubblichiamo.


INCENDIO DEL CAMPEGGIO SAN MARCO NEL COMUNE DI BERNALDA: DENUNCIATE SEI PERSONE DAGLI AGENTI DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO DI MONTESCAGLIOSO


Il pomeriggio del giorno 01.08.2007 un vasto incendio divampava nei terreni siti in località Pezza del Cancello in agro di Ginosa a confine con il comune di Bernalda. Il vento sostenuto di tramontana spingeva rapidamente le fiamme in direzione della collina di San Marco, nel comune di Bernalda, sulla quale si trova l'omonimo campeggio. Il campeggio nel giro di pochi minuti era completamente circondato dalle fiamme. Intervenivano immediatamente gli uomini dell'antincendio boschivo che insieme al gestore della struttura turistica mettevano in salvo i campeggiatori. Le fiamme incenerivano alcune tende fra le quali quella di una famiglia di olandesi salvati grazie al pronto intervento dei soccorritori. Per domare l'incendio intervenivano trenta persone tra Vigili del Fuoco, Agenti del Corpo Forestale, Volontari dell'Associazione Legambiente e operai dell'amministrazione Provinciale, che con sei autobotti e grazie all'intervento di due Canadair della protezione civile riuscivano ad avere ragione delle fiamme il giorno seguente.
Solo grazie al pronto intervento ed all'efficienza dei soccorritori si evitava una tragedia come quella verificatasi la stessa estate a Peschici sul Gargano.
Le fiamme avevano interessato una superficie di circa sessanta ettari tra boschi, pascoli, colture agrarie, incolti, di frutteti, uliveti e campeggio, danneggiando anche alcuni fabbricati rurali.
Ad alcuni minuti dall'avvistamento dell'incendio intervenivano sul luogo anche gli uomini del nucleo investigativo del Corpo Forestale dello Stato di Matera dotati di attrezzature tecnico specialistiche ed informatiche finalizzate ai sopralluoghi giudiziari ed alle analisi di laboratorio utili per individuarne autori e cause degli incendi.
Gli investigatori utilizzando il metodo delle evidenze fisiche (M.E.F.) individuavano il punto di inizio dell'incendio ed acquisivano altri elementi probatori utili alle indagini.
La Forestale di Montescaglioso nei giorni successivi proseguiva le complesse indagini con la collaborazione dei colleghi del Comando Stazione di Laterza e dell’apposito nucleo specializzato dei Vigili del Fuoco di Matera.
Gli Agenti Forestali, anche grazie alla preziosa collaborazione di alcuni testimoni, accertavano che le fiamme erano state appiccate ad un cumulo di residui vegetali provenienti dalla potatura di un vicino agrumeto, da questo si erano propagate ad un seminativo con presenza di stoppie sprovvisto delle fasce di sicurezza comunemente dette precese, per poi interessare le sterpaglie di un fondo ritirato dalla produzione che aveva usufruito di contributi comunitari sul quale non erano state effettuate, come previsto per legge, le erpicature, sfalci e fasce di sicurezza.
Infine il vento sostenuto aveva fatto il resto, spingendo le faville oltre la Strada Provinciale Matera - Metaponto innescando altri focolari nelle canne presenti in un canale di bonifica ed in altri incolti.
Da questi ultimi l'incendio si era propagato ai boschi, al campeggio, ai fabbricati ed ai terreni coltivati.
Per tali fatti gli uomini del Corpo Forestale dello Stato di Montescaglioso, al termine delle complesse e laboriose indagini, hanno denunciato in stato di libertà per incendio colposo sei soggetti responsabili a vario titolo del reato contestato.

Gli uomini del Comando Stazione Forestale di Montescaglioso hanno inoltre ultimato anche le indagini di un altro incendio che il 21.07.2007 aveva interessato circa settanta ettari tra macchia mediterranea, stoppie, incolti e pascoli in località Tre Confini nel comune di Montescaglioso.
Anche questo incendio era stato determinato dalla mancata osservanza delle norme che regolano la bruciatura delle stoppie.
Per queste indagini è stato denunciato in stato di libertà un soggetto ed è all'attenzione degli inquirenti la posizione di altri nove soggetti che in concorso al primo avrebbero favorito il propagarsi delle fiamme ai fondi limitrofi.

