lunedì 31 dicembre 2012

Buon Anno a chi ama la Natura


Replica di Antea al Sindaco di Miglionico

 Il 31 dicembre con un nuovo comunicato Antea rispondendo al Sindaco di Miglionico chiarisce alcuni aspetti legati alla problematica legata agli ultimi episodi che hanno sollevato una serie di riflessioni sulla questione del soccorso agli animali.


ANTEA Onlus gioisce nel constatare la sollecitudine con la quale il Sindaco di Miglionico ha voluto fare chiarezza riguardo la morte di un cucciolo di gatto avvenuta nel ns Comune il giorno 24/12/2012 e con la quale ha voluto rispondere al ns Comunicato Stampa emanato il giorno stesso.
Speriamo che il Sindaco voglia d’ora innanzi usare la stessa solerzia per rispondere a tutte le richieste e sollecitazioni che i propri concittadini vorranno rivolgergli, abbandonando definitivamente l’atteggiamento superbo che finora lo ha portato ad ignorare molte delle nostre.
Prendiamo atto dell’esito dell’autopsia effettuata sul corpo del povero animale “malato” ed attendiamo con ansia che ci venga consegnata copia del referto autoptico, come da noi già richiesto per iscritto all’Ente.
Sugli avvenimenti accaduti il giorno 23/12/2012 il ns Sindaco ha tenuto a precisare alcuni particolari che, a suo parere, il cittadino protagonista della vicenda e noi di Antea avremmo trascurato di riportare, commettendo però l’errore di trascurarne lui stesso degli altri.
Per prima cosa ad assistere a tutto l’accaduto, secondo quanto riferitoci da colui che ha soccorso l’animale, c’erano alcuni testimoni che, seppur minori, erano disposti ad indicare gli autori del grave gesto.
Poi resta da chiarire che fine abbia fatto l’altro cucciolo che, a quanto riferiscono gli stessi testimoni, è fuggito con la faccia dilaniata dallo scoppio dei petardi senza farsi più vivo. Siamo convinti che a nessuno verrà in mente di ipotizzare che, anche in questo caso, non ci sia nessun legame con l’accaduto, mettendo in dubbio la testimonianza di un cittadino come gli altri.
La seconda osservazione che nasce spontanea è quella riguardante l’intervento del veterinario che, stranamente, trovandosi di fronte ad un animale con “febbre alta, enterite necrotica ed emorragica, broncopolmonite etc…”, come riferito dal soccorritore, non abbia ritenuto opportuno effettuare alcuna prescrizione medica, nè abbia richiesto il ricovero dell’animale presso una struttura sanitaria, affermando anzi, sempre a quanto riferitoci, che, se pur affetto da lieve raffreddore il gatto risultava essere sano, senza saper spiegare il perché fosse agonizzante.
La terza osservazione è invece da rivolgere al ns Sindaco che, nella sua nota, ha accusato il soccorritore di aver demandato al Comune il compito di occuparsi del povero gatto, cosa che, trattandosi di animale randagio, per legge, fa parte dei compiti dell’Ente ed in particolare dello stesso Sindaco, cosa che troppo spesso viene dimenticata. Tra l’altro, anche se si trattasse di un animale “non randagio”, sarebbe ugualmente condannabile il comportamento di un Pubblico Ufficiale che si rifiuti di prestare aiuto ad un cittadino in difficoltà, chiunque esso sia, incorrendo addirittura nel reato di “omissione di soccorso”.
In più vogliamo ricordare al Sindaco che mettere in competizione la delicata situazione economica delle famiglie con la protezione e la tutela degli animali, oltre a rappresentare un cattivo esempio per la cittadinanza e per i bambini, potrebbe far maturare in qualcuno la convinzione che l’unico suo interesse sia rivolto al lato economico della questione randagismo.
Venendo proprio all’aspetto economico dell’accaduto, abbiamo già chiesto ufficialmente al Sindaco di voler rendere nota l’entità dei costi che la comunità miglionichese ha dovuto sostenere a causa di questa vicenda e principalmente quelli sostenuti per l’autopsia, costi che, seppur ancora sconosciuti, a ns avviso, sarebbero stati inferiori se ci si fosse limitati a prestare soccorso allo sfortunato animale. Tra l’altro nessuno, nemmeno il soccorritore, pretendeva che il Comune, il Sindaco o i Vigili si accollassero i costi delle cure, piuttosto, ciò che veniva loro richiesto, era un aiuto per poter trasferire l’animale presso una struttura sanitaria.
Riguardo l’assenza dei fondi necessari per poter far fronte a questo tipo di emergenze, attendiamo ancora notizie dal Sindaco in merito al progetto di adozione, da parte della Lega del Cane di Cremona, dei cani custoditi presso il Canile di Matera, che porterebbe alla comunità un risparmio di circa 80mila euro all’anno e che, nel silenzio dell’Ente, sembra arenato da diversi mesi.
Sul mancato trasferimento dei suddetti cani, tra l’altro, lo stesso Sindaco ha più volte lamentato, in ns presenza, l’ingerenza delle Asl (non si sa perché contrarie al progetto) e l’impedimento costituito dalla positività di più della metà degli stessi alla leishmaniosi (grave malattia dei cani dovuta all’inosservanza di una adeguata profilassi antiparassitaria), promettendoci di fare chiarezza sulla vicenda.
Noi di Antea e i cittadini miglionichesi stiamo ancora aspettando.
Altro aspetto da chiarire, al fine di evitare in futuro situazioni simili a quella dei poveri gattini deceduti la scorsa settimana , è quella relativa ai ritardi circa le sterilizzazioni delle cagne randagie presenti nel comune e la loro reimmissione  sul territorio , progetto reso legale anche in Basilicata tramite modifica della legge regionale in materia e la creazione della figura del “cane libero assistito”.
L’ultima volta che abbiamo chiesto al Sindaco delucidazioni sui ritardi ci è stato risposto che dipendeva dalle ASL, perciò, anche questa volta non capiamo perché il Sindaco taccia senza protestare e senza spiegare la situazione ai cittadini.
Tra l’altro, viste le ultime vicende che hanno coinvolto dei felini, consigliamo al nostro primo cittadino di interessarsi presso le Asl affinchè, come previsto dalla legge nazionale sul randagismo nonché da quella regionale, venga avviato, nel più breve tempo possibile, il censimento delle colonie feline e la loro sterilizzazione a carico della stessa azienda sanitaria.
Chiudiamo ricordando al Sindaco che il ns interesse nei confronti di argomenti spesso trascurati dalle passate e dall’attuale Amministrazione è finalizzato solo e soltanto al miglioramento della nostra comunità e, a differenza di quanto da lui affermato, Antea non nasconde secondi fini ed utilizza lo stesso metro con tutti gli interlocutori, come dimostrano la recente discussione sull’Oasi di San Giuliano intercorsa con l’Amministrazione Provinciale, le critiche alla Regione riguardo le estrazioni petrolifere e quelle a Governo e Unione Europea riguardo la sperimentazione sugli animali.
Auguri e Buon 2013 a tutti

sabato 29 dicembre 2012

Il sindaco di Miglionico risponde ad Antea

Riportiamo qui sotto la risposta Sindaco di Miglionico all’articolo di Antea sul problema della morte di due gatti a Miglionico a causa di petardi.


L'attenzione riservata agli animali da parte del Comune di Miglionico, soprattutto in considerazione della pesante crisi che interessa tutte le famiglie è molto al di sopra delle sue reali possibilitá economiche. L'amministrazione di certo è sinceramente grata a tutti i cittadini che col loro impegno mostrano una grande attenzione al mondo animale ed ai diritti degli animali. Stessa attenzione e stesso riconoscimento caratterizzano l'agire non solo dell'amministrazione Comunale ma anche dell'ente e dei suoi dipendenti. Domenica scorsa alcuni bambini non identificati perchè non riconosciuti neppure dal denunciante su richiesta dei vigili, avrebbero esploso un petardo che avrebbe, a suo dire, ferito un animale. Chi si è lanciato in accuse contro i vigili e l'amministrazione ha trascurato di informare su una serie di particolari che vorremmo rendere noti. Il sindaco ed il vigile urbano hanno prontamente incaricato un veterinario di intervenire. Il dott. Salerno ha accertato che il gatto aveva febbre alta ed una serie di problemi ma nessuna ferita. Difatti alla morte del gatto è stata eseguita addirittura una autopsia come da protocollo e il referto fa riferimento a "....enterite necrotica ed emorragica broncopolmonite, etc....". Il gatto visitato domenica dal Dott. Salerno non è risultato ferito ma affetto da febbre, broncopolmonite ed enterite cronica. Tutti condanniamo l'insensibilitá e l'inciviltá seppure attribuita a ragazzini o bambini ed infatti è stata emanata una ordinanza sindacale che impedisce l'uso e la fabbricazione di petardi anche se nel caso specifico non vi è stato alcun riscontro di quanto denunciato. E’ chiaro comunque che sono avvenimenti che potrebbero essere accaduti o accadere, ed ogni cittadino deve dare il suo contributo di civiltà al fine di evitarli. Chi ama gli animali dovrebbe provvedere alla loro cura. Il Comune ha garantito comunque il suo pronto intervento ma si fa rilevare come il cittadino denunciante anzichè soccorrere il gatto ha trovato semplice demandare il compito al Comune. Questi interventi hanno avuto un costo per la comunitá non trascurabile e non vederseli neppure riconosciuti chiaramente ci rammarica e ci dispiace. Comprendiamo l'amore per gli animali che fortunatamente molti cittadini sensibilmente hanno ma lanciarsi in accuse senza conoscere quello che è accaduto non è giusto. C'è una ordinanza sindacale che impedisce fabbricazione e vendita di petardi che tutti i cittadini possono contribuire a far rispettare non solo le esigue forze di controllo del Comune. Questo comune ha finanziato adozioni di cani e le finanzia, ha pagato e contribuito addirittura ad un viaggio aereo finalizzato ad una adozione. Speriamo che ci siano altri enti che mostrano la stessa sensibilità, ma francamente non ci risulta. Monti annuncia che non ci sono soldi per la sanità e questo penalizza i cittadini, nonostante ciò il nostro impegno per gli animali cerchiamo ugualmente di non farlo mancare tenendo conto che sono tempi difficili per molte famiglie. Le persone di buona volontá ci aiutino invece di inveire utilizzando semplici e troppo facili mezzi di comunicazione. Si rileva nel frattempo troppa superficialitá nel modo in cui alcuni cittadini ed associazioni affrontano problemi di grande rilevanza come quello del maltrattamento di animali. C’è un atteggiamento che emerge per il quale ogni occasione, ogni avvenimento, diventa pretesto da parte di alcuni cittadini o associazioni, per redarguire l’amministrazione che mi onoro di guidare, senza neppure preoccuparsi della verifica delle notizie, cosa che però almeno ai giornali vorrei chiedere di fare. Ma il pensiero, che cani e gatti, e salute degli animali in queste continue uscite che vorrebbero far apparire Miglionico come il paese più incivile del mondo, centrino poco, naturalmente sorge spontaneo.

Miglionico 28/12/2012
Il Sindaco Angelo BUONO

lunedì 24 dicembre 2012

Petardi uccidono 2 gattini a Miglionico: ANTEA dice basta!

  
L’Associazione ANTEA (Associazione Nazionale Tutela Ecosistema e Animali) denuncia un deplorevole gesto di maltrattamento di animali avvenuto a Miglionico lo scorso il 23 dicembre.
Due cuccioli di gatto, appartenenti a una piccola colonia felina amorevolmente accudita a proprie spese da un ragazzo particolarmente sensibile sono stati barbaramente uccisi dallo scoppio di pericolosi petardi lanciati contro di loro da alcuni bambini, evidentemente educati al non rispetto della vita e poco inclini  all’altruismo. I poveri gattini sono morti dopo atroci sofferenze: uno di essi probabilmente è deceduto quasi subito a causa del colpo violento che gli ha dilaniato la testa, mentre l’altro si è spento dopo 18 ore di agonia, nell’indifferenza di un Agente della Polizia Municipale che era stato informato dell’accaduto.
“Non conosciamo le motivazioni – scrive ANTEA in un comunicato - che abbiano spinto chi di dovere a non prestare soccorso al povero cucciolo agonizzante e a non indagare sull’accaduto, nonostante, a quanto ci riferiscono, la presenza di testimoni avrebbe facilmente portato all’individuazione dei colpevoli, ma riteniamo che qualunque esse siano non abbiano maggiore importanza della vita di un animale, sia esso un bambino o un gattino”.

ANTEA ritiene grave l’accaduto soprattutto per la scarsa attenzione mostrata da chi dovrebbe rappresentare sempre la Legge,  anche quella  Legge che tutela gli animali contro il maltrattamento gratuito e senza alcun motivo.  A tal proposito l’Associazione fa sapere che recentemente, aveva con una nota chiesto al Sindaco di vietare con apposita ordinanza l’utilizzo sul territorio di Miglionico di botti e petardi di qualunque genere, pericolosi per uomini e animali. Molti comuni in Italia hanno adotattato tale provvedimento e certamente molti altri si appresteranno a farlo. Se al posto dei gattini a subire le conseguenze di questi pericolosi oggetti fossero stati dei bambini il problema sarebbe stato più sentito? Ma non occorre arrivare a tanto affinchè, dopo gli innumerevoli episodi tragici che ogni anno avvengono in Italia a causa dei petardi (2 morti e 561 feriti anche gravi l’anno scorso), la via della prevenzione sia finalmente accettata. Del resto le feste non solo non cambierebbero nella loro vera sostanza ma verrebbero vissute davvero con pace e serenità per  uomini e animali.
Ma non è questo forse il messaggio del Natale? Non è questo forse il senso e il significato degli auguri che in questi giorni tutti si scambiano? Buon Natale a tutti, allora, e soprattutto a chi ancora perpetua nel cuore e nella mente l’odio insensato per la vita e gli animali. La speranza è che presto tutti i genitori imparino a educare meglio i propri figli e se stessi al rispetto verso tutte le forme di vita, senza distinzione alcuna. I botti di Natale e Capodanno non portano la Pace, sono solo espressione di atavici luoghi comuni che oggi non hanno motivo di esistere.  Sindaci, aboliteli presto e definitivamente, fate un bel regalo alla vostra Comunità!

Matteo Visceglia


  
Lettera consegnata ad ANTEA nella mattinata del 24.



Controlli antibracconaggio dei Carabinieri a Valsinni

 I Carabinieri del dipendente Comando Stazione di Colobraro (MT),  dopo aver effettuato alcuni  servizi di osservazione e controllo al fine di monitorare il corretto  svolgimento dell’attività venatoria, a tutela degli stessi cacciatori e  del patrimonio faunistico della propria giurisdizione, hanno denunciato in stato di libertà V. v. f. (classe 1988) e D.A. d. (classe 1989) per concorso in porto abusivo di arma da fuoco e detenzione abusiva di munizioni. 

 I fatti sono stati accertati la notte del 19.12.2012, a seguito di un servizio di controllo del territorio svolto dai militari in località Monte Coppolo (Valsinni, ndr), nei pressi del parco dei Cresciuni, mirato  all’accertamento di attività di bracconaggio. Infatti, alle ore 22.35 circa, gli operanti hanno proceduto  all’identificazione di due soggetti che si muovevano nella citata area a bordo di un veicolo. In particolare, i militari, insospettiti dalle circostanze di tempo e di luogo, nonché dall’abbigliamento di uno dei due uomini, che indossava il classico abbigliamento policromo, procedevano a perquisizione personale e veicolare. Nel corso delle operazioni, si rinvenivano nel portabagagli del veicolo una carabina marca REMINGTON cal. 30.06 di proprietà di D.A. d. (classe 1989), nonché 26 (ventisei) cartucce non denunciate di cui 16 (sedici) già inserite in tre serbatoi che i Carabinieri individuavano all’interno di un borsello in stoffa policroma, opportunamente occultato sotto la ruota di scorta.  Pertanto, in conseguenza di quanto rinvenuto, considerato che il fucile era trasportato in condizioni di tempo e di luogo incompatibili con l’uso della caccia (in auto e in orario notturno), per la quale D.A. d. (classe 1989) ha esclusivamente la licenza di porto di fucile, gli operanti effettuavano il sequestro della citata arma da fuoco e delle relative  munizioni detenute abusivamente, deferendo in stato di libertà i due soggetti.
L’operazione che si  concludeva alle successive ore 02.00 del 20.12.2012, rientra nella pianificazione delle attività di controllo del territorio che la Compagnia di Policoro ha  intensificato per prevenire e reprimere con maggiore efficacia, in pieno coordinamento con le altre Forze di Polizia, i delitti in materia  ambientale, a tutela del territorio.

sabato 22 dicembre 2012

Cicogna nera... natalizia!

22 dicembre 2012 - Lungo il fiume Basento  nel Parco Regionale di Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane,  una Cicogna nera adulta sostava sulle rive sassose in compagnia di aironi bianchi maggiori, aironi cenerini, cormorani, germani.  Inoltre facevano da cornice una poiana, diversi nibbi reali, un corvo imperiale.
La Cicogna nera, presente anche in periodo primaverile ed estivo,  sembra anche quest'anno intenzionata a svernare in questo sito, probabilmente l'unico a livello regionale. L'attività di monitoraggio della specie,  promossa dall'Ente Parco di Gallipoli Cognato, proseguirà anche nei prossimi mesi per accertarne lo status anche al di fuori del periodo riproduttivo e migratorio.



mercoledì 19 dicembre 2012

Replica di Antea alla Provincia di Matera sulla questione dell'Oasi di San Giuliano

Botta e risposta tra Provincia di Matera e Associazione Antea in merito alla questione dell'Oasi di San Giuliano. Nuovo comunicato diffuso da Antea oggi 19 dicembre 2012 che riportiamo integralmente.

La delegazione provinciale Antea Onlus Miglionico, prende atto dell’interesse mostrato dalla Provincia di Matera, purtroppo solo a mezzo stampa e non a livello pratico, nei confronti della, ripetiamo, disastrosa situazione  in cui versa l’Oasi di San Giuliano , come la maggior parte dei cittadini e delle associazioni amano definirla ( definizione che tra l’altro non cambia la sostanza dei fatti).
Ci rammarichiamo per l’inutile, a tratti ridicolo, tentativo da parte dell’ente di voler fornire un’immagine dell’Oasi che non rappresenta in nessun modo la realtà dei fatti , come facilmente riscontrato da tutti quei cittadini che ormai quotidianamente ci segnalano situazioni di degrado e di mancato rispetto di norme e regolamenti e come da noi stessi constatato tramite attente verifiche e abbiamo l’impressione che si tratti di un vano tentativo di arrampicata sugli specchi che non fa onore a chi dovrebbe garantire l’integrità e la salvaguardia di un’area di straordinaria bellezza ed importanza per il nostro territorio.


Veniamo adesso all’analisi dei punti saggiamente elencati nell’articolo del 18/12/2012 da qualcuno che mostra di conoscere l’Oasi soltanto a livello tecnico e burocratico dimostrando, invece, di non viverla  quotidianamente .
Dal punto di vista vegetazionale , “la provincia ogni anno effettua, nei limiti delle proprie competenze, degli interventi di miglioramento e rinaturalizzazione del soprassuolo” , peccato però che l’attività di disboscamento abusivo risulta essere altrettanto evidente ed incontrastata , ormai da diversi anni, ed invece di cercare in qualche modo di porre rimedio al fenomeno c’è qualcuno che si affanna nel trovare giustificazioni.

A livello pedologico/agricolo, come risulta dalla testimonianza di diversi cittadini, i territori agricoli rientranti nel perimetro dell’area protetta e lungo i confini della stessa, sono stati nel corso degli anni e ancor più nei mesi scorsi, oggetto di trattamenti e disinfestazioni tramite sostanze chimiche irrorate sia tramite mezzi di terra che tramite elicotteri, violando il regolamento dell’oasi sia riguardo l’utilizzo delle sostanze sopracitate sia riguardo il divieto di sorvolo dell’area.


Faunisticamente parlando, si parla di bracconaggio, un problema che investe, purtroppo, la stragrande maggioranza delle aree protette”, che non costituisce , per noi di Antea , una giustificazione valida affinchè gli organi preposti alla vigilanza non vengano chiamati in causa, scaricando le proprie responsabilità.
Riguardo l’abbattimento controllato dei cinghiali invece, il fatto che si tratti di un intervento approvato dalla Regione Basilicata e dall’ISPRA  non esula dal riflettere che si tratti di una pratica fortemente in contrasto con quelle che sono le finalità e le prerogative di un’area protetta come San Giuliano, senza voler soffermarsi ,poi, sull’inutilità di tale intervento allo scopo di proteggere , come l’ente spesso afferma, pochissimi terreni “seminativi o a riposo colturale” presenti nella zona.
Riguardo la situazione rifiuti, noi di Antea siamo coscienti del fatto che la Provincia non abbia competenza in tale materia e proprio per questa ragione abbiamo più volte sollecitato l’intervento dei comuni interessati e preso parte alle iniziative di pulizia organizzate nei mesi scorsi da associazioni e liberi cittadini.
Per quanto concerne la situazione generale dell’Oasi, invece, basta farsi un giro a San Giuliano per notare subito l’incuria sia dal punto di vista ecologico che della fruizione in genere, soprattutto se tali interventi vengono attuati senza nessun criterio e spesso senza tener conto del regolamento dell’Oasi, come per esempio si evince dalla realizzazione di un’area picnic nella “Zona A”  della riserva (zona umida destinata alla riproduzione) , che dovrebbe essere off limits per turisti e pescatori , riguardo la quale , ormai da diversi mesi, noi di Antea abbiamo chiesto spiegazioni senza ottenere, tra l’altro, alcuna risposta.

Un discorso a parte merita il centro visite che, pur essendo stato dato in gestione tramite regolare gara, ormai da mesi versa in stato di totale abbandono ( cartellonistica divelta, struttura lesionata dalla caduta di un albero, area picnic in totale degrado, chiusura sistematica della struttura, ecc), ma a quanto pare, vista la mancanza di accenni a tale situazione nell’articolo pubblicato dall’ente , sembra evidente l’assenza di qualsiasi  forma di vigilanza e di controllo e questo già rappresenta una enorme responsabilità.


Per quanto concerne le trivellazioni alle quali facevamo riferimento nel nostro articolo del 13/12/2012 ed in altri precedenti articoli, nessuno di noi ha mai affermato che siano state autorizzate tali pratiche all’interno del perimetro dell’Oasi ma a pochissimi chilometri dallo stesso, il che costituisce ugualmente un grave pregiudizio per il territorio di San Giuliano e per la conservazione  della sua integrità. A tal proposito auspichiamo che la Provincia e i comuni dell’aera prendano posizione in maniera decisa contro il suddetto permesso di ricerca idrocarburi accordato alla società Delta Energy, in una zona di rilevante interesse ambientale, faunistico ed idrogeologico.

L’unica realtà alla quale la Provincia ha fatto riferimento nel suo articolo e che effettivamente svolge un ruolo di fondamentale importanza per l’Oasi è rappresentata dal CRAS (centro recupero animali selvatici) , che ospita diverse specie di rapaci ed altri animali, i quali, dopo essere stati sottoposti a cure ed analisi approfondite, vengono reintrodotti in natura. Anche in questo caso, però, noi di Antea riteniamo che enti ed istituzioni debbano maggiormente sostenere il progetto, soprattutto dal punto di vista logistico.

Chiudiamo con la consapevolezza che una grande parte delle responsabilità riguardo ai problemi dell’Oasi sia da addebitare all’inciviltà e all’incoscienza di molti cittadini che non rispettano le leggi e che non capiscono l’importanza che un’area protetta come San Giuliano potrebbe avere per il nostro territorio , ma siamo altrettanto convinti che uno dei compiti delle istituzioni sia anche quello di educare i propri cittadini, affinchè prendano coscienza del reale valore paesaggistico ed economico di quei luoghi.
In conclusione, è doveroso da parte nostra chiedere, innanzitutto ai cittadini, di abbandonare tutti i comportamenti e le abitudini dannose per l’ambiente nonché contrarie alle leggi e ai regolamenti e alla Provincia di Matera di mettere da parte gli atteggiamenti vittimistici volti a scaricare le proprie responsabilità sui cittadini e su altri enti, spendendo tutte le proprie energie ,soprattutto quelle mentali, nella risoluzione dei numerosi problemi che attanagliano l’OASI.


Video Aquila che preda bimbo: FALSO!


E' STATO DIFFUSO SU INTERNET UN VIDEO SU UN RAPIMENTO DI UN BIMBO DA PARTE DI UN'AQUILA: QUESTO VIDEO E' MOLTO DELETERIO PER LE CONSEGUENZE SULLA PROTEZIONE DEI RAPACI.  MA SI TRATTA DI UN FALSO! COME CRAS CI SENTIAMO IN DOVERE DI CONTRASTARE QUESTE MANOVRE DIMOSTRANDOLO CON ESEMPI CONCRETI.
INFATTI NEL RIQUADRO IN ALTO SI L'OMBRA DELLA PERSONA E DEL PANNELLO BIANCO (INDICATI DALLA FRECCIA ROSSA) UN ATTIMO PRIMA CHE L'AQUILA ARRIVI AL BIMBO. POI SI NOTI L'OMBRA DELLA MADRE E DELLA STESSA AQUILA NEL RIQUADRO IN BASSO ! E' EVIDENTE CHE PUR ESSENDO APPARENTEMENTE REALISTICO QUESTO VIDEO E' UN FALSO COSTRUITO AD HOC PER GETTARE FANGO SULLA PROTEZIONE DELLE AQUILE.


martedì 18 dicembre 2012

La Provincia di Matera chiarisce la sua posizione riguardo alla Riserva di San Giuliano

La Provincia di Matera ha diffuso oggi il seguente comunicato stampa in merito alla situazione della Riserva Naturale Regionale di San Giuliano, gestita dallo stesso ente. Il comunicato fa riferimento ad un recente nota di Antea che denunciava situazioni di degrado dell'area.
Al centro della strumentalizzazione “le disastrose condizioni in cui versa l’Oasi”. Premesso come il termine Oasi non abbia alcuna valenza tecnico giuridica nell’ambito della terminologia relativa alle aree protette, sarebbe utile capire quali sarebbero le condizioni a cui gli articoli fanno riferimento. Stiamo parlando del livello vegetazionale? Di quello idrologico, di quello pedologico o faunistico? O ancora dell’abbandono dei rifiuti?
Ma andiamo con ordine. A livello vegetazionale la Provincia ogni anno effettua, nei limiti delle proprie competenze, degli interventi di miglioramento e rinaturalizzazione del soprassuolo (si ricorda che la copertura forestale presente è di origine artificiale).
A livello pedologico le aree naturali o naturaliformi non sono oggetto di attività agricole. Le aree agricole rientranti nel perimetro sono infatti rappresentate prevalentemente da seminativi o da aree a riposo colturale quindi non ci spieghiamo questa grande mole di prodotti chimici impiegati.
Faunisticamente parlando si parla di bracconaggio, un problema che investe, purtroppo, la stragrande maggioranza delle aree protette, compresa quella di S. Giuliano. Piaga che nulla ha a che vedere, naturalmente, con l’abbattimento controllato dei cinghiali che invece è un intervento approvato dall’ISPRA e dalla Regione Basilicata.
Riguardo alla pulizia dell’area giova ricordare come ai sensi della L.R. istitutiva della Riserva n.39/2000 i Comuni interessati “…curano l’asportazione dei rifiuti, ai sensi dell’art.17 del Decreto Legislativo 22/97, e concorrono nella sorveglianza con i  propri agenti di polizia urbana, lungo le strade ed in ogni altro luogo pubblico all’interno della riserva, secondo il dettato delle vigenti disposizioni di legge in materia”.
Riguardo al generale stato di incuria segnalato, a parte la possibile presenza di rifiuti (la cui rimozione come precedentemente accennato è a carico dei Comuni interessati), è da addebitare alle risultanze di un comportamento poco civile di alcuni cittadini. Certamente lo stato ecologico generale della Riserva non è in abbandono dal momento che la Provincia, per quanto di propria competenza, ogni anno, come anche per quello in corso, interviene nell’ambito della riserva con azioni di miglioramento forestale e si attiva per il reperimento di fondi per implementare le attività di fruizione e tutela.
In questi anni  la Riserva è stata valorizzata dalla Provincia attraverso numerosi progetti: la realizzazione stessa del centro visite, il progetto europeo Life Rapaci che ha consentito la realizzazione di uno dei centri di recupero dell’avifauna strutturalmente più completi a livello regionale, senza contare altri interventi di minore entità (cartellonistica didattica, ecc.).
Il centro visite della Riserva, infine, è stato dato in gestione ad una associazione naturalistica a seguito di regolare gara e l’area della Riserva non è interessata da alcuna “trivellazione”.
Il tutto in un quadro di totale assenza di trasferimenti di fondi da parte della Regione che ha completamente delegato la gestione dell’area protetta.
La critica è sempre ben accetta se costruttiva, ben argomentata e rispettosa. Altrimenti si entra, appunto, nel campo gratuità.

giovedì 13 dicembre 2012

OBBLIGO SOCCORSO STRADALE DEGLI ANIMALI, PUBBLICATO IL DECRETO ATTUATIVO


 
Da oggi 13 dicembre 2012 si è rafforzato il cambiamento del Codice della Strada che ha fissato dall’estate 2010 l’obbligo di fermarsi in caso di incidente con un animale, l’equiparazione dello stato di necessità di trasporto di un animale ferito come per una persona, l’utilizzo di sirena e lampeggiante per ambulanze veterinarie e mezzi di vigilanza zoofila. E’ stato infatti pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.289 il Decreto attuativo del Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti.

“La norma ha preso atto del cambiamento del sentire comune sul dovere di prestare soccorso anche agli animali e le sanzioni irrogate fino ad oggi per le violazioni sono state un esempio positivo per automobilisti e Polizie locali - hanno detto Gianluca Felicetti, presidente LAV e Carla Rocchi, presidente nazionale dell’ENPA - nel Decreto siamo riusciti a far inserire il pieno riconoscimento del privato cittadino che porta per dovere civico un animale incidentato in un ambulatorio veterinario, la necessità di intervento anche ai fini della tutela dell’incolumità pubblica e il pieno riconoscimento dell’attività delle Guardie zoofile. Ora le Regioni e i Comuni devono rafforzare i propri compiti di intervento già previsti da altre normative“.

Il Decreto ministeriale fissa, fra l’altro, le caratteristiche delle autoambulanze veterinarie le cui attrezzature specifiche saranno individuate dal Ministero della Salute, la certificazione anche successiva dello stato di necessità di intervento sull’animale da parte di un veterinario e gli stati patologici che fanno scattare questo riconoscimento cioè trauma grave, ferite aperte, emorragie, alterazioni e convulsioni.

Il Decreto Ministeriale 9 ottobre 2012 n.217 Regolamento di attuazione dell'articolo 177, comma 1, del decreto legislativo 30 aprile 1992, n. 285, come modificato dall'articolo 31, comma 1, della legge 29 luglio 2010, n. 120, in materia di trasporto e soccorso di animali in stato di necessità, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n.289 del 12.12.2012, è consultabile qui

http://www.gazzettaufficiale.it/guridb/dispatcher?service=1&datagu=2012-12-12&task=dettaglio&numgu=289&redaz=012G0238&tmstp=1355396450138 Entra in vigore il 27 dicembre 2012

Associazione ANTEA denuncia lo stato della Riserva di San Giuliano

L'Associazione ANTEA (Associazione Nazionale Tutela Ecosistemi e Animali) Delegazione di Miglionico ha diffuso un comunicato stampa in merito ai problemi dell'Oasi di San Giuliano che riportiamo integralmente qui di seguito.


"Ancora una volta torniamo a parlare dell’Oasi di San Giuliano non per denunciare una situazione in particolare ma per invogliare cittadini ed istituzioni ad una seria riflessione.

 La storia della Riserva Regionale di San Giuliano è legata alla nascita dell’omonimo invaso artificiale creato per scopi irrigui dallo sbarramento del fiume Bradano tra il 1950 e il 1957. La presenza del lago, da subito, attirò numerose specie di uccelli acquatici, rendendo quindi necessarie iniziative volte alla tutela dell’area.
Nel 1976, infatti, il lago diventò Oasi di Protezione della Fauna sulla quale fu poi apposto il vincolo paesaggistico e la Regione Basilicata, al fine di rafforzare le azioni di tutela, istituì nel 2000 una Riserva Naturale Orientata affidandola in gestione alla Provincia di Matera .
Successivamente, il Ministero dell’Ambiente dichiarò San Giuliano Area SIC (Sito di Interesse Comunitario) ed Area ZPS ( Zona di Protezione Speciale) inserendola, con Decreto Ministeriale del maggio 2003, nell’elenco delle zone umide italiane previste dalla Convenzione Ramsar per la Conservazione delle Aree di Interesse Internazionale per la Fauna Acquatica.
Attualmente, viste le disastrose condizioni in cui versa l’Oasi e come più volte denunciato nei mesi scorsi, sorge spontaneo chiedersi come le istituzioni preposte, abbiano potuto permettere tutto questo.
Ovunque si guardi c’è qualcosa che non va : continue violazioni di leggi e regolamenti, rifiuti di ogni genere abbandonati ovunque, alcuni dei quali (ingombranti e pericolosi) finiscono in acqua, utilizzo indisturbato di sostanze chimiche per trattare i campi agricoli rientranti nella zona protetta, concessione di autorizzazioni alle trivellazioni per la ricerca di idrocarburi a pochi km dal lago, cacciatori liberi di sparare ai margini dell’Oasi e, con l’ alibi dell’abbattimento controllato dei cinghiali, spesso anche all’interno della Riserva, pesca illegale con reti e nel mancato rispetto dei regolamenti.
Se a tutto questo si aggiunge poi  l’intenzione, spesso paventata da parte delle Istituzioni, di permettere la navigazione all’ interno del lago, come fortemente auspicato da certe associazioni, e la disastrosa situazione in cui versa l’ormai abbandonato Centro Visite, ci piacerebbe capire che senso abbia continuare a chiamarla Oasi se in realtà non lo è mai stata e, probabilmente, mai lo sarà.
La premessa, riguardante la storia di San Giuliano, che abbiamo appositamente pensato di inserire in questo articolo, ha come unico scopo quello di fare notare a tutti voi che, nelle condizioni attuali, siamo di fronte ad un luogo nato come Oasi ma diventato, nel corso degli anni, solo lo strumento grazie al quale ricevere fondi ed aiuti economici, strappando dalle mani dei cittadini una enorme ricchezza (non economica), un luogo anche di affezione e di pace, nonché casa di tantissimi animali selvatici anche se di loro, si sa, importa a pochi.
Resteremo sempre in ansia ad aspettare che qualcuno rifletta e capisca che bisogna cambiare rotta e ad attendere un’ indignazione generale dei cittadini affinché lottino per riprendersi ciò che gli appartiene".                            

 Miglionico,  13 dicembre 2012

mercoledì 12 dicembre 2012

CRAS Matera: 3 rapaci riconquistano la libertà

Venerdì 7 dicembre bellissima giornata di festa per la natura e bambini!  Alcuni splendidi rapaci curati dal CRAS (Centro Recupero Animali Selvatici ) Provinciale di Matera sono tornati a volare liberi nella natura della Riserva di San Giuliano dopo un periodo di cure e riabilitazione.
Ad assistere al lieto evento sono stati invitati 20 bambini di una scolaresca di Matera che con i loro insegnanti e genitori hanno potuto prima ammirare da vicino questi predatori alati, apprendendeno le loro storie e la loro biologia daglii operatori del Centro e poi hanno accompagnato con il loro entusiastico applauso il loro volo verso la libertà riconquistata.

Una Poiana, un'Albanella reale ed un Gufo, questi i nomi dei fortunati rapaci liberati,  che per cause diverse hanno avuto bisogno delle cure dei veterinari e degli operatori del Centro.

La Poiana, un superbo giovane di 2 anni, era stata consegnata al CRAS nello scorso mese di aprile da agenti del Corpo Forestale dello Stato della Stazione di Pomarico. Era stata recuperata nelle campagne di Grassano in condizioni molto precarie. Dall'esame effettuato è risultata essere una vittima dell'egoismo umano poichè era stata tenuta sin da piccola in cattività all'interno di una gabbia non adatta e nelle condizioni peggiori che si potesse immaginare. All'arrivo era magra, presentava piumaggio scomposto ed opaco, penne spezzate, coda completamente distrutta dall'usura, becco rotto, testa priva di piume per parassitosi e inoltre aveva una vecchia frattura ad un'ala mal calcificata. Insomma un esemplare che all'apparenza era sicuramente senza alcuna speranza di poter ritornare alla natura. Invece grazie alle lunghe e pazienti cure e al cibo adatto ricevuti ogni giorno dagli operatori del CRAS la Poiana ha potuto piano piano irrobustirsi e riprendersi riacquistando un nuovo e splendido piumaggio che gli ha permesso di  riabilitarsi gradualmente al volo grazie alla possibilità di muoversi in voliere adatta.


Il Gufo,  a causa di un forte impatto contro qualche ostacolo (forse un veicolo in marcia durante la notte),  aveva subito una frattura all'omero compromettendo la sua capacità di volare. Fortunatamente è stato ritrovato e consegnato al CRAS grazie all'intervento di un poliziotto di Matera che ha capito immediatamente la gravità del trauma. Il responsabile del Centro lo ha subito portato presso la facoltà di Veterinaria dell'Università di Bari dove è stato visitato e tenuto in cura per un breve periodo di tempo per poi ritornare al CRAS per altre cure e la successiva riabilitazione in voliera. Dopo circa un mese di cure il risultato è stato sotto gli occhi meravigliati dei bambini che lo hanno seguito nel suo volo di libertà riconquistata.
Il gufo prima della liberazione


Liberazione del Gufo


Storia più triste è quella dell'Albanella reale: un cacciatore, nonostante la massima protezione che la legge garantisce ai rapaci,  l'aveva gravemente colpita con il suo fucile nelle campagne di Irsina, interrompendo il suo volo leggero ed elegante sui vasti campi e pascoli alla ricerca di piccoli roditori. Per fortuna alcuni cittadini l'hanno notata saltellare terra ma incapace di volare e hanno fatto in maniera da farla arrivare il prima possibile al Centro Recupero. Qui subito si è capito che c'era la probabilità che fosse stata deliberatamente colpita da un'arma da fuoco. Perciò è stata subito trasportata alla stessa facoltà di Veterinaria di Bari per una visita accurata. La radiografia effettuata ha infatti messo in evidenza la presenza nel corpo del rapace di alcuni pallini che avevano fratturato il radio-ulna. Le cure prestate dai veterinari hanno fortunatamente impedito il peggio e dopo aver superato il periodo più critico è stata nuovamente riportata al CRAS per ulteriori cure e riabilitazione. A distanza di un mese dal brutto incidente l'Albanella ha potuto riprendere la libertà che uno scellerato gli aveva tentato di togliere per sempre. L'Albanella è una specie che arriva in Italia in autunno per  trascorrere i mesi freddi invernali per poi ritornare a nidificare in primavera nei luoghi di origine dell'Europa centrale e della Russia.
L'albanella appena giunta al CRAS dopo il suo ferimento


I bambini osservano l'Albanella reale

La liberazione dell'Albanella reale








































"Soccorrere, curare e rimettere in libertà animali selvatici così preziosi e protetti da tutte le normative europee è uno dei compiti principali del nostro Centro Recupero che ogni giorno cerca di fare il possibile, pur tra le mille difficoltà di ogni genere, per garantire un servizio a supporto delle istituzioni preposte alla tutela della fauna. E' una iniziativa di grande aiuto nei confronti  dei cittadini sensibili, degli operatori delle forze di polizia e delle associazioni che spesso intervengono per il primo soccorso di animali in difficoltà. Vorremmo poter lavorare in condizioni più adeguate sotto il profilo strutturale e finanziario in modo da poter svolgere sempre al meglio il lavoro di tutela della fauna protetta".

Matteo Visceglia
Responsabile CRAS











martedì 11 dicembre 2012

Airone bianco: un fantasma tra i pioppi

CLICCA PER INGRANDIRE L'IMMAGINE
Dicembre 2012 - Fiume Basento, Parco Regionale di Gallipoli Cognato e Piccole Dolomiti Lucane


giovedì 6 dicembre 2012

INAUGURATA LA NUOVA SEDE DEL COMANDO PROVINCIALE DEL CORPO FORESTALE DELLO STATO DI MATERA

Si è svolta il 5 Dicembre scorso la cerimonia di inaugurazione della nuova sede del comando provinciale del Corpo forestale dello Stato di Matera.
La cerimonia, articolata in due parti, si è tenuta alla presenza del  Vice capo del Corpo forestale dello Stato Fausto Martinelli, del Prefetto di Matera Luigi Pizzi, del Sindaco della città di Matera, del Presidente dell'Amministrazione provinciale, del Comandante Regionale del Corpo forestale dello Stato, di quasi tutti i sindaci della provincia e delle massime cariche istituzionali della provincia e della regione.
Nella prima parte della cerimonia, che si è svolta a Palazzo Lanfranchi nel cuore del centro storico di Matera, si è svolta la premiazione del concorso illustrativo "Acqua Gocce di Vita".
L'iniziativa, rivolta alle scuole elementari e medie della provincia di Matera, si è svolta in collaborazione con l'Ufficio Territoriale per la Biodiversità di Martina Franca (TA) ed è stata organizzata in occasione delle iniziative previste per l'"Anno Internazionale della Cooperazione per l'Acqua" proclamato dall'ONU per il 2013.
La seconda parte della cerimonia di inaugurazione si è, invece, tenuta presso la nuova sede del comando provinciale del Corpo forestale dello Stato dove il Vescovo di Matera ha officiato la cerimonia di benedizione dei nuovi locali. 


Associazioni ambientaliste si oppongono alla Via Ferrata nel SIC-ZPS Dolomiti di Pietrapertosa

Alcune associazioni (Altura, Città Plurale Matera, Lanius, Lipu, Movimento Azzurro Murge materane e OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) hanno inviato una lettera al Presidente della Regione Basilicata Vito De Filippo, all’Assessore all’Ambiente Vilma Mazzocco e al Direttore Generale del Dipartimento Ambiente e Territorio Donato Viggiano e per conoscenza al Presidente dell’Ente Parco Regionale Gallipoli Cognato Piccole Dolomiti Lucane di Accettura per chiedere chiarimenti sul Progetto denominato "Via ferrata Dolomiti lucane”. Riportiamo la nota integrale.

Le Dolomiti Lucane


Oggetto:  Progetto via ferrata “Dolomiti Lucane”.

I fondi europei  servono, come la tela di Penelope, prima per tessere e poi disfare, basta cambiare  l'angolo di osservazione o meglio, per essere più chiari, servono  a prelevare da più forni e spesso gli interventi fanno a cazzotti tra di loro.
La vicenda, squallida in vero, della “Via Ferrata” che si vorrebbe finanziare  con fondi comunitari  nell'ambito del P.O. FESR 2007/2013 per  440 mila Euro ne è l'esempio classico. Già nel 2005 la Regione Basilicata con la DGR n° 1608  escluse  l'intervento in quanto sussistevano dubbi circa l'eventuale impatto sull’equilibrio faunistico, in particolare avifauna particolarmente protetta, della
zona. Significa, in poche parole, che i progettisti restarono con la bocca asciutta  ma il progetto era ormai pronto e bisognava riprovarci.
Lo si fa con i P.O. FESR 2007/2013  per l'importo che abbiamo detto e malgrado  vi siano stati appositi studi  di settore anche questi finanziati dalla Comunità Europea nell’ ambito del Progetto Rete Natura 2000 costato, almeno, 2 milioni e 600 mila Euro.
Un progetto, Rete Natura 2000, che quando nel 2009 venne annunziato, come al solito in pompa magna, dell'Assessore all'Ambiente di turno permise di dire che l'Ambiente e la Natura andavano tutelati  e per fare questo  si sarebbero messi in campo i migliori professionisti e le solite università. E' da ritenere che venne fuori un lavoro ben fatto  tanto è che nel giugno scorso il Presidente De Filippo, l'Assessore Mazzocco e tanta altra bella gente si recarono in pellegrinaggio a Roma  per illustrare alla platea  il modo con il quale si era mossa la Basilicata e soffermarsi sulla solita melina  fatta di   conservazione della biodiversità, esigenza di  garantire il mantenimento degli habitat naturali e delle specie di flora e fauna minacciati o rari a livello comunitario.  In quel contesto si affannarono anche  ad illustrare il modello metodologico innovativo avente caratteristiche  come la multidisciplinarità, competenza, complessità, pianificazione integrata e partecipazione: quante belle parole! Abbiamo detto che i progettisti della “ Via Ferrata” non potevano restare a bocca asciutta ed allora il discorso sull'intervento si riapre. Di cosa  si discute? Di impiantare un  percorso turistico estremo che penetra direttamente negli habitat riproduttivi, trofici e lungo i percorsi di sosta e migrazione  di un lungo elenco di specie rare o in via di estinzione di uccelli, ovviamente protette, in una area SIC-ZPS identificata a livello europeo come IT9210105 “Dolomiti di Pietrapertosa”- Il nome del paese è già una referenza - tra le varie specie di volatili vi è anche la Cicogna nera che nidifica nelle coste rocciose delle Dolomiti Lucane, uno dei pochissimi siti, circa una decina, che ospita questa specie a livello nazionale. Specie rarissima dunque che un Ente Parco, attraverso una oculata e attenta protezione della sua  Riserva Integrale e ZPS  Zona di Protezione Speciale, dovrebbe a tutti i livelli tutelare nell’interesse della collettività nazionale ed europea. Ci domandiamo: ma questa benedetta Cicogna nera non aveva altro luogo dove scegliere il suo habitat più idoneo che le Dolomiti Lucane e togliere il sonno al sottoprodotto del sottogoverno chiamato  ad indirizzare, si fa per dire, le sorti del  Parco di Gallipoli Cognato? Nell'ambito del Piano di Gestione del Parco Regionale di Gallipoli Cognato  e Piccole Dolomiti Lucane, piano adottato, l'IT9210105 è Riserva Integrale, in parte, e Riserva Generale Orientata di tipo A, per la parte rimanente.  Nel primo caso l'accesso è consentito solo  per motivi di studio e ricerche,  con visite guidate da personale specializzato  ed altre norme di indirizzo similari, nell'altro caso i termini di fruibilità naturalistica sono meno restrittivi ma vi è, comunque, identica  rigorosità con  indirizzi finalizzati al mantenimento dello status quo. Un intervento come la Via Ferrata, data la peculiarità
dei luoghi e la sensibilità degli habitat,  risulta oltre che  invasivo anche non contemplato. Ricordiamo, altresì, che la congruenza con il Piano di Gestione è una condizionalità necessaria per
godere del beneficio comunitario e che nelle relazioni di valutazioni di impatto ambientale e di incidenza  ambientale emergono molte “imprecisioni” proprie di un lavoro affrettato  e poco qualificato.  
Siccome l'intervento non rientra nel Piano di Gestione, adottato, del  Parco appare evidente come non possa essere finanziato dalla UE e bene fece la Giunta regionale che già nel 2005, anche se all'epoca non vi erano norme restrittive come quelle di oggi, ad  esprimere parere  negativo alla realizzazione dell'intervento.
Già adesso il Ministero dell’Ambiente ha  sollecitato gli organi concorrenti a formare la volontà e principalmente la Regione Basilicata  ad adottare iniziative atte a tutelare le peculiarità naturalistiche del sito.
Il Ministero per la Coesione Territoriale verrà  interessato per la verificare circa  l'appropriatezza della spesa.
Non c'è altro da aggiungere, al momento, ed auguriamo un buon e saggio lavoro.  


Potenza, 6 dicembre 2012

LE ASSOCIAZIONI FIRMATARIE

ALTURA   
CITTA’ PLURALE   
LANIUS   
LIPU  
MOVIMENTO AZZURRO MURGE MATERANE  
OLA 




mercoledì 5 dicembre 2012

Censimento invernale del Nibbio reale

Nei giorni 7, 8 e 9 dicembre prossimi si svolgerà in Italia il “Censimento invernale del Nibbio reale (Milvus milvus)”. Si tratta di una iniziativa di carattere scientifico coordinata a livello nazionale dal CISO Centro Italiano Studi Ornitologici  ed è finalizzata al monitoraggio delle popolazioni svernanti in Italia di questo raro rapace attraverso il metodo del conteggio al dormitorio notturno.
Le regioni in cui si svolgerà il censimento sono 11, cioè quelle in cui sono noti dormitori comuni ove poter effettuare i conteggi.
I dati raccolti durante sessioni precedenti sono stati molto interessanti con un totale di oltre 1.500 individui censiti a livello nazionale, dei quali il 60% concentrati nella sola Basilicata. I risultati relativi all'inverno dicembre 2011-gennaio 2012  sono stati presentati all’ultimo Convegno Italiano dei Rapaci Diurni e Notturni, tenutosi a Treviso nell' ottobre 2011.

In Basilicata saranno controllati circa 20 siti tra le province di Potenza e Matera e parteciperanno oltre 20 rilevatori selezionati ed esperti molti dei quali in rappresentanza di associazioni locali e nazionali. I referenti per la Basilicata sono Egidio Fulco e Matteo Visceglia.

Il CRAS Centro di Recupero Animali Selvatici di Matera parteciperà al monitoraggio come ha fatto nelle precedenti iniziative.

Per informazioni:
Egidio Fulco egidiofulco@yahoo.it tel 338.1305096
Matteo Visceglia matteo.visceglia@alice.it tel 339.1637510





Pulizia Oasi San Giuliano: l'eterno tentativo di dire basta al degrado!

E’ organizzata sabato 8 dicembre la giornata ecologica  "Ripulire l’Oasi di San Giuliano". All’iniziativa, organizzata presso le aree picnic e le le zone aperte al pubblico della Riserva Naturale, prenderanno parte i volontari di diverse associazioni della provincia di Matera ed è realizzata con il patrocinio dei comuni di Miglionico e Matera, della Provincia di Matera e della Regione Basilicata.
Tale iniziativa si auspica possa diventare occasione per ripensare al difficile rapporto tra i fruitori della Riserva (in gran parte gitanti e pescatori) e l'ambiente in cui essi stessi praticano le loro attività ricreative e ludiche.  Quintali di rifiuti di ogni genere sono sparsi e abbandonati lungo il perimetro del lago e lungo le strade che lo circondano per diversi chilometri. Una iniziativa come quella organizzata per sabato prossimo, nonostante la buona volontà di chi la promuove,  non può risolvere il problema ma almeno permette di porre l'interrogativo su quale destino deve avere questa  storica e "matura" area protetta (nasce infatti nel lontano 1976 come Oasi di protezione della Fauna) che per le sue caratteristiche naturalistiche, paesaggistiche e ambientali meriterebbe molto di più dai suoi frequentatori abituali ma anche più severità e costanza nei controlli da parte di chi è deputato alla gestione dei vari aspetti che la riguardano. Le norme che attengono alla sua fruizione corretta sono molto chiare, non hanno bisogno di essere interpretate. Occorre semplicemente solo farle rispettare e applicarle. Ma il problema è proprio questo...


Tracce di chi non sapeva proprio come smaltire pneumatici di trattori agricoli
Tracce di amanti della vita all'aria aperta, in zona di riserva integrale