Sempre in questi giorni gli Agenti Forestali di Montescaglioso stanno ultimando i complessi accertamenti connessi alle violazioni amministrative della Legge Regionale 13/2005 “Norme per la protezione dei boschi dagli incendi” commesse la scorsa estate e stanno ultimando la notificazione dei verbali ai numerosi contravventori.

giovedì 24 gennaio 2008

BASILICATA, VERSO LA REGIONE-PARCO

Nella Rete ecologica oltre 297 mila ettari di superficie regionale
24/01/2008 13.20.47
[Basilicata]

(AGR) - La Basilicata va delineandosi come regione-parco, capace di coniugare le esigenze di tutela delle risorse naturalistiche con il governo e lo sviluppo del territorio. Questa mattina, a Potenza, l’assessore regionale all’Ambiente, Territorio e Politiche della sostenibilità, Vincenzo Santochirico, ha presentato il programma di Natura 2000, la rete europea delle aree protette creata in attuazione delle direttive comunitarie Habitat e Uccelli. All’incontro odierno, che si è svolto presso la Sala Inguscio della Regione, sono stati invitati i sindaci degli 83 Comuni il cui territorio rientra, almeno in parte, nel programma di tutela e conservazione delle biodiversità, per avviare la fase di concertazione degli interventi.
La Rete ecologica è una strategia di gestione del territorio che prevede la tutela di quelle aree che, pur non rientrando nella classificazione tradizionale di zone protette, hanno una valenza particolare dal punto di vista paesaggistico e della necessità di salvaguardare le specie animali e vegetali a rischio.
In Basilicata la Rete Natura 2000 interessa i due parchi nazionali del Pollino e della Val d’Agri, i parchi regionali delle Chiese rupestri e di Gallipoli Cognato, l’istituendo parco regionale del Vulture, foreste demaniali, riserve regionali e statali, nonché i siti di interesse comunitario e le zone a protezione speciale: complessivamente, più di 297.000 ettari di superficie; un terzo del territorio regionale.
Sulla base di quanto previsto dalle direttive europee, la Rete terrà conto del sistema di habitat ed ecosistemi meritevoli di tutela, nonché delle aree contigue. L’obiettivo è, infatti, quello di coniugare l’ambiente urbano con il territorio circostante, cultura e natura, salvaguardia e valorizzazione, nel tentativo di delineare una nuova competitività fondata sul capitale territoriale ed umano. Il progetto prevede quattro fasi fondamentali: ricognizione delle informazioni scientifiche e socioeconomiche; sviluppo di una prospettiva di tutela delle biodiversità a medio e lungo termine; stesura del piano di azione; attuazione del piano.

“L’individuazione dei siti che rientrano nella Rete ecologica della Basilicata – ha spiegato l’assessore Santochirico - è stata realizzata in un processo coordinato fra Regione e Governo; la Rete si delinea come una infrastruttura di sostegno dello sviluppo compatibile, e come offerta di beni e valori del territorio. Si tratta di un programma ampio, che prevede azioni di conservazione, recupero e valorizzazione ambientale, realizzazione di strutture per la fruizione della natura, la promozione di attività produttive sostenibili, di marketing territoriale, divulgazione ed educazione ambientale”.
“La Regione – ha aggiunto Santochirico - intende promuovere una progettazione partecipata, capace di valorizzare le legittime aspettative di sviluppo delle comunità: enti di governo, enti locali, imprenditori ‘verdi’, inseriti in un sistema unitario, progettato in maniera tale che ogni intervento si inserisca in un disegno complessivo. Al tempo stesso, si supera anche l’approccio della creazione di ‘isole’ di natura incontaminata, disperse in un territorio che invece subisce il forte impatto delle attività antropiche, e si punta – ha concluso - su una pianificazione trasversale del territorio. Per la Basilicata si tratta di una sfida per la conservazione della natura e per lo sviluppo sostenibile in un quadro concettuale moderno e innovativo”.
Il prossimo incontro della fase di concertazione si terrà il 28 gennaio, e coinvolgerà le associazioni ambientaliste. Successivamente, il 31 gennaio, saranno interessati le Province, i rappresentanti dei Parchi, e gli istituti scientifici e di ricerca accreditati.
(BAS - 02)

mercoledì 16 gennaio 2008

Una trappola nella Riserva di Policoro





Nella mattinata di martedì 15 gennaio nella Riserva Naturale Regionale di Policoro (Mt) è stata rinvenuta dal naturalista lucano Egidio Fulco una trappola formata da un cappio di acciaio allacciato alla base del tronco di un Ginepro lungo uno dei sentieri che attraversano tutta la macchia mediterranea della duna.
In base alle dimensioni e alla tipologia di questo illegale strumento di cattura è probabile che esso fosse destinato a mammiferi di media taglia (volpe, tasso, faina, istrice) che frequentano abitualmente l'area. Nelle vicinanze c'erano infatti tracce di tasso...!
Immediatamente è stato avvisato il Comando Provinciale del Corpo Forestale dello Stato che avrebbe mandato una pattuglia in zona. Nel frattempo la trappola è stata disinnescata dal naturalista al fine di impedire che qualsiasi animale potesse esserne vittima. L'episodio conferma purtroppo come il bracconaggio è un fenomeno che si manifesta sempre più spesso sul territorio comprese le aree protette che dovrebbero rappresentare i luoghi di protezione assoluta della fauna